DI ANTONIO DE MARTINI
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Manterrà le sue promesse e minacce elettorali ?
A quali precedenti possiamo rifarci ?
Quali saranno gli effetti sull’Europa e sui singoli Stati europei, della nuova presidenza Trump?
Queste a un dipresso le domande. Ecco le mie personali risposte dopo una premessa costituzionale necessaria.
PREMESSA COSTITUZIONALE
Il nuovo eletto ha fatto quattro promesse solenni di cui due di emendamenti costituzionali:
a) inquisire la Clinton per il suo operato
b) limitare il numero di mandati senatoriali che è possibile fare per evitare il formarsi di caste.
c) cassare le direttive presidenziali prese prevaricando il Congresso. ( fare guerra senza una autorizzazione parlamentare, limitando così il proprio potere).
d) la corte suprema ha un posto vacante e i giudici sono tre “liberals” e tre no. Deve nominare l’ago della bilancia. Subito.
Se non metterà in atto queste decisioni, vorrà dire che finirà negli annali dei palazzinari infoiati accanto a Berlusconi.
CONTENUTI
Le maggiori realizzazioni per gli USA sono venute da presidenti impopolari e contrastati, mentre i più popolari come Kennedy e Carter tradirono, per varie ragioni, le attese che avevano suscitato.
Truman – il venditore di cravatte- aprì l’era atomica senza porsi troppe domande e piegò il Giappone in quattro giorni.
Reagan – sindacalista della categoria attori- piegò, senza porsi tante domande, e costrinse alla resa l’URSS che impegnava il mondo da settanta anni.
Trump – il palazzinaro- potrebbe raggiungere una intesa con la Russia e – senza porsi tante domande- promuovere un lungo periodo di prosperità partecipando allo sfruttamento delle immense ricchezze dell’estremo oriente russo che è la California del nuovo secolo.
Riguardo all’Europa, la sua ( di Trump) stessa esistenza produrrà effetti: il concentrarsi sulla politica interna farà sentire orfani coloro che dipendono dal favore americano per governare i propri paesi ed è inutile farne i nomi , tanto li conosciamo tutti.
Ci sarà un effetto di strascico nel disimpegno formale dalle beghe locali e qualche proconsole riuscirà a difendere il proprio cacicco indigeno per un po.
La coincidenza della elezioni primaverili in Francia e Germania ci darà la misura del – se esisterà- disinteresse USA in questa nuova fase.
A livello di singoli paesi, il disimpegno dalle iniziative ONU sul cambiamento climatico per concentrarsi sulle infrastrutture interne, lascia distrutta la diplomazia francese che – su impulso di Hollande – si era concentrata sul COP 22 e consimili amenità cui avevano aderito oltre 54 paesi incluso il nostro.
Il fatto che in Italia la destra sia guidata da colonnelli ripetutamente sconfitti, ignoranti e bigotti e il centro sia ostaggio di Berlusconi, darà fiato al PD per qualche tempo, ma di certo la sua legittimazione a governarci cade e la libanesizzazione della politica italiana subirà una brusca accelerazione.
La Spagna ( e Portogallo) risulterà valorizzata agli occhi degli USA grazie a un governo conservatore, ai Pirenei che sono un bastione strategico essenziale e alla nuove basi aeronavali concesse.
La NATO e i paesi che la compongono, si vedranno richiedere uno sforzo finanziario importante in un momento delicato per le economie di ciascun contraente. Non vedo la Grecia stanziare fondi extra per la difesa e nemmeno le repubbliche baltiche.
Italia e Polonia resteranno le basi preferite su cui investire qualora la distensione con la Russia subisse ritardi.
Una eventuale distensione con Putin lascerebbe scoperta e scavalcata anche la Turchia e questo renderebbe ancor più importante il legame con Israele.
Molto dipenderà da chi sarà chiamato a ricoprire il ruolo di consigliere per la sicurezza alla Casa Bianca.
Antonio De Martini
Fonte: www.facebook.com/
Link: https://www.facebook.com/antonio.demartini.589/posts/1011849512294173
11.11.2016