DI EMANUELE MONTAGNA
Faremondo
Sabato prossimo, incontrandosi a Roma al Villaggio Globale (programma dettagliato qui sotto), il movimento italiano sull’11 settembre avrà modo di far parlare fra loro le sue tante anime nate e cresciute in rete. Nelle premesse dovrebbe essere un incontro ben diverso da quello dello scorso anno all’Arena del Sole di Bologna.
Proiezione di alcuni spezzoni del film Zero, brevi collegamenti con Webster Tarpley e Julez Edward (l’organizzatore di United for Truth, la manifestazione di Bruxelles del 9) e poi lunga discussione sulle questioni che più interessano, a partire dalla proposta della commissione internazionale di inchiesta. Qui ad esempio i nodi da sciogliere sono diversi: come arrivarci, dove farla, come formare un pool di esperti che dia garanzie di indipendenza e di rigore quanto meno sul piano logico e investigativo, come difendere il loro operato dalle pressioni e dagli attacchi che tutti possiamo immaginare… Vogliamo ascoltare la voce di molti attivisti, dialogheremo con Giulietto Chiesa e con Massimo Mazzucco, ci confronteremo sul tipo di iniziative da fare qui in Italia dopo un’estate nella quale la strategia dei fabbricanti di opinione è passata dal discredito e dal debunking al tentativo, ancor più sottile e pericoloso, di arruolare il movimento per la verità sull’11 settembre nel fantomatico “partito dei negazionisti”.
I segnali in questo senso sono stati dati ad alto livello (parliamo di Italia, ovviamente…): due articoli sulle “pagine culturali” di importanti giornali, il primo dell’11 luglio su “La Stampa” e il secondo la settimana scorsa sul “Corriere”.
Sul quotidiano torinese Marco Ventura, sparando nomi a destra e a manca, ha fatto entrare Massimo Mazzucco e noi di Faremondo nella «galassia negazionista» in quanto sostenitori, a suo parere, di un «revisionismo» che attribuirebbe l’11 settembre ad una «congiura di sionisti e Cia». Sulla vicenda, originata come si ricorderà dal “caso Moffa”, si può riandare alla replica di Mazzucco su Luogocomune del 30 luglio (link), che giustamente ha poi chiesto all’articolista di indicare le frasi e i luoghi in cui avesse sostenuto quanto da lui asserito. Ma sappiamo come vanno queste cose con i giornalisti. Noi di Faremondo abbiamo sperimentato lo stesso trattamento (e anche di peggio in passato). Nonostante il programma dicesse ben altro, il nostro ciclo di conferenze intitolato Mondo canaglia è stato fatto passare dallo stesso Ventura come seminario di controinformazione «sull’Olocausto». Dunque la manovra nei confronti del movimento è ormai scoperta e possiamo intuire a cosa punti.
La mossa successiva l’ha compiuta il 27 agosto il “Corriere”. Recensendo Zero. Perché la versione ufficiale sull’11/9 è un falso (l’antologia introdotta da Giulietto Chiesa che accompagnerà l’uscita imminente del film), Dario Fertilio etichetta il libro come «un caso di “negazionismo colto”, che ricorda non troppo alla lontana quello famoso sulla Shoah, e che rispetto a quello può essere letto in parallelo».
A quanto sembra, non sperano più di ridurci all’insignificanza totale sguinzagliando schiere di debunkers: sul piano dell’analisi fattuale e delle coerenza logica il movimento ha dimostrato di essere un osso duro. Vogliono portare l’attacco su un terreno in apparenza più favorevole al mainstream culturale italiano. Accomunare il movimento di inchiesta sull’11 settembre e i “negazionisti dell’Olocausto” potrebbe allora far scattare un tipo di bagarre mediatica più rissosa a suon di appelli di condanna sottoscritti da cordate di politici, intellettuali, storici, ecc., con la prevedibile mobilitazione della “comunità ebraica”, la corsa alla solidarietà di “importanti cariche istituzionali” e così via. Marciume italiota allo stato puro.
Occorre discutere e mettere in conto anche un’operazione di questo tipo, ovviamente. Ma continuando per la propria strada e senza abboccare. Ad esempio si può chiedere con pacatezza a tutti i giornalisti e ai fabbricanti d’opinione che ci accusano di “negazionismo” di spiegarci come mai per tutta l’estate abbiamo dovuto assistere ad un susseguirsi di dichiarazioni su Al Qaeda che sarebbe più forte che nel 2001 e pronta a colpire, con telepredicatori miliardari i quali rivelano come Dio gli abbia confidato che ci sarà una strage enorme (nucleare) su suolo americano sul finire del 2007, per non dimenticare uomini dell’asse finanziario stay behind di Cheney (tipi come George Schultz e Rupert Murdoch) che, nel bel mezzo della crisi dei “mercati finanziari” soccorsi in liquidità delle banche centrali, costringono il loro pupillo ad un forcing psicologico ossessivo sui settori dell’amministrazione Bush che ancora “frenano” sulla programmata aggressione all’Iran…
Dovranno spiegarci tutto questo, come e perché si producono questi fatti e tutte queste avvisaglie di un altro 11 settembre. In questo modo non daremo loro lo spazio logico per spingerci nell’angolo putrido del “negazionismo”. Il problema, infatti, non è mai stato nella nostra tendenza a negare alcunché, ma nel peso delle cose che vengono affermate e portate avanti da personaggi sinistri e potenti come quelli sopra nominati.
Lanciamo dunque la pallina fuori dai campi da gioco che vorrebbero imporci e forse i prossimi sentieri del movimento italiano sull’11 settembre li cominceremo a vedere da dove la pallina stessa si sarà di nuovo fermata.
A Roma l’8 settembre proveremo a fare anche questo.
Emanuele Montagna, Faremondo, per www.luogocomune.net e www.comedonchisciotte.org
Secondo incontro del movimento italiano di inchiesta
sugli eventi dell’11 settembre 2001
Sabato 8 settembre 2007
Roma, C.S.I.O.A. Villaggio Globale,
Lungotevere Testaccio (ex-Mattatoio), via Monte Testaccio 22
La verità dell’autoattentato, l’allineamento della “sinistra”
alla versione ufficiale e il futuro del movimento di inchiesta
A sei anni di distanza da quel fatidico giorno, il movimento internazionale di inchiesta è diventato una rete multiforme di attivisti, ricercatori e siti web le cui iniziative sono riuscite ad aprire più di una crepa nel muro dei mainstream media.
Nel corso del 2007 le coraggiose danze dell’inchiesta non hanno mancato di aggiungere riscontri e prove utili a destituire di fondamento le varie narrative ufficiali… Fino a portare in primo piano la verità dell’autoattentato (inside job) orchestrato dall’interno dei centri di potere Usa al fine di sprofondare il mondo in quell’oceano di crimini contro l’umanità che il cover up mediatico chiama incessantemente “guerra al terrorismo”.
Alla crescita di credibilità del movimento di inchiesta il ceto politico e gli intellettuali, specie di “sinistra”, hanno risposto in coro planetario con un emblematico allineamento alle tesi ufficiali, fissando in modo definitivo i contorni della loro inestirpabile subalternità ai dominanti: quel loro carattere di opposizione falsa-fittizia-fasulla (fake opposition) del tutto funzionale alla continuazione delle nefandezze neo-imperialiste in tante aree del pianeta.
Davanti alla probante cartina di tornasole dell’11 settembre, con negli occhi l’horror di una “sinistra” mondiale rivelatasi fiancheggiatrice delle peggiori oligarchie del capitale finanziario d’inizio secolo, il movimento di inchiesta si ritroverà a Roma per discutere il che fare e il come andare avanti per la propria strada, dentro e fuori la rete: come coordinarsi per formare in Europa una commissione internazionale di inchiesta, come e perché continuare a cercare interlocutori sempre al di fuori delle mediazioni politico-istituzionali note, fra le vecchie “basi” insofferenti e in mezzo ai comuni cittadini formatisi unicamente nella menzogna dei media.
Programma provvisorio
(in attesa di conferme e di eventuali proposte da parte di gruppi di attivisti)
Ore 18.30 – 20.30
Tavola rotonda coordinata da Emanuele Montagna (Faremondo) e Paolo Pioppi (Aginform). Discussione aperta fra le voci del movimento italiano di inchiesta.
Con i contributi di:
– Webster Griffin Tarpley, autore de La fabbrica del terrore. Made in Usa, Arianna Editrice/Macro Edizioni (in collegamento da New York);
– Massimo Mazzucco, responsabile di www.luogocomune.net (in collegamento da Los Angeles), autore di 11 settembre 2001. Inganno globale (film e libro), Macro Edizioni:
– Gruppo Zero, in occasione dell’uscita di Zero. Inchiesta sull’11 settembre, film documentario di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi, e del libro Zero. Perché la versione ufficiale sull’11-9 è un falso, Piemme;
– Julez Edward, coordinatore di United for Truth (Uniti per la verità), l’aggregazione che promuove la marcia di protesta di Bruxelles del 9-9 (in collegamento dalla capitale belga).
Ore 20.30 – 21.30
Rassegna di video e testimonianze sull’11 settembre.
Ore 21.30
UnDC-9, spettacolo teatrale prodotto da Faremondo, con Gabriele Ciampichetti, Rita Felicetti e Alex Turra. Regia di Gabriele Ciampichetti.
La serata proseguirà con un concerto organizzato dal collettivo del Villaggio Globale.
Fonte: http://www.aginform.org/
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