LETTERA A PAOLO BARNARD

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DI HS
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Gentile signor Barnard ,

mi concedo di darLe del Lei , perché non ci conosciamo personalmente anche se , devo confessarLe di aver molto apprezzato il sui libro “Perché ci odiano” che , succintamente ma puntualmente , mostrava come il terrorismo peggiore venisse e venga , oggi come in passato , praticato dalle peggiori potenze e superpotenze (USA , Gran Bretagna , Russia e Israele). Ho seguito , poi , con attenzione , che le dispute ingaggiate con Travaglio e Ostellino sull’ultima operazione militare israeliana e la Sua “travagliata” – perdoni il gioco di parole – battaglia con i cosiddetti paladini dell’Antisistema. A questo punto dovrei presentarmi , ma non ho molto da esibirLe : sono vicino alla quarantina , abito a Milano e collaboro liberamente e a puro titolo personale con il sito Come donchisciotte per il quale scrivo articoli su vari argomenti firmandomi con lo pseudonimo HS. Come scrittore dilettante non sono granchè , ma sono affetto da una logorrea di penna che compensa la mia proverbiale laconicità. Sono stato etichettato come complottista , ma di questo non mi lamento : ad ognuno la sua etichetta.
Ho letto su Comedonchisciotte il Suo ultimo ultimo post nel quale ha ribadito ancora una volta come , in realtà , i pretesi paladini dell’Antisistema (Travaglio , Grillo , Stella , ecc…) non facciano un autentico lavoro politico , ma sfruttino l’allergia e il risentimento nei confronti della politica e dei politici italiani a proprio personale profitto. Economico , s’intende…

Nella foto: Paolo BarnardL’attività politica – giustamente ricorda – richiede sforzo , pazienza , serietà e un pizzico di sacrificio , la lenta , sfiancante ricerca di un consenso difficile come può essere in un paese come il nostro ove nichilismo , qualunquismo e apatia politica sono sempre in agguato. In linea di massima sono d’accordo con Lei e condivido il suo post al 95%. E’indubbio che nell’editoria , in televisione e anche sulla rete con il “fenomeno Grillo” si sia imposta un’industria dell’indignazione e della denuncia a buon mercato che riscuote un certo successo. Questo settore dell’industria culturale , dell’informazione e dello spettacolo ha sempre sfornato i suoi prodotti e avuto un suo pubblico che solo recentemente , però , ha risposto in massa a quelle sollecitazioni polemiche. E’ un’industria che annovera figure disparate : aspiranti politici , giornalisti e altri professionisti dell’informazione , scrittori , uomini di spettacolo , comici… Comici… La diffusa opinione , almeno fino a qualche tempo fa , che i comici dovessero supplire con la satira alle mancanze dei politici la dice molto ma molto lunga sul grado di serietà raggiunto dal nostro paese. Come se non bastasse la nutrita schiera di saltimbanchi che affolla il Parlamento ! Abbiamo pure un’europarlamentare che ha partecipato alla manifestazione canora sanremese… Chissà quanto deve essere impegnata ! A qualcuno , che pure si sarà lasciato sfuggire il giudizio circa una funzione propedeutica alla politica della comicità , sarà pure venuto in mente che , se si assiste ad uno spettacolo comico , al di là del contenuto “politico” , è per farsi soprattutto quattro risate ! Una mestierante della comicità che sembra prendersi molto sul serio pare essere Sabina Guzzanti , spesso eccessivamente ed inutilmente aggressiva… Nella sua compostezza il fratello , Corrado , ha mostrato di essere molto più consapevole del proprio ruolo ammettendo che la satira ha inciso esattamente al grado zero sulle vicende politiche italiane. Quando verrà in mente che , se Berlusconi qualche volta si incazza , non è perché si fanno battute e caricature sulla sua insigne persona , ma , invece , per il fatto di toccare dei nervi scoperti che si tendono al solo accenno del suo misterioso passato ? Permetta , signor Barnard , una piccola nota di colore , poco seria e un pochino stonata , giusto per addolcire un clima che poco giova alla salute complessiva della mente e del corpo. Si ricorda di quel che accadde qualche mese or sono ? L’esibizione boccaccesca di Sabina Guzzanti sulle presunte boccaccesche esibizioni del Ministro Carfagna ? Ricorda come fu difesa dal padre che , pure , politicamente , è distane dalla figlia , il quale tuonò severo contro la “puttanizzazione” della politica ? Paolo Guzzanti , quello della Commissione Mithrokin e di Scaramella , la vittima del polonio , ricorda ? Allora urge una domanda : ma chi è più comico ? Siamo sicuri che in famiglia qualcuno non abbia sbagliato mestiere ? Dopo una sana risata non può che subentrare una dolente tristezza ad ascoltare certi discorsi. Per quanto riguarda la questione della “puttanizzazione” non si capisce lo scandalo : in una società da sempre machista e dominata dall’uomo è sempre una delle non molte frecce all’arco della donna. L’arma della notte dei tempi… La disgrazia si presenta quando in Parlamento vanno le oche giulive e starnazzanti al posto delle donne intelligenti. Ah ! C’è la questione dei meriti , ma con il sesso maschile non è proprio la meritocrazia a dominare…
Mi perdoni , signor Barnard , è la mia logorrea di penna e Le tocca sopportarmi…

Il caso di Grillo , come ho avuto già modo di specificare , è evidentemente diverso : il “grillo sparlante” ha , in parte , trovato la gallina dalle uova d’oro e , in parte , si prende maledettamente sul serio. Gode al contatto con il pubblico , si sente un leader , sia pure virtuale. Personalmente ho apprezzato il comico genovese quando faceva opera di divulgazione sullo sviluppo sostenibile in tempi non sospetti e i suoi bersagli non erano affatto scontati , poi gli è presa la smania di fare il paladino dell’Antipolitica… Ne è scaturito un nuovo Grillo , sempre più scontato e sempre meno comico. Anche la sua coerenza non è delle qualità migliori : dopo che per anni si è esibito sfasciando PC e attaccando la rete , si è convertito e la sua conversione è stata… fruttifera.
Anche le liste civiche “grilline” , con il marchio di garanzia ! , si sono rivelate come un mezzo “virtuale” di atutopromozione e tutt’alpiù un’operazione di fiancheggiamento a Di Pietro. D’altronde molti dei professionisti dell’”Antisistema” , come li chiama Lei , sono parecchio vicini , almeno per quanto attiene le posizioni “politiche” all’insegna del “legalitarismo” , con l’ex giudice di Mani Pulite , il quale ha puntato tutto sull’immagine radicalmente antiberlusconiana. Di sostanza o di pura forma ? Mah !

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Se lo guarda bene come sicuramente le è capitato , signor Barnard , è tutto un fottuto spettacolo in cui tutto si confonde e viene confuso , tutto viene sminuito e triturato per perderne la reale dimensione. Si confondono pure e si ribaltano i ruoli : un Travaglio può diventare molto più comico di un Grillo. Sono sicuro che , sempre nei legittimi confini delle sue opinioni politiche , Marco Travaglio fosse un ottimo allievo del maestro Montanelli che si è votato all’informazione – denuncia per affiancare e difendere il suo mentore il quale ha abbandonato il Cavaliere alla sua avventura politica sbattendo la porta. Per il buon Indro , ricordiamolo , Berlusconi avrebbe governato “con la corruzione , con la menzogna e con il manganello”. Disgraziatamente aveva ragione e non deve stupire perché il Cavaliere è stato per anni il suo editore , lo frequentava e conosceva benissimo le sue convinzioni politiche. A parer mio Travaglio costituisce l’emblema lampante di quel successo che finisce per divorare. Un tempo onesto e misconosciuto ai più operatore dell’informazione , Travaglio ha conosciuto il successo con il libro “L’odore dei soldi” , un colpo di fortuna grazie all’apporto della televisione perché già da quasi un decennio gli scaffali dedicati alla saggistica politica e all’attualità presentavano alcuni corrosivi titoli contro il Cavaliere. Da allora Marco Travaglio è stato un ospite assiduo di talk show televisivi , ha sfornato libri in quantità industriale – e dovrebbe rivelarci come fa ! – ed è una presenza fissa nel programma di Santoro , un altro “dipietrista” e “grillino” illustre. Il nostro è “sbarcato” pure a teatro dove ci diletta con i suoi spettacoli civili. Diciamocelo francamente , signor Barnard , come resistere alle lusinghe del successo , costruito sull’edificazione di un personaggio che , volentieri , si finisce per recitare. Siamo nella società dello spettacolo , dove lo spettacolo , come un circo itinerante , non si risparmia tappe. Lo spettacolo non cerca condivisione , approvazione o confronto , ma l’applauso e a Travaglio , comprensibilmente , gli applausi piacciono… Politica , informazione , spettacolo frullate per il gradimento del pubblico , non del cittadino. Signor Barnard , è evidente che non c’è nessuna pretesa di fare politica come Lei la intende , come si dovrebbe intendere… Ci sono gli uomini di spettacolo , i pagliacci , i saltimbanchi che , né più , né meno , si esibiscono per la modica cifra per cui sono stati pagati. A volte sono bravi , altre volte no… Ci sono i professionisti dell’informazione che , magari , godono di prestigio e fama , ma non si sognerebbero mai di misurarsi con la politica : è altro , il loro mestiere e non sono giornalisti militanti. Ci sono figure di confine come Grillo…
Ci sono gli Stella e i Rizzo che confezionano operazioni di successo per sganciare dalla responsabilità dei politici altrui responsabilità (i libri sono targati RCS e qualcosa vorrà pure dire…)…

Capisco , però… A questo punto quello che giustamente La irrita non è tanto il successo di persone che , più che fare politica , speculano sulla politica , ma che la gente che Le scrive , quella che Le rinfaccia di essere troppo malevolo nei confronti dei paladini e dei professionisti dell’Antisistema non ascoltino i suoi argomenti. Che ci vuoLe fare ? Non dedichi troppo tempo a leggere questi post , li cestini… Le faccio una confessione : sa perché ho scelto come pseudonimo HS ? Probabilmente non gliene importa nulla , ma io glielo dico lo stesso. HS sta per HelterSkelter , niente però a che vedere con i delitti sanguinari di Bel Air e con Charles Manson. Il riferimento è il titolo di una canzone “psichedelica” di Manson , ma non nel senso inteso dal delirante Manson. Ritengo che spesso , troppo spesso , le discussioni siano come un giro sull’ottovolante. Evoluzioni , giravolte , voli pindarici e poi… al punto di partenza , ognuno attestato sull’identica posizione da cui si era avviato. Spesso ci attardiamo in inutili giri di parole per scoprire che , alfine , nulla è cambiato e ognuno ha mantenuto la sua opinione sull’argomento. Questo non significa che non ci debba essere confronto. La disputa sulle idee può essere molto utile , ma , innanzitutto , occorre un linguaggio comune perché sia veramente costruttiva. Se non sono risse verbali si tratta molto frequentemente di monologhi che si sovrappongono. E poi chi ha veramente ragione ? Non sempre è chiaro… A volte è meglio deporre la penna o la lingua e… ognuno per la sua strada , con una stretta di mano se possibile. Signor Barnard , a me spiace che Lei si faccia il sangue amaro. La gente o se ne frega , o è intenta ad altro , o non ha coraggio ed energie , o partecipa ad inutili convegni , o si lascia coinvolgere in feste di piazza e altri inutili spettacoli… I motivi dell’amarezza di quello che , per certi versi , ha le caratteristiche di un accorato sfogo sono più che comprensibili , ma non Le sembra di disegnare prospettive troppo , oserei dire , ambiziose ? Se davvero il popolo italiano è fondamentalmente come Lei lo descrive , allora non sarebbe meglio ridimensionare propositi e aspettative ? C’è da stare veramente male se si sferrano tremende capocciate contro i mulini a vento. Ma poi è così sicuro che da centinaia di anni i popoli sono in grado di cambiare e di determinare il corso della Storia – quella con la S maiuscola – ? Le vere rivoluzioni , quelle che hanno influenzato e tracciato il corso degli anni a venire , sono state quella scientifica e quella industriale , in una sola parola : tecnologica. Per certi versi i sommovimenti politici , civili , religiosi , morali , ecc… che hanno sconvolto gli anni a venire sono state un portato , un lascito dell’evoluzione tecnologica. Ma guardiamo solo al secolo scorso per identificare le rivoluzioni politiche che ne hanno scosso la Storia. Non sono molte , anzi… Sono piuttosto pochine…

La rivoluzione sovietica in Russia e quelle comuniste in Cina e a Cuba , la rivoluzione islamista e khomeinista iraniana a cui possiamo tranquillamente aggiungere quella non violenta ghandiana in India e , purtroppo , quella nazista e hitleriana in Germania che mischiava in una miscela distruttiva e delirante elementi reazionari e di modernità. Il fascismo italiano , invece , doveva fare troppo i conti con la monarchia e i preti e con altri poteri (Confindustria e agrari) per poter permettersi il lusso di essere autenticamente rivoluzionario. L’Occidente intero , poi , a partire dagli anni Sessanta è stato investito dal cambiamento che ha condotto dal capitalismo al neocapitalismo , dall’industriale al postindustriale , dal moderno al postmoderno , cambiamento che giunge fino a noi per i suoi effetti. Il boom economico e le sua conseguenze politiche , morali e culturali non hanno coinvolto solo l’Italia , ma USA innanzitutto , Inghilterra , Germania , Francia , ecc… La crescita economica e il cosiddetto “benessere” hanno imposto un modello sociale fondato sull’individualismo , sul consumismo e sull’edonismo. Un mutamento che veniva esportato dal paese a stelle e strisce , il capofila del “mondo libero”. La cosiddetta “società dello spettacolo” che ingloba in sé rappresentazione , evasione , intrattenimento e divertimento con parecchie strizzatine d’occhio ai giovani e al “giovanilismo” , rappresenta un corollario della società neocapitalista , postindustriale e postmoderna. Per qualche verso lo spettacolo si incarica della funzione di “banalizzare” ogni discorso politico e , per altri versi , di insinuare l’indifferenza per la politica. Il trionfo del disimpegno… Nei totalitarismo europei degli anni Trenta – Quaranta (nazismo hitleriano , bolscevismo staliniano e fascismo mussoliniano) l’intento era quasi opposto : politica era l’irregimentazione delle masse e questa a sua volta era , in sé , spettacolo. In ogni caso quel che sembra bandita , oggi come ieri , è la testa pensante e , quindi , autenticamente “politica”.

Nei suoi “Scritti corsari” il grande poeta Pasolini l’aveva intuito ed aveva anticipato i tempi , ma nel periodo in cui intensi erano ancora gli strascichi sessantottini e postsessantottini , non venne compreso. Se per le destre era un “frocio” e un “comunista” , quindi persona sgradita e da eliminare come , di fatto , avvenne e nella maniera più orribile , per le sinistre esprimeva concetti e opinioni antimoderne e , quindi , era “fuori”. Pasolini ebbe , poi , l’intuizione che altri fossero , in Italia e fuori dall’Italia , i poteri che contavano e contano ancor oggi. Poteri fondamentalmente economici e finanziari piuttosto che politici. Nelle descrizioni contenute nei suoi articoli i vecchi democristiani si aggiravano come fantasmi nelle stanze del Potere che conservavano non per volontà propria. Non dovrebbe stupire se si sia ipotizzato che fra le pagine di “Petrolio” , strano romanzo incompiuto in cui , finalmente , quel Potere invisibile prende forma , risiedano le ragioni della morte del poeta – scrittore – regista. Per il cambiamento a cui si stava sottoponendo l’Italia e il popolo italiano aveva coniato l’espressione di “rivoluzione antropologica” , quindi culturale , di destra. Non trovando termini migliori , non poteva far altro che scrivere di “nuovo fascismo” , ben comprendendo in che cosa si differenziasse dal vecchio ormai giunto al capolinea con il declino inarrestabile delle dittature iberiche e di quella greca. Per Pasolini l’edonismo e l’ansia appropriativa non potevano che produrre l’esito di una violenza sempre più incontrollata di cui soprattutto i giovani sarebbero stati autori e vittime al contempo. Tutti sanno poi quel che accadde nel paese…
Fu vera rivoluzione ? A mio avviso autentici sommovimenti rivoluzionari , scosse telluriche di massa furono quelle precedentemente enumerate , perché , appunto coinvolgevano le popolazioni, Poco importa , poi , se fossero più o meno buone o sanguinarie e se fossero dirette da leaders politici e partiti. Erano , comunque , autenticamente politiche… Mi permetta di far ricorso ad una metafora : è precisamente come se , ad una corrente molto forte se ne opponesse un’altra che , opposta , si fa più potente ancora e finisce per domare ed imbrigliare l’altra. La corrente opposta rappresenta esattamente il movimento di massa.

Ora , quel che è accaduto dagli anni Sessanta ad oggi è esattamente l’opposto : è il trionfo della corrente “altra” , quella che ci ha trascinato e sommerso. Abbiamo assistito ad un’onda molto ma molto lunga : l’accumulazione , il trionfo del capitale finanziario , il neoliberismo selvaggio con le privatizzazioni e lo smantellamento del welfare , la “zero tolerance” , ecc… Questo rappresenta tutto quello che , poi , avremmo ricondotto alla semantica contenuta nella parola “globalizzazione” , il sistema mondiale interdipendente dominato dal capitalismo selvaggio e nelle mani delle grandi corporations e delle maggiori multinazionali che , sia sa , sono nelle salde mani americane od occidentali prevalentemente. Lo stesso crollo di un colosso di argilla come l’impero sovietico e l’inserimento dell’est europeo nel sistema “globale” non è che parte di quella onda lunga.
Lei cita i grandi cambiamenti di cui sono stati capaci gli altri popoli e che noi , per mancanza di autostima , possiamo forse solo immaginare. Se dò ancora un’occhiata al passato per scorgere gli epocali cambiamenti , ho paura che dovrei andare molto indietro nel tempo. Mi spiace per Lei , ma l’amministrazione Reagan , di cui Bush jr. ha fornito una versione più agguerrita e aggressiva , faceva semplicemente parte della corrente che le descrivevo. Il neoliberismo di Reagan come quello del premier britannico Thatcher costituivano la traduzione pratica di principi che negli anni immediatamente precedenti erano stati enunciati un documento della Trilateral , la quale sotto certi aspetti fu fonte di ispirazione per la P2 , e che si rifacevano a concetti espressi da filosofi come Hayek o “libertari” come Nozick. Idee politico – economiche , dunque , maturate in potenti e precisi circoli finanziari e “massonici”. Una clava calata dall’alto… La corrente… Come ricorderà il premier britannico Thatcher aveva lanciato una sorta di slogan “TINA : there is no alternative”. Ed è tutto detto… In questa corrente di esprimeva una forte allergia per la partecipazione politica delle masse che rappresentava l’aspetto indesiderato dei movimenti degli anni Sessanta. Il reaganismo , come poi il bushismo , condensava neoconservatorismo , il neoliberismo “alla Trilateral” e il tradizionale anticomunismo viscerale dei falchi americani. L’elemento populista era fatto per imbrigliare le masse , per mobilitarle su pochi precisi obiettivi , non per stimolarne la voglia di cambiamento. E bisogna pur ricordare come i mass media , l’informazione e il mondo dello spettacolo entrarono proprio a partire da quegli anni in maniera decisamente massiccia per “addormentare” i cervelli. Non può essere un caso se sia il documento della Trilateral che quello della P2 attribuivano un ruolo di primo piano ai mass media nell’attuazione dei loro progetti e se la Nuova Destra si è dimostrata più accorta nello sfruttamento degli espedienti “spettacolari”.

Siamo belli e pronti a scagliarci contro i propositi di creare un sistema bipartitico in Italia , come , ancora era contemplato nel piano piduista , ma dovremmo pure ricordarci che il progetto non cambia se si guarda agli altri partner occidentali. Abbiamo , così , assistito all’epoca della fine delle ideologie – in realtà il trionfo di una sola – , alla conversione delle destre “stataliste” al verbo neoliberista e alla quasi contemporanea mutazione antropologica dei partiti di sinistra depurati da ogni forma di socialismo , ormai accolto a livello “nominale” e alla transizione dai partiti di massa ai partiti pigliatutto , partiti “mercato” che , come giganteschi comitati elettorali , si contendono un elettorato omologato e “cetimedizzato”. Il progetto della contrapposizione “lib/lab” o “con/dem” di matrice molto americana ed anglosassone. Altra schiuma sull’onda…

Per quel che riguarda Obama , il fatto che sia stato eletto un Presidente nero in USA è sicuramente un evento storico , ma aspettiamo di vedere… Intanto è la Crisi che lo costringe ad agire , non potrebbe far altro , ma conviene essere cauti sul carattere “rivoluzionario” di Obama e del suo seguito. Intanto , da dove viene questa gran voglia di cambiamento del popolo americano ? Da una crisi che sta gettando sul lastrico milioni di americani e da una guerra che , oltre ad aver causato molte perdite fra le file dell’esercito americano , il Presidente uscente non ha saputo vincere. Bush jr. ha fatto molti danni… Bush jr. non ha saputo affrontare la Crisi , non ha vinto la guerra e , giustamente , se n’è andato. Dimentichiamo , però , che il Presidente Bush jr. è stato rieletto con un buon margine di vantaggio nel 2004 e più di otto anni non poteva fare. Evidentemente buona parte del popolo americano condivideva la sua politica che , ricordiamolo , era improntata sulla cosiddetta “guerra al terrore” e sulla pesante compressione dei diritti civili , umani e costituzionali e quella parte che non condivideva per la gran parte è stata zitta. Avrebbe meritato l’impeachment , ma si dovrà accontentare dell’oblio , Bush jr. intendo. Non crediamo , allora , che gli altri popoli siano così predisposti al cambiamento rispetto al nostro. Non ricordo grandi e rivoluzionari cambiamenti in Occidente da che io sono nato se non quella lunga e sotterranea onda , quella corrente… Gli americani , poi , non sono così eccezionali. L’opposizione alla guerra vietnamita diventò veramente di massa e non fatto che riguardava minoranze di giovani solo quando era chiaro che quel conflitto era stato irrimediabilmente perduto e che il Presidente Nixon diventava sempre più debole ed impopolare. Con Bush jr. è accaduto qualcosa di simile. Ci sono aspetti che investono vasti territori degli USA che rimangono deleteri e sopravvivono come se fossero immutabili. Si pensi al diritto che viene rivendicato da molti di possedere ed usare armi , diritto che non c’entra più nulla con la pretesa “opporsi alla tirannia”. Proliferano le lobbies delle armi , molto potenti e le associazioni di cittadini armati. Pure la questione razziale , con tutti i cambiamenti importanti a cui si è assistito , non è stata completamente risolta. In aggiunta la tendenza a non votare presente in una vasta fascia della popolazione – anche se , indubbiamente , alle ultime elezioni presidenziali questa tendenza è stata ribaltata – se esprime un malessere diffuso , non è , però , il frutto di uno spirito positivo nei confronti della politica in generale.

Per converso , signor Barnard , lo sa qual è stato l’evento , fra tutti i paesi occidentali , che più si è avvicinato a qualcosa che assomigliasse ad una rivoluzione ? La “rivoluzione” giudiziaria di Mani Pulite fra il 1992 e il 1994 in Italia… Lo so… Già storce la bocca e , a ragione , ribatte che quella non fu una vera rivoluzione , ma , il ricambio generazionale di classe dirigente e politica che non poteva aver luogo in nessun altra forma in un sistema bloccato come quello italiano. Non posso che darLe ragione , da noi il cambiamento prende le grottesche sembianze del Gattopardo. Dopo aver “adorato” il Duce , al momento opportuno molti hanno smesso la camicia nera per indossare quella bianca o quella rossa ; molti fra quelli che a Milano avevano “mangiato” al banchetto dei socialisti craxiani hanno poi lanciato monetine su Craxi e sono transitati nella Lega o nel partito di Berlusconi , ex amico del leader del Garofano e ancor oggi , se si presentasse l’occasione , se la stella finisse di brillare non solo sul cielo dei Berlusconi , dei Fini e dei Bossi , ma anche su quello dei D’Alema , dei Veltroni e dei Rutelli , molti ne approfitterebbero per puro interesse. Alcune cose , poi , non tornano sulla “rivoluzione” giudiziaria : fin da subito godette non solo di ampio consenso , ma di una stampa favorevole quasi unanime. Era , forse , diffusa la premura di sbarazzarsi di una classe politica ormai vecchia , corrotta , screditata , impopolare e inservibile ? E’ seguita , così , la normalizzazione paradossalmente di segno berlusconiano , ma l’Italia non è migliorata… Molti di coloro che si sono formati e sono cresciuti in seno alla Prima Repubblica , si sono trasferiti , armi e bagagli , nella Seconda : ex democristiani ed ex socialisti , postcomunisti e postfascisti , ecc…

Chi ci governa oggi non era solo il grandissimo amico e socio di Craxi , ma anche il finanziatore e propalatore di fondi per tutto l’arco costituzionale e oltre… No , decisamente non è un bell’esempio di rivoluzione , però… però bisognerà pure ammettere , e non è poco , che quegli anni spazzarono via in un amen DC , PSI , PCI e compagnia viaggiante. Anche il Sessantotto – che come ammette qualche suo protagonista , fu innanzitutto contestazione più che vera rivoluzione e , aggiungo io , si lasciò presto trascinare dall’onda alla quale voleva opporsi , ma alla quale anche ambiguamente , si aggrappava – non ha prodotto simili effetti. Nel breve periodo comunque un fatto traumatico , certo non gradito ai professionisti della politica e agli esponenti di partito. Non stupisce , quindi , che la politica , e non solo Berlusconi , si occupi tanto di Giustizia. Ogni tanto affiora il terrore per una Mani Pulite bis , anche se , attualmente l’eventualità è quanto mai lontana.

Ne convengo , signor Barnard , gli italiani ingollano quel che altri , americani , inglesi , tedeschi , francesi , ecc… mai sopporterebbero anche alla sola pronuncia. L’Italia è percorsa da un degrado , un’incuria , una corruzione endemica e una protervia che sono palpabili a chi ha occhi per vedere orecchie per ascoltare. Non c’è bisogno di Stella , Travaglio o Grillo : gli italiani vivono nel loro contesto e non sono ciechi. Non è necessario leggere per informarsi quando la realtà è lontana a meno di un palmo dal naso , tuttavia non mi sentirei neppure di sottovalutare il ruolo e la funzione di un certo tipo di informazione , perché molti italiani hanno la memoria molto corta e non sempre per convenienza. Poi ci sono le giovani generazioni… Ma davvero è convinto che i giovani e i ragazzi conoscano , almeno nell’essenza , la storia della nostra Repubblica. Personalmente ho molti , troppi dubbi… Si ricorda quando , per un sondaggio sulla paternità della strage di piazza della Loggia , un campione di giovanissimi rispose che la responsabilità di quell’atto terroristico e criminale ricadeva sulle Brigate Rosse ? La verità è che oggi i vari revisionismi interessati hanno gioco facile e che , più che leggere libri o giornali , gli italiani guardano la televisione ed è sufficiente dare un’occhiata ai vai telegiornali RAI e Mediaset per avere un’idea di come oggi l’informazione televisiva sia piatta e omologata. Nefandezze da cronaca nera , banalità di politica interna ed internazionale e parecchie futilità… Ecco il panorama desolante della notizia che fa pubblico.

Per addentrarsi nelle ragioni profonde che fanno dell’italiano , nella sua maggioranza , un popolo che “non si ribella” è necessario analizzare i suoi caratteri essenziali. Da buon cinico e disincantato , Montanelli amava ripetere che l’italiano , l’italiano medio , è estremamente attento al “particolare” , guicciardinianamente inteso. Non si può dargli molto torto… L’italiano “tipo” s’ingegna a curare il suo interesse spesso di piccola bottega che mette sopra ogni cosa. L’onorevole Andreotti accennò a suo tempo al “quieto vivere” , un sentimento che accompagna quasi necessariamente al conservatorismo e spiega in parte come mai dalle nostre parti i cambiamenti politici e civili siano molto frequentemente di pura facciata , trasformistici e gattopardeschi. Altro tratto da non trascurare , desumibile dalle scienze sociali , è il “familismo amorale” , il porre la famiglia , che , oltretutto , non è assolutamente detto che sia quella biologica in senso stretto , sopra ogni cosa , quindi anche sopra il rispetto per la legge e per la convivenza civile. Il “familismo amorale” è l’anticamera delle mafie e della mafiosità ed apre la strada a settarismi vari. Apparentemente l’individualismo così teso al particolare ed il settarismo da “familismo amorale” si contraddicono , ma un’altra peculiarità tutta italiana , il gregarismo , le mette d’accordo. L’italiano medio è un inguaribile gregario. Per il proprio interesse e per il proprio tornaconto si lega a questo o a quello. Cerca l’aiuto di questo o quel politico perché pensa e non a torto che una delle pochissime strade per fare carriera e per lavorare sia quella di ricorrere a questo genere di supporto. Così si riempie di tessere e tesserine , riceve e ricambia favori… Quando Lei afferma che gli italiani devono imparare anche a guardarsi allo specchio ha proprio ragione ! L’orgia di qualunquismo che è sempre stata una costante della nostra storia e la ricorrenza di frasi del genere “i politici sono tutti uguali” – sottintendendo “zozzoni” – non devono ingannare… L’italiano medio disprezza il politico italiano ed è benissimo consapevole delle nefandezze e delle illegalità che costui compie riparandosi dietro al proprio ruolo e dietro al proprio privilegio , ma non c’è niente di “ribellistico” in questo atteggiamento. Equivale , pari pari , all’impiegatuccio che si prostra ai piedi del capoufficio , mentre , dietro le sue spalle , gli lancia ogni sorta di maledizione. Paolo Villaggio aveva ragione : “Fantozzi siamo tutti noi”. Massimo disprezzo per il politico il quale , però , torna molto utile perché dà da mangiare… Sotto le ali protettive della politica italiana sono stati e sono ancora molti a mangiare fra parenti , amici , conoscenti , persone che si rivolgono per i favori , ecc… Dovremmo fare un bel calcolo sulla consistenza di costoro e , quindi , del costo che ricade sulla collettività… Beninteso : la collettività che si carica le spalle di un onere causato dalla miriade dei piccoli interessi di coloro che , comunque , ne fanno parte. Se torniamo al bar – un locale qualsiasi -, per rimanere al luogo da Lei scelto , una figura che facilmente si può scorgere ai tavoli o al bancone è il tipo che si lamenta della politica e dei politici in maniera piuttosto pesante. Sarei quasi disposto a scommettere che il tizio in questione ha chiesto personalmente un favore per sé stesso o per un amico o per un parente a un politico o a un amministratore di diverso spessore. Si comprende , allora , perché dopo Mani Pulite nulla è realmente cambiato ed è subentrata la “normalizzazione” che , in peggio , si portata dietro un surplus di arroganza e di ignoranza. Lo sviluppo poteva difficilmente essere diverso , un’autentica rivoluzione , degna di questo nome , avrebbe investito il vissuto civile degli italiani. Così non è stato. Non dovrebbe stupire neanche che , ad ogni elezione , malgrado l’astensionismo crescente , gli italiani si gettino sul rito del voto ad ogni costo , nonostante un giorno prima abbiano fatto sfoggio di tutto il più vieto repertorio del qualunquismo. Intendiamoci : una scintilla di qualunquismo serpeggia in tutti noi. Nessuno è immune , ma , poi , bisognerebbe pure attrezzarsi per gli anticorpi. La verità è che , nonostante vorremo sentirci così radicalmente diversi , i politici ci assomigliano in tutto e per tutto. Solo la posizione è differente… Guicciardiniani , “familisti amorali” , conservatori del “quieto vivere”… Gregari… Anche i politici sono gregari rispetto ai poteri che li sovrastano (americani , Vaticano , Confindustria , grande industria e finanza) e ricercano l’approvazione e il consenso dei più forti che , una volta al governo , dovranno ricambiare. La maggior parte di noi li disprezza pubblicamente e sinceramente perfino , ma , a conti fatti , vorrebbe occupare la loro posizione comportandosi esattamente allo stesso modo.

Se questo è l’italiano medio , se la maggioranza , anche relativa , degli italiani serba questo modo di essere , è tanto più evidente che un reale progresso politico e civile è molto arduo e richiede pazienza e sacrificio. Bisognerebbe cominciare da quegli italiani che si discostano dall’”italiano – tipo”. Si assiste , invece e quotidianamente , a manifestazioni che estrinsecano tutta la carenza di un “esprit de loi” che si trascina dietro la mancanza di un “esprit de libertè”. La libertà come la si intende nel senso civile e civico del termine. Non si può , quindi , neanche pretendere che i politici siano cosi diversi da quel popolo che li esprime.

Che l’Italia non sia un paese che mastica molto la politica e che l’italiano non sia fondamentalmente homo politicus è stato inscritto nella storia della nostra filosofia e scienza politica. Varchiamo per un attimo i confini e usciamo dall’Italia per visitare gli altri paesi europei… Andiamo ancora indietro nel tempo… Hobbes , Locke , Burke , Montesquieu , Rousseau , ecc… Ognuno di questi scienziati e filosofi della politica si è preoccupato e occupato di temi quali le forme di governo e le legittimità , la fonte del sistema di governo. Ritorniamo in Italia… Accanto a Guicciardini e al suo discorso sul “particolare” , l’Italia rinascimentale ha prodotto il machiavelliano “Principe” che si disinteressa totalmente di forme di governo o delle tematiche inerenti la legittimità. “Il Principe” di Machiavelli era essenzialmente un manuale per governare unendo alla forza del “lione” l’astuzia della “golpe”. Forza , violenza , astuzia , tradimento , inganno , ecc… Se il Principe , ispirato alla figura di Cesare Borgia , è una specie di animale mitologico , metà volpe e metà leone , ne consegue inevitabilmente che il popolo che governa è un gregge di pecore belanti o , almeno , in tal modo và trattato. Machiavelli era un idealista , fedele all’ideale repubblicano , ma era anche uomo del suo tempo ed il Rinascimento , se da un lato ha espresso un genio difficilmente eguagliabile nelle belle arti , dall’altro è stato attraversato da intrighi , complotti , stragi e assassinii perpetrati in nome e per il Potere. Vien da domandarsi : quanto è rimasto di tutto ciò nel popolo italico ? In fondo l’”italiano tipo” , gregario per eccellenza , se disprezza il politico , non mette in discussione in sé il Potere e come viene esercitato. Inoltre non dimentichiamoci che l’Italia ha praticamente inventato il fascismo come sistema di governo , quel nazionalismo aggressivo che accoglieva in sé elementi “socialisteggianti”. Il fascismo italiano , che ha mantenuto molto di una pragmatica tutta italiana , faceva molto leva sul gregarismo.

Se l’uomo italiano medio disprezza il politico ma si getta ai suoi piedi leccandoli per pura convenienza , invece , per la gran parte adora il Cavalier Silvio Berlusconi. Non ama tanto lui quanto quello che rappresenta. Nel suo immaginario Berlusconi non è – ed effettivamente non è – un politico , ma “l’uomo che si è fatto da solo”. Anche se con un minimo di granu salis si capisce perfettamente che l’immagine che il Cavaliere offre di sé stesso stona con la realtà dei fatti ed è falsa , mistificante , il suo “fruitore” , il suo “cliente” rimane pressoché aggrappato al ritratto dell’uomo comune che ce l’ha fatta in tutti i campi possibili ed immaginabili. Berlusconi mostra una sua rozza ma efficace scaltrezza nel raccontare barzellette , nel goliardico e nel boccaccesco e poco importa se poi fa discutere il mondo intero , perché lui si rivolge all’anima , al senso comune dell’italiano medio. Conosce maledettamente il suo pubblico perché , prima che politico , è imprenditore delle televisioni , dell’editoria , dell’informazione , in definitiva , dello spettacolo , quindi sa cosa offrirgli e come divertirlo. Ed è con le televisioni , i suoi canali televisivi in costante ascesa che ha imposto il suo senso comune e il suo immaginario alla collettività , facendo emergere il peggio degli italiani , ovverosia il gregarismo , il “familismo amorale” , l’individualismo , il qualunquismo , l’opportunismo e l’eccesso di protervia e di arroganza. Tutto è cominciato quando prestò all’amico Craxi il sostegno dei suoi canali , oltre al supporto di alcuni suoi dipendenti. Si ricorda l’epoca della “Milano da bere” , dei nani e delle ballerine ? Telegiornali , talk show , varietà , finta satira , quiz , film , partite di calcio , ecc… Per la gran parte si tratta di paccottiglia che , pur costituendo subcultura , diventa cultura. Lei obietterà : ma c’è una palese contraddizione in questo discorso , se l’italiano tipo è quello che lei ha descritto , allora il Cavaliere si è limitato a svelargli la sua natura… Vero e falso al tempo stesso , perché pur essendo convinto che i caratteri da me tratteggiati ci appartengano a pieno titolo , altrettanto fortemente non credo nella loro inevitabilità e che , ad essi , si affianchino delle qualità. Come Lei , signor Barnard , ne sono sicuro , altrimenti chiuderemmo baracca e burattini e ci dedicheremmo ad altro. Purtroppo oggi il senso comune sta altrove e la maggioranza “silenziosa” – che poi è sempre più rumorosa” – ha rialzato decisamente la testa. Ha portato in trionfo il Cavalier Silvio Berlusconi che , ai suoi occhi , si poteva accostare allo sconosciuto concorrente del Grande Fratello , dell’immenso reality che , nel nostro caso , è la politica. L’outsider , “l’uomo comune” (?) prestato alla politica diventa così fonte di maggiore preoccupazione rispetto al politico di professione. Ci sono elementi che accomunano Berlusconi e il berlusconismo e i paladini antisistema , fra questi il ricorso alla retorica antipolitica ed antipartitica. Anche se piuttosto raramente , Berlusconi ha espresso toni crudi e duri contro politici e partiti , ancor più duri di quelli dei paladini dell’antisistema. Credo , poi , sia sincero quando estrinseca tale durezza : in fondo , nella Prima Repubblica , Craxi & c. gli sono costati assai. Quindi lui è l’”uomo nuovo” – poco importa se è divenuto ricco e potente con la Prima Repubblica – il “nuovo politico” che si oppone alla vecchia politica dei parassiti , dei corrotti , di coloro che mai hanno lavorato… Il corruttore che rimbrotta i corrotti , insomma… Anche Antonio Di Pietro è un altro celebre outsider. Quel che li distingue è il richiamo alla legalità che Berlusconi volentieri soffocherebbe senza esitazione , ma certi toni aspri ed accesi li accomunano. Non posso che convenire ancora una volta con Lei quando si lamenta che l’”opposizione” ha assunto le vesti di un “berlusconismo edulcorato” , soft come lo apostrofo io. Per molti aspetti il veltronismo è stato e continua ad essere la versione snob , “intellettualoide” più che intellettuale , un po’ meno populista del berlusconismo doc. Ma , allora , dovrebbe essere altrettanto chiaro che il pericolo , perché è proprio di pericolo che io sto discorrendo , non proviene da lì. Nel confronto fra il berlusconismo hard e quello soft , veltroniano , è inevitabile che vinca il primo , che l’italiano medio lo preferisca. Questo sarà sempre l’esito delle elezioni… Nella testa dei Veltroni , dei D’Alema , dei Rutelli , e non senza qualche ragione , Berlusconi e il berlusconismo hanno già vinto , hanno sempre vinto per cui è meglio scenderci a patti piuttosto che intraprendere un faticoso cammino per ribaltare la situazione. Meglio vivere di rendita politica ! A differenza dei suoi “avversari” Berlusconi ha un’idea piuttosto precisa del percorso che deva intraprendere l’Italia anche se questa comporterà degradazione morale e civile , impoverimento , imbarbarimento dei rapporti e della convivenza , restrizione ulteriore di una libertà e di una democrazia già deficitarie in Italia. Chi afferma che dietro Berlusconi c’è il nulla –a meno che non si intenda il vuoto valoriale su cui siamo d’accordo – o sottovaluta la situazione o ha una scarsa conoscenza dei fatti. Ricorda le parole di Montanelli ? “Il manganello , la menzogna e la corruzione” – non importa quale sia il loro ordine – ? Il Cavaliere ha fatto eco al suo maestro politico e spirituale Gelli , evocando , soprattutto per bocca di Dell’Utri , i fasti mussoliniani. Da buon “fascista pragmatico” , americaneggiante , apprezza Mussolini come colui che ha messo in riga i “rossi” con il bastone e l’assenza di carota. Per gli uomini come Berlusconi i “rossi” sono semplicemente quelli che non la pensa no come lui e che impediscono alle “persone perbene” ricche e facoltose di fare i loro affari in santa pace. Ed è proprio per costoro che Mussolini ci vorrebbe… La propensione per l’autoritarismo sfoggiata da berlusconi è palese : oltre ai giudizi positivi su Mussolini e sul fascismo , sarebbero da ricordare le amicizie coltivate con capi di stato come Bush jr. e Putin che non sembrano avere molta dimestichezza con la libertà , con la democrazia e con i diritti. Vorrebbe mettere la briglia al Parlamento e alla Magistratura , imporre il dominio assoluto di un Esecutivo diretto da un capo di stato della sua stazza. Tutto ciò non sembra aver molto a che fare con il liberalismo. Siccome i principi di separazione e di equilibrio fra i poteri sono enunciati dalla carta costituzionale , ecco che la Costituzione subisce l’appellativo di “sovietica” allo scopo di sminuirla e polverizzarla ulteriormente. Più volte il Cavaliere ha attaccato la Costituzione dipingendola come il frutto avvelenato dei “rossi” , ma noi dovremmo sapere che tutto ciò che lui non gradisce , tutto ciò che a lui è contrario necessariamente è “sovietico” o “rosso”. Le parole di disprezzo per gli avversari e di discredito non certo velato e arricchito di eufemismi sono martellanti , serrate e non concedono respiro. Berlusconi come “uomo comune” , ma se l’”uomo comune” è gregario , lui , rispetto a chi è gregario ? Il Cavalier Berlusconi rappresenta , comunque , il punto terminale di una storia oscura , inquietante , poco raccontata. Un complotto continuo , lo stillicidio quotidiano per demolire l’impianto costituzionale e parlamentare. Dai ricatti golpisti del generale De Lorenzo e del principe Borghese alla Rosa dei Venti , dal plebiscitarismo fanfaniano al presidenzialismo dei Sogno e dei Pacciardi , dalla Maggioranza Silenziosa al Piano di Rinascita Democratica della P2 e di Licio Gelli , dal decisionismo craxiano al CAF (Craxi – Andreotti – Forlani) , dalle picconate dell’allora Presidente della Repubblica Cossiga al fenomeno delle leghe mafiose e massoniche degli inizi degli anni Novanta fino a Berlusconi ed al berlusconismo. Si è lavorato in maniera sotterranea per prosciugare
la Costituzione e imporre una costituzione sostanziale che è totalmente altra. La paura del golpe condito di eserciti e carri armati è stato un abbaglio , altrove si lavorava nell’ombra e meglio. La P2 , oltre che crocevia dei poteri forti che hanno regnato in Italia – e tuttora regnano – (americani , Vaticano , Confindustria , grande industria e finanza , mafie varie e altri potentati sotto lo schermo “massonico”) , ha agito come vero e proprio partito occulto , per certi versi , trasversale , pur essendo sostanzialmente riconducibile alla Nuova Destra , al “fascismo pragmatico”. I richiami ad un presidenzialismo forte contrapposto alla debolezza ed alla corruzione del parlamentarismo sono stati e sono continui ed ostentati.
Berlusconi , dunque , come il punto terminale , come l’ultima picconata – per usare un termine che era caro a Cossiga – per eliminare ogni residuo di parlamentarismo. La Crisi dà pure una mano ed è facile creare capri espiatori. L’ossessione securitaria e per le politiche sull’ordine e sulla sicurezza , oltre a mostrare il volto truce dello stato di polizia , risulta utile per distogliere l’attenzione dai problemi più urgenti. A tutto ciò s’accompagnano l’intolleranza , il razzismo , la violenza legittimata , l’aggressività gestuale e verbale senza mezzi termini. Le ronde fanno pensare ad un passato che sarebbe meglio cancellare…

Capisce , signor Barnard , quello che vorrei trasmettere su questa carta ? Non è il caso di evocare i grandi cambiamenti storici , epocali con la S maiuscola. Spetterebbe a noi , che dovremmo essere consapevoli di quel che ci accade intorno , spiegare la natura dei pericoli che ci attendono e corriamo… Battersi per la Costituzione , a mio parere , dovrebbe essere già un fardello di notevoli proporzioni , una responsabilità gravosa. Non si tratta , come affermano in coro molti , di difendere la Costituzione ma di ripristinarla , perché è già stata nei fatti demolita dai colpi di piccone di Berlusconi & c. Ciò significa anche tentare di rovesciare quel senso comune che si è ormai diffuso grazie al Cavaliere ed è patrimonio di quella maggioranza non più silenziosa. In questo senso si deve essere orgogliosi di appartenere alla minoranza e non si deve disperare… Non si affretti a giudicare e a dire la parola definitiva sulle persone che partecipano ai convegni o alle feste in piazza , non si disperi… Certo , occorre calma , pazienza , serietà , ma l’appello a quei valori forti e fondanti la carta costituzionale si presentano come un ottimo collante per quella minoranza che vi si riconosce. Non dimentichiamolo : se questo “golpe” quotidiano e strisciante ha avuto sostanzialmente successo è dovuto all’estrema debolezza delle istituzioni parlamentari e quella debolezza sottendeva le carenza dell’italiano medio come homo politicus. Quando le istituzioni sono deboli , fragili , traballanti può passare di tutto , non solo i ricatti di sapore “golpista” ma anche un terremoto giudiziario come Mani Pulite che , in assenza di un vero sostrato rivoluzionario , ha avuto l’effetto di incancrenire ulteriormente il già debole sistema istituzionale. Le istituzioni non sono scatole vuote , le fanno i cittadini con le loro scelte , le loro inclinazioni…

Quindi , ama non so se sul punto Lei è d’accordo con me , sono fermamente convinto che una politica nuova , forte e complessa , che sappia incidere sulla cultura del nostro paese debba di questi tempi assumersi come elemento precipuo e fondante il ripristino dei valori costituzionali e della carta costituzionale per edificare un saldo e fermo assetto democratico e parlamentare. Le prospettive dei dipietristi e dei grillini , con il loro forsennato richiamo alla legalità , sono ancora troppo ristrette. Perché non è poi così facile porsi e cercare di conseguire simili obiettivi da realizzare sul lungo periodo. La corrente gira in senso contrario attualmente…
Concludo citando un celebre ammonimento del compianto Giorgio Gaber : “Non bisogna tanto temere Berlusconi in sé , quanto il Berlusconi che è in noi”.
La battaglia contro i propositi berlusconiano e corte itinerante è anche la battaglia contro noi stessi.

La ringrazio per la pazienza concessami.

Con stima

HS
Fonte: www.comedonchisciotte.org
27.02.2009

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