DI WSI
noreporter.org
Non è un segreto che potenze asiatiche, tra cui Sud Corea, Cina e Singapore, insieme a tanti altri stati in via di Sviluppo, comprano una bella manciata di dollari per tenere basso il valore della propria moneta e favorire le esportazioni negli Stati Uniti, riducendo le importazioni.
Detronizzare il re dollaro sarebbe più facile di quanto non si pensi, secondo Kenneth Austin, ex chief economist sotto Obama. L’America per esempio potrebbe imporre norme che impediscano ad altri paesi di accumulare troppi biglietti verdi.
La teoria di Austin, che insegna presso il Maryland University College, sposa quelle enunciate dal professore di Finanza presso la Peking University, Michael Pettis.
Ovviamente se la domanda di dollari scende, i tassi di interesse potrebbero salire, in particolare se le imprese manifatturiere americane avessero bisogno di maggiori investimenti. Ma non è dimostrato alcun rapporto empirico negativo tra tassi e deficit della bilancia commerciale.
In Usa altri sono preoccupati che prezzi all’import più alti aumentino i prezzi al consumo. Ma anche se una bilancia commerciale più equilibrata potrebbe far salire i prezzi, non c’è motivo per pensare che possa far salire il tasso di inflazione con continuità, secondo l’economista del Dipartimento del Tesoro che nel ‘Journal of Post Keynesian Economics’ ha espresso un’opinione personale e non quella del governo.
L’inflazione si attesterà intorno al 2-3% contro l’attuale 1-2%. Ma è un prezzo che vale la pena pagare per avere impieghi di maggiore qualità nel mercato del lavoro, un’attività manifatturiera finalmente rivitalizzata e riprese più stabili. Il dollaro come riserva mondiale, dice Austin, “è un privilegio che gli Usa non possono più permettersi”.
WSI
Fonte: www.noreporter.org
Link: http://www.noreporter.org/index.php?option=com_content&view=article&id=21917:purche-non-sia-leuro&catid=3:glob&Itemid=8
11.09.2013