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La Redazione

 

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SIRIA. L'INGANNO TELEMATICO RISCHIA DI ESSERE RIDIMENSIONATO DALLA PIATTA REALT

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A cura di Davide
Il 30 Luglio 2012
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DI ANTONIO DE MARTINI
corrieredellacollera.com

L’arte militare recita- dai tempi del generale Douhet – che la vittoria arride a chi detiene la supremazia aerea.

L’ esercito siriano sta vincendo la partita sul terreno grazie a una variante sul tema: ha usato gli elicotteri, senza però impiegare gli aerei da bombardamento e da attacco al suolo per non consentire agli USA l’arma della ingerenza umanitaria.

Gli Stati Uniti hanno usato tutte le armi disponibili tranne la forza aerea, visto che non avevano il consenso del Consiglio di sicurezza nè l’unanimità dei membri della Lega Araba.

I servizi di intelligence britannici hanno reclutato tutte le teste calde dell’area, hanno rifornito di armi ed equipaggiamenti modernissimi ( specie di comunicazione) i ribelli, hanno creato dei ”safe heaven” in Turchia, in Irak e in Giordania; hanno foraggiato Drusi e Kurdi perché si ribellassero; hanno infiltrato loro agenti per compiere atti di terrorismo; gli USA hanno scatenato la propaganda radiotelevisiva in tutta la regione; creato un assedio informativo attorno alla Siria che ha ingannato la maggior parte della opinione pubblica mondiale – certamente quella italiana – con uno stillicidio di panzane che hanno portato a 20.000 il numero dei morti che sono stati attribuiti per intero ai cattivi lealisti ed hanno promosso una serie di incontri tra ”gli amici della Siria” con lo scopo di premere su Russi e Cinesi che oppongono il veto nel Consiglio di sicurezza.

Tutto ma non l’intervento aereo diretto che solo avrebbe potuto fare la differenza e adesso il nodo giunge al pettine.

I ”ribelli” dopo l’errore tattico di assaltare Damasco credendo in una ribellione o in un ”colpo di stato” sono stati decimati e respinti.

Adesso replicano l’errore cercando ancora il confronto diretto con le truppe regolari, nel tentativo di provocare un ”massacro” vero o presunto, che consenta l’ingerenza umanitaria USA con forze aeree che consentano loro le stesse passeggiate militari che i reduci della ”Primavera” hanno fatte in Libia.

L’opinione pubblica araba non è particolarmente ricettiva in questo mese di digiuno di Ramadan e quella occidentale è frastornata dai giochi olimpici che finiranno quasi in contemporanea.

Come faccio ad essere così sicuro che i bollettini londinesi che hanno assommato ventimila morti in un anno e tre mesi siano inverosimili?

Semplice: la guerra civile in Libano – con 271 abitanti x km quadrato – è durata ben diciassette anni, è stata particolarmente cruenta con lotte feroci, impiego di artiglierie da ambo le parti ed uso di ogni genere di armi, anche NBC almeno una volta.

Questo carnaio, ha fatto in tutto centotremila morti.

In media cioè poco più di seimila morti l’anno.

In Siria, con solo 71 abitanti per Km quadrato e non l’intero paese coinvolto, può rasentare l’incredibilità già calcolare seimila morti, ma si potrebbe, volendo esagerare, arrivare a ottomila in un anno e tre mesi.

Aleppo è una città che ha seimila anni di storia continuata ed era la città a partire dalla quale le merci provenienti dall’Estremo Oriente diventavano bancabili a Venezia o Genova.

Dispone di monumenti antecedenti alla costruzione dell’Abbazia di Montecassino.

Auguriamoci che non facciano la stessa fine solo per far sapere al mondo che fanno sul serio.

Come mai le truppe siriane resistono alla suggestione di Internet, dei social network e del New York Times?

Anche questo è semplice: i siriani colti stanno in giro per il mondo – i depositi bancari in Libano sono cresciuti del 30% da gennaio- lavorano in tutta Europa e in USA.

A fare il servizio militare sono i contadini che sono frugali, disciplinati, tenaci e sanno poche cose.

Tra queste il fatto, sempre accaduto, che se perdono la guerra perdono la terra.

Se volete capire meglio la situazione vi consiglio di andare a vedere un film turco in questi giorni nelle sale, al quale il quotidiano ”Il Messaggero” ha dato ben quattro stelle: ”c’era una volta in Anatolia” di Nuri Bilge Ceylan.

Vedrete la differenza tra i telefilm e la realtà anche al Cinema.

Antonio de Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com/
Link: http://corrieredellacollera.com/2012/07/29/medio-oriente-siria-linganno-telematico-rischia-di-essere-ridimensionato-dalla-piatta-realta-di-antonio-de-martini/#more-5626
29.07.2012

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