Il Vaticano ha scelto il capo degli inquisitori
DI MARC COOPER
Dopo due giorni di incontri a porte chiuse ecco le ultime notizie dal Politburo del Vaticano.
I drappi rossi della loggia segreta si aprono su piazza e alle masse in attesa viene letto il seguente comunicato:
“Compagni! Le forze dell’umanesimo degenerato, dell’individualismo decadente, della omosessualità lasciva, del femminismo opportunista e del pensiero critico senza fondamenti hanno ricevuto un colpo mortale dopo che il Presidio dei Cardinali del Popolo ha scelto il Compagno Joseph Ratzinger come nuovo Capo del Vaticano e Guida Suprema di tutti i popoli del mondo.
Con la sua opposizione a ogni soffio di cambiamento il Premier Ratzinger, nostro Grande Timoniere, ha mantenuto la rotta della fede su un percorso di assoluta purezza ideologica, con disciplina di ferro ha evitato le infide acque dell’opportunismo di destra o di sinistra. Lunga vita al Papa del Popolo!”
Veramente è giusto riconoscere che è stato per primo Christopher Hitchens a scrivere, due settimane fa, che l’attuale funzionamento del Vaticano fa venire in mente più l’Unione Sovietica di 50 anni fa, subito dopo la morte di Stalin, che non la Mafia. Dopo il lungo regno del suo rigido patriarca un regime autoritario, obsoleto e calcificato, lotta in difesa della propria linea contro una realtà invadente e un futuro collasso quasi certo. Riformarsi o no? Oppure semplicemente aggrapparsi alla linea dura e cercare di mantenerla? Mosca o il Vaticano?
Nel caso sovietico, subito dopo la morte di Stalin, il suo principale servitore, capo della sanguinaria polizia segreta, Laurenti Beria, aveva in mente un piano per impadronirsi del potere. Con la promessa di essere più stalinista di Stalin in breve riuscì ad averla vinta. Però sei mesi dopo, i “riformisti liberali”, Kruscioff e Molotov, riuscirono a farlo condannare.
Il Vaticano non ha tutte le responsabilità dei Sovietici e quindi ha minore necessità di mettere in discussione i propri dogmi. Il Papa gestisce soprattutto un apparato ideologico, non ha il problema pratico di come dar da mangiare a duecento milioni di contadini o di come fare produrre qualcosa alle fabbriche (anche se gli investitori del Vaticano si trovano da lungo tempo sui posti caldi del mercato mondiale). No, tutto quello che il Vaticano deve fare è far rispettare il dogma..
Non mi sono quindi meravigliato quando i dinosauri del Collegio dei Cardinali hanno scelto la propria versione interna di Laurenti Beria. Il Cardinale Joseph Ratzinger, di origine tedesche, era letteralmente conosciuto come l’inquisitore della dottrina del papa precedente. La sua loquace misantropia gli ha guadagnato il soprannome di Cardinale Rottweiler e Cardinale No, No a tutto, sempre No. Nessun cambiamento..
Ratzinger si è assicurato l’elezione con la filippica fulminante che ha tenuto sotto la veste di discorso augurale di apertura del conclave. Con la sua denuncia dell’individualismo, del liberalismo e di quella che ha chiamato “la dittatura del relativismo”, che consentirebbe ai cattolici di pensare a modo loro sui misteri della fede, egli ha lanciato un forte appello in difesa della “vera fede”. Come un Beria reincarnato ha offerto ai cardinali una facile via di uscita: continuità totale dell’attuale regime almeno per i pochi anni che probabilmente gli restano da vivere, avendo ormai raggiunto i 78 anni d’età. Anche il solo pensare alle riforme subirà un ritardo di almeno 5 o dieci anni..
L’incoronamento di Ratzinger, martedì mattina, ha posto fine immediata a tutte le chiacchiere ingenue dei giorni precedenti, secondo le quali la Chiesa si doveva modernizzare e cercare di riempire il vuoto con un Papa nero, un papa meticcio, un papa del Terzo Mondo, un papa progressista, un papa decentralizzato, e altro..
Come se la differenza significasse qualcosa per la vita della gente comune. Si trattava semplicemente di proiezioni psicologiche di poveri cattolici disillusi e ingenui che credevano veramente che la Chiesa appartenesse, in qualche maniera, ai suoi credenti..
E’ bastato poco per capire che il Vaticano non appartiene ai suoi fedeli come una miniera di carbone non apparteneva ai minatori. Non era possibile essere un Comunista Liberale. Per i Cattolici Liberali è diverso. Privatamente, a casa loro, o con qualche amico, bene, non c’è problema. Però non provate a far passare qualcuna delle vostre idee eretiche oltre la porta della Chiesa. Voi e quante divisioni?.
La Chiesa, fondamentalmente, è una istituzione totalitaria e, come tutte le dittature imposte dall’alto, è virtualmente immune da ogni riforma interna. Non è autoritaria solo nella sua struttura politica, ma anche, e soprattutto, nel modo di pensare che impone agli altri. Una volta che stiamo parlando del Vicario di Cristo in terra, la discussione, in qualche modo, è finita, quale che sia il suo colore..
Joseph Ratzinger è stata la scelta perfetta per sostituire e replicare il suo predecessore profondamente reazionario, Giovanni Paolo II. Egli impersona l’essenza stessa della Chiesa riaffermando con studiato distacco la sua distanza dal mondo reale. Lunga vita al Nuovo Papa! Lunga vita alla Guida di tutti i popoli del mondo!.
MARC COOPER
Fonte: http://www.commondreams.org/ del 22 aprile 2005. .
Pubblicato la prima volta il 21 aprile 2005, su LA Weekly .
(http://www.laweekly.com/ink/05/22/dissonance-cooper.php)
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org a cura di Vichi