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QUANTO COSTA OPERARSI IN UN OSPEDALE DELLA FLORIDA, USA ?

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A cura di Davide
Il 16 Maggio 2010
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DI BOB LAMENDOLA
sun-sentinel.com

Deve subire una appendicectomia? Vada allo JFK Medical Center ad Atlantis, Florida, dove il conto si aggirerà intorno ai 65 500 dollari; anche se nel West Boca Medical Center la spesa finale sarà di 27 500, dollaro più dollaro meno.

Farsi una Tac negli Stati Uniti costa 12 000 dollari.
Ha la polmonite? Si faccia curare nel Florida Medical Center a Lauderdale Lakes, dove le presenteranno un conto di 41 200 dollari. Nella Cleveland Clinic però, spenderebbe solo 15 325 dollari. Per lo stesso trattamento.

Queste grandi differenze di prezzo – attinte dai rapporti che gli ospedali sono obbligati a dichiarare ogni anno allo Stato sugli ipotetici incassi- sono la quotidianità negli ambienti ospedalieri. Questo è un giro di affari dove quasi nessun tipo di terapia o intervento chirurgico ha una tariffa prestabilita, anzi questa può cambiare ulteriormente anche da paziente a paziente.

Un’indagine condotta dal Sun Sentinel sui prezzi dei quattro interventi medici più comunemente eseguiti mostra che, in certi istituti, l’importo raddoppia o anche più che in altri; normalmente ciò accade negli enti privati, dove i prezzi sono molto più “salati” che nei nosocomi pubblici o nei centri senza scopo di lucro.
Grazie alle coperture assicurative mediche, o alla previdenza assistenziale per coloro che non se ne possono permettere una, quasi nessuno paga l’intero ammontare della tariffa, anche se questo punto meriterebbe un capitolo a parte.

Nell’ultimo dibattito sulla salute svoltosi a Washington, i manager del settore hanno concluso che la trasparenza nel presentare il conto sarebbe uno stimolo per la competitività, per l’educazione dei consumatori, e col tempo, per la riduzione dei costi.

“Non sai mai l’ammontare della spesa finché l’ospedale non ti presenta la fattura” dice Bruce Rueben, direttore generale della Associazione Ospedali della Florida. “E’ chiaro che ciò va a intaccare la fiducia del paziente/cliente nella struttura scelta”.

Questo fu quel che successe a Steve Baughan, dopo che un forte dolore addominale lo costrinse a rivolgersi al pronto soccorso del University Hospital and Medical Center, a Tamarac. L’allora imprenditore edile disoccupato, con una copertura assicurativa di base anche se con un premio assai alto, si considerò fortunato quando poté tornare a casa dopo solo tre ore di ricovero. Poi però arrivò il conto: 18 500 dollari, di cui 12 000 per due Tac, 2 150 per analisi del sangue e 130 dollari per delle garze. L’assicurazione sostenne soltanto con pochi centinaia di dollari. “Davanti alle loro tariffe, qualunque esse siano, non puoi fare nulla” disse allora Baughan. L’University Hospital sta però rinegoziando la spesa dopo che il paziente in questione presentò una querela in tribunale per la fattura a lui intestata.

La HCA Incorporation, presente a livello nazionale e di cui fa parte l’ University Hospital, dichiara che tutte le sue strutture offrono ai loro potenziali clienti consulenze sul tariffario e sulle modalità di pagamento, assicurando quanto ciò sia gradito da tutti i suoi clienti e quanto essi si dichiarino soddisfatti.

Il Sun Sentinel ha stilato un’informativa sui prezzi offerti dagli ospedali avvalendosi di un database, www.healthfinder.gov, dove i consumatori possono confrontare i diversi trattamenti per dozzine di malattie in centinaia di ospedali diversi.

La situazione delle persone senza protezione assicurativa medica è molto incerta. Gli ospedali sostengono di applicare anche a loro sconti favorevoli. Le associazioni per i consumatori affermano che ai pazienti senza copertura viene chiesta la totalità della tariffa. Certo è che questi pazienti devono far fronte alla maggior parte degli aumenti dei prezzi per prestazioni ospedaliere.

K.B. Forbes, direttore del Consiglio dei Latini Uniti (gruppo californiano), e promotore di diverse strategie per la difesa dei non assicurati dichiara: “Nella Florida del Sud la situazione di coloro che non possiedono un’assicurazione medica peggiora costantemente.”

La tariffa di 5 dollari per un’aspirina generalmente è falsata. In media le strutture sanitarie incassano soltanto il 20 o il 30% della fattura grazie all’applicazione di sconti permessi da leggi statali o federali. Gli ospedali contrattando direttamente con le assicurazioni ottengono ed usufruiscono prezzi migliori.
Secondo Linda Quick, direttrice generale della Associazione di Ospedali e Servizi Medici del Sud della Florida, gli ospedali continuano a praticare prezzi pieni, perché certe assicurazioni facendosi carico di una congrua parte della spesa, questa diventa un’entrata sicura per l’ospedale.

Le tariffe ospedaliere oscillano secondo l’ospedale e ciò a motivo della loro gestione nei diversi reparti come la decisione di quanti pazienti ricoverare, stipendi del personale, spese generali, debiti ed incassi e particolari contratti assicurativi.

Oltretutto, secondo la Quick, le tariffe ospedaliere aumentano annualmente anche nella speranza di rientrare con le coperture assicurative: bilanciano così le perdite avute coi pazienti morosi oppure con le base coperture pagate da compagnie come la Medicare o la Medicaid.

Certi nosocomi, invece, riescono a mantenere basse tariffe adottando altre strategie: degenze più corte, riduzione all’osso dei test, anche se il Sud della Florida è considerata l’isola felice per l’alto uso di servizi di diagnosi medica.

Il Cleveland Clinic Hospital, a Weston, detiene la media dei costi più bassi, grazie alle mini degenze. I motivi? Il loro team di dottori sono stipendiati mensilmente, non ha intervento; rivela il direttore generale dottore Bernardo Fernandez. “Non abbiamo motivi impellenti che ci inducano a ricoverare un maggior numero di pazienti, né a fare degenze ad oltranza, né a sottomettere a infinite ed ulteriori prove, test o analisi”.

I suoi concorrenti sono scettici. Tenet Health Care, catena ospedaliera che pratica i prezzi più elevati, sostiene che il segreto è quanto realmente sborsano i pazienti e le assicurazioni, non la fattura in sé per sé.

I nostri rapporti con le ditte che rilasciano preventivi (HMO) e che solitamente mostrano entrate al di sopra delle reali spese sostenute dal paziente, sono generalmente al di sotto della soglia massima del mercato, dichiara la Tenet.

La HCA Inc. ha fatto un passo avanti nell’aiutare il consumatore a capire le tariffe, creando nei suoi ospedali reti informatiche nelle quali i futuri pazienti possono avere un’idea immediata della possibile fattura.

I prezzi richiesti in rapporto a trattamenti costosi non garantiscono prestazioni di alta qualità. Uno studio pubblicato a Febbraio dal Journal of the American Medical Association riscontrò che negli ospedali “a basso costo” non c’è maggior rischio di morti per i pazienti, né sussiste una maggiore affluenza di pazienti con malattie “difficili”, assicura la principale autrice dello studio, la dottoressa Lana Chen dell’Università del Michigan.

Al di là delle raccomandazioni delle assicurazione mediche sulla scelta dell’ospedale dove ricoverarsi merita impegnarsi nella ricerca di un ospedale “a basso costo” dichiara la direttrice Quick, ma attenzione, non scegliete solo in base al prezzo; bisogna assicurarsi che la struttura in questione sia qualificata per realizzare l’intervento a cui dovete sottoporvi.

“Occhio al prezzo” spiega Quick. “Se il dottore vi raccomanda un ospedale per la vostra protesi al ginocchio, perché lì lui gode di privilegi, tornate a casa ad indagare sulle tariffe”.

Bob Lamendola
Fonte: www.voltairenet.org
Link: http://www.voltairenet.org/article164800.html
Dal Sun Sentinel

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARISA CRUZCA

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