DI TYLER DURDEN
Tolte un paio di pedine si è fatto più spazio sulla scacchiera, ma le scelte strategiche già fatte hanno fortemente ridotto lo spazio di manovra di Putin.
Nessun albero arriva fino al cielo. Una volta in cima, la pendenza cambia, spesso in modo simmetrico e il declino, a volte, comincia già alla fine della salita.
E questo ci porta ad una domanda interessante: Putin dopo essere arrivato in cima, ha già cominciato la sua discesa ?
Cominciamo questa nostra inchiesta tenendo presente che tutti gli esperti di qualsiasi tendenza politica sono della stessa idea, tanto da aver già parlato, anche se con punti di vista differenti di: Nuova Guerra fredda, Terza Guerra Mondiale, neo-nazisti, ecc.
Elemento chiave di questa serie di opinioni un po’ stantie e pre-confezionate è l’impulso istintivo di fare il tifo per qualsiasi squadra in campo che giochi contro gli Stati Uniti e contro il Presidente Obama. Questo impulso naturale porta a quella indifendibile ipocrisia che prevede che ci sia da una parte un “Imperialismo cattivo” e dall’altra un “Imperialismo buono”. Se si è contrari all’imperialismo e si è contrari anche alla Grande Ingerenza di Stato, allora non ci si può opporre all’ingerenza di stato di una parte ed essere d’accordo con un’altra ingerenza di stato fatta dall’altra parte.
Mettiamoci d’accordo su un paio di cose in modo che poi potremo capirci meglio sui collegamenti e sulle idee base per il ragionamento.
1. Tutte le nazioni agiscono nel loro proprio interesse, e tutti gli stati lo fanno dicendo di muoversi per nobili scopi anche se spesso appaiono palesemente assurdi. Se per difendere l’operato di una nazione, che agisce solo a tutela dei propri interessi, si deve denunciare l’operato di un altro Stato, che agisce solo a tutela dei propri interessi, questo comportamento non può pretendere di essere ritenuto oggettivo, per non dire altro. Praticamente è come quando una persona è evidentemente di parte, ma pretende che gli altri la considerino super-partes, questo rende bene l’ipocrisia delle dichiarazioni politiche che fanno molti Stati.
2. Crimea – quello che è stato fatto. L’Occidente non aveva nessun appiglio e l’ipocrisia degli Stati Uniti era palese: “Noi siamo a favore della democrazia e dell’autogoverno solo se chi vince le elezioni sta dalla nostra parte. Cioè a destra.”
3. Solo perché gli ucraini parlano russo però, questo non significa che vogliano essere annessi alla Russia. La maggior parte degli ucraini parla sia ucraino che russo. Se si applicasse la stessa logica di chi dice che parlare la lingua russa significa far naturalmente parte della Russia, gli Stati Uniti potrebbero annettersi tutto il Canada (forse senza il francofono Quebec) solo per il fatto che i canadesi parlano inglese.
4. Voler mantenere dei cordiali legami economici e culturali con la Russia non è la stessa cosa che appoggiare l’annessione della parte Orientale dell’Ucraina alla Russia. Il ricordo di quelli che furono liquidati dai Russi o mandati per “decenni” in Siberia, nei campi di lavoro e di morte non si è ancora estinto, almeno in Ucraina. Tutti quelli che sono convinti che gli Ucraini vogliano l’abbraccio caldo e sicuro della Russia farebbero bene a leggere i tre volumi dell’ Arcipelago Gulag di Aleksandr Solzhenitsyn:
The Gulag Archipelago: 1918-1956 ,
5. In Ucraina c’è spazio per un nazionalismo non-neo-nazista, ma solo se ogni nazionalista non sarà dipinto come neo-nazista. Ci sono nazionalisti ragionevoli in Ucraina, ma le loro voci non vengono ascoltate, perché coperte da quelle dei neo-nazisti e dai piani occidentali per una Terza Guerra Mondiale, ecc…
6. Essere rabbiosamente anti-americani non significa automaticamente essere rabbiosamente a favore di Putin. Se vogliamo opporci all’imperialismo e all’ingerenza dei Grandi Stati, allora dobbiamo essere coerenti con noi stessi per mantenere credibilità.
Se smettessimo di parlare di nuova guerra fredda, ci sarebbero più chiari i punti che non sono né a favore né contro, ma semplicemente “sono”.
1. La Russia ha utilizzato la sua leva energetica sull’Europa con tanta di quella enfasi che appena mollerà, per un attimo, la presa, tutto il suo effetto si ridurrà al minimo, infatti l’Europa sta cominciando a sviluppare altre fonti di gas naturale e facendo questo sta solo agendo nel proprio interesse.
2. L’ammassare militari di leva e un esercito lungo il confine con l’Ucraina, che avrà una scarsa capacità di autosostentamento, se dovesse invadere l’Ucraina, è un altro esempio di mossa brillante che potrebbe durare per anni e forse per decenni. Come l’aver tenuto il cappio energetico stretto intorno al collo dell’Europa è servito solo a far creare una risposta strategica, sono state entrambe mosse che hanno o devono stimolare una reazione.
3. Mentre la popolarità di Putin è alle stelle, l’appoggio interno per l’invasione all’Ucraina è basso. Se i militari di leva, con i loro poveri stipendi, dovessero cominciare a tornare a casa in sacchi di plastica, l’appoggio interno a Putin si trasformerebbe in un coltello che si rigira in una piaga.
4. Il patto energetico della Russia con Cina e India avrà degli sviluppi positivi per la pace e lo sviluppo dell’Asia. La Cina e l’India hanno bisogno di più energia, la Russia ha ne ha un surplus da vendere – è un “win-win” che conviene non solo per quei paesi ma per tutto il mondo. Il commercio pacifico dell’energia è un plusvalore per chiunque.
5. Ma vendere energia all’Europa o vendere energia a Cina e all’India non è la stessa cosa: Cina e India hanno già visto come la Russia ha sfruttato il suo potere energetico in Europa e la Russia si renderà conto di quanto poco potrà usare la sua forza energetica su Cina e India, che sono sicure di poter sviluppare fonti alternative di gas naturale. La perdita di influenza politica sull’Europa non sarà certo compensata abbastanza dall’influenza che la Russia potrà guadagnarsi in Cina e India.
6. La Russia ha sfruttato senza riguardi il suo monopolio sul gas naturale applicando dei prezzi determinati dalla sua politica: la Polonia per esempio paga il gas naturale della Russia molto più della Germania, anche se il gas è lo stesso che scorre nella stessa pipeline.
7. Quando la Russia perderà il suo potere di controllo dei prezzi in Europa, non lo recupererà certo né in Cina né in India. Queste nazioni hanno altre fonti di approvvigionamento e non possono essere tenute in ostaggio come la Polonia e di altri paesi che sono ancora ostaggio russo.
Questo significa che la Russia guadagnerà molto meno con la sua termo-energia quando spedirà il suo gas naturale a Cina e India.
Lentamente ma sicuramente il mercato globale di gas naturale sta cominciando ad integrarsi. I prezzi che oggi vengono imposti da un cartello monopolistico vedranno un declino nel mercato energetico.
8. In termini di entrate nazionali, la Russia è tanto dipendente dalle entrate energetiche quanto qualsiasi altro paese “esportatore di petrolio”. La perdita del potere di influenzare i prezzi in Europa e un abbassamento delle entrate prodotte dall’energia si trasformeranno in un vento contrario per lo Stato russo.
9. La popolarità interna di Putin deriva dall’orgoglio nazionalista mostrato alle Olimpiadi e dal recupero della Crimea. Ma ora che questi punti qualificanti sono superati, le opzioni per Putin non sono più tanto sbilanciate a suo favore.
Minacciare (o invadere) l’Ucraina ricorda a tutti in Europa perché la paura della Russia, e perché la Russia non sia veramente europea. L’appoggio interno in Russia per l’annessione di una parte dell’Ucraina è basso, per una buona ragione: Chi ha voglia di assumersi tutti i costi, finanziari e politici?
10. Il recupero della Crimea è stato un bel pezzo di teatro ed è un bel vantaggio geopolitico, ma non può bastare questo per risolvere i problemi reali della Russia: corruzione, disuguaglianza della ricchezza, basso tasso di natalità, ecc .
11. L’esercito della Russia sembra efficiente sia sulla carta che sulle foto, ma non è preparato per gestire una campagna interna dentro l’Ucraina, come raccontano sui giornali. Una guerra asimmetrica non segue le linee di una carta geografica.
12. Se Putin avesse avuto in mente di rafforzare la NATO, avrebbe fatto esattamente le mosse che ha fatto fino ad oggi. Chiunque pensi che il Dep. di Stato americano si stia disperando per le mosse di Putin sbaglia: tutto quello che Putin sta facendo alimenta il ritorno delle fiamme e la resistenza nelle nazioni che erano potenzialmente vicine alla Russia.
Riesci a capire meglio chi sono i tuoi amici, solo se vedi le truppe che si ammassano lungo il confine del vicino.
Tanto per fare un piccolo ripasso, ecco una mappa dei gasdotti che collegano i giacimenti di gas naturale africani verso l’Europa.
Dato il contesto di cui sopra, sembra sempre più probabile che Putin abbia già superato la cima e che stia cominciando a scendere.
Ukraine: A Deep State Analysis (Feb. 27, 2014)
Ukraine: Follow the Energy (Mar. 4, 2014)
Fonte: www.zerohedge.com/
Link: http://www.zerohedge.com/news/2014-03-30/have-we-reached-peak-putin
30.03.2014
Submitted by Charles Hugh-Smith of OfTwoMinds blog,