DI JULIAN BORGER
E’ attesa nella prossima settimana da parte del presidente G. Bush l’emanazione di una direttiva, che dia “luce verde” alle forze aeree americane per lo sviluppo di armi spaziali, cosa che potenzialmente darebbe l’inizio a una nuova corsa globale al riarmo.
E’ quanto annunciato ieri (18 Maggio 2005).
Le nuove armi progettate vanno dai satelliti “caccia e distruggi” ad armi orbitanti impieganti laser, onde radio, o, persino, consistenti tubi di metallo lanciati dallo spazio su bersagli terrestri da un arma conosciuta come “martello di dio”.
La direttiva della sicurezza nazionale sullo spazio era auspicata dalle forze aeree fin dall’anno scorso. Un anziano funzionario
dell’amministrazione Bush, citato ieri dal N.Y.T., ha detto che si attendeva una direttiva a riguardo nel giro di poche settimane. Nè le forze aeree, nè la Casa Bianca hanno voluto smentire queste indiscrezioni.
La direttiva rimpiazzerà quella del 1996, approvata da Bill Clinton, piuttosto vaga nei contenuti, ma che enfatizzava l’uso totalmente pacifico dello spazio, in linea con la quasi totalità dell’opinione pubblica mondiale.
Dunque piani per armi spaziali potenziali erano già stati approvati dalla amministrazione Clinton.
Gli esperti della guerra spaziale hanno detto che si aspettavano una direttiva da parte dell’amministrazione Bush ugualmente vaga, ma che facesse trapelare però un cambiamento nell’approccio riguardo l’esplorazione di nuove strade per l’affermazione militare americana nello spazio.
“Fino ad ora questa era stata una campagna delle forze aeree per ottenere la libertà di fare quello che volevano nello spazio” – ha detto Teresa Hitchens, vice presidente del centro di informazioni della difesa – “questa decisione, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, darà loro il via libera”.
La Sig.ra Hitchens ha dichiarato che la direttiva potrebbe dare il via a una corsa agli armamenti nello spazio: “..pensiamo a un mondo dove gli U.S.A abbiano una “stella della morte” che possa orbitare ovunque nello spazio e passare sopra le nazioni ogni
10 minuti! Voi pensate che gli altri stati l’accetterebbero?”.
La nuova spinta per lo sviluppo di armi spaziali arriva dal momento che il sistema di difesa anti-missilistico con base sulla terra, concepito per colpire un missile in arrivo con un altro missile, caldeggiato e promosso fortemente dall’amministrazione Bush , è stato rallentato da problemi tecnici e da prove fallite.
Le intenzioni delle forze aeree sono state rese pubbliche a partire dallo scorso settembre dal generale Lord, capo del comando spaziale, il quale dichiarava che i satelliti, grazie alla loro capacità di spionaggio, comunicazione e acquisizione di bersagli, avevano dato al potere militare U.S.A. un decisivo vantaggio, ma che quel vantaggio doveva essere mantenuto da una
“superiorità spaziale”: “..questo può essere il nostro destino se noi lavoriamo duro e continuiamo a perseguirlo in maniera determinata..”.
Le potenziali armi spaziali rientrerebbero in un due categorie principali, così come stabilito da un documento del Pentagono del 2002:
– quelle per il “controllo” dello spazio (o “guerra anti-satellite”)
– quelle per l'”utilizzo” delle forza spaziale (o attacco della terra dall’orbita).
Le forze aeree rivelano che questa decisione consentirebbe di progettare satelliti militari in grado di proteggere gli altri satelliti, sia
militari che civili, già in orbita intorno al pianeta.
La maggior parte degli esperti dello spazio, invece, fa notare come tali satelliti puntino sostanzialmente alla distruzione piuttosto dei satelliti degli altri stati.
Le armi di “utilizzo” della forza spaziale includono un programma d’attacco globale, il quale prevede un piano per armare lo spazio con mezza tonnellata di munizionamento.
Il sistema “Martello di Dio” consentirebbe di lanciare da una posizione di bassa orbita terrestre cilindri di tungsteno, titanio o uranio verso bersagli sulla terra.
Dal momento del lancio questi cilindri viaggerebbero intorno alle 7.500 miglia/h (circa 12.000 km/h, NDT) con un impatto simile a una piccola testata nucleare.
Un’altra opzione, descritta dai suoi critici come “Stella di Morte” userebbe specchi riflettenti per convogliare un intenso raggio laser su bersagli terrestri.
Tuttavia, secondo una stima economica, un laser collocato nello spazio costerebbe 100 milioni di dollari a bersaglio.
“E’ una costosissima via per colpire la terra” – ha detto all'”Union Concerned Scientist” (unione scienziati consapevoli) Laura Greco, un’esperta di armi spaziali, aggiungendo che molto probabilmente verranno dislocati i satelliti per il controllo dello spazio, ma che questo avrebbe dato l’avvio a una nuova corsa al riarmo.
“Noi stiamo legittimando l’idea di poter attaccare i satelliti degli altri stati, ma noi abbiamo tutto da perdere.Questa tecnologia si sta
diffondendo rapidamente. Per essere ‘dominatori dello spazio’ voi ( americani, NDT) non dovevate permettere che qualche altro effettuasse lanci nello spazio. Adesso non potete far ‘saltare in aria’ le rampe di lancio di tutti quanti”.
Fonte: www.guardian.co.uk
Link:http://www.guardian.co.uk/international/story/0,,1487110,00.html
Scelto e tradotto da Michele300