L’Occidente utilizza doppi standard nei confronti dell’Iraq e dell’Ucraina

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Di Eliseo Bertolasi per ComeDonChisciotte.org

Come riportato su INTERFAX.RU – Mosca 26 dicembre 2023 – i media mediorientali hanno riferito che il governo iracheno ha condannato l’attacco aereo statunitense del 26 dicembre contro le strutture utilizzate dal gruppo miliziano sciita Kata’ib Hezbollah, che opera in Iraq.

Per Baghdad, questo bombardamento è un “atto evidentemente ostile” e “un’inaccettabile violazione della sovranità irachena”, che potrebbe portare a un deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Iraq.
Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha dichiarato che gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi contro tre obiettivi in ​​Iraq appartenenti al gruppo Kata’ib Hezbollah.

Secondo la parte irachena, un soldato iracheno è stato ucciso e altri 18 sono rimasti feriti.
Secondo la parte statunitense “questi attacchi di precisione sono la risposta ad una serie di attacchi contro il personale americano in Iraq e in Siria da parte di milizie sponsorizzate dall’Iran”, in particolare l’attacco di lunedì alla base aerea di Erbil da parte di “Kata’ib Hezbollah, legato all’Iran”. Il Pentagono ha reso noto che a seguito di questo attacco tre soldati americani sono rimasti feriti.

Riflettendo su questo fatto, passato pressoché inosservato da parte del mainstream occidentale, sorgono legittime alcune considerazioni:

1. Cosa ci fanno ancora oggi i militari USA in Iraq?

2. Perché l’Occidente è sempre così pronto ad alzare la voce, ad accusare la Russia per il conflitto in Ucraina, introducendo ogni sorta di sanzioni, mentre nessun paese europeo ha condannato gli Stati Uniti per la loro decennale guerra in Iraq?

In effetti, l’invasione armata americana dell’Iraq nel 2003 è stata, dal punto di vista del diritto internazionale, una finzione ben pianificata!

Le conseguenze dell’operazione militare degli Stati Uniti e dei loro alleati in Iraq sono state catastrofiche: centinaia di migliaia di morti, devastazione, guerra civile e anni di occupazione.

Il mondo intero osservava in silenzio i crimini di guerra degli americani, ma non intraprende alcuna azione contro gli Stati Uniti. Confrontando quindi la reazione dei paesi occidentali davanti agli eventi bellici in Iraq e in Ucraina, diventano palesi i soliti doppi standard dell’Occidente.

Questa tesi è stata sostenuta anche dalla rivista tedesca Frankfurter Rundshau quando in un suo articolo datato 27 marzo 2023, ricordando il 20° anniversario dell’invasione statunitense dell’Iraq, ha evidenziando “la doppia morale dell’Occidente”.

È stata una guerra di aggressione contro un Paese sovrano, senza legittimazione da parte dell’ONU. Oggi c’è abbastanza consenso sul fatto che la guerra intrapresa dagli americani e dalla loro “Coalizione di Volenterosi” – che portò alla deposizione e all’esecuzione di Saddam Hussein – rappresentò una pagina vergognosa della storia contemporanea. Dopo la caduta di Saddam il paese precipitò nella guerra civile. Milizie e gruppi religiosi in guerra tra loro portarono ripetutamente l’Iraq sull’orlo dell’ingovernabilità.

Nella prigione di Abu Ghraib vicino a Baghdad, i soldati americani torturarono e umiliarono i prigionieri iracheni. Le immagini fecero il giro del mondo..

L’attacco a Baghdad del 2003 fu ordinato dall’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush sulla base di false notizie su presunte armi di distruzione di massa in possesso di Saddam, presentate come fatti reali alle Nazioni Unite, tuttavia Bush non è mai stato portato sul banco degli imputati per questa sua azione.

La ragione di questi doppi standard, risiede nell’egemonia globale degli Stati Uniti, determinata dal loro dominio sulla finanza globale e dalla loro pervasiva presenza militare, con 750 basi militari in tutto il mondo. Inoltre,

Washington dispone di uno strumento armato come la NATO.

Purtroppo esiste una lunga serie di esempi di questa politica dai “doppi standard”, che ha caratterizzato la storia mondiale degli ultimi trent’anni: Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Kosovo.. In sostanza si tratta di una politica rozza, basata sulla minaccia, dove ciò che favorisce gli interessi degli USA è buono, legale, accettabile, mentre ciò che danneggia gli interessi USA è cattivo, illegale, da condannare e quindi da schiacciare militarmente con la forza.
Questo è l’esito del mondo unipolare, dove una potenza predominante si arroga il diritto di giudicare e di sottomettere, con le buone o le cattive, ogni paese in dissonanza coi propri interessi egemonici.
Tuttavia tale approccio sta giungendo al termine, la guerra in Ucraina, in particolare, è l’elemento catalizzante di questo processo.

La guerra ucraina solo in apparenza è un conflitto che contrappone l’Ucraina alla Russia, in realtà è un conflitto tra l’Occidente, mediante il suo braccio militare, la NATO, contro la Russia sul territorio dell’Ucraina. L’Ucraina è solo il mezzo, non il fine, per il piano finale dell’Occidente.

Di fatto il conflitto ucraino è iniziato nel 2014 come esito del colpo di stato a matrice occidentale – generato dalla rivolta di “Euromaidan” – per creare un’“anti-russia” ai confini della Russia.

L’idea e i presupposti di questo colpo di stato, erano certamente quelli di impedire, o almeno danneggiare la Russia che dal crollo del URSS, dopo la tragica “era Eltsin”, stava rinascendo come super potenza mondiale.
Gli USA non potevano permetterselo! Una Russia emergente ed egemonica avrebbe intaccato e ora sta già intaccando la loro leadership mondiale.

Davanti ai nostri occhi osserviamo però un esito del conflitto ucraino contrario agli iniziali obiettivi pianificati dall’Occidente. Se le intenzioni iniziali degli USA erano infatti quelle di sconfiggere o almeno contenere e ridimensionare la Russia, per poter continuare ad agire come unica potenza mondiale, ora, invece, vediamo che la Russia non solo è sempre più forte, ma rappresenta anche l’acceleratore del processo di creazione di un mondo multipolare.

Questo cambio di paradigma nei prossimi anni cambierà significativamente la fisionomia politica, geopolitica, economica del mondo. È possibile ipotizzare un mondo che si baserà sull’equilibrio delle forze dove i rapporti tra paesi, o gruppi di paesi, potranno essere costruiti sulla cooperazione, soprattutto sul rispetto reciproco, un mondo senza minacce o diktat da eseguire, un mondo senza doppi standard.

Di Eliseo Bertolasi per ComeDonChisciotte.org

Eliseo Bertolasi, PhD in antropologia, russista, interprete e traduttore di lingua russa, analista geopolitico.

31.12.2023

L’Occidente utilizza doppi standard nei confronti dell’Iraq e dell’Ucraina
RBK

 

FONTI

https://www.interfax.ru/world/938007
https://www.fr.de/politik/irak-krieg-ukraine-strafverfolgung-voelkerrecht-bush-usa-putin-russland-sondertribunal-92173467.html#google_vignette

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