MOLTI DATORI DI LAVORO STANNO USANDO LA SCUSA DELLA RECESSIONE

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PER FREGARE I LAVORATORI

blankDI DAVE LINDORFF
Commondreams

Qualunque sia la verità sulla direzione che l’economia sta prendendo, una cosa è certa: i datori di lavoro stanno cogliendo l’occasione per dare un bel taglio ai salariati e, in caso questi siano supportati da sindacati, fare pressione su di essi per ottenere riduzioni dei salari, anche quando manchino valide ragioni.

Facciamo l’esempio di Safeway Inc., una catena di supermercati importante in ambito nazionale. L’azienda, con 44 miliardi di dollari di vendite nel 2007 e che, secondo le cifre riguardanti il terzo trimestre del 2008 era sull’ottima strada per raggiungere il record delle vendite nel 2008, sembra star sfruttando l’opportunità fornita dalla crisi economica per giustificare i licenziamenti e il peggioramento delle condizioni del lavoro dei dipendenti restanti.Premetto che quello che posso fornire in proposito è solo un aneddoto, ma nella città in cui vivo, Upper Dublin (abitata da una borghesia medio-alta) a nord di Philadelphia, c’è un negozio chiamato Genuardi’s Family Market (una succursale della Safeway) che, stando alle informazioni fornite dagli impiegati, avrebbe licenziato alcuni cassieri e avrebbe ridotto drasticamente il numero di lavoratori che facevano il turno di notte, cioè le persone addette al rifornimento degli scaffali e allo scarico delle consegne a negozio chiuso. La direzione non ha preso queste decisioni in seguito a un calo delle vendite. Non c’è stato alcun calo. Forse la gente ha smesso di comprare macchine nuove, ma tutti continuano a comprare cibo, e oltretutto, se i ristoratori non riportano menzogne, la gente si concede sempre meno spesso di mangiare fuori, il che fa dedurre un aumento nell’aquisto di prodotti alimentari, non certo un calo. La direzione sta facendo tutti questi tagli solo perché sa che questa è l’occasione giusta per non doverne pagare le conseguenze.

I licenziamenti, nonostante il ritmo invariato degli affari, implicano che i cassieri debbano lavorare più sodo. Significa che il personale dipendente notturno, dimezzato, deve lavorare duramente il doppio. Ma essendo i posti di lavoro sempre più scarsi, quale scelta rimane loro? Se anche non gli dovessero piacere i ritmi accellerati, dove potrebbero spostarsi, considerato l’ambiente circostante? Allo stesso tempo, se il servizio peggiora, i clienti accetteranno il declino, riversando ogni possibile causa sulla crisi economica, senza accorgersi dell’assenza di valide giustificazioni per il taglio al personale avvenuto al supermercato.

La Temple University, uno dei più importanti istituti pubblici di Philadelphia, ha chiesto a tutti i suoi dipartimenti di applicare sostanziali tagli ai budget. Questo porterà inevitabilmente a tagli al personale docente e di supporto ai fini di un’istruzione di qualità. Eppure, qual è la giustificazione per tali drastiche misure? Il governatore ha inizialmente annunciato piani per tagliare le contribuzioni statali al budget annuale dell’università di alcuni milioni di dollari per l’anno successivo, ma il nuovo pacchetto di misure stimolatrici Economic Recovery Act include sostanziose borse per gli stati (inclusa la Pennsylvania), più che compensatrici dei suddetti tagli. Inoltre, tutte le università statali del paese, inclusa la Temple, stanno riscuotendo sempre più iscrizioni: tutti gli studenti i cui genitori non possono permettersi un’università privata si riversano sulle istituzioni pubbliche e tutti i lavoratori che rimangono senza lavoro colgono l’occasione della situazione economica stagnante per prendersi il tempo di andare all’università e ottenere dei titoli di studio. Questo implica sempre maggiori entrate per l’università. Oltretutto, le sovvenzioni allo studio sono state aumentate di molto nel pacchetto di misure di sostegno (incluse le borse Pell per gli studenti a basso reddito), il che significa sempre più fondi per le università pubbliche. I soldi potrebbero non essere più tanto abbondanti per le istituzioni come Temple, (mentre, come per la maggior parte delle istituzioni pubbliche, i poco rilevanti finanziamenti alle università non sono un contributo significativo al budget operativo, questi saranno certamente ridotti a causa del collasso del mercato), ma non saranno certo così pochi da mettere in crisi le istituzioni; anzi, potrebbero non essere diminuiti affatto.

Sarebbe comprensibile se stato e istituzioni locali considerassero licenziamenti o riduzioni degli stipendi e delle ore lavorative dei dipendenti pubblici, considerata la diminuzione repentina delle entrate derivate dalle imposte sulle vendite, sulla proprietà e sui redditi. Sarebbe certamente necessario per il settore automobilistico, che ha subito un vero e proprio crollo delle vendite. Negozi di lusso come Circuit City stanno fallendo. Ma non tutti i datori di lavoro sono giustificabili allo stesso modo. L’industria farmaceutica è ancora fiorente, mentre l’istruzione pubblica, la vendita al dettaglio di prodotti alimentari e l’industria energetica non hanno subito nessuna perdita.

Le critiche in relazione ai licenziamenti ingiustificati su scala nazionale da parte di aziende e datori di lavoro che mettevano a casa i loro dipendenti sono iniziate recentemente lo scorso trimestre, quando un certo Steve Korman, direttore generale di un’azienda privata di Philadelpia chiamata Korman Communities, criticò i dirigenti delle aziende per aver licenziato lavoratori senza che ce ne fosse strettamente bisogno. Korman si è detto turbato nel vedere il Direttore Generale della Pfizer Inc., Jeff Kinder, dire ad un programma televisivo che aveva in programma di licenziare 8000 dipendenti in previsione della fusione con la Wyeth, un’altra azienda farmaceutica. I licenziamenti non erano previsti poiché la Pfizer stava perdendo soldi o perché fosse in pessime condizioni economiche, bensì per aumentare i profitti. Korman, che possiede titoli alla Pfizer, prese a cuore la causa e spese $16,000 per pubblicare un annuncio sul Philadelphia Inquirer e sul New York Times dicendo che:

“Ho sentito dirigenti di molte aziende dire che l’eliminazione di migliaia di posti di lavoro avrebbe migliorato l’utile. Io stesso posseggo titoli in molte di queste aziende e preferirei realizzare minori profitti col rischio che anche i miei titoli scendano, a breve termine, piuttosto che affliggere le vite dei miei vicini e delle loro famiglie con i licenziamenti.”

“Per favore, aiutatemi a ricordare a tutti i Direttori Generali che non stiamo trattando solo numeri e profitti, ma con persone in carne ed ossa che hanno una famiglia e il bisogno di mantenere il loro lavoro.”

Korman ha mandato lettere personali dallo stesso contenuto a 16 aziende per cui è investitore, incluse Federal Express, Google, Cisco Systems, Caterpillar, General Electric, ExxonMobil, Kraft, Nokia, Intel, Johnson&Johnson, Apple, EMC, Chevron, DuPont, Coca-Cola, Oracle e Dow.

Se questo fenomeno è arrivato a turbare e smuovere un capitalista prominente quale Korman, è indiscutibilmente un problema di rilievo.

Tutte queste aziende che tagliano la forza lavoro e costringono i lavoratori rimasti a lavorare più duramente, istituzioni pubbliche come la Temple University e altre università che applicano tagli ai loro dipartimenti e incrementano il numero di studenti per classe, incuranti della fatica del personale docente restante, minano ogni stimolo che i contribuenti stanno fornendo nella cornice delle misure di sostegno dell’economia, peggiorando così, per assurdo, la recessione, per non menzionare lo spreco in sé delle spese per le misure anti-deficit.

Nessuno discuterebbe i licenziamenti di un’azienda le cui vendite collassano e le cui entrate sono inesistenti, ma il problema è che in molti casi questa situazione non riflette affatto la realtà di cui ci stiamo occupando.

Una delle ragioni per cui una tale ondata di licenziamenti nelle aziende e nelle istituzioni avviene in condizioni di mercato in grado di sopravvivere è semplicemente la totale mancanza o la debolezza dei sindacati. Lavoratori e datori di lavoro sono in maggioranza totalmente disorganizzati (i sindacati rappresentano solo l’8% dei dipendenti privati del paese) ed è facile per i manager diffondere paura e passività tra gli impiegati, il che rende più facile sbarazzarsene e costringere i rimanenti a lavorare più sodo. Inoltre, senza alcun contratto sindacale, i lavoratori possono fare ben poco per resistere contro i nuovi ritmi che potrebbero seriamente mettere a repentaglio la loro salute, la loro sicurezza e il loro benessere.

Solo una nuova militanza e un nuovo senso di solidarietà tra i lavoratori americani e una radicale rivitalizzazione del moribondo movimento sindacale può salvare la situazione che, altrimenti, non farà che peggiorare, considerato che l’economia continua ad affondare.

Dave Lindorff è un giornalista e colonnista basato a Philadelphia. Il suo ultimo libro è: “The Case for Impeachment” (St. Martin’s Press, 2006). Le sue opere sono disponibili su: www.thiscantbehappening.net

Titolo originale: “Many Employers Are Just Using the Recession to Stick it to Workers”

Fonte: http://informationclearinghouse.info
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19.02.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RAMONA RUGGERI

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