L'UNESCO HA TOLTO BABILONIA DALLA LISTA DEI PATRIMONI DELL'UMANITA'

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Babilonia era la capitale della Mesopotamia, la pianura alluvionale tra l’Eufrate e il Tigri. Dopo la caduta dell’impero degli Assiri (612 a.C.), Babilonia divenne la capitale dell’antico Medio Oriente e il re Nabucodonosor abbellì la città con diversi edifici famosi. Anche quando l’impero Babilonese fu conquistato dal re persiano Ciro il Grande (539 a.C.), Babilonia rimase una splendida città. Alessandro il Grande e i re seleucidi rispettarono la città, ma dopo la seconda metà del secolo cominciò il suo declino.

La parola greca ‘Babylon’ deriva da Babillu, una parola molto antica in un linguaggio sconosciuto. Quando dei popoli che parlavano una lingua semita (Accadi o Amorrèi) penetrarono in Mesopotamia questi riconobbero le loro parole Bâb (“porta”) e ili (“dei”) e giunsero alla conclusione che quel posto fosse ‘la porta degli dei’. (Un’etimologia simile fu inventata per Arbela.)

Lo strato più remoto dell’architettura di Babilonia non può essere recuperato. La città era situata, così come oggi lo sono le sue rovine, sugli argini del fiume Eufrate, e i resti dell’antica città sono sotto il livello piezometrico. Tuttavia da fonti scritte sappiamo che la città diventò importante dopo la caduta dell’impero della terza dinastia di Ur, quando gli Amorrèi invasero la zona.

Nella prima metà del secondo millennio, specialmente durante il regno del re Hammurabi (1792-1750 a.C.) Babilonia divenne la capitale della Mesopotania, e, nonostante il potere politico babilonese nel millennio successivo avesse i suoi alti e bassi, Babilonia rimase la capitale culturale dell’antico Medio Oriente.


Uno dei risultati fu che Marduk, il dio della città di Babilonia, fino ad allora poco importante, guadagnò popolarità. Prese il posto del dio supremo sumero Enlil, acquisì molti dei suoi attributi, e divenne dunque il capo del pantheon. Il sincretismo è espresso nelle parole che descrivono Marduk come “l’enlil degli dei”, un’espressione che si potrebbe tradurre meglio come “presidente del consiglio degli dei”.

L’ Esagila, il famoso tempio di Marduk, ed Etemenanki, la sua zigurrat, erano considerati il fondamento del cielo sulla terra. Nel poema epico della creazione Enuma Elis, Babilonia è il centro dell’universo, un’idea che è contenuta (o parodiata?) nel racconto biblico della “torre di Babele”, nel quale dopo la confusione delle lingue il popolo si sparpaglia su tutto il mondo al di fuori di Babilonia.

La questione teologica che Babilonia fosse il centro del mondo, si rifletteva in diversi aspetti. Uno di questi era la celebrazione del nuovo anno (Akitu), durante la quale gli dei lasciavano le loro città, andavano in visita da Marduk e annnunciavano i loro piani per l’ anno nuovo. Molti quartieri di Babilonia ricevettero il nome di importanti città babilonesi (p.es. Eridu), come se Babilonia fosse una specie di microcosmo.

In quanto capitale culturale dell’ antico Medio Oriente, anche Babilonia che non aveva un forte potere politico era una città importante, e questo causò dei problemi ai re assiri, che la conquistarono nell’ottavo secolo a.C. A partire da di Tiglatpileser III (744-727 a.C.) i regnanti si nominarono re di Assiria e di Babilonia: legando la città al loro impero con un’ unione personale, volevano esprimere il loro rispetto per la civiltà, le istituzioni e la scienza babilonesi. Però sotto Marduk-apla-iddin (703 a.C.; il biblico Merodach Baladan) i Babilonesi si rivoltarono, e il re Sennaccherib saccheggiò la città, un atto di terribile empietà, perché ruppe l’”asse” tra cielo e terra. Gli abitanti di Babilonia furono deportati a Niniveh e il luogo fu abbandonato per un certo periodo.

Alla fine re Esarhaddon (680-669 a.C.) permise al popolo di ritornare. Un testo narra che gli dei avessero ordinato che Babilonia dovesse rimanere distrutta per settanta anni, ma che si fossero pentiti della loro severità, avessero capovolto le tavole del destino, e permesso al popolo di tornare dopo 11 anni (nel cuneiforme la relazione tra i numeri 70 e 11 è la stessa che c’è fra i nostri 6 e 9).

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Un nuovo modello per governare la città e i suoi dintorni fu ideato da Assurbanipal (668-631 a.C.), che nominò re suo fratello Samas-sum-ukin, ma anche lui si ribellò e Babilonia fu di nuovo conquistata. Un altro fratello fu nominato re di Babilonia, e nel 627, il re assiro inviò due dei suoi parenti come governatori. Questi furono espulsi da un generale Babilonese di nome Nabopolassar, che aveva combattuto nell’esercito assiro ma che ora iniziava il suo regno.

Secondo la cronaca babilonese conosciuta come ABC 2, fu riconosciuto re il 23 novembre 626 a.C. Sembra che questo sia stato l’inizio di una serie di insurrezioni contro gli Assiri. Nel 612 a.C. i Babilonesi e i Medi saccheggiarono Niniveh (testo), e Babilonia divenne la nuova capitale politica del Medio Oriente.

Il figlio di Nabopolassar, Nabucodonosor, regnò dal 604 al 562 a.C. e a lui si deve la ricostruzione della capitale come la città più bella del Medio Oriente. La famosa porta blu di Ishtar ne è un esempio. Altrove venne abbellito il palazzo reale, l’Etemenanki fu ricostruito, e sembra che in un luogo della città fosse stato creato un meraviglioso parco , diventato famoso come i “giardini pensili”. Gli archeologi finora non sono stati in grado di identificare questo monumento, una delle sette meraviglie del mondo antico, ma forse cambieranno le cose. Per ora gli studiosi credono che questo parco fosse a Niniveh o che sia solo una favola.

Nel 539 a.C. finì il breve periodo di supremazia politica babilonese. Il re persiano Ciro il Grande (559-530 a.C.) conquistò Babilonia (testi) e nominò suo figlio Cambise re di Babilonia. Come il re assiro, Ciro reputava Babilonia la capitale culturale, e cercò un modo per governare la città rispettando al contempo la sua importanza. Nelle iscrizioni reali achemenidi conosciute come il cilindro di Ciro, il conquistatore persiano è descritto come prescelto da Marduk, in altre parole come babilonese.

Le dinastie achemenidi successive trattarono Babilonia con lo stesso rispetto, nonostante ci fossero insurrezioni durante i regni di Dario I il Grande (da parte dei capi babilonesi Nidintu-bel e Arakha) e di Serse (da parte di Bel-shimanni e Samas-eriba). I racconti di autori greci (Erodoto di Alicarnasso e Arriano di Nicomedia) che Serse avesse punito Babilonia e avesse rimosso le statue vengono spesso male interpretati. Qualunque statua sia stata portata via, non era quella di Marduk; Nell’ Esagila il culto continuò e Babilonia rimase un centro importante nell’impero persiano. D’altro canto molti archivi babilonesi finiscono durante il regno di Serse, ed è possibile che quando conquistò Babilonia, la città fu saccheggiata.

Nel 331 a.C. il conquistatore macedone Alessandro Magno, che stava combattendo una guerra contro i persiani, conquistò Babilonia (testo). Più tardi intendeva far diventare la città la sua residenza, e ordinò molti progetti di costruzione come un grande porto fluviale, un teatro e la ricostruzione dell’ Etemenanki. Di queste attività di costruzione, riferite ad Esagila si parla in numerose fonti cuneiformi e continuano fino a pochi anni dopo il 280 a.C., quando Antioco, principe ereditario seleucida utilizzò i suoi elefanti per rimuovere i detriti (testo).

Nel frattempo però, il fondatore della dinastia seleucida Seleuco I Nicatore, ordinò la costruzione di una nuova città, Seleucia. Questa fu progettata come una città greca, e il principe ereditario Antioco fece insediare a Seleucia gli europei che erano stati lasciati a Babilonia (testo). Per più di un secolo Babilonia è rimasta una città prevalentemente babilonese. È stato solo con Antioco IV Epifanie (175-164 a.C.) che cominciò nuovamente una politica di colonizzazione greca a Babilonia.

In questo periodo, che cronache astronomiche ben conoscono, possiamo individuare nella città almeno 5 diversi gruppi di popolazioni, ognuna con le sue istituzioni amministrative:

1. I cittadini babilonesi originari, che erano rappresentati da un funzionario chiamato satammu, cioè il presidente del consiglio (kinistu) dell’ Esagila, il tempio di Marduk.
2. I cittadini greci (politai), sotto l’ autorità di un “governatore di Babilonia” o epistates. Si riunivano nel teatro.
3. Gli schiavi del re, guidati dal “prefetto del re”.
4. “Le genti della campagna”, menzionate nelle nostre fonti, e che probabilmente sono popolazioni indigene delle pianure.
5. Gli schiavi del tempio.

Una generazione dopo il tentativo di Antioco IV Epifanie di popolare Babilonia con europei, i Parti conquistarono Babilonia (141 a.C.). La città ne soffrì, ma rimase un importante centro di studio. Gli astronomi babilonesi per esempio, conosciuti come Caldei, continuarono a studiare il cielo e si continuò a celebrare la festa di Akito. Tuttavia sembra che sia cominciato il declino della città. Quando l’imperatore Romano Traiano invase Babilonia nel 116-117 a.C., rimase deluso dalle rovine.

Babilonia fu dissotterrata tra il 1899 e il 1917 da Robert Koldewey, un allievo del grande Heinrich Schliemann. Purtroppo però Koldewey doveva ancora identificare molte strutture utilizzando antiche fonti greche, come le storie di Erodoto di Alicarnasso e la storia persiana di Ctesia di Cnido. Dopotutto allora gli studi sulla scrittura cuneiforme erano solo agli inizi. Oggi sappiamo che questi autori non erano molto attendibili, ma tuttora l’affascinante Das wieder ertstehende Babylon di Koldewey è uno di quei libri che vanno letti.

Dopodichè ebbe inizio un certo disinteresse per i resti archeologici di Babilonia. Il British Museum possiede una collezione di quasi 130.000 tavolette cuneiformi che vengono pubblicate molto lentamente, cosa che è uno degli scandali accademici più eclatanti dell’epoca moderna.

Negli anni ’80 il dittatore iracheno Saddam Hussein ha ordinato dei lavori di ristrutturazione a Babilonia, che, però non sono stati eseguiti da archeologi o restauratori professionisti. I risultati sono stati disastrosi, ma il peggio doveva ancora venire: dopo la caduta del dittatore nel 2003, i soldati polacchi hanno usato il sito archeologico come base militare, Queste due calamità hanno costretto l’Unesco, l’organizzazione culturale delle Nazioni Unite, a cancellare Babilonia dalla Lista dei Patrimoni dell’ Umanità.

Fonte: www.iraq-war.ru
LinK:http://www.iraq-war.ru/article/46931
Da Crack_Smoke_Republican on: 18.04.2005

Traduzione per www.comedonchsciotte.org a cura di OLIMPIA BERTOLDINI

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