SENZA UN LETTO A BASSORA: STORIA DI UN PREVEDIBILE DISASTRO

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DI FELICITY ARBUTHNOT
Uruknet

Dunque gli inglesi sono finalmente sgattaiolati via, nel cuore della notte, dal palazzo che occupavano al centro di Bassora per andare alla vecchia base aerea di Shuaiba a ovest della città. Il nuovo primo ministro, Gordon Brown, ha lavorato duro per mascherare da vittoria lo sgattaiolamento. I nostri coraggiosi ragazzi, ha detto, hanno portato stabilità al sud, hanno ricostruito scuole, ospedali, centrali elettriche (che hanno distrutto in 13 anni di bombardamenti illegali durante l’embargo e e che hanno poi definitivamente raso al suolo durante un’invasione illegale). In realtà, parlate con chiunque a Bassora ed egli vi dirà che stanno molto peggio che sotto Saddam Hussein che aveva ricostruito una certa sembianza di normalità in pochi mesi dopo i 42 giorni di bombardamenti a tappeto del 1991, nonostante l’embargo contro un paese che più o meno importava il 70% di tutti prodotti, compresi i materiali essenziali e per il mantenimento.

Un anno dopo l’invasione mi incontrai con un gruppo di dottori, vecchi amici, da Bassora, persone impegnate, professionisti col cuore spezzato che avevano visto i loro pazienti morire per mancanza di equipaggiamenti e materiale medico sotto l’embargo. Nessuno di loro era un fan di Saddam Hussein; tutti erano stati esasperati dall’invasione del Kuwait nel 1991, che aveva messo ancora una volta la loro bellissima, antica città in prima linea e lasciato loro, letteralmente, a raccogliere i pezzi. I bombardamenti del 1991 e l’attacco della ‘coalizione’ guidata dagli USA e dalla Gran Bretagna fu tale che essi dissero di non essere stati capaci a raccogliere i corpi dalle strade mentre venivano mangiati da cani e topi.
Che i perpetratori degli orrori dell’embargo e della carneficina del 1991 sarebbero stati accolti con qualcosa di diverso da disgusto e attacchi mortali era illusione che confinava con la follia. Uno dei miei amici esitò per un momento parlando dei britannici a Bassora e nel sud, sbirciò lo sguardo dei colleghi, prima di dire: ‘vedi, tutti noi desideriamo che Saddam Hussein ritorni’. Questo per quel che riguarda l’idea che la ‘liberazione’ dei britannici sia tanto meglio di quella degli americani.

Quindi ora che i britannici si sono ritirati nella base di Shuaiba, un lascito dell’ultima volta che presero Bassora nel 1918, quando erano interessati ai giacimenti petroliferi di Abadan (uno dei primi giacimenti petroliferi al mondo) lungo il confine con l’Iran e alla fine sgattaiolarono via nel 1932, dopo aver imposto vari governanti fantoccio e lasciando agli iracheni da mantenere (come fecero sino all’invasione) un’impressionante eredità di sepolture britanniche di guerra. La resistenza si starà fregando le mani, ora hanno tutte le mele dell’invasione nell’unico cesto di Shuaiba.

Durante l’embargo i britannici e gli americani volavano insieme, nel sud e nel Nord, bombardando senza sosta costruzioni essenziali appena ricostruite, composte cannibalizzando parti da qualche altro stabilimento ormai perso. Appena furono finiti, l’aeroporto di Bassora, gli impianti di purificazione dell’acqua, le centrali di distribuzione dell’elettricità, furono bombardate di nuovo. Gli iracheni le ripararono un’altra volta solo per vederle bombardate ancora. E ora ci dicono che gli invasori devono restare ‘sino a quando gli iracheni non rimarranno in piedi da soli’ (cioè sino a quando non avremo aiutato a rubare tutto il petrolio). I bombardamenti erano spesso senza sosta. Un giorno, mentre sedevo in un caffè, un bombardamento scosse l’area con boati assordanti. Stoviglie e posate tremarono e caddero. Feci un salto. Degli altri nessuno alzò nemmeno lo sguardo. Era la norma. I bambini stavano ancora perdendo la vita e gli arti a causa delle ‘ bombe a grappolo’ che erano state lanciate nel 1991 e fatte apposta per sembrare degli attraenti giocattoli scintillanti. Quanto è grave la malattia di chi progetta le armi?

Durante un bombardamento su di una piccola strada, in un’area della città orgogliosa ma povera, intere famiglie vennero spazzate via, un uomo perse la moglie e le sue tre piccoli figlie tutte sotto i sette anni. Saddam Hussein ordinò che le case venissero ricostruite. In pochi mesi furono ricostruite in modo esemplare (cosa esattamente hanno ricostruito gli inglesi in quattro anni e mezzo?) nonostante Saddam non potesse ricostruire le vite che i nostri coraggiosi ragazzi avevano decimato dall’alto. E naturalmente i figli e le figlie di Bassora stavano morendo a causa del cancro provocato dalle munizioni all’uranio impoverito usate dagli Usa e dalla Gran Bretagna. È francamente stupefacente che gli inglesi, complici di così tanti orrori prima e dopo l’invasione, abbiano perso così poche vite.

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[Un soldato ammaina la bandiera al momento del ritiro da Bassora]

Mentre i tribunali sommari e da linciaggio gestiti dagli Usa ‘giudicano’ nella ‘sovrana’ Bagdad i membri del legittimo governo iracheno, in uno spettacolo che fa vergognare il mondo, la legge e qualunque persona civile, vi sono là fuori dei veri criminali di guerra, da coloro che hanno ordinato 13 anni di illegali bombardamenti e l’invasione, a coloro che li hanno compiuti e hanno invaso. Ancora una volta il ‘crimine internazionale supremo’ definito a Norimberga.

Ma poi gli inglesi sapevano qualche cosa di questa città che stavano macchiando, buttando giù porte, picchiando ragazzi, dedicandosi qua e là a po’ di occasionale tortura, mentre i loro carri armati laceravano le strade, ‘ attraversate da condotte e canali’, nell’ex ‘Venezia del medio oriente’? Fondata nel 637 d.C. da Omar bin Khattab, divenne rapidamente una città di 300.000 abitanti e un punto focale del commercio del mare arabico che arrivava sino alla Cina. Essa divenne un centro culturale dove filosofi, scienziati, grandi letterati creavano e fiorivano. Ibn Al Jowzi e Ibn Al Haitham regalarono scoperte nell’ottica e nella meccanica che si ritiene abbiano insegnato lezioni all’Europa.

Provavano meraviglia mentre il sole calava e sorgeva dietro le milioni di palme di Bassora e gli uccelli volavano e planavano nei raggi del loro grande sole che si eclissava, danzando e cantando all’alba e al tramonto? Hanno camminato con compassione attraverso le antiche, danneggiate strade, ricoperte di pietre di colore ocra, che avevano visto così tanta distruzione, e provavano stupore davanti alle rimanenti superbe e uniche architetture di case ricoperte di viti, con i mosaici dei cortili interni, intricate balconate e antiche ed eleganti arcuate finestre? O semplicemente prendevano a calci le porte, alcune delle quali forgiate quando Oliver Cromwell pensava di democratizzare la Gran Bretagna?

Hanno superato l”isola di ‘Sindbad’ nel mezzo dello Shatt al Arab, che prende il nome da Sinbad il Marinaio che partì da qui per i suoi fantastici viaggi, e provato meraviglia di fronte ai suoi giardini, le sue fontane e hanno pensato a coloro che sono giunti qui attraverso le generazioni, per fare picnic, prendere il sole o passare il tempo in famiglia nella sua pace, bellezza e tranquillità, nel punto dove si incontrano il Tigri e l’Eufrate? O l’hanno catturata, o peggio bombardata?

Sono corsi negli ospedali per distribuire l’equipaggiamento e farmaci negati tanto a lungo? Vergognandosi del loro stato, nonostante l’eroico sforzo del personale che aveva rischiato le proprie vite durante il 1991, i successivi bombardamenti e l’invasione. Hanno riportato una qualche normalità, reti fognarie, l’acqua pulita, riscaldamento e condizionamento? No. Quando Richard Branson vi portò gratis nel 2003 aiuto essenziale, raccolto da Medical Aid for Iraqi Children imballato e segnato per essere destinato agli ospedali, tutto ciò fu passato al Comandante Britannico in carica, che promise che lo avrebbe fatto distribuire dei suoi uomini. Invece egli lo passò al soldati Usa che pare lo abbiano passato a un gruppo cristiano evangelico fondamentalista sudcoreano (dello stesso tipo di quello di cui facevano parte i 23 recentemente rapiti in Afganistan dai talebani) e del quarto di milione di sterline di aiuti medici, che si sarebbe trasformato in vite, non in morti, non si seppe più nulla.

Il disgusto per i britannici al sud non fu mai più chiaro quanto subito dopo i quattro giorni di blitz inglese e americano del Natale 1998. Fui incaricata di viaggiare verso Bassora insieme alla premiata fotografa Karen Robinson. Andammo hotel dopo hotel, dove un tempo eravamo sempre benvenuti, in una città che ha un posto speciale nei cuori di entrambi. Al momento di dare i nostri passaporti sorridevano a me: ‘bentornata’. Il mio passaporto è irlandese. Le facce si congelavano quando vedevano il passaporto di Karen: inglese. ‘Signora Felicity, lei è davvero benvenuta, ma mi dispiace, non la sua amica’. Alla fine, intorno alle tre del mattino, dopo aver viaggiato, senza dormire, per quasi due giorni, trovammo dei letti. Dal momento che la luce non funzionava, non potemmo controllare le stanze e pensavamo, comunque, di non essere nella situazione in cui avremmo dovuto preoccuparcene. Ma ci sbagliavamo. Al momento di crollare nei nostri letti saltammo immediatamente in piedi. I cuscini erano quasi congelati, la biancheria sembrava non essere mai stata cambiata di recente. La puzza di ciò che scorreva nel bagno faceva venire le lacrime agli occhi. Definirla un dormitorio sarebbe stato fare un complimento. Ma era l’unico posto a Bassora disposto ad accettare qualcuno col passaporto britannico.

‘Lord Blair di Kut Al Amara’, come viene chiamato da Robert Fisk dell’Independent (Kut è il luogo di un’altra umiliante sconfitta britannica in Iraq nella sua prima avventura coloniale, dicembre 1915-aprile 1916) si vantava dei fiori e dei dolci e cose simili vendutegli dal truffatore pregiudicato finanziato dalla C.I.A. Ahmed Chalabi e da Iyad Allawi, del quale Fisk dice sia stato pagato addirittura da tre dozzine di servizi segreti. I loro passaporti britannico e americano dovrebbero essere sicuramente ritirati (da due paesi che ammettono di sbarazzarsi degli immigrati indesiderati) e rispediti indietro al loro paese di origine per sempre, per affrontare il loro destino con coloro che hanno così vergognosamente tradito. Coloro che hanno visitato regolarmente l’Iraq, i diplomatici nella regione, che sapevano e avvertirono dell’ inevitabile, imminente disastro per gli USA e la Gran Bretagna, furono ignorati, minacciati e ridicolizzati da governi che non hanno avuto rappresentanza diplomatica nel luogo per 13 anni.

Le parole del poeta della guerra 1914-1918, SIegfried Sassoon, non sono mai state più adatte per gli assediati britannici, rintanati nella loro base di Shuaiba, dal giorno in cui le scrisse 100 anni fa. Egli scrisse al governo britannico: “Faccio questa affermazione, sfidando coscientemente l’autorità militare, perché credo che la guerra sia stata deliberatamente prolungata da coloro che avevano il potere di porvi termine.”

Sassoon naturalmente scrisse anche: “Quando la guerra sarà finita, i giovani morti e sepolti, e i vecchi si trascineranno verso casa-e moriranno nel letto”. Sostituite “vecchi” con politici. Sassoon, naturalmente, era un figlio di Bassora, egli proveniva da una famiglia di ricchi mercanti ebrei del luogo.

In Iraq la storia si ripete in modo misterioso. Dopo Kut metà degli 8000 soldati britannici catturati (dagli ottomani) morirono. Più o meno lo stesso numero (incluso il personale di appoggio) è ora rintanato a Shuaiba. Dal momento che sono lì comunque in modo illegale, hanno una perfetta scusa per ripetere le parole del figlio di Bassora e porre fine a questa ‘deliberatamente prolungata’ invasione per il petrolio e le bugie, in cui, a ogni ora, le loro vite sono in bilico.

Titolo originale: “Bedless in Basra. A Review of a Predictable Disaster”

Fonte: http://www.uruknet.info
Link
05.09.2007

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO

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