Intervista a Giulietto Chiesa
DI ANTONELLA MARRONE
Liberazione
La Russia ha aggredito la Georgia. Così dice il presidente Mikhail Saakashvili, così le notizie che arrivano. Ma Giulietto Chiesa, che conosce benissimo la Russia, la sua storia, la storia di un impero che si chiamava Urss, nega decisamente. È stato in Ossenzia, quest’anno, ha tanti amici da quelle parti, ascolta quotidianamente i tg russi.
Siamo di fronte all’ennesima bufala mediatica? Qualcosa che ricorda le tristi armi di distruzione di massa “scoperte” in Iraq?
«Questa è una notizia falsa a cui non bisogna credere. I Russi non hanno occupato un bel niente, si sono sono attestati sulla linea del accordo del 1992 di Dagomys e non hanno nessuna intenzione di uscire da quei contorni
Che cosa sta succedendo allora?
Siccome i georgiani continuano a bombardare con l’artiglieria i centri dell’Ossezia del Sud, evidentemente i Russi devono impedire questi bombardamenti e andranno con l’aviazione sui punti di concentramento delle truppe georgiane al di fuori della frontiera dell’Ossezia del Sud. Non possiamo nasconderci dietro un dito. Qui c’è una guerra dichiarata contro una popolazione di meno di 100 mila abitanti colpita a freddo. Fatto assolutamente inspiegabile se non con un’operazione politica provocatoria.
A seguito, “Psicopatologia di Mikhail Saakashvili” (Stefano Grazioli, Poganka.splinder);
Provocatoria con quale obiettivo? E perché proprio adesso?
Il presidente Saakashvili ha dichiarato: «Noi interveniamo per ristabilire l’ordine costituzionale». Questa frase è una confessione, perché l’ordine costituzionale che il presidente georgiano vorrebbe ristabilire in Georgia non esiste dal 1991 quando l’Ossezia del sud si è dichiarata indipendente contemporaneamte alla dichiarazione di indipendenza della Georgia dall’Unione Sovietica. Quale ordine costituzionale vuole ricostruire? Chiunque capisce che questa cosa non sta in piedi. Sono stati massacrati migliaia di civili, ci sono 70 mila profughi su una popolazione di 100 mila. Che cosa doveva fare la Russia, ritirare le sue truppe? La Russia sta lì sulla base di un accordo politico firmato anche dalla Georgia, tanto è vero che c’erano le forze di interposizione. Ritirarsi quando gran parte di questi 100 mila individui, tutti cittadini russi (perché in questi anni hanno chiesto e ottenuto la cittadinanza russa) non vogliono rimanere sotto la giurisdizione georgiana … Ma lasciamo stare. Questa è un’operazione politica interamente costruita dagli Stati Uniti
Perché proprio adesso?
Per creare uno stato di guerra in Europa. Questa è l’unica risposta politica a questa situazione. Il contesto è semplicissimo: la Georgia vuole entrare nella Nato domani e nell’Unione Europea dopodomani. Siccome ritiene di avere questa chance a portata di mano, sta forzando gli eventi. Io ritengo che il calcolo sia stato sbagliato, forse potrà entrare nella Nato, ma certo in Europa… tirarsi dentro un paese che è in con la Russia….
La Russia non ha accettato la proposta di tregua europea
La Russia si fermerà quando i georgiani se ne andranno dal territorio che hanno occupato. Lo ha ripetuto oggi (ieri ndr) Medvedev: porteremo l’operazione alle sue logiche conclusioni. La tesi secondo cui la Georgia è occupata dalla Russia è una menzogna clamorosa. Non c’è stato un solo attacco, una sola bomba su città georgiane.
Però arrivano immagini di guerra…
Le immagini che arrivano si riferiscono a Tskhinvali e alla zona dell’Ossezia. Guarate la cartina, anche se è complicata…
Resta il fatto che questa guerra ci ha colto alla sprovvista, a parte gli osservatori attenti alla geopolitica dell’ex impero…
Beh, insomma… diciamo che siamo tutti un po’ distratti. Io sapevo che la guerra stava per cominciare, ho scritto anche un lungo articolo per La Stampa . Non c’è la minima ombra di dubbio: c’è stata una valutazione sbagliata da parte della Georgia e degli Stati Uniti. Hanno fatto l’attacco pensando che Putin e Mendevev avrebbero abbozzato come hanno fatto tante volte nel decennio scorso. Ma la Russia non è più quella di 10 anni fa, né quella del 1999. La Russia è un grande, potente paese che ha in mano tutte le risorse cruciali del futuro. Che non ha più debito con l’estero, un paese che ha riconquistato il senso della sua dignità nazionale. Poi si può discutere che non c’è democrazia… ma questo non c’entra. Secondo me Saakavili ha commesso un errore politico tremendo. Ora la Russia non si muoverà più di lì, restaranno sulla frontiera stabilita dagli accordi di Dagomys, proteggeranno l’Ossezia del Sud, Putin ha già dichiarato che spenderà 10 miliardi di euro per ricostruire Tshinvali e questo farà.
Torniamo all’Europa. Che cosa fare, come trovare una via d’uscita?
L’Europa deve decidere semplicemente se sta dalla parte degli americani o se vuole evitare una nuova guerra fredda con la Russia. Mi spiego: avere dentro paesi come l’Ucraina e la Georgia, sostanzialmente moltiplicatori con cui gli Usa introducono in Europa i loro vassalli, come con Polonia, Bulgaria Romania, Slovenia… tutti paesi che lavorano in Europa contro l’Europa a favore degli americani, vuol dire creare una situazione di guerra con la Russia. L’ Europa deve decidere se vuole cambiare politica. Da questo momento la Russia non si ritirerà più da nessuno dei fronti di tensione che gli sono creati intorno: non dall’Ucraina – e se cercheranno di portare l’Ucraina nella Nato spaccherà l’Ucraina – non dall’Ossezia e se cercheranno di portare via l’Ossezia con la forza la Russia interverrà per difenderla. La diplomazia può fare solo una cosa realistica: dire ai georgiani di tornare sulle linee precedenti.
Non ci sono anche questioni economiche importati. Per esempio il petrolio?
No. Ho letto delle sciocchezze clamorose tipo che i russi non hanno bombardato l’oleodotto. Certo, l’oleodotto è assolutamente fuori dall’area di interesse ed è la prova provata che si stanno mantenendo nei limiti del ritorno alla linea precedente. Se avessero voluto bombardare avrebbero bombardato Tiblisi. Non c’è una sola prova di un intervento militare russo al di fuori dei confini dell’Ossezia del Sud.
I media sembrano decisamente schierati per la Georgia. O no?
Io considero il comportamento dei media internazionali una vergogna mondiale. Anzi dovrebbe essere questo il segnale di guardia che dimostra come tutti possiamo essere trascinati nella guerra con una falsificazione generalizzata delle cose.
Antonella Marrone
Fonte: http://www.liberazione.it/
12/08/2008
AGGIORNAMENTO LINK
Georgia-NATO-Israele
Michel Chossudovsky riassume i legami tra Georgia e NATO e i rapporti con gli israeliani, ricorda che poco prima dell’attacco si è svolta l’esercitazione militare “Immediate Response” e si chiede se si stia preparando effettivamente un conflitto più ampio tra Russia e Stati Uniti. Articolo riassuntivo con cronologia degli eventi e utili mappe.
Link
In Georgia we trust
Il rappresentante speciale di Washington in Ossezia del Sud, Matthew Bryce, ha accusato i russi di genocidio della popolazione osseta. “Mi risulta che su Tskhinvali sparavano da due parti, quella georgiana e quella russa; e allora, perché attribuire il genocidio ai georgiani?” dice Matthew Bryza, che alla capitale osseta non si è neanche avvicinato. Bello sapere che qualcuno ha le idee chiare. (Link in russo, Izvestija).
Se può interessare, Bryza è il signore che nel novembre scorso ha lodato Saakashvili dopo la durissima repressione dei manifestanti che ne chiedevano le dimissioni. Citazione: “We trust in Georgia, the people of Georgia, the leadership of Georgia” (crediamo nella Georgia, nel popolo della Georgia, nella leadership della Georgia).
Cheney reloaded
Ma ci pare che Cheney possa starsene in vacanza a sparare per sbaglio ad avvocati repubblicani quando la minaccia russa si riaccende? No. “L’aggressione russa non deve restare senza risposta, e la sua continuazione potrebbe avere gravi conseguenze per i suoi rapporti con gli Stati Uniti e con la più ampia comunità internazionale”, ha dichiarato al New York Times.
Ricordare
“I discorsi sull”uso sproporzionato della forza’ [da parte dei russi, N.d.T.] sono ridicoli. Shock and awe. B-2 contro ragazzini armati di pietre a Baghdad e a Kabul. Ricordate?”
Winthrop360
La Russia, la Georgia e la Cina
Interessante post di The Oil and the Glory, che riassumo:
La Georgia non è certo un grande avversario, militarmente parlando. La reazione Russa dimostra anche che la Georgia non è al momento un attore indipendente. Putin (perché si è capito chi comanda a Mosca) ha anche ribadito che la Russia non vuole che la Georgia entri nella NATO, e la NATO ha dimostrato di non volersi opporre alla Russia.
L’obiettivo di Washington era quello di trasformare il Caucaso e l’Asia Centrale in una regione filo-occidentale finanziariamente indipendente. La Georgia ha un ruolo chiave in questa strategia, perché attraversata dall’oleodotto BTC, dal gasdotto BTE e dal più piccolo gasdotto Baku-Supsa.
Dunque questo conflitto (con una Georgia non sufficientemente forte e gli Stati Uniti che decidono di non schierarsi al suo fianco) segna la fine della sfida dell’Occidente alla Russia come grande potenza energetica regionale? No: tutte queste pipeline continueranno a funzionare. La Russia non interferirà. Perché? Perché la sua più ampia strategia economico-politica in Europa dipende dalla capacità di non terrorizzare gli europei (che potrebbero scegliere di appoggiare la costruzione di pipeline non russe).
Infatti sembra che la Russia non abbia bombardato l’oleodotto BTC.
Quelli che sembrano compromessi sono invece i progetti dell’oleodotto e del gasdotto transcaspico e del Nabucco.
Ma a questo punto entra in gioco il fattore Cina. L’obiettivo della politica americana è l’indipendenza energetica per il Caucaso e gli stati centro-asiatici, dove l’influenza della Russia è forte: e allora perché il petrolio e il gas naturale devono andare verso Ovest?
La Cina sta costruendo un oleodotto e un gasdotto dal Turkmenistan e il Kazakistan allo Xinjiang e oltre. Visto che Washington non può evitarlo, a questo punto potrebbe decidere di contribuire alla costruzione di queste rotte energetiche. Dunque il prossimo problema della Russia potrebbe essere un tandem USA-China (l’unico mezzo con cui gli Stati Uniti potrebbero a questo punto contrastare l’influenza della Russia nel Caucaso e nell’Asia Centrale).
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E l’Iran
Secondo Stan Goff la Russia è riuscita in un colpo solo a sbugiardare le rivoluzioni colorate finanziate dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti attraverso il National Endowment Fund, la farsa degli “interventi umanitari” usata in Jugoslavia, e si ha anche migliorato la propria posizione in vista della probabile ascesa dell’Iran come nazione più influente dell’Asia Sud-Occidentale.
L’autore si chiede inoltre che effetto potrà avere sull’Iran la profonda evidente debolezza degli Stati Uniti, e se questo spingerà il paese ulteriormente verso la Russia (ci sono già due forme importanti di collaborazione: il progetto di creare un OPEC del gas e la Shanghai Cooperation Organization.
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Gli aiuti militari
Il ministero della Difesa della Federazione Russa ha pubblicato un file in cui sono elencati tutti i paesi che forniscono armi, addestramento o finanziamenti alla Georgia. Documento dettagliato che specifica anche di quale genere di fornitura si tratta.
Per farla breve, i paesi sono:
Stati Uniti, Gran Bretagna, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Grecia, Lituania, Lettonia, Turchia, Francia, Cecoslovacchia, Estonia. E questo per quanto riguarda la NATO.
Altri paesi: Israele, Bosnia-Herzegovina, Serbia, Ucraina.
Il file .doc, in russo, è scaricabile qui.
Quel che è giusto è giusto
Equilibrato, informato, documentato, con la giusta cronologia degli eventi (la Georgia attacca, la Russia convoca una sessione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU chiedendo un cessate il fuoco, il Consiglio di Sicurezza non produce una risoluzione, il presidente Medvedev dichiara il proprio dovere di difendere la vita e la dignità dei cittadini russi, infine la Russia reagisce militarmente; e poi ne approfitta per dare una lezione alla Georgia, questo sì): è l’articolo di Tony Karon (con la collaborazione di Yasha Levine di Exile) su Time Magazine, dati i tempi una piacevole sorpresa.
Link
[E poi ci sono Justin Raimondo per Antiwar e Mark Ames per The Nation. Ma, visto che la Miru ha un debole per questi due signori, vedremo di tradurli].
Fonte: Fonte: http://mirumir.altervista.org/
11.08.08
VEDI ANCHE: QUELLA BANDIERA EUROPEA DIETRO LE SPALLE DEL BANDITO
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