Perché la moneta è del Popolo

(la prova storica che stiamo ancora vivendo, per poco).

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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

L’attuale sistema monetario mondiale è l’erede del fallimento di Bretton Woods, l’ultimo gold standard, l’ultima truffa contabile questa volta ideata per sdoganare l’egemonia del dollaro, la valuta USA dell’egemone.

Tale fallimento ha simbolicamente una data storica precisa, il ferragosto del 1971, quando Nixon dichiarò al mondo: “avevamo scherzato”, cioè le riserve in dollari dei vari Paesi aderenti agli accordi del luglio 1944 non erano più convertibili in oro da parte della FED.

Dopo l’annuncio clamoroso non accadde nulla di eclatante, semplicemente i sistemi monetari dei vari Paesi ispirati alla FED e coordinati dalla Banca per i regolamenti internazionali, la BIS di Basilea (Svizzera), scivolarono progressivamente verso un regime di “moneta FIAT”, ovvero “creata dal nulla” dalle banche commerciali, oltre che dalle banche centrali in caso di gravi squilibri del sistema, tali da metterne a rischio la stabilità.

In realtà anche la costola speculativa delle banche, categoria nota come “banche d’affari”, prese a sfornare titoli d’ogni sorta, fondi d’investimento, prodotti finanziari frutto di fantasia sfrenata, da offrire alla clientela dei risparmiatori in cerca di sicurezza e rendimento, due cose tra loro inversamente proporzionali.

Tutta questa smodata creazione di “ricchezza finanziaria” è comunque, in qualche modo, riconducibile all’emissione di moneta, e ne gonfia la massa aggregata ben oltre qualsiasi logica di stabilità, o regime di inflazione moderata. Un inflazione che però non esplode essendo “ricchezza finanziaria” confinata nel recinto del casinò speculativo globale, un gigantesco circo privato dove può espandersi a dismisura purché non ne varchi i confini a ritroso, cioè riconvertendosi in moneta liquida liberamente spendibile dai risparmiatori.

E’ così che è andata, e il mondo si è spaccato sempre più in due parti diseguali: molti debitori impoveriti da un lato e pochi creditori molto arricchiti dall’altro lato, di uno stesso libro contabile.

Ora però si annuncia da più parti un cambiamento radicale, l’introduzione della moneta digitale di Banca Centrale.

Ma non c’era già, come dimostrano i vari “Quantitative Easing” o manovre analoghe di salvataggio del sistema?

Certamente, ma erano emissioni monetarie “provvisorie” e comunque destinate alle banche, che ne potevano anche riversare gli eccessi nel circo speculativo di cui sopra, del resto gestito da loro stesse in regime privatistico.

Ora invece si parla di moneta emessa direttamente dalle banche centrali per i mercati fisici, quelli della gente vera che spende per vivere, per investire nel lavoro e per pagare le tasse. Moneta tracciabile al fine di monitorare i consumi personali, con tutto il controllo potenzialmente totalitario che ne consegue, e che, guarda caso, diventa sempre più un esigenza vitale dei sistemi vigenti in ogni Paese globalizzato, per sopravvivere alle proprie e altrui contraddizioni e tensioni economico-sociali.

In altre parole stiamo vivendo un periodo di mezzo, una fase di transizione che corrisponde anche ad una finestra più unica che rara per poter comprendere un passato discutibile e prevenire un futuro ancora più distopico. E’ come una fermata “tecnica” di un treno impazzito, l’ultima occasione per svegliarsi e scendere, per salvarsi dal prossimo inesorabile schianto.

Restiamo quindi al presente: la notizia ufficiale è che oggi la quasi totalità della moneta circolante nei mercati fisici è stata generata come moneta FIAT emessa dalle banche commerciali nell’erogare prestiti alla clientela.

E’ un dato di fatto, come pure è un dato di fatto che bene o male tale procedura funziona da decenni e le successive crisi, a rischio crescente di tenuta del sistema, non originano tanto dai mercati fisici, quanto dai suddetti mercati finanziari e dalle loro spericolate, irresponsabili e impunite manovre speculative.

A ben vedere però i soldi che guadagniamo e spendiamo per la vita quotidiana non nascono proprio dal nulla di una banca che ci ha erogato un mutuo con un click sul computer, bensì dal concretissimo sudore della fronte della popolazione attiva, che quotidianamente lavora per vivere e ripagare i propri debiti con la banca.

E questo costituisce anche il principale meccanismo automatico di autoregolazione della massa monetaria circolante. Infatti in questo modo se ne emette quanta il sistema fisico, quello che rappresenta i “fondamentali” dell’economia ed è impersonato dalla popolazione attiva, è in grado di sostenere, essenzialmente tramite il lavoro che produce ricchezza per ripagare i debiti. Se tale sistema venisse liberato da contaminazioni speculative nessun Paese potrebbe vivere al di sopra o al di sotto delle proprie possibilità. In altre parole la moneta utilizzata dal Popolo è anche creata dal Popolo, che quindi ne è il proprietario naturale e ne dovrebbe essere il gestore unico ed esclusivo, per evitare strumentalizzazioni truffaldine da parte di gestori “indipendenti”.

Altro che scoperta dell’acqua calda, o uovo di Colombo, o rivelazione divina. Questa è una realtà inconfutabile, ben nota agli attuali gestori privati della moneta fin dal principio dei loro maneggi contabili, degli arricchimenti smodati che hanno decretato la loro ascesa al potere verticistico di un sistema piramidale globalizzato, reso così sempre più totalitario e distopico.

E’ la padronanza della meccanica monetaria che ha consentito agli attuali “padroni universali” di strumentalizzarla per acquisire “legalmente” smodate ricchezze e poteri, mentre incredibilmente sono proprio i popoli ad ignorare questi tecnicismi monetari a proprio danno, visto che si sono lasciati ingannare impunemente fino alla negazione dei propri diritti naturali, riducibili in estrema sintesi ad un solo punto: non lasciarsi derubare tramite una gestione della moneta privatistica e strumentalmente espropriante.

E visto che ormai è andato troppo oltre, per essere socialmente sostenibile, il processo di indebitamento e impoverimento pubblico e privato a favore dell’èlite dei potenti, ecco che questi s’inventano la sostituzione del circolante FIAT prodotto dal sistema delle banche commerciali (sotto tutela e controllo discrezionale di Banca Centrale) con circolante FIAT emesso e controllato direttamente da Banca Centrale. Una nuova e più diretta leva di comando per dominare ancor più sfacciatamente le istituzioni pubbliche, ormai svuotate di ogni sostanziale prerogativa democratica e ridotte a paravento formale di un vero potere elitario, dispotico e antipopolare, in grado di controllare non solo gli Stati, ma d’ora in poi anche ogni singolo cittadino vessato e impoverito, per sedarne preventivamente qualsiasi velleità democratica.

Si osservi in particolare l’evoluzione storica, o per meglio dire l’involuzione storica, dei criteri di controllo dell’emissione monetaria in funzione anti-inflattiva, infine affidati ad un centro di potere rappresentato da una Banca Centrale “indipendente”, cioè sempre più privatizzata di fatto, per sottrarlo al controllo di uno Stato opportunamente stigmatizzato come “irresponsabile spendaccione” e perciò stesso accusato di fomentare inflazione e instabilità (percorso avviato col divorzio tra Tesoro e Banca Centrale).

E dato che per salvare la situazione non basta più neppure la privatizzazione dell’intero sistema bancario, ecco la necessità di concentrare tutto il potere politico derivante dalla gestione della moneta nella sola Banca Centrale, grazie all’inedito tecnicismo dell’emissione diretta e centralizzata di moneta digitale unica, destinata a sostituire ogni altra forma di denaro circolante. Si tratta in realtà di un perfezionamento ulteriore del furto della moneta ai danni del legittimo proprietario, il Popolo ex-sovrano. Un consolidamento della gestione elitaria della moneta come strumento di dominio sulla popolazione, costretta a farne un uso condizionato dagli stessi che la gestiscono legalmente (visto che usurpano anche il ruolo di legislatore) quanto illecitamente.

Questa è la madre di tutte le distopie dispotiche presenti e ancor più future, che danno corpo ai peggiori incubi sociali, ove il concetto stesso di democrazia perderà anche ogni parvenza formale, dopo essere stato progressivamente svuotato dal predominio delle politiche restauratrici, che finiranno per cancellare definitivamente ogni conquista di civiltà della nostra storia. E tutto ciò “grazie” ad una pesante lacuna nella cultura popolare in tema di moneta, che induce le masse ad un comportamento passivo e rassegnato di fronte all’esproprio di ciò che naturalmente appartiene loro.

I motivi per i quali la moneta appartiene al popolo che la usa obbligatoriamente sono molti, ma il più evidente ed inoppugnabile è al presente proprio questo, cioè il fatto che è il popolo stesso a creare la moneta, sia pure tramite intermediazione bancaria, nell’atto di richiedere mutui bancari.

Quando invece la quasi totalità della moneta sarà emessa non più dalle banche locali, su richiesta sostenibile della clientela, bensì direttamente dalla Banca Centrale, verrà meno l’automatismo di regolazione della massa monetaria circolante, sia pure drogato dalla manipolazione centralizzata dei tassi d’interesse. Al suo posto ci sarà solo il controllo diretto e discrezionale della Banca Centrale, quartier generale dell’èlite finanziaria, che, non dimentichiamolo, può anche, controllando la politica e i sindacati, moderare l’inflazione moderando la domanda popolare di beni e servizi, cioè moderando i salari anche se non più sufficienti per vivere dignitosamente (Monti docet).

Occorre impedire che tutto questo potere al servizio di una ideologia antiumana prevalga, che venga abolito il contante, ultimo baluardo ideologico rimasto a sostegno di una moneta popolare, che continui il processo di privatizzazione delle banche (gestori della moneta), oltre che dei servizi essenziali, della produzione industriale strategica, della sanità e dell’istruzione. In una parola la privatizzazione espropriante di tutto ciò che occorre per vivere in una società civile organizzata. L’impoverimento di massa a favore di un arricchimento elitario non è segno di civiltà, ma di barbarie. Non è solo ingiusto, è disumanizzante, e porterà alla rovina l’umanità intera, travolta da una potenza tecnologica il cui utilizzo non sarà più per il bene di tutti e di ciascuno, ma al contrario finalizzato all’insostenibile privilegio di una casta di arricchiti senza merito quanto senza freni inibitori, cioè i peggiori governanti possibili, che porteranno il mondo intero alla rovina.

Occorre comprendere che il comandamento “non rubare” a fondamento di qualunque civiltà viene oggi violato in mille forme subdole, tutte facenti capo ad una impropria gestione della moneta che, anziché essere controllata dal Popolo che ne è il legittimo proprietario naturale, è stata incoscientemente affidata ad una fantomatica “indipendenza” dell’istituzione più centralizzata e scalabile del mondo, che è la Banca Centrale, degenerata fino a diventare simbolo della concentrazione privata di ricchezza e di potere comunque ottenuti, soprattutto col crimine.

Al grido di “giustizia, libertà, verità” riprendiamoci quel che è nostro, ridando così nuova linfa vitale alla rivoluzione democratica, soffocata sul nascere dalle maligne forze restauratrici di un ”ancien regime” che non ha più alcuna giustificazione d’esistere nel mondo moderno.

L’èlite di banchieri e politici askenaziti che ha cavalcato la gestione della moneta per prevalere su un mondo d’ingenui è una realtà ormai anacronistica, da congelare nel museo degli orrori della storia umana.

Non occorre rispondere a violenza con la violenza, basta svegliarsi, aprire gli occhi e riscoprire l’acqua calda, con tutti i suoi banali vantaggi. E’ solo così che i demoni verranno scacciati dai nostri incubi peggiori, che potranno tornare ad essere sogni di pace, d’amore e di bellezza, in armonia col nostro prossimo e col creato, nel segno dell’umiltà e del rispetto universale. La attuale domanda rivoluzionaria non è tanto “chi sono io per giudicare?” quanto “chi siete voi per comandare?”.

Concludo parafrasando una boutade di autorevoli maître à penser: la moneta è una questione troppo importante per lasciarla in mano ad economisti e banchieri, per quanto titolati, competenti e talvolta bugiardi come il “nostro” recidivo Mario Draghi. Tutti noi abbiamo il diritto-dovere di interessarci all’argomento ed avere un’opinione autonoma in materia, perché ci compete in quanto utenti, e in questo frangente anche vittime del cattivo uso della moneta. Purtroppo quel che manca all’opinione pubblica è l’informazione veritiera sui fatti, condizione necessaria alla formazione di un proprio punto di vista critico e consapevole. In questo caso però l’informazione storica essenziale c’è, ed è a nostra disposizione. Consiste nell’esperienza consolidata di un sistema di emissione monetaria che a suo modo, nonostante le premesse tutt’altro che rassicuranti, ha funzionato autoregolandosi, pur nei limiti delle distorsioni economiche indotte da un percorso storico avverso agli interessi popolari.

La moneta digitale emessa dalle banche commerciali, che hanno come clientela famiglie e imprese, è stata per lunghi anni la forma quasi totalitaria di moneta circolante nell’economia fisica, sopravvissuta alla malapolitica finanziaria privatistica, di stampo neoliberista.

Possiamo quindi affermare senza tema di smentita che questa particolare forma di emissione monetaria, fondata sulle reali esigenze e capacità economiche della popolazione attiva, ha superato la fase sperimentale pur tra mille difficoltà esogene. Vi è quindi fondato motivo di credere che ogni altra forma di emissione monetaria legata agli interessi popolari abbia successo e stabilità, a maggior ragione se affidata a rappresentanti autentici del Popolo sovrano, che non possono essere altro che istituzioni pubbliche non solo di nome ma anche di fatto, finalmente liberate dalla occupazione abusiva dei rappresentanti della “grande finanza”.

Questo è il primo passo indispensabile per avviare un percorso di risanamento dell’economia in funzione sociale ed umana, che dovrà proseguire con il riprendersi le “chiavi di casa” in tutti gli altri settori del vivere civile: la politica, la produzione fondata sul lavoro, la cultura, la difesa, l’informazione, ecc. ecc. Tutto il contrario del percorso ventennale dell’euro, sul quale si fonda una UE diabolicamente degenerata nei fatti ad anti-unione europea, al servizio di usurpatori esterni ed interni, impropriamente detti “signori” della finanza. Distinguiamo finalmente un vero Signore, persona onesta degna di questo nome, dagli impostori e dai criminali che signori non possono essere, per quanto indebitamente arricchiti e aggregati in mafie potentissime. Che ritornino loro ai margini della società, ove meritano di restarci fino a naturale estinzione, come i dinosauri quando hanno lasciato spazio al nuovo mondo.

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

13.01.2024

Per  chi fosse interessato/a a dibatterne direttamente con l’autore può contattare la redazione.

Alberto Conti. Laureato in Fisica all’Università Statale di Milano, docente matematica e fisica, sviluppatore software gestionale, istruttore SAP, libero pensatore, collaboratore di Giulietto Chiesa, padre di famiglia, appassionato di filosofia, psicologia, economia politica, montagna, fotografia, fai da te creativo, sempre col gusto alla risoluzione dei problemi.

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