DI STEPHAN SMITH-SAID
Domenica 14 maggio il San Francisco Chronicle ha pubblicato la mia lettera aperta a Neil Young “Hey, Neil Young, We Young Singers Are Hog-tied, Too.” [ “Hey Neil Young, anche noi giovani cantanti abbiamo le mani legate” n.d.t.]. Ho cercato di spiegare come l’industria musicale abbia censurato la musica di protesta negli ultimi anni. La lettera ha spopolato su Internet ed io sono stato inondato di risposte entusiaste da qualsiasi tipo di persona. Persino Neil e il suo team l’hanno posta al centro della prima pagina del loro blog per l’intera settimana.
Quello che ha sollecitato la mia lettera e il mio sfogo è stata la spiegazione di Young sul perché si sia sentito costretto a scrivere il suo nuovo album anti-Bush,”Living With War”. “Stavo aspettando che qualcuno si facesse avanti, qualche giovane cantante dai 18 ai 22 anni, che scrivesse queste canzoni e si svegliasse”, ha detto al Los Angeles Times. “Ho aspettato per molto tempo. Poi ho deciso che forse la generazione che doveva farlo era ancora quella degli anni ’60. Ed eccoci ancora qui.”Come primo cantante-di-protesta a levarsi dalle strade delle manifestazioni anti-guerra a nti WTO e dopo un contratto di distribuzione mondiale, mi sono sentito costretto a spiegare che i Dylan, gli Ochse e i Neil Young d’oggi ci sono, ma sono obbligati al silenzio da un’industria che ha ricavato per anni i suoi profitti da bambine-porno e ragazzi-ideali.
Appena due giorni dopo l’uscita del mio articolo, MTV, che si è rifiutata di mandare in onda video anti-guerra persino dalle più grandi star, ha pubblicato un articolo sul suo sito mirando al bisogno di una coscienza politica nella musica mainstream. In crescente orgoglio pro-Bush, uno dei gestori capo del paese di annunci di arruolamento rivolti ai giovani ha riportato sull’articolo “Dov’è La Voce Della Protesta Nella Musica D’Oggi?”. La pagina web vantava un videogioco dell’Esercito nell’angolo in fondo a destra. (MTV, comunque, rifiuta di mandare in onda annunci pubblicitari contro la guerra prodotti da organizzazioni come Not In Our Name e Win Without War.)
Dov’è la voce della protesta? E’ nel bidone dell’immondizia di MTV.
Dove sono oggi i cantanti di protesta? Sono sulla lista “non adatti” delle stazioni radio, dove sono stati aggiunti sempre di più soprattutto dopo la deregolamentazione FCC (Commissione Federale per le Comunicazioni) che ha aperto la strada per la monopolizzazione dell’industria.
Basta chiedere a Scott Goodstein. Egli dirige il grande gruppo di difesa politico-musicale “Punk Voter”, che, con Fat Wreck Chords , ha registrato delle compilation col nome di Rock Against Bush [“Rock Contro Bush”n.d.t.]. Questi cd, che includono canzoni degli Anti-Flag e dei Green Day, hanno venduto 650,000 copie. Quando Goodstein ha chiesto ad MTV di mandare in onda Rock Contro Bush, ha ricevuto un secco rifiuto. “Ci hanno detto “Il vostro progetto non è rilevante o perlomeno non abbastanza adeguato”” ha raccontato, “E di certo i Rolling Stones non sono meglio”. Intanto l’attuale album anti-Bush dei Green Day “American Idiot” ha venduto 5 milioni di copie.
Infine svegliandosi, MTV ha avuto il coraggio di osannare i Green Day ed includere gli Anti-Flag nella sua storia delle band politiche!
PunkVoter ha immediatamente ribattuto con l’articolo intitolato “MTV, Ancora Completamente Inadatta” in cui dichiara che le band politiche staranno ad aspettare che MTV sia pronta ad iniziare ad includere un po’ di musica di protesta. Cosa che non sta facendo.”
Peter Seeger mi ha detto che si è iniziato a dare libero sfogo alla libertà d’espressione negli anni ’60 quando il monopolio di Broadway e Hollywood sull’industria musicale era stato interrotto dal Rock’n Roll, dai Motown e da Nashville.
Ora, il conseguente monopolio che il Rock’n Roll, i Motown e Nashville hanno costruito è stato interrotto da Internet, dove artisti e organizzazioni stanno creando dei network che superano quelli di tipo corporativo.
“La maggior parte dei professionisti dell’industria non lo capiscono”, dice Molly Neitzel, produttrice esecutiva di Music for America, un’organizzazione senza scopi di lucro che include interventi musicali in eventi politici. “Siamo una generazione che non si adatta”, spiega.”Ascoltiamo tutti i tipi di musica ed è questo che non corrisponde proprio alla vecchia tipologia di vendita di dischi ai ragazzi di questa età, colore ed estrazione sociale”.
Considerando quanto dannoso sia stato l’obiettivo di vendita per la nostra democrazia, è magnifico che i cantanti di protesta d’oggi abbraccino un pò tutti i generi: dalla finezza indie dei rockettari Death Cab For Cutie e dei Bright Eyes agli artisti hip-hop come Coup, Mr.Lif e gli Immortal Technique; dai gruppi punk come gli Anti Flag e i NOFX agli artisti country e folk come Liza Gilkyson e Merle Haggard; dai normali canzonatori come David Rovics, Pat Humpries e Chris Chandler ad artisti come i Thievery Corporation e Manu Chao.
[Le copertine dell’utlimo album di Neil Young, degli Anti Flag, dei NOFX e dei Green Day]
Alcune etichette stanno già sondando il terreno. Andy Kaulkin, che gestisce un’etichetta chiamata “Anti” per la Epitaph afferma che è rimasto affascinato dal movimento per i diritti civili e riflette su ciò che potremmo fare con la musica per arrivare a creare un movimento del genere al giorno d’oggi. Di conseguenza, ha ingaggiato artisti di generi musicali che tendono piuttosto alla coscienza politica e alla spiritualità. La lista dell’etichetta include ora Billy Bragg, i Coup, Tom Waits e gli Spearhead.
Parlando con Billy Bragg dopo l’uscita del mio articolo, eravamo concordi che l’ “attacco” moderno -– la canzone di protesta che ha realmente effetto politico grazie alla sua tempestiva capacità di incidere sull’opinione pubblica–- è l’mp3. “Nel modello di categoria”, dice, ”è tutto basato sulle vendite, non sulla coscienza sociale e persino le anteprime di Internet sono sfruttate come promo per le anteprime in uscita, così come l’uscita dei singoli viene ancora fatta ritardare di quattro mesi come intervallo che l’industria discografica necessita per la stampa, la pubblicità e la distribuzione” . Al giorno d’oggi nessuno vuole scrivere canzoni su una guerra che dovrebbe finire nel periodo d’uscita dell’album.
La mia conversazione con Goodstein e la Neitzel inevitabilmente fa girare il discorso verso l’idea di un tour nazionale di una diversa selezione di artisti da riunire per un pubblico misto e attento. Ma abbiamo anche parlato di come ampliare il tipo di tour che io e pochi altri artisti stavamo facendo. Usiamo i nostri spettacoli per sostenere la pace locale e i gruppi di giustizia globale. Un po’ come quello che SNCC (Student Nonviolent Coordinating Committe)e la SDS (Students for a Democratic Society) hanno fatto durante i loro giorni, ma per la generazione globale di Internet.
Dov’è la musica di protesta oggi? E’ qui, è su internet, e potrebbe arrivare presto nella tua città per costruire un movimento internazionale di pace, diritti civili ed uguaglianza.
Stephan Smith-Said è un autore Iracheno-Statunitense la cui famiglia paterna vive sotto la minaccia quotidiana dei bombardamenti a Baghdad e Mosul. Il suo ultimo singolo “Another World Is Possible” [“Un Altro Mondo E’ Possibile”, ndt] è uscito gratis sul suo sito web www.stephansmith.com.
Fonte: http://www.progressive.org/
Link: http://www.progressive.org/mag_smith0706
07.06.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org di DARIA DI MASCIO