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La Redazione

 

RIDE BENE CHI RIDE PER ULTIMO (ULTIME DALLA GRECIA)

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A cura di Davide
Il 20 Febbraio 2015
84 Views

DI GEORGIOS

comedonchisciotte.org

Il tempo storico in Grecia scorre in una forma altamente condensata. Ciò che in condizioni “normali” richiederebbe dei mesi o degli anni per accadere, oggi, in Grecia, e’ forse questione di giorni o addirittura di ore.

Il governo di Tsipras, dopo alcune mosse iniziali che davano l’impressione, largamente aspettata dai greci, di andare contro l’establishment europeo, ha cominciato una sterzata su tutti i fronti.

Non si parla più di un ripudio, sia pure parziale, del debito, ma di una proroga di qualche mese del contratto di prestito. Un “ponte” come dice il giocoliere dell’economia, il “marxista casual che in verità vuole salvare l’Europa dalle sue tendenze autolesionistiche” ossia il ministro Varoufakis. Eppure, all’interno del paese si continua a proclamare che “il tempo dei memoranda e’ finito”.

Come si possono conciliare le due cose? Come e’ possibile parlare di acqua senza dire H2O? Misteri dell’economia. Si sa che i memoranda sono la conseguenza diretta del contratto di prestito con il quale la Grecia, grazie ai venduti della maggioranza ma anche con la complicità (o, nel caso migliore, l’inerzia) dell’opposizione del 2010, ha volontariamente rinunciato al suo diritto (riconosciuto internazionalmente) di esercitare la propria sovranità nazionale in materia di debito. Insomma, dire contratto di prestito equivale a dire memorandum (che e’ la sua applicazione pratica) e viceversa.

Ma qui si fa un gran parlare della fine della troika e dei memoranda. E Schauble non ha certo perso l’occasione per esprimere una volta ancora la sua stima verso i greci: “Se non vogliono più parlare di troika e di memoranda, questo e’ qualcosa che si può risolvere. L’importante e’ che il programma vada avanti”.

La cosa che sembra strana però e’ che malgrado Tsipras e Varoufakis:

1) abbiano accettato tutto in cambio di questa trovata del “ponte” che, indebitando ulteriormente il paese, non cambia niente alla finanziaria del precedente governo e alla sua realizzazione ma che, sperano, permetta, previa manipolazione mediatica, di salvare la faccia al governo che “avrebbe ottenuto un grande successo ai negoziati”, e

2) abbiano promesso che non ci sarebbe stata nessuna azione unilaterale senza l’approvazione dei nostri “partners”,

la tedesca ha puntato i piedi e tramite il famigerato Dijsselbloem ha fatto cinicamente capire che la Grecia ha tempo fino a Venerdì 20/2. Dopo, c’è solo il diluvio universale.

Pare che questa casta di ariani che comanda l’Europa non si accontenta più di governanti succubi ma vuole avere ai propri piedi popoli interi. I greci devono pentirsi di aver eletto un governo che non rientrava nei piani e ora e’ preteso da loro un atto di sottomissione massiccia e completa. In altre parole il sadismo e’ una parte importante della politica internazionale in casi del genere.

Certo, per cosi come sono messe le cose, non solo in Grecia, si può più semplicemente affermare che ora, esaurite le condizioni dei contratti sociali o dei metodi di consenso comprato (tramite programmi di concessioni, finanziamenti, sussidi o anche favoreggiamenti) verso alcune classi sociali, il capitale mostra la sua vera e feroce faccia. E non si parla delle intenzioni di alcune menti malate, ma della vera natura del capitale finanziario il quale pretende un estratto conto in continuo aumento qualsiasi fosse il prezzo da pagare: dalla tratta degli schiavi moderni fino alle guerre che ormai stanno approdando nel cuore dell’Europa. Gli ultimi episodi in Belgio, Francia e Danimarca non sono casuali.

Tutto va in liquidazione per servire l’avidità innata del capitale. Non esistono più nazioni e paesi. Solo dei terreni in svendita e a tale scopo bisogna sbarazzarsi dei nativi o eliminandoli o trasformandoli in nomadi. Il sadismo non e’ una scelta ma una conseguenza logica in un processo del genere.

Tornando a SYRIZA, l’altro ieri e’ stato eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Si chiama Prokòpis Pavlòpoulos, per gli amici “Pakis”, ed e’ un politico del partito di destra Nuova Democrazia, cioè lo stesso dell’ex premier Samaràs. Si tratta però dello stretto collaboratore di Kostas Karamanlìs, primo ministro anche lui alcuni anni fa e predecessore di Samaràs alla guida del partito.

Pavlòpoulos e’ il classico esempio del travestimento politico: Ha sempre criticato i memoranda che poi però ha sempre e puntualmente votato. Di professione costituzionalista, esiste una sua intervista nella quale dichiara che ha dovuto votare in senso anticostituzionale perché… non esisteva altro modo per salvare la Costituzione. La sua elezione e’ stata una vera doccia fredda per i greci che hanno espresso in molte circostanze il proprio dissenso e disappunto. Come mai questa scelta di Tsipras in pieno contrasto con il sentimento popolare?

L’unica spiegazione possibile e’ che si profila un’alleanza tra la parte maggioritaria e condiscendente verso la troika di SYRIZA e la parte “democratica” di Nuova Democrazia di Karamanlìs: un vero e proprio governo di “salvezza nazionale”. Questo a sua volta implica la scissione di ambedue i partiti: Fuori dal SYRIZA i patrioti “impenitenti” e fuori dalla Nuova Democrazia i fascisti (questi non virgolettati) di Samaràs.

Un clima surreale quello greco. Una finta televisione di stato (NERIT) ancora in mano a Samaràs che continua a trattare SYRIZA come se fosse l’opposizione e SYRIZA che non fa niente per ristabilire la legalità nell’informazione: gli ex lavoratori della ERT, la vera televisione di stato licenziati 2 anni fa, trasmettono in condizioni di clandestinità per radio da uno stabilimento di fortuna proprio difronte al palazzo radiotelevisivo di Aghìa Paraskevì, sede dell’illegale NERIT. E sono ormai passati 25 giorni dalla vittoria elettorale di SYRIZA.

Ma la parte migliore e’ questa: I greci, sia pure disinformati, sia pure disorientati, sia pure “stin kosmàra tus” come si dice qua (che si trovano in un loro proprio mondo paradossale e grossolano ma fortemente provocatorio e sardonico) guardano le prestazioni (comiche per una persona competente) di Varoufakis, ci credono e se la godono un mondo: “Ma che vadano a… questi cavolo di Tedeschi!” dicono. Un effetto collaterale del tutto inaspettato.

E’ il punto in cui gli eurocrati non hanno fatto bene i calcoli. Non li avevano fatti bene neanche durante la prima occupazione come per esempio quando morì Kostìs Palamàs, un nostro grandissimo poeta, improvvisamente, davanti ai loro occhi sbalorditi, le strade di Atene occupata sono state inondate da una marea di gente.

Non conoscono la mentalità di questo popolo. Tsipras e Varoufakis la conoscono bene e cercano di avvertirli, ma, si sa, i sadici sono anche dei prepotenti.

Meglio cosi, perché ride bene chi ride per ultimo.

Georgios

Fonte: www.comedonchisciotte.org

20.02.2015

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