DI TRUMAN BURBANK
Comedonchisciotte.org
Il consumatore non va mai in vacanza
Se il normale lavoratore, grazie a secoli di lotte sindacali, ha visto riconosciuto il diritto a vacanze pagate, il consumatore non ha alcun diritto del genere. Anzi le cosiddette “vacanze” sono solitamente il periodo dell’anno più impegnativo per il consumatore.
Più che mai emergono i doveri della religione consumistica: spendere in modo adeguato al proprio ceto sociale, anzi fare di più e distinguersi nello spendere, visitare luoghi lontani dove nessun conoscente è mai andato prima, o almeno andare in vacanza in una località per vip.
Come sempre, l’abbigliamento è importante ed esso deve indicare lo status di vacanziero, preferibilmente come praticante di uno sport esotico.
Per chi proprio non può andare in vacanza è doveroso dedicare parecchio tempo a visitare enormi centri commerciali ed acquistare oggetti inutili in quantità industriali.
Le nuove cattedrali
Le nuove cattedrali, potenti simboli della religione del terzo millennio, sono i giganteschi centri commerciali che spuntano in continuazione nelle periferie delle città.
Ognuna vuole essere più grande della precedente, per meglio onorare il dio denaro.
Dal punto di vista architettonico sono interessanti: grandi volte, utilizzo di nuovi materiali, prospettive ardite, simbolismi riconoscibili a distanza.
Mentre una volta i grandi architetti lavoravano per la Chiesa, oggi lavorano per la religione economico-commerciale.
Chiaramente la domenica (e anche il sabato) le cattedrali si riempiono dei fedeli.Vivere all’altezza
Per vivere all’altezza del proprio status sociale bisogna rispettare una serie di regole:
– la casa deve avere una buona estetica, deve essere spaziosa, pulita, ordinata;
– l’automobile deve essere grande e potente, di classe;
– si deve mangiare da raffinati, cibi gustosi e variati, preferibilmente in buona compagnia.
Però l’ultimo punto fa ingrassare ed è difficile rimediare con la palestra o con le diete. La soluzione più giusta per mantenere la linea sarebbe mangiare da poveri.
Un accordo soddisfacente
Nella società dello spettacolo vive solo chi consuma.
Un’eccezione a questa regola è data da quelli che recitano in uno spettacolo; essi vivono una vita più piena, in base anche alla fama che riescono a raggiungere.
In molte occasioni un buon compromesso per vivere una vita più piena è organizzare una recita.
Gli attori, i protagonisti dello spettacolo, sono quelli più soddisfatti, ma anche gli altri hanno l’occasione di consumare merce-spettacolo e dimostrare così di essere vivi, vitali, onorando la religione dello spettacolo.
Segnali di crisi
Per anni e anni uno dei tormentoni ricorrenti della TV estiva sono stati i danni causati dall’esposizione al sole e le tecniche per proteggersi. Il tutto serviva chiaramente a stimolare l’acquisto di creme, unguenti e servizi dermatologici.
Oggi la musica appare cambiata. Si sente parlare con insistenza degli effetti benefici del sole. Gli esperti si affannano a spiegarci i numerosi casi in cui il sole fa bene sia alla pelle che all’organismo umano in generale.
Evidentemente sono cambiate le priorità commerciali e la campagna estiva di vendita è stata riorganizzata.
La sensazione è che ci sia stato un crollo di presenze nelle località balneari e che la campagna mediatica tenti di arginare tale crollo.
Nei casi di cui ho esperienza diretta, posso solo confermare che le persone nelle località vacanziere mi sembrano molto meno degli anni scorsi. Chiaramente di questo non si può parlare esplicitamente sui media, ma la notizia emerge in forma di campagna commerciale, almeno per chi sa leggere i media.
I compiti per le vacanze
Ancora una volta Repubblica si impegna in una campagna contro i compiti per le vacanze. Ricordo anni fa un trafiletto in cui si sosteneva l’inutilità di tale pratica.
L’11 agosto compare una serie di articoli coordinati.
La spiegazione, per chi sa leggere, è all’interno degli articoli: i compiti disturbano il business, gli affari. La famiglia ha difficoltà a pianificare le vacanze in modo adeguato a ciò che si vorrebbe da loro: viaggi, sport, sono limitati dalla necessità di studiare e portarsi dietro i libri. L’esempio presente nell’articolo è quello di “andare a pescare”.
Ecco perchè Repubblica combatte i compiti.
Chiaramente anche i compiti per le vacanze sono un business, che finora ha fruttato guadagni a diverse imprese editoriali. Con l’avanzare del degrado italiano prevale però oggi la necessità del sistema economico – commerciale di fare spendere a tutta la famiglia invece che al semplice studente.
Il consumatore non va mai in pensione
Molti aspettano con ansia il giorno di andare in pensione, per godere così la vita, basta con il lavoro, si può fare ciò che piace.
Ma nella società dei consumi il lavoro vero è quello del consumatore. Il pensionato si troverà troppo spesso con la voglia di consumare senza il denaro per farlo, oppure faticherà in modo immane per fare gite turistiche a basso costo e vedere le stesse cose che potrebbe vedere a casa sua. Fantozzi lo raccontava bene.
Era molto più sensata la pensione di una volta, quando ci si ritirava in campagna a coltivare la terra, a recuperare il rapporto armonico con la natura.
Una tipica forma di consumo delle persone anziane che non possono spendere è quella di medicine e servizi medici. Con la scusa di curare la propria salute si può consumare parecchio, onorando così la religione.
Truman Burbank
Fonte: http://trumanb.blogspot.com
Link: http://trumanb.blogspot.com/2008/08/note-sulla-mercificazione-del-reale.html
29.08.08