DI AMBROSE EVANS PRITCHARD
telegraph.co.uk
Se il Fondo Monetario Internazionale e i suoi co-cospiratori al Tesoro desiderano scoraggiare i votanti indecisi dal simpatizzare con il Brexit con me hanno di certo fallito.
Avendo ascoltato le loro irritanti lezioni, io sono più incline ad optare per la diffidenza, dal momento che la loro maschera di obiettività è caduta. Non possono più esserci dubbi che per l’autodeterminazione democratica in questo paese si stanno facendo il loro gioco.
Il Fondo tradisce le regole del gioco al punto 8 del proprio articolo IV con conclusioni sull’ economia del Regno Unito. Dice che “il costo delle assicurazioni in caso di default inglese è raddoppiato (per quanto a partire da un basso livello iniziale)”. Qualsiasi persona normale che non segue i mercati dei derivati lo interpreterebbe come un serio avviso degli investitori mondiali.
Lagarde avvisa sul Brexit: “minore valutazione, minore crescita, e prezzi maggiori”. Si il prezzo dei Credit Default Swaps a 5 anni (ndt: operazioni finanziarie per assicurare i rischi di fallimento, per maggiori informazioni vedi CDS (https://it.wikipedia.org/wiki/Credit_default_swap) per il debito del Regno Unito è saltato da 17 a 37 dalla fine dell’anno scorso. Ma il FMI evita di menzionare che è cresciuto da 15 a 33 in Svizzera, da 26 a 43 in Francia e da 45 a 65 in Corea.
Il salto non ha quasi niente a che fare con il Brexit e il FMI lo sa bene. Il francese ha un’espressione che Christine Lagarde deve conoscere bene: ils font feu de tout le bois (ndt: in francese nel testo originale, letteralmente: “fanno un fuoco di tutto il bosco”).
Il suo proprio mentore nel FMI e a lungo capo economista, Olivier Blanchard, mi ha detto il mese passato che non c’era rischio alcuno dei crisi di titoli di stato, o di aste a vuoto, di un improvviso stop di qualsiasi tipo. “Ci finanzieremo con più difficoltà dopo il Brexit? Gli investitori guarderanno al governo inglese come a uno più a rischio? Non penso proprio” ha detto.
Il Professor Blanchard, che ha recentemente rassegnato le dimissioni dal Fondo ed è libero di dire ciò che pensa, afferma che può esserci un prezzo da pagare per il Brexit ma è impossibile calcolarlo.
“Il costo dell’uscita non sarà senza soluzione di continuità e l’incertezza continuerà per lungo tempo. Imprese incerte se collocare una fabbrica nel Regno Unito o nel Continente aspetteranno. Gli investimenti cadranno”. Ma dice anche che una sterlina più debole in qualche modo attutirebbe l’effetto della caduta.
Quindi fissati questo in mente quando analizzi la dichiarazione dell’articolo IV con il suo mix di precisione e attenta vaghezza sui supposti danni del Brexit.
Il colpo varia tra l’1,5 e il 9,5% del PIL. Nota i decimali. L’intervallo dipende da se é “alla Svizzera, alla Norvegese o alla WTO” dice Lagarde.
Forse è rozzo notare che il FMI ha completamente mancato la crisi della finanza mondiale ed era accecato quando gli USA sono caduti in recessione nel novembre 2007. Lo staff del Fondo stava ancora predicendo verdi colline a perdita d’occhio, anche quando la più nera delle tempeste era sopra di loro.
Il FMI ha mal giudicato l’orribile fattore moltiplicativo fiscale in Grecia.
Le sue previsioni per la Grecia sono state sbagliate ogni singolo anno dopo il salvataggio dell’Euro e del sistema bancario nordeuropeo nel 2010, ovvero il, altrimenti noto con qualche crudele gioco di parole, bail-out greco.
Il discorso originale era che l’economia greca si sarebbe contratta del 2,6% nel 2010 per poi riprendersi in fretta. Quello che è invece accaduto (come previsto dal rappresentante indiano del FMI) è stato il più grande spettacolare collasso di un’economia sviluppata nel dopoguerra.
La produzione alla fine è caduta del 26% dal momento del picco. A suo credito il FMI ha comunque ammesso in seguito di aver mal giudicato il fattore moltiplicativo fiscale.
Non voglio denigrare il Fondo. Rimane una grande istituzione. Io uso sempre le sue ricerche nel mio lavoro. Ma in questa occasione è stato mal usato a fini politici.
La sua analisi parte dall’ipotesi fissa che l’UE sarebbe sempre pronta a dettare legge su tutto dopo la perdita della sua seconda economia e prima potenza militare. Dichiara che qualsiasi nuovo commercio con l’Inghilterra richiederebbe accordo unanime di tutti i paesi europei, aumentando “considerevoli rischi politici”.
Questo è vero in senso stretto, ma potrebbe rovesciarglisi addosso. Se uno qualsiasi di questi paesi tentasse di rovinare le relazioni commerciali della Germania con l’Inghilterra, avvelenerebbe dall’interno la chimica dell’Unione stessa.
Altrettanto vero se tentassero di impedire un amichevole accordo che Olanda, Danimarca, Svezia o Finlandia potrebbero desiderare per ragioni di affinità culturale e democratica, o un accordo in cui Polonia e i Paesi Baltici stabiliscano dolorosamente la necessità di assicurarsi che i ragazzi inglesi continueranno a morire volentieri per Danzica, tanto per dire, a sostegno dell’Alleanza Atlantica.
Se i paesi confinanti con la Russia facessero dei passi seriamente dannosi per l’Inghilterra, garantirebbero la distruzione della NATO che importerebbe più che qualche punto accademico riguardo le politiche commerciali. Si, ci sono capitali nell’EU che vorrebbero il gioco duro. Si romperebbero l’intero tempio europeo sulle loro teste se ci provassero.
Secondo il mio punto di vista il ministro delle finanze italiano Carlo Padoan era vicino alla verità questa settimana avvertendo che il Brexit potrebbe mettere in moto forze centrifughe, rischiando la disintegrazione del blocco. Sarebbe ancora più importante per l’EU comportarsi con criterio.
Sia come sia, in tutto questo parlare di commerci c’è qualcosa di disonesto. Il FMI dice che gli accordi commerciali britannici con 60 paesi extra-UE -ora sotto l’egida europea- salterebbero automaticamente e dovrebbero essere rinegoziati. Loro sanno bene che questa è una fandonia. Questi accordi potrebbero essere facilmente mutati secondo il “presupposto di continuità” garantito da leggi internazionali. Quello di cui hanno bisogno é firmare un documento di continuità, una procedura amministrativa.
Come sottolinea Richard North del referendum sull’UE varianti di questa procedura sono state fatte ripetutamente: dopo il “divorzio di velluto” tra Repubblica Ceca e Slovacca, dopo la rottura della Jugoslavia, o nelle transizioni post coloniali.
Tornerò più approfonditamente su questo tema nei prossimi giorni, ma quello che è chiaro è che il disastroso esito presentato in successione dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il Tesoro, l’OCSE, la Banca di Inghilterra, e il FMI accadrebbe solo se i paesi leader del mondo scegliessero attivamente di provocare lo scompiglio che hanno dichiarato.
Possono esserci motivi convincenti affinché l’Inghilterra resti nell’UE ma non hanno niente a che fare con le stupidate dichiarate oggi dal FMI. Quindi porta altrove il tuo ciarpame Madame Lagarde.
Ambrose Evans Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
Link: http://www.telegraph.co.uk/business/2016/05/13/imf-meddling-on-brexit-is-scandalous-skulduggery/
13.05.2016
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da PAOLOG