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DI PIERLUIGI PAOLETTI
Centro Fondi

Il debito è stata la molla con la quale si è scelto di far crescere il mondo occidentale. Attraverso la necessità di restituire più di quanto si è ricevuto in prestito le persone, le imprese hanno ricevuto lo stimolo per fare sempre di più, ingegnandosi per mettere a frutto i propri investimenti. Questo artificio, almeno nel dopoguerra, ha messo in moto la ricostruzione ed ha premiato chiunque abbia intrapreso un’attività imprenditoriale, ma anche i lavoratori dipendenti sono stati promossi dal sistema a “consumatori” www.centrofondi.it/articoli e quindi hanno visto il proprio reddito aumentare e di conseguenza anche il loro tenore di vita.

Il debito nel dopoguerra è stato un poderoso stimolo all’economia drenando il denaro e
mettendo in moto quel meccanismo virtuoso di crescita economica.
Il perché è intuitivo, dopo una guerra ci sono tantissime cose da (ri)costruire, mercati
vergini da sviluppare, portare una classe operaia e impiegatizia a consumare in modo da
alimentare e rendere duraturo e stabile l’intero meccanismo ecc.
In una situazione del genere il debito viene assorbito benissimo anche se gli enormi proventi
da questo generati entrano in tasche private, leggi banche.


In quegli anni un dollaro di debito generava oltre 4 dollari e questo è accaduto, ovviamente
con alti e bassi, fino agli anni ’80 -’90.
La questione si è complicata quando il debito ha iniziato l’ascesa esponenziale che ha
portato il livello di indebitamento ai livelli attuali erodendo enormi fette di reddito
necessarie per il normale ed equilibrato andamento della vita economica, come abbiamo
avuto modo di vedere nell’ultimo report sulla funzione sociale delle banche.
Nella situazione in cui siamo, un dollaro di debito non produce più niente e ci si deve
indebitare anche per vivere e questo non è più sostenibile. Uno studio pubblicato ieri della
Confcommercio ha evidenziato come gli stipendi siano rimasti ai livelli del 1992, mentre i
prezzi sappiamo che sono praticamente raddoppiati e quindi il potere di acquisto dimezzato.

Come si può uscire da questo incubo in cui la fine è annunciata? Adottando l’unica possibile
soluzione ovvero una moratoria dei debiti o addirittura un azzeramento dell’intero debito.
Conoscendo i meccanismi di creazione del denaro e sapendo come quei debiti siano
illegittimi, noi propendiamo ovviamente per la seconda ipotesi.
Non esiste altra soluzione.

E non è che gli antichi non conoscessero i danni e la pericolosità del meccanismo degli
interessi composti, infatti nella più famosa preghiera cristiana, il Padre Nostro, si recita:
dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo
ai nostri debitori,
e appare così chiara la funzione del Giubileo che azzerava ogni 50 anni i
debiti, spirituali e materiali (oggi solo quelli spirituali).

Ma anche l’anno Sabbatico, ogni 7 anni, del popolo ebraico ha la stessa funzione pratica e
non è un caso che l’Islam abbia messo al bando l’usura e la pratica di richiedere interessi.
Pio XI nel 1931 nella Quadragesimo Anno scrisse:
«E in primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo
concentrazione di ricchezza, ma l’accumularsi altresì di una potenza enorme, di una
dispotica padronanza dell’economia in mano di pochi, e questi sovente neppure proprietari,
ma solo depositari e amministratori del capitale, di cui essi però dispongono a loro grado e
piacimento. Questo potere diviene poi più che mai dispotico in quelli che, tenendo in pugno
il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso,
di cui vive l’organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l’anima dell’economia,
sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare. (…) Nell’ordine poi
delle relazioni internazionali, da una stessa fonte sgorgò… non meno funesto ed esecrabile,
l’imperialismo internazionale del denaro, per cui la patria è dove si sta bene»
(numero 105
– 106 – 109).

Adesso però il Moloch che è stato creato, vive di vita propria e sta dando i suoi colpi
violenti che una classe dirigente impotente, ignora.
Classe politica IMPOTENTE perché grazie ad i vari passaggi giuridici, trattato di
Maastricht, riforma costituzionale ed altre piccolezze del genere, ha messo nelle mani di
organi sovranazionali imposti e non eletti da nessuno, come la commissione europea, il
WTO, il FMI, la Banca Mondiale, la BCE, La Banca dei Regolamenti ecc., è assolutamente
impotente e non può altro che spartirsi le ricchezze di uno stato, ma consoliamoci che in
tutto il mondo ormai allo sfascio,accade la stessa cosa.

Nuove elezioni quindi non potranno fare assolutamente NIENTE se non far continuare il
banchetto agli avvoltoi che si spartiscono la carcassa. E qui destra sinistra e centro sono allo
stesso modo complici e colpevoli di questo stato di cose.
In questo momento il Moloch sta tirando colpi che mettono in ginocchio ogni tipo di potere
che ha permesso di arrivare a questo punto, sia esso politico, economico o addirittura
religioso.
In pratica il mostro sta seguendo la strada della creatura creata dallo scienziato Victor
Frankenstein (Bankestein per Marco Saba) che si vendica contro chi lo ha generato.

Oggi il potere nel suo insieme non ha alternative e se non prenderà in considerazione un suo
ravvedimento sarà vittima della propria ingordigia.
Il ravvedimento, è bene precisare che richiede molta intelligenza e sinceramente è una
qualità che oggi è scomparsa letteralmente chi ha una qualche responsabilità di governo,
Prodi, Fini, Veltroni, Padoa Schioppa, Berlusconi, Bondi, Dini, Draghi, Trichet, Bernanke,
Bush, Hilary Clinton&C, Sarkozy ecc. al massimo possono fare gli interpreti principali di
un varietà o i pagliacci di un circo.

E allora, cari amici, solo noi abbiamo la possibilità di venire fuori da questa palude di sabbie
mobili, rendendoci conto che nelle nostre mani è il futuro nostro e di chi verrà dopo di noi.

Bisogna mettere da parte la stanchezza ed il pessimismo di vivere e farci restituire il potere
che ci appartiene di decidere le nostre sorti.
Nessun altro potrà fare questo lavoro al posto nostro e quindi, come oramai facciamo da
molto tempo, incoraggiamo a rimboccarci le maniche e attuare quel cambiamento che le
istituzioni ci negano. Il futuro è quello che riusciamo a costruirci da ora in poi mettendoci a
costruire insieme una rete di rapporti e collaborazioni che a grandi passi ci indicheranno la
strada da seguire. Se vi fa piacere saperlo molti lo stanno già facendo e vi invitiamo a
vedere domani rai due dalle 11.00 in poi dove saremo con i ragazzi di Napoli ad illustrare il
nostro progetto sui Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina).

La FED intanto inietta morfina al malato terminale abbassando i tassi in modo preoccupante
che fa intravedere la pericolosità della situazione. Alla Fed si contrappone una BCE che
minacciando di aumentare i tassi, farebbe sbellicare dal ridere se avessimo ancora la forza
dell’ironia. La realtà è che la bce cerca di agevolare in tutti i modi l’operazione recupero
americana per dargli slancio per le elezioni.
Sicuramente riusciranno nel loro intento, almeno per quello che riguarda i mercati
finanziari, ma quella che non riuscirà a risollevarsi sarà l’economia reale che oramai è
completamente scollegata.
Per i mercati azionari il dax ha trovato un valido supporto e da qui non è escluso che possa
ripartire di solito questi forti contraccolpi e perdite pesanti arrivano alla fine di un ciclo, il fatto che
ora stia ripartendo su di un doppio minimo potrebbe far pensare alla partenza di un ciclo
importante, anche in anticipo rispetto a quanto ci aspettassimo.

Se ci ricordiamo il grafico dei cicli sul Mibtel, che ormai conoscete bene, ci dice che entro
quest’anno dovrebbe ripartire un ciclo intermedio che porterà alla fine del ciclo decennale
per il 2013 o giù di là

La mossa della bce non ha fatto altro che agevolare l’afflusso di capitali americani attirati
anche dalle potenzialità dell’euro.

In alternativa a questo scenario ci aspettano alcuni mesi in cui assisteremo ad un rimbalzo
tecnico che potrebbe far tornare il Dax nuovamente verso i massimi per poi perforare questo
minimo, prima di far ripartire il nuovo ciclo a 5 anni.

Comunque attualmente è ancora presto per dare un giudizio definitivo e quindi aspettiamo
di avere maggiori informazioni.

That’s all folks

Pierluigi Paoletti
Fonte: www.centrofondi.it
Link: http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2008_gen_3.pdf
24.01.08

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