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La Redazione

 

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L’ORO E LA FINE DEL MONDO

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A cura di Bosque Primario
Il 1 Gennaio 2012
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Nel gioco della fantafinanza ci sarà qualcosa di vero ?

DI VALENTIN KATASONOV
Strategic-Culture.org

E ‘ da tanto tempo che negli Stati Uniti sia i membri del Congresso che la gente comune hanno cominciato a dubitare che sia rimasto ancora qualcosa, nei depositi ufficiali, dell’oro degli Stati Uniti, e se ci fosse ancora qualcosa, se questo qualcosa abbia a che fare con l’oro.

C’è stata una gran quantità di pubblicazioni nel mondo dei media durante il 2012 che hanno portato prove inconfutabili che il mercato mondiale è stato inondato di lingotti di tungsteno, materiale che ha la stessa densità e che viene utilizzato al posto del metallo giallo. C’è una gran quantità di indizi indiretti che possono provare che i banksters hanno messo le mani sulle riserve d’oro del Tesoro già molto tempo fa …

L’ultima volta che «i rappresentanti eletti degli Stati Uniti» hanno visto  con i loro occhi l’oro di Fort Knox (il più grande deposito di riserve ufficiali) fu agli inizi degli anni ‘ 50, quindi si tratta di sei dozzine di anni fa.  Nel 2012 su pressione del deputato Ron Paul, un critico irriducibile dei sistemi della Federal  Reserve, è stata presa la decisione di fare una audit sul contenuto presente oggi nei  depositi.

L’audit è stata appena fatta. Ma se ne sa molto poco.  Ci sono stati alcuni problemi per il caveau sotterraneo della Reserve Bank of di New York, a Manhattan.  Il processo ha coinvolto circa mezza dozzina di dipendenti della Zecca, dell’Ispettorato generale del Tesoro e della Fed di New York.  E ‘stato monitorato dai dipendenti del Government Accountability Office, il braccio investigativo del Congresso.

All’interno, c’è una scala circondata da 122 gabbie blu che contengono circa 530.000 lingotti d’oro – 34.021 dei quali appartengono allo Zio Sam (il resto appartiene ad altri paesi). Il gruppo ispettivo ha contato il tesoro nascosto degli Stati Uniti ed ha selezionato più di 350 barre da cui estrarre i campioni per l’analisi. L’audit è risultata troppo “selettiva”  e  solo uno dei cento campioni è stato controllato.  Ma la maggior parte della riserva d’oro è conservata in altri depositi,  come Ft. Knox, West Point e la zecca degli Stati Uniti a Denver. In questi tre posti si conserva  il 95% dei lingotti d’oro del paese. Personalmente non ho trovato nessuna informazione che possa confermare che il controllo ed i test siano avvenuti anche in quei depositi. Quindi il rapporto reale può essere non 1:100 (un lingotto  controllato ogni cento), ma piuttosto 1:1000 (un lingotto  controllato ogni mille).

E ‘abbastanza strano che tutta l’ispezione si sia ridotta a cercare  solo lingotti di tungsteno. Per scoprirne la lega sarebbero bastati gli ultrasuoni, senza dover trapanare i lingotti. L’intera riserva del  Tesoro avrebbe potuto essere rapidamente controllata con gli ultrasuoni,  per ridurre la spesa. A mio avviso, le autorità degli Stati Uniti hanno inscenato uno spettacolo che può durare decine di anni e costare un sacco di soldi (ogni volta che si fa un prelevo una parte si perde e poi ci sono tutte le spese burocratiche). A dirla tutta  la perforazione e gli ultrasuoni costituiscono una fase importante, ma non decisiva di una ispezione.  La cosa principale sarebbe la verifica dei documenti per comprendere esattamente quali e quante operazioni finanziarie e commerciali sono state fatte con quell’oro. Questa è la parte a cui nessuno fa nemmeno un accenno, nemmeno Ron Paul.

Ma ecco la domanda : “ Che cosa ha a che vedere questa audit  tanto «incompleta»  con la «fine del mondo»?  Dicono che lo spettacolo del test sui lingotti sia finito già la scorsa estate, senza che i risultati abbiano ancora visto la luce. Ma sui media americani è passato solo un flash  che diceva : «Il Dipartimento del Tesoro finora ha rifiutato di rivelare i risultati dell’ispezione, comunicando che i risultati saranno resi noti entro la fine dell’anno» … Diciamo che oggi non è gennaio 2013, ma è già la fine dell’anno, cioè dicembre 2012. Può significare qualcosa?

 ***

Molto è stato detto questo autunno sulla decisione della Germania di far rientrare sul suo territorio l’oro custodito all’estero. La Germania è il secondo paese al mondo per riserve in oro, con circa 3.400 tonnellate (3.396 per la precisione), per un valore stimato di  190 miliardi di dollari ai prezzi correnti. La maggior parte del «metallo giallo» è conservato all’estero, solo il 31% è rimasto nei depositi nazionali , mentre il 45% è depositato  negli Stati Uniti, il 13% – in Gran Bretagna e l’11%  in Francia. Il Bundestag ha sollevato la questione della restituzione dei fondi già lo scorso gennaio, ma inaspettatamente la richiesta ha sbattuto contro un muro di infuocata resistenza. C’è qualcuno che detesta l’idea della restituzione.

La Bundesbank, titolare ufficiale delle riserve auree, si è messa in prima linea nella difesa dell’oro, in quanto il Parlamento non aveva l’autorità sufficiente per fare avviare le procedure di rimpatrio.  Ma lo ha fatto con riluttanza solo dopo che la Corte federale tedesca ha preso la decisione e ha chiesto di fare una valutazione delle riserve depositate all’estero chiedendo che venissero rinviate in patria piccole parti del metallo per essere fuse e riportate a lingotti standard, in modo da testarne l’autenticità.  In tutto il piano prevede il rimpatrio di 150 tonnellate d’oro nei prossimi tre anni, per verificare la qualità e il peso dei lingotti.

Il Federal Reserve System, che conserva nei suoi caveaux l’oro nazionale americano, è diventata la seconda linea di resistenza per la Germania. In un primo momento il contrasto è stato verbale. Per esempio,  ci si è serviti della CNBC,  controllata dalla Fed Reserve, su cui  John Carney,  Senior Editor di  CNBC.com.  ha pubblicato un editoriale con una dichiarazione intrigante : «Non ha nessuna importanza se la Federal Reserve Bank di New York detenga in realtà ha l’oro della banca centrale tedesca, o se l’oro sia puro. Fino a quando la Fed dice di detenerlo, starà bene lì  e potrà servire per tutti gli scopi pratici per cui potrebbe essere utilizzato. Può essere venduto, prestato, utilizzato come garanzia, utilizzato per pagare debiti  e considerato lo stesso come capitale bancario, proprio la stessa cosa sia che esista che non esista ». Ha aggiunto: «Come ho già detto, per quasi tutti gli scopi immaginabili operativi, l’effettiva esistenza di oro a Fort Knox o nei caveaux sotto il quartier generale della F R B di Liberty Street a NY  è irrilevante. La contabilità è ciò che conta davvero qui.  Fino a quando la Fed afferma che la Bundesbank possiede X tonnellate di oro, la Bundesbank può agire proprio come se possedesse l’oro, anche se l’oro in qualche modo è stato inghiottito in un «buco nero- mangia-oro galattico» .  

E ancora:  «Sono sicuro che i funzionari della Bundesbank lo possono capire abbastanza bene, anche se la Corte dei Conti tedesca non ha fatto altrettanto. Non c’è niente da guadagnare se si controlla l’oro. Se l’oro sia tutto lì o se sia puro, non farebbe nessuna differenza dallo scoprire che non c’è nessun oro . Ma se l’oro non ci fosse, allora ne  potrebbe seguirne una catastrofe,  perché la fiducia nei depositi d’oro della  Central Bank svanirebbe istantaneamente ».

Il «rifiuto» ha reso impossibile per i tedeschi di sospendere le loro insistenti richieste per riavere indietro l’oro. Poi c’è stato chi ha allargato il campo delle congetture, parlando delle forze della natura, per esempio. Nel mese di ottobre di quest’anno la costa orientale degli Stati Uniti è stata colpita dall’uragano Sandy.  Anche New York ne è stata colpita. I cospirologi  hanno cominciato a supporre che  l’uragano fosse stato «artificiale», qualcuno ne avrebbe avuto bisogno, intendendo, per questo qualcuno,  il deposito sotterraneo della Federal Reserve Bank di New York a Manhattan che sarebbe stato l’ obiettivo principale da demolire, distruggere o allagare.

I resoconti dei media degli Stati Uniti su questa questione sono piuttosto confusi.  Per esempio, il Bail Daily, che fa parte dell’impero della CNBC, ha pubblicato il 30 ottobre 2012 : «In una conferenza stampa convocata in tutta fretta, il presidente della Fed Ben Bernanke ha annunciato,  lunedì  notte,  che una esplosione alla  Con Edison di New York ha completamente distrutto il deposito sotterraneo che contiene tutte le riserve auree tedesche, rendendo inutili così tutti i recenti tentativi  di rimpatriare l’oro … Jon Hilsenrath  del WSJ  ha dichiarato che le riserve d’oro non erano assicurate».

Al che, alcuni esperti hanno affermato che non c’è stato nessun uragano. I media,  controllati dalla Federal Reserve hanno creato una «information image» una fiction di calamità naturale. In realtà ci sono state raffiche miste a  vento forte e pioggia su New York, mentre l’uragano è infuriato altrove . Internet ha pubblicato le immagini più buffe riprodotte dagli americani per mostrare le forze della «natura selvaggia».  Secondo le informazioni ufficiali il bilancio delle vittime è arrivato a 13 negli Stati Uniti e in Canada. Provate a verificare questo dato, considerando che è coinvolto anche un altro paese!

Per fare un esempio, nella piccola città russa  di Krymsk il bilancio delle vittime di un disastro naturale è stato di 150-170 persone. Parlando dell’esplosione della Con Edison e di un paio di milioni di persone che sono rimaste senza energia elettrica, ci sono motivi validi per credere che sia stata una esplosione  «artificiale». Una specie di «mini- undici-settembre».

Peccato che non siano stati rivelati altri dettagli relativi al caveau di Manhattan. Neanche  la Federal Reserve ha mai fatto dichiarazioni tranquillizzanti, dicendo che tutto era a posto, che il caveau era stato riparato e che l’oro sarebbe stato restituito. Ignominioso silenzio. Nemmeno la Germania dice una parola. C’è una linea immaginaria tracciata nell’aria. A quanto pare Bernanke non ha alcuna intenzione di restituire ai tedeschi il loro oro. O, forse, non c’è più niente da restituire?

Abbiamo altre «calamità naturali» in vetrina? Qualcuno negli Stati Uniti sembra convinto che ci sia una regia dietro la rappresentazione di «disastri» di questo tipo.  Per esempio, l’undici settembre 2001. Anche questo evento può avere relazioni  indirette con la questione dell’oro tedesco,  come pure con  tutto l’oro detenuto nei caveaux della Federal Reserve di New York.

In primo luogo, dopo che sono crollate le torri del World Trade Twin Center, sono sparite alcune tonnellate d’ oro immagazzinate nei sotterranei ( ma erano di privati e non appartenevano a nessuna riserva di stato).

In secondo luogo, sono misteriosamente scomparsi, sotto i detriti,  anche alcuni documenti relativi a indagini su transazioni in oro illegali, fatte dalla Federal Reserve e dalla CIA .  Come risultato l’indagine è stata bloccata.

Infine, un anno dopo l’undici settembre 2001, il quotidiano tedesco Neue Zeitung Züricher  citò il leggendario miliardario americano Warren Edward Buffett che prediceva il primo attacco nucleare terroristico sul suolo degli Stati Uniti che doveva aver luogo nei successivi dieci anni. Entro il 2012, mancano solo pochi giorni!

Se un dispositivo nucleare dovesse colpire New York, allora l’oro diventerebbe radioattivo e la Germania perderebbe la voglia di riportarselo a casa. In questo modo la  previsione di Warren Buffet avrebbe una giustificazione .

La fine del mondo può diventare una realtà, se non per l’intera umanità, almeno, per i newyorkesi.  Vivere vicino alla Federal Reserve sta diventando pericoloso.

Fonte: Strategic-Culture.org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2012/12/24/gold-and-end-of-world.html
24.12.2012

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI

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