MELE, IPOCRISIA E MORALISMO AI DANNI DEL DEPUTATO PEONE

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DI MASSIMO FINI
Il Gazzettino

Questo Paese sta diventando di un’ipocrisia e di un moralismo ripugnanti. Sempre più lasco, di manica larghissima con i reati finanziari, tangentari, corruttori dei politici, per i quali si trova ogni volta una giustificazione, un bonus, un escamotage per tirarli fuori da quelli che vengono pudicamente chiamati i loro «guai giudiziari» (dal dimezzamento delle prescrizioni all’indulto, alla depenalizzazione di alcuni reati loro propri che in altri stati comportano pene decennali), sempre più feroce sui loro comportamenti privati. È quanto è successo al deputato dell’Udc, Cosimo Mele , letteralmente massacrato dai giornali e da molti dei suoi colleghi.

Cos’ha fatto costui? Ad una cena di amici ha incontrato una ragazza, una di quelle modelline che girano intorno al mondo dello spettacolo nel tentativo disperato di entrarvi e che non disdegnano di arrotondare i propri introiti con qualche prestazione extra, e se l’è portata in albergo dove i due sono stati successivamente raggiunti da un’altra. Ad un certo punto la ragazza si è sentita male per un melange di alcol, tranquillanti e probabilmente stupefacenti non si sa se assunti prima o durante l’improvvisato party. Si è dovuta chiamare l’autoambulanza e quindi tutta la vicenda è arrivata all’onore delle cronache.
Dove sono i reati? La prostituzione in Italia non è reato. Se un uomo vuole pagare una ragazza per andarci a letto e questa acconsente sono esclusivamente fatti loro. E anche se l’offerta di quattrini fosse partita dal deputato invece che proposta dalla ragazza (cosa comunque sempre difficilissima da chiarire in casi come questi) non si può parlare di “induzione alla prostituzione” altrimenti ogni rapporto mercenario (che può concretarsi non solo con la nuda chiarezza del denaro ma anche con un regalo, poniamo di un gioiello) diverrebbe reato. Il che, come si è detto, in Italia non è.

La ragazza è una che fa uso abituale di stupefacenti? In questo caso che responsabilità ha il Mele ? Od ogni volta che si va a una festa privata bisogna chiedere prima, a scanso di equivoci, l’esame del sangue di tutti quelli che vi partecipano? Ma poniamo pure che di droga si sia fatto uso in quel party in albergo e che alla ragazza gliel’abbia offerta proprio il Mele (gratuitamente com’è ovvio), dov’è il reato? La detenzione e l’uso personale di stupefacenti «in modica quantità» non è reato in Italia. Comunque, il Mele è stato iscritto nel registro degli indagati per un improbabile reato di “cessione di stupefacenti” (improbabile perché presuppone che la cessione sia a pagamento), un atto dovuto che è in ogni caso ancora molto lontano da un pur semplice “avviso di garanzia”.

Eppure tutti i conclamati “garantisti”, i cultori indefessi della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva e anche oltre (si veda il mesto cordoglio per le “dimissioni” di Previti, un deputato che doveva essere cacciato dalla Camera per via meramente burocratica un anno fa dopo la sentenza che lo ha condannato, fra l’altro, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, non essendo ammissibile che il Parlamento prendesse una decisione diversa ponendosi come un aberrante quarto grado di giudizio) si sono scatenati sulla facile preda (Mele non è Previti, è un peone). Il poveraccio è stato costretto a umilianti confessioni sulla sua vita intima. Si è andati a frugare nel suo privato e si è trovato che, ohibò, gli piace andare al casinò (anche giocare al casinò è diventato un reato?).

La vita privata dei nostri concittadini, là dove non sconfini in comportamenti illegali, non ci deve riguardare. E da questo punto di vista i parlamentari sono cittadini come gli altri, con le loro debolezze, le loro devianze sessuali, le loro perversioni. Devono invece, questo sì, rispettare le leggi fino all’ultima virgola, come tutti gli altri cittadini, e se le violano essere puniti, come gli altri. In Italia avviene invece il contrario.

È proprio dello Stato etico – contro cui tanto si è parlato, a sproposito, in questi anni – far coincidere il diritto con la morale. Oppure di uno Stato teocratico come l’Iran o talebano come l’Emirato del Mullah Omar. Sono scelte anch’esse possibili e rispettabili, con i loro vantaggi e i loro svantaggi. Ma uno Stato non può essere a metà laico e a metà talebano, come invece sta diventando il nostro. Perché ha solo gli svantaggi di entrambe le impostazioni.

Massimo Fini
Fonte: http://www.massimofini.it/
Uscito su “Il gazzettino” il 04/08/2007

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