PARTE DI UN PIU’ AMPIO PIANO MILITARE E DI INTELLIGENCE ISRAELIANO
DI MICHEL CHOSSUDOVSKY
Globalresearch
I bombardamenti
aerei e l’invasione in corso a Gaza da parte delle forze di terra
israeliane deve essere analizzata in un contesto storico.
L’operazione “Piombo Fuso” è un’iniziativa accuratamente
pianificata, che è parte di un più ampio piano militare e di
intelligence formulato per la prima volta nel 2001 dal governo del
primo ministro
Ariel Sharon:
“Fonti dell’establishment
della difesa hanno dichiarato che il ministro della difesa Ehud
Barak ha ordinato alle Forze Aeree Israeliane di prepararsi per
l’operazione più di sei mesi fa, anche mentre Israele iniziava a
negoziare un accordo per il cessate il fuoco con Hamas”. (Barak Ravid,
Operation “Cast
Lead”: Israeli Air Force strike followed months of planning,
Haaretz, 27 dicembre 2008)
E’ stato Israele a
rompere la tregua il giorno delle elezioni presidenziali USA, il 4
novembre:
“Israele ha
utilizzato questa distrazione per rompere il cessate il fuoco tra se
stesso e Hamas bombardando la Striscia di Gaza. Israele ha preteso
che questa violazione del cessate il fuoco è stata per impedire a
Hamas di scavare gallerie fino al territorio israeliano.
Proprio il giorno
successivo, Israele ha lanciato un terrorizzante assedio di Gaza,
bloccando cibo, carburante, rifornimenti sanitari ed altri beni
indispensabili per “sottomettere” i palestinesi mentre allo stesso
tempo si impegnava in incursioni armate.
In risposta, a
Gaza Hamas ed altri sono ancora ricorsi a sparare primitivi,
artigianali e nel complesso imprecisi razzi in Israele. Durante i
sette anni passati, questi razzi sono stati responsabili della morte
di 17 israeliani. Nello stesso intervallo di tempo, gli assalti da
guerra lampo israeliani hanno ucciso migliaia di palestinesi,
attirando la protesta in tutto il mondo ma non trovando ascolto
all’ONU”.
(Shamus Cooke,
The Massacre in Palestine and the Threat of a Wider War, Global Research, dicembre 2008)
Disastro umanitario pianificato
L’8 dicembre, il vice segretario
di stato USA
John Negroponte era a
Tel Aviv per discussioni con le sue controparti israeliane, compreso
il direttore del Mossad, Meir Dagan.
L'”Operazione
Piombo Fuso” è stata cominciata due giorni dopo Natale. E’ stata
associata ad una campagna internazionale di pubbliche relazioni
accuratamente progettata sotto gli auspici del ministro degli esteri
di Israele.
I bersagli
militari di Hamas non sono l’obiettivo principale. L’operazione
“Piombo Fuso” è intesa, del tutto deliberatamente, a provocare
vittime civili.
Ciò con cui stiamo
trattando è un “disastro umanitario pianificato” a Gaza in un’area
urbana densamente popolata.
L’obiettivo a più
lungo termine di questo piano, come formulato dai funzionari
politici israeliani, è l’espulsione dei palestinesi dalle terre
palestinesi:
“Terrorizzare la
popolazione civile, garantendo la massima distruzione delle
proprietà e delle risorse culturali… La vita quotidiana dei
palestinesi deve essere resa insopportabile: dovrebbero essere
bloccati in città e villaggi, impediti ad esercitare una normale
vita economica, rimossi dai luoghi di lavoro, dalle scuole e dagli
ospedali. Questo incoraggerà l’emigrazione ed indebolirà la
resistenza a future espulsioni”.
Ur Shlonsky, citato da Ghali Hassan,
Gaza: The World’s
Largest Prison, Global Research, 2005)
“Operazione Vendetta Giustificata”
E’ stato raggiunto
un punto di svolta. L’operazione “Piombo Fuso” fa parte della più
ampia operazione militare e di intelligence iniziata nel 2001 al
principio del governo di
Ariel Sharon. E’ stato sotto l'”Operazione Vendetta Giustificata” di
Sharon che sono stati inizialmente utilizzati quegli aerei da caccia
F-16 per bombardare le città palestinesi.
L'”Operazione
Vendetta Giustificata” è stata presentata nel luglio del 2001 al
governo israeliano di
Ariel Sharon dal capo di stato maggiore dell’IDF Shaul
Mofaz, sotto il titolo “La distruzione dell’Autorità Palestinese ed
il disarmo di tutte le forze armate”.
“Lo scorso giugno
[2001] è
stato redatto un piano di contingenza, dal nome in codice di
Operazione Vendetta Giustificata, per rioccupare tutta la
Cisgiordania e forse la Striscia di Gaza al costo probabile di
“centinaia” di vittime israeliane”.
(Washington Times, 19 marzo 2002).
Secondo
Jane’s ‘Foreign Report’ (12 luglio 2001) l’esercito israeliano sotto
Sharon aveva aggiornato i suoi piani per un “assalto totale per
annientare l’autorità palestinese, estromettere Yasser Arafat ed
uccidere o detenere il suo esercito”.
“Giustificazione del Massacro”
La
“Giustificazione del Massacro” è stata una componente essenziale del
piano militare e di intelligence. L’uccisione di civili palestinesi
è stata giustificata su “basi umanitarie”. Le operazioni militari
israeliane sono state attentamente programmate per coincidere con
gli attacchi suicidi:
L’assalto verrebbe lanciato, a
discrezione del governo, dopo un grande attentato suicida in
Israele, che provochi molti morti e feriti, citando il massacro come
giustificazione.
(Tanya Reinhart,
Evil Unleashed,
Israel’s move to destroy the Palestinian Authority is a calculated
plan, long in the making, Global Research, dicembre 2001,
enfasi aggiunta)
Il Piano Dagan
Ci si è anche
riferiti all'”Operazione Vendetta Giustificata” come il “Piano Dagan”,
dal nome del generale (a riposo)
Meir Dagan, che attualmente dirige il Mossad, l’agenzia di
intelligence israeliana.
Il generale della
riserva
Meir Dagan era il consigliere per la sicurezza nazionale di Sharon
durante la campagna elettorale del 2000. A quanto pare il piano è
stato redatto prima dell’elezione di Sharon a primo ministro nel
febbraio del 2001. “Secondo Alex Fishman che scrive su Yediot Aharonot,
il Piano Dagan consisteva nel distruggere l’autorità palestinese e
mettere ‘fuori dal gioco’ Yasser Arafat”. (Ellis Shulman,
“Operation
Justified Vengeance”: a Secret Plan to Destroy the Palestinian
Authority, marzo 2001):
“Come riportato su
Foreign Report [Jane] e divulgato localmente da Maariv, il piano
d’invasione di Israele — secondo quanto riferito soprannominato
Vendetta
Giustificata
— verrebbe lanciato immediatamente in seguito al prossimo
attentato suicida ad alto numero di vittime, durerebbe circa un mese
e ci si aspetta che risulti nella morte di centinaia di israeliani e
migliaia di palestinesi. (Ibid, enfasi aggiunta)
Il “Piano Dagan”
prevedeva la cosiddetta “cantonizzazione” dei territori palestinesi
con cui la Cisgiordania e Gaza verrebbero tagliate fuori
completamente l’una dall’altra, con “governi” separati in ciascuno
dei territori. In base a questo scenario, già previsto nel 2001,
Israele:
“negozierebbe
separatamente con le forse palestinesi che sono dominanti in ciascun
territorio-forze palestinesi responsabili per la sicurezza,
l’intelligence ed anche per il
Tanzim (Fatah)”. Il piano quindi è molto rassomigliante all’idea di
“cantonizzazione” dei territori palestinesi, proposto da molti
ministeri”. Sylvain Cypel,
The infamous ‘Dagan
Plan’ Sharon’s plan for getting rid of Arafat, Le Monde,
17 dicembre 2001)
Il Piano Dagan ha
dimostrato la continuità nel piano militare e di intelligence. Come
risultato delle elezioni del 2000,
a Meir Dagan venne assegnato un ruolo chiave. “Divenne
l'”intermediario” di Sharon nelle questioni della sicurezza con gli
ambasciatori speciali del presidente Bush Zinni e Mitchell”. Fu
successivamente nominato direttore del Mossad dal primo ministro
Ariel Sharon nell’agosto del 2002. Nel periodo post Sharon, è
rimasto capo del Mossad. E’ stato riconfermato nella sua posizione
di direttore dell’intelligence israeliano dal primo ministro Ehud
Olmert nel giugno del 2008.
Meir Dagan, in coordinamento con le sue controparti USA, è stato
responsabile di diverse operazioni
militari e di intelligence. Vale
la pena notare che come giovane colonnello
Meir Dagan aveva operato da vicino al ministro della difesa Ariel
Sharon negli attacchi agli insediamenti palestinesi a Beirut nel
1982. Sotto molti aspetti, l’invasione terrestre di Gaza del 2009
porta una marcata somiglianza all’operazione militare del 1982
guidata da Sharon e Dagan.
Continuità: Da Sharon
a Olmert
E’ importante
mettere a fuoco molti eventi chiave che hanno preparato la strada
alle uccisioni di Gaza sotto l'”Operazione Piombo Fuso”:
1.
L’assassinio di Yasser Arafat nel novembre 2004. L’assassinio
era stato pianificato sin dal 1996 sotto l'”Operazione Campi di
Spine”. Secondo un documento dell’ottobre del 2000 “preparato dai
servizi di sicurezza, su richiesta dell’allora primo ministro Ehud Barak,
dichiarava che ‘Arafat, la persona, è una grave minaccia alla
sicurezza dello stato [di Israele] ed il danno che risulterà dalla
sua scomparsa è minore del danno provocato dalla sua esistenza’”. (Tanya Reinhart,
Evil Unleashed,
Israel’s move to destroy the Palestinian Authority is a calculated
plan, long in the making, Global Research, dicembre 2001.
Dettagli del documento sono stati pubblicati su Ma’ariv, 6 luglio 2001).
L’assassinio di
Arafat è stato ordinato nel 2003 dal gabinetto israeliano. E’ stato
approvato dagli USA che opposero il veto ad una Risoluzione di
Sicurezza delle Nazioni Unite che condannava la decisione del
gabinetto israeliano del 2003. Reagendo a moltiplicati attacchi
palestinesi, nell’agosto del 2003, il ministro della difesa
Shaul Mofaz dichiarò “guerra totale” ai militanti ai quali giurò
“marcati a morte”.
“A metà settembre,
il governo israeliano approvò una legge per sbarazzarsi di Arafat.
Il gabinetto politico per gli affari della sicurezza di Israele la
dichiarò “una decisione di rimuovere Arafat come un ostacolo alla
pace”. Mofaz minacciò: “sceglieremo il giusto modo ed il giusto
tempo per uccidere
Arafat”. Il ministro palestinese Saeb Erekat raccontò alla CNN che
pensava che Arafat sarebbe stato il prossimo bersaglio. La CNN
chiese al portavoce di Sharon Ra’anan Gissan se il voto significasse
l’espulsione di Arafat. Gissan chiarì: “Non significa questo. Oggi
il gabinetto ha deciso di rimuovere questo ostacolo. Il momento, il
metodo, i modi con i quali ciò avrà luogo saranno decisi
separatamente ed i servizi di sicurezza monitoreranno la situazione
e faranno le raccomandazioni sull’azione opportuna”. (Vedi
Trish Shuh, Road Map for a Decease Plan, www.mehrnews.com
9 novembre 2005).
L’assassinio di
Arafat faceva parte del Piano Dagan del 2001. Con ogni probabilità,
è stato eseguito dall’intelligence israeliana. Era inteso a
distruggere l’Autorità Palestinese, fomentare divisioni all’interno
di Fatah come pure tra Fatah e Hamas. Mahmoud Abbas è un quisling
palestinese. E’ stato installato come leader di Fatah, con
l’approvazione di Israele e degli USA, che finanziano le forze
paramilitari e di sicurezza dell’Autorità Palestinese.
2. La rimozione, in base agli ordini del primo ministro Ariel
Sharon nel 2005, di tutti gli insediamenti ebraici a Gaza. E’
stata trasferita una popolazione ebraica di 7.000 persone.
“E’ mia intenzione
[Sharon] di attuare un’evacuazione – scusate, un trasferimento – di
insediamenti che ci causano problemi e di luoghi che non terremo
comunque in un insediamento finale, come gli insediamenti di
Gaza…. Sto operando in base all’ipotesi che in futuro non vi sarà
nessun ebreo a Gaza”, ha dichiarato Sharon”. (CBC,
marzo 2004)
La questione delle
colonie a Gaza fu presentata come parte della “cartina stradale alla
pace” di
Washington. Celebrata come una “vittoria” dai palestinesi, questa
misura non era diretta contro i coloni ebrei. Proprio l’opposto: era
parte dell’operazione coperta complessiva, che consisteva nel
trasformare Gaza in un campo di concentramento. Finché i coloni
ebrei vivevano dentro Gaza, l’obiettivo di mantenere un grande
territorio prigione ostruito non poteva essere raggiunto.
L’esecuzione dell'”Operazione
Piombo Fuso” richiedeva “nessun ebreo a Gaza”.
3. La costruzione dell’ignobile Muro dell’Apartheid venne
decisa subito dopo l’inizio del governo Sharon.
4. La fase
successiva è stata la vittoria elettorale di Hamas nel gennaio del
2006. Senza Arafat, gli architetti militari e di intelligence
israeliani sapevano che Fatah sotto
Mahmoud Abbas avrebbe perduto le elezioni. Questo era parte dello
scenario, che era stato previsto ed analizzato bene in anticipo.
Con Hamas a capo
dell’autorità palestinese, utilizzando il pretesto che Hamas è
un’organizzazione terrorista, Israele avrebbe attuato il processo di
“cantonizzazione” come concepito in base al piano Dagan. Fatah sotto
Mahmoud Abbas sarebbe rimasta formalmente al comando della
Cisgiordania. Il puntualmente eletto governo Hamas sarebbe stato
confinato alla striscia di Gaza.
Attacco di terra
Il 3 gennaio, i
carri armati e la fanteria israeliani sono entrati a Gaza in una
offensiva terrestre totale:
“L’operazione di
terra è stata preceduta da diverse ore di fuoco dell’artiglieria
pesante a notte fatta, incendiando i bersagli in fiamme che sono
scoppiate nel cielo notturno.Il fuoco di mitragliatrice sferragliava
mentre proiettili traccianti luminosi balenavano nella notte
attraverso l’oscurità ed il fragore di centinaia di proiettili di
artiglieria mandava su lampi di fuoco”.
(AP, 3 gennaio 2009)
Fonti israeliane
hanno indicato un’operazione militare a lungo protratta nel tempo.
“Non sarà semplice e non sarà breve”, ha dichiarato il ministro
della difesa
Ehud Barak in un discorso alla TV.
Israele non sta
cercando di obbligare Hamas a “cooperare”. Ciò di cui ci stiamo
occupando è l’attuazione del “Piano Dagan” come inizialmente
formulato nel 2001, che richiedeva:
“un’invasione del territorio
controllato dai palestinesi da circa 30.000 soldati israeliani,
con la missione chiaramente definita di distruggere le
infrastrutture della leadership palestinese e raccogliere
l’armamento attualmente posseduto dalle diverse forze palestinesi ed
espellere o uccidere la loro leadership militare.
(Ellis Shulman, op cit, enfasi aggiunta)
Il più ampio
interrogativo è se Israele in consultazione con
Washington sia determinata a dare l’avvio ad una guerra più estesa.
L’espulsione di
massa potrebbe avvenire a qualche stadio successivo dell’invasione
terrestre, se gli israeliani dovessero aprire le frontiere di Gaza
per permettere l’esodo della popolazione. All’espulsione si riferiva
Ariel Sharon
come ad “una soluzione stile 1948”. Per Sharon “è necessario
solamente trovare un altro stato per i palestinesi. – ‘La Giordania
è Palestina’ – era la frase che Sharon aveva coniato”. (Tanya Reinhart, op cit)
Versione originale:
Michel Chossudovsky
Fonte: www.globalresearch.ca/
LInk: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=11606
4.01.2009
Versione italiana:
Fonte: http://freebooter.da.ru/
5.01.2009
Traduzione a cura di FREEBOOTER