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L'INIZIO DELLA FINE PER LE CASE FARMACEUTICHE ?

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A cura di Truman
Il 9 Marzo 2013
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DI TONY CARTALUCCI

Land Destroyer

La terapia genica minaccia di distruggere per sempre il profitto dei grandi dei farmaci, ma non senza combattere.

Immaginate di ricevere una diagnosi di cancro, di una patologia genetica o anche solo di un deterioramento legato all’età al mattino, di ricevere una singola iniezione la sera e di cominciare il vostro recupero la mattina successiva. Nessuna ricetta, nessun trattamento prolungato, nessuna scelta difficile tra situazione economica e miglioramento fisico. Questa è la promessa della terapia genica, una promessa già in parte in atto.
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Immagine: Uno dei metodi della terapia genica – prendere cellule umane, modificarle geneticamente e reinserirle nel corpo umano dove si replicano e portano avanti le loro nuove funzioni (Microsof Encarta Online Concise Encyclopedia)

La terapia genica consiste nell’identificare i geni non funzionanti, siano essi naturali o mutati per via del cancro o dell’età, e progettare un vettore capace di sostituire questi con una porzione nuova, funzionante e riparata del vostro codice genetico. Una volta introdotti, i geni corretti si replicano spazzando via quelli invecchiati, mutati o semplicemente non funzionanti. La tecnologia è una lama a doppio taglio comunque – e potrebbe essere usata per far del male quanto del bene. L’attenzione pubblica e il coinvolgimento nel campo emergente della genetica sono una necessità assoluta per assicurare che questa tecnologia venga usata a fin di bene anziché per generare un profitto o, ancora peggio, per aumentare morti e la disparità sociale.

Un’arma promettente ancora nelle mani di un nemico pericoloso

La prospettiva dell’usare i concetti della terapia genica per creare armi genetiche è stata citata nel report del Neo-Conservative Project for a New American Century’s (PNAC) nel 2000 intitolato “Ricostruendo le difese americane” . Il testo dichiara

“La proliferazione dei missili balistici e a lungo raggio e dei veicoli aerei senza personale renderà molto più semplice proiettare le capacità di offesa sul Pianeta. Le munizioni stesse diventeranno sempre più precise, mentre nuovi metodi di attacco – elettronici, “non letali” e biologici – diventeranno più largamente diffusi.
Anche se il processo richiederà diverse decadi per compiersi, l’arte della guerra in aria, terra e mare diventerà molto diversa da come la conosciamo oggi e il “combattimento” probabilmente si svolgerà su dimensioni diverse: nello spazio, nel “cyberspazio” e verosimilmente nel mondo dei microorganismi.
Forme avanzate di guerra biologica che possono “mirare” a genotipi specifici potrebbero trasformare questo tipo di guerra da regno del terrore a utile strumento politico.”

Questo documento del Settembre 2000 dichiara anche:

“Una strategia di trasformazione che cercasse solamente di ottenere la possibilità per gli U.S.A di poter proiettare potere militare fuori dai confini e che, per esempio, sacrificasse la presenza militare sarebbe in disaccordo con gli obbiettivi politici del Paese e metterebbe in pericolo i suoi alleati. Inoltre tale processo di trasformazione, anche se alfiere di un cambiamento rivoluzionario, richiederebbe tempi lunghi, a meno che non avvenga un evento catastrofico e catalizzatore – come un nuovo Pearl Harbor.”

Esattamente un anno dopo, gli Stati Uniti sperimenteranno “casualmente” un nuovo Pearl Harbour come descritto dai firmatari di questo report. Questo evento “catastrofico e catalizzatore”, per non dire conveniente, è stato l’attacco dell’11 Settembre 2001 al World Trade Center a New York e al Pentagono. Le “trasformazioni” descritte nel 2000 nel documento del PNAC hanno preso il via in rapida successione, compresi gli elementi di guerra nel cyberspazio ora scagliati contro nazioni come l’Iran.

I partner ideologici del PNAC all’American Enterprise Institute, e soprattutto Jon Entine, rappresentano la versione moderna degli eugenisti del periodo nazista e hanno firmato articoli inneggianti la rinascita di questa decaduta, razzista e pseudoscientifica disciplina gettando al tempo stesso le basi per rendere legittime politiche genospecifiche – guerra compresa. Quando sarà ora di presentare armi genetiche al pubblico, saranno quelli come Entine all’AEI a decidere i punti della discussione.

Entine è anche un instancabile supporter degli organismi geneticamente modificati (OGM), più nello specifico di prodotti avvelenati e pericolosi dei giganti dell’agricoltura come Monsanto e Syngenta. Il suo sito, “the genetic literacy project”, sta spianando la strada senza remore agli sforzi delle lobby dell’agricoltura – con il supporto finanziario delle stesse lobby. I suoi rapporti con l’università e le altre compagnie indicano che le sue intenzioni di abusare di questa tecnologia non sono solo i deliri di un singolo uomo, ma fanno parte di un’agenda istituzionalizzata per la quale lui è semplicemente portavoce.

Quando le menzogne arrivano da gente come Entine o altri accademici ben pagati, una popolazione ben attrezzata è in grado di capirlo subito. Una rete di laboratori comuni sempre meglio equipaggiati darebbe alla gente la possibilità di essere considerati dai giganti di questo ambiente e di combattere le loro violazioni dei diritti in termini di agricoltura e sanità. Sotto la luce della verità gente come Entine e quelli da lui rappresentati non potrebbe operare con l’impunità della quale ora gode.

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Immagine: Glybera – la prima terapia genica approvata nel mondo occidentale, potrebbe curare un raro quadro genetico che interessa il pancreas con un singolo trattamento. Non serve grande immaginazione per capire quale impatto avrebbe sui profitti delle case farmaceutiche, o quali misure queste prenderanno per proteggere i loro interessi. In ultima analisi questi trattamenti appartengono alle persone – non agli interessi privati e ai governi che li proteggono.

Esiste un’altra minaccia che va di pari passo alla promessa della terapia genica. Nel Novembre 2012 la prima terapia genica approvata nel mondo occidentale fece scalpore. Con il nome di Glybera e sviluppata da UniQure con sede ad Amsterdam, va a combattere una rara condizione genetica che colpisce il pancreas. Glybera potrebbe essere efficace per l’intera durata della vita, cioè potrebbe essere un trattamento risolutivo. Jorn Aldag, CEO di UniQure, propose al tempo una domanda: “come si fa a dare un prezzo a un trattamento simile?”

Nella realtà, la malattia è come una guerra. Una nazione non darebbe un prezzo alla sua sopravvivenza a fronte di un nemico minaccioso, e non dovrebbe neanche farlo per la sopravvivenza della sua popolazione a fronte di una malattia. Tra tutte le tematiche alle quali una nazione dovrebbe destinare i soldi pubblici, un’istituzione che producesse cure permanenti per malattie e deterioramenti dovuti all’età dovrebbe essere la prima. Un sistema sanitario insostenibile che brucia miliardi di dollari l’anno e che fa i conti con budget e qualità in discesa sarebbe profondamente trasformato da una simile iniziativa. Gli interessi privati sarebbero gli unici a perdere qualcosa, ma dato che questi interessi sono la spinta attuale per il destino umano abbiamo un indizio sul perché questa trasformazione non è nelle agende di nessuno.

Ancora una volta, l’ignoranza della popolazione fornisce l’oscurità che protegge questo racket e gli permette di andare avanti. Glybera è la prima terapia genica approvata e cura una condizione molto rara, ma molti altri trattamenti sono in fase di sperimentazione – comprese cure per l’emofilia e alcune neoplasie ematologiche. Questi lavori rivoluzionari dovrebbero essere al centro delle notizie sulla salute pubblica e dei dibattiti – così come dovrebbe esserlo il modo per deviare più risorse a queste ricerche alla luce dei grandi benefici a lungo termine che avranno su ogni singolo membro della società. L’espansione delle risorse umane necessarie a ricercare e sviluppare un nuovo sistema sanitario dovrebbe essere anch’essa un problema al centro del dibattito sulla salute pubblica. Ma non lo è.

Al contrario, problemi politici non legati alla sanità rappresentano il calcio della politica, usati per distrarre il pubblico da temi che potrebbero realmente cambiare tutto. Queste politiche non solo conservano i racket delle attuali case farmaceutiche ma aiutano ad espanderli insieme alle frodi finanziarie portate avanti dalle multinazionali delle assicurazioni.

Disarmare il nemico

La risposta non è aspettare che i politici e i media inizino ad interessarsi a questi argomenti – entrambe le categorie sono legate a partner che hanno grossi interessi finanziari nel perpetrare questo falso paradigma. Al contrario, la gente dovrebbe prendere in mano questi temi, decentralizzando sia il dibattito sulla salute pubblica sia la salute pubblica in quanto tale.
Il primo passo è educare noi stessi e il pubblico sia sulle promesse che sulle realtà attuali dei campi in espansione della genetica e della bioingegneria. Internet e le letture universitarie disponibili gratuitamente permettono oggi di avere un’infarinatura delle basi della genetica e della bioingegneria:

Introduction to Biology (MIT 2005)
Introduction to Bioengineering (MIT 2006)
Bioengineering 200 Lecture 1 (Berkeley 2011)

Con un tavolo, un lavandino e i normali attrezzi disponibili in una cucina quei piccoli gruppi che oggi già si ritrovano su Internet possono iniziare ad esplorare e ad educare gli altri sui temi della biologia e della genetica. Invitare professionisti a supervisionare esperimenti più complessi, o lezioni e dimostrazioni, così come fornire al pubblico opportunità di educazione potrebbero essere i passi successivi. Molte iniziative universitarie riguardano la bioingegneria. I team di lavoro richiedono però spazi per incontrarsi e portare avanti le ricerche, per progettare ed eseguire gli esperimenti. Un’ iniziativa comune per fornire agli studenti un posto simile potrebbe portare facilmente ad un laboratorio comune – aprendo le porte alla ben più grande comunità degli entusiasti del fai da te.

Video: Genspace è un laboratorio comune che si trova a New York. Fornisce un modello da seguire per le altre comunità – un modello sia responsabile sia alfiere di implicazioni immense, dato che porta le persone a interagire con le basi della scienza e della tecnologia. Mentre molti si preoccupano per una tecnologia simile nelle mani di gente comune, i biologi fai da te probabilmente prenderanno la forma della rete – dove le persone problematiche sono la minoranza e i loro danni facilmente riparati da un numero crescente di soggetti informati e capaci.

Proprio come le stampanti 3D e altre forme sempre più competitive per creare strumenti stanno prendendo piede negli spazi creati da varie iniziative comunitarie, la tecnologia biomedica diventerà sempre più alla portata di tutti e facile da usare. Diventa importante quindi avere le risorse umane locali e le infrastrutture come supporto e leva per questa tecnologia in vista del miglior interesse delle persone – e non solo delle istituzioni.

Educare noi stessi e gli altri, così come creare spazi comuni per sviluppare e implementare biotecnologie potrebbe sembrare un piccolo passo da fare; eppure comunità simili in America e in giro per il mondo avrebbero un impatto profondo sia sul dibattito riguardo la salute pubblica sia sulla salute pubblica in generale. Incoraggerebbe una ventata di trasparenza su una disciplina al momento monopolizzata e fraintesa.

Le grandi case farmaceutiche e perfino aziende come IBM e Google che attualmente cercano vie per depistare la salute pubblica non potrebbero più nascondersi nell’ombra dell’ignoranza pubblica e perpetrare un approccio monetario, insostenibile e inumano sulla salute. Tutti quanti meritano le migliori cure possibili – e questo può essere vero solo tramite un’innovazione tecnologica costruita su solide basi gettate da una società informata, produttiva ed interessata. Le politiche attuali sembrano disegnate per ottenere esattamente l’opposto, lasciando la società cieca ed ignorante guidata da un’elite totalitaria.

Un intero esercito di persone come Entine è piegato agli interessi privati e non nasconde l’intenzione di monopolizzare e abusare della bioingegneria come mezzo per fare profitto e guerra. Diversamente dai proiettili, le armi genetiche hanno la capacità di cambiare permanentemente e profondamente il vero e ultimo significato di essere umani. Queste armi monopolizzanti hanno la possibilità di spazzarci via interamente, o di trasformarci in qualcosa di totalmente inumano o, come Bertrand Russell disse:

“Gradualmente, tramite selezione forzata, le differenze congenite tra i regnanti e i regnati aumenteranno fino a farli diventare praticamente specie diverse. Una rivolta del popolo a quel punto sarebbe improbabile tanto quanto un’insurrezione di pecore contro la pratica di mangiarne la carne”
“The Impact of Science on Society (.pdf)” by Bertrand Russell, page 51 (page 29 of .pdf)

All’epoca di Russell l’ingegneria genetica, cioè una selezione forzata istantanea, non era una possibilità reale, ma le sue parole indicano che tra l’elite dei governanti esiste una motivazione per ottenere disparità. Oggi quella stessa elite ha in mano gli strumenti per ottenere il suo scopo nell’arco di una sola generazione. Abbiamo la capacità di rompere questo monopolio e di rimpiazzare la disuguaglianza con uno spettro pieno di potere decentrando le infrastrutture dalla più mondana delle questioni fino allo stato dell’arte della tecnologia.

Rivendicare il progresso umano e tecnologico e innovare grazie alla localizzazione è forse la battaglia più importante del nostro tempo, una di quelle che lascerà il suo vincitore in vetta e per sempre.

Tony Cartalucci
Fonte: http://landdestroyer.blogspot.it
Link: http://landdestroyer.blogspot.it/2012/12/on-cusp-of-ending-big-pharma.html

28.12.2012

Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di SEBASTIANO SENO

NB I numerosi link presenti nella versione originale sono stati omessi

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