DI PAUL CRAIG ROBERTS
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La copertura unilaterale e propagandistica delle elezioni iraniane da parte dei media statunitensi ha trasformato il candidato perdente, Mousavi, in un eroe americano.
C’è da restare a bocca aperta, e domandarsi se qualcuno dei giornali nazionali o dei membri del governo ricorda ancora che Mir-Hossein Mousavi, primo ministro della Repubblica islamica iraniana dal 1981 al 1989 (il decennio successivo alla caduta del governo fantoccio americano ad opera di Khomeini), fu definito il Macellaio di Beirut e venne considerato la testa pensante dei sanguinosi attacchi contro l’ambasciata americana e la base dei marine nella capitale libanese all’epoca dell’amministrazione Reagan , che fece a pezzi 241 marine, soldati e marinai.
Come ha scritto Jeff Stein in CQ Politics del 22 giugno 2009, Mousavi “aveva scelto personalmente come uomo di punta per la campagna terroristica a Beirut Ali Akbar Mohtashemi-pur, che diresse la cellula terroristica responsabile degli attentati”.
Nella foto: L’allora primo ministro Mir-Hossein Mousavi a Ankara, Turchia nel 1985
Secondo l’ammiraglio a riposo James Lyons, all’epoca vicecapo delle Operazioni navali, la National Security Agency disponeva di una registrazione sull’ambasciatore iraniano in Libano. L’ammiraglio ha dichiarato a Jeff Stein che “l’ambasciatore iraniano aveva ricevuto istruzioni dal Ministro degli esteri di scegliere vari obiettivi tra il personale statunitense nel paese, e soprattutto di condurre un’azione spettacolare contro i Marine”.
Stein afferma che Lyons “considerava Mousavi responsabile anche del camion bomba usato nel 1988 contro la base della flotta navale statunitense a Napoli”.
Bob Baer, all’epoca responsabile della CIA per il Medio oriente, afferma che Mousavi “discusse direttamente con Imad Mughniyah”, che organizzò entrambi gli attacchi.
Sono tutti fatti evaporati dalla memoria comune. I media e il governo statunitensi hanno trasformato Mousavi, il sanguinario macellaio dei militari americani, in colui che potrebbe liberare l’Iran dalla teocrazia.
Solo negli USA e tra i personaggi del profetico libro di George Orwell, 1984, possiamo trovare una tale ignoranza dei cittadini.
Ogni giorno negli Stati Uniti, o se vogliamo in Oceania (una delle tre potenze mondiali nel romanzo di Orwell, di cui faceva parte il continente nordamericano. NdT), constatiamo il crescente potere dei tre slogan del Grande Fratello: LA GUERRA È PACE, LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ, L’IGNORANZA È FORZA.
Dall’ignoranza nasce la forza per trasformare in eroe Mousavi, il terrorista nemico degli USA.
Dalla libertà nasce la protezione offerta dall’essere costantemente spiati, senza più i rischi della privacy che potrebbe impedire al Grande Fratello di scoprire un qualche complotto terroristico. E questo ci porta dalla libertà alla schiavitù di essere in stato di detenzione perpetua senza prove a carico. L’habeas corpus si è trasformato nel nemico della libertà, perché c’impedisce di essere protetti dai terroristi.
Il 23 giugno il Grande Fratello Obama, nel solco della tradizione dei Grandi Fratelli Bush e Cheney, ha dichiarato che Oceania e il “mondo intero” erano “sconvolti e indignati” per i violenti sforzi dell’Iran di porre fine alle proteste alimentate dalle interferenze straniere nelle elezioni del paese. Nel frattempo, Oceania porta avanti le sue guerre in Iraq, Afghanistan e Pakistan, uccidendo gente a destra e a manca, e si prepara a portare la pace in Iran. Nessuno si scandalizza per queste violenze: la guerra è pace, e chi non combatte le guerre non può elargire la pace. La pace si ottiene quando l’egemonia del Grande Fratello si estende su quelle regioni che non si rendono conto che la Guerra è Pace, la Libertà è Schiavitù, l’Ignoranza è Forza.
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“Il volto del Grande Fratello parve però indugiare per diversi secondi sullo schermo, come se l’impatto che aveva esercitato sulle pupille dei presenti fosse troppo intenso per poter essere eliminato all’improvviso. La donna dai capelli color sabbia, allungandosi al di sopra del sedile che aveva davanti, tese le braccia verso lo schermo e mosse le labbra in un tremulo bisbiglio nel quale parve di poter distinguere le parole “Mio Salvatore!”, dopodiché nascose il volto tra le mani. Era chiaro che stava pregando.
“In quel momento tutti intonarono una sorta di salmodia lenta, ritmata, solenne: Grande Fratello, Grande Fratello, Grande Fratello!”, incessantemente, lentamente, con una lunga pausa tra la G e la F, un murmure sordo e in un certo senso selvaggio, nel cui fondo sembrava di udire il battito cadenzato di piedi nudi e le vibrazioni dei tam-tam. Continuarono a cantare per quasi trenta secondi, seguendo un rituale che si ripeteva quasi tutte le volte in cui l’emozione si faceva particolarmente forte. Si trattava in parte di un inno alla saggezza e alla maestà del Grande Fratello, ma soprattutto di un atto di autoipnosi, di un volontario ottundimento della coscienza, raggiunto per mezzo del ritmo” [ 1984]
Il volontario ottundimento della coscienza, raggiunto per mezzo del ritmo, riassume in modo perfetto la funzione del Ministro della Verità di Oceania.
Quanto manca agli Americani prima che Grande Fratello e il Ministro della Verità diano vita allo Psicoreato?
“Che scrivesse o meno ABBASSO IL GRANDE FRATELLO! non faceva alcuna differenza. La Psicopolizia lo avrebbe preso lo stesso. Aveva commesso quel reato fondamentale che conteneva dentro di sé tutti gli altri. Psicoreato, lo chiamavano”.
In America, i neoconservatori i neoconservatori hanno creato comitati di controllo dei Psicoreati tra i professori. I membri del mondo accademico che si allontanano dalla loro linea, o la rimettono in discussione, sono additati e sottoposti a campagne denigratorie: la carriera di Sami Al-Arian, un docente di scienza informatica della Florida University, è stata distrutta dal Dipartimento della giustizia [sic!] statunitense perché aveva difeso il punto di vista palestinese.
L’operazione di spionaggio accademico dei neoconservatori è stata rilanciata da Dennis C. Blair, direttore della National Intelligence. Su CounterPunch del 23 giugno
, David Price segnala che Blair ha annunciato piani per addestrare funzionari dello spionaggio, la cui identità e attività saranno celate ai docenti e agli amministratori, destinati a condurre operazioni segrete nelle aule universitarie.
Ecco avverarsi le profezie di Orwell: pensare in modo indipendente sta rapidamente diventando un grave Psicoreato. Winston Smith era l’unico, tra gli schiavi del Grande Fratello, capace di un pensiero indipendente, ma il crimine venne scoperto e punito.
Già adesso vediamo che i media nazionali sono incapaci di pensare in modo autonomo, e anche nel mondo universitario, dove le carriere dipendono dall’elargizione dei fondi statali, l’indipendenza di giudizio è quasi scomparsa. E non la troviamo certo nei think tanks, che servono gl’interessi dei donatori. Negli USA il pensiero indipendente si sta velocemente trasformando in un atto anti-americano, e di conseguenza in un atto terroristico.
Il gergo giornalistico opera incessantemente per drogare e trasformare la realtà. Le nuove generazioni, nate nel nuovo sistema, non percepiscono la differenza, e non hanno quindi bisogno di essere messe a tacere. Quando le generazioni più vecchie saranno scomparse, la verità sarà qualsiasi cosa dica il Grande Fratello.
Paul Craig Roberts [contattatelo via email ] è stato assistente nella segreteria del ministero del tesoro durante il primo mandato del presidente Reagan. È stato coeditore del Wall Street Journal. Ha ottenuto numerosi incarichi accademici (tra l’altro la William E. Simon Chair, Center for Strategic and International Studies, Georgetown University,e la Senior Research Fellow, Hoover Institution, Stanford University), ed è stato insignito della Legione d’onore dal Presidente francese Francois Mitterrand. Ha scritto Supply-Side Revolution : An Insider’s Account of Policymaking in Washington ; Alienation and the Soviet Economy e Meltdown: Inside the Soviet Economy , ed è coautore con Lawrence M. Stratton di The Tyranny of Good Intentions : How Prosecutors and Bureaucrats Are Trampling the Constitution in the Name of Justice
Fonte: http://onlinejournal.com/
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_4842.shtml
25.06.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO PAPPALARDO
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