DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
Libero pensiero
Parliamo di ciò che è accaduto a Gianroberto Casaleggio due giorni fa.
L’imprenditore è andato a Cernobbio, presumo tutto contento perchè ci teneva a rappresentare un’idea diversa, da quella consueta, dell’italianità manageriale, spiegare che è possibile fornirne una interpretazione nuova e distinta. E’ andata a finire che, a noi, è arrivata soprattutto la notizia della sua pretesa di parlare a porte chiuse senza la presenza di giornalisti nè di fotografi, non solo. Ci è stato comunicato che, nonostante il suo aplomb, ha manifestato un’ardente irritazione di fronte ai tweet che stava ricevendo. Nessuno, evidentemente, ha badato al Senso della sua argomentazione. Ci è stato solo offerto il film della sua aristocratica indignazione. E’ stata messa in pratica la lezioncina macluhaniana, proprio le nozioni di base, della serie “il mezzo è il messaggio”, ovvero: qualunque cosa venga detta è irrilevante perchè vale solo e soltanto il mio modo di diffonderla. Ciò che conta è la piattaforma della diffusione, non il valore di ciò che si sta diffondendo. Casaleggio ha rilasciato una comunicazione ufficiale sull’episodio che è la seguente:
“…. la fantasia al potere sembra essere la parola d’ordine di alcuni giornalisti. Io non ho vietato l’ingresso di fotografi o giornalisti in sala, non ne avevo comunque la facoltà, e non mi sono adirato per i tweet sul mio intervento, che peraltro non ho neppure letto, come riportato da alcuni favolisti”.
Basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate ieri dai quattro uffici politici ufficiali più importanti per la nazione, per riuscire a comprendere le enormi difficoltà che comporta vivere in una società complicata come la nostra.
Mentre alle ore 13.30 il premier Enrico Letta dichiarava che il governo sta centrando gli obiettivi della ripresa, la recessione è stata battuta e l’ottimismo è di rigore “perchè sono finiti i tempi dei tagli e dell’austerità e finalmente l’Italia investe nella cultura e nell’istruzione, a dimostrazione che la crisi è ormai superata e ne stiamo venendo fuori”, alla stessa identica ora l’ufficio di presidenza dell’Istat, un luogo che diamo per scontato sia in grado di avere il polso della situazione, rilasciava una nota ufficiale di una trentina di righe in cui dichiarava
“…purtroppo i dati sulla nostra economia sono, in realtà, nettamente inferiori alle nostre aspettative e previsioni, ed è necessario correggere le stime al ribasso; quest’anno il pil nazionale subirà un nuovo arretramento nell’ordine del -2,1%, il peggior risultato dell’intera Unione Europea, di gran lunga più negativo alle attese”. In aggiunta, poche ore più tardi, il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha dichiarato verso le ore 16: “I recenti indicatori mostrano un graduale netto miglioramento dell’economia. La ripresa è già arrivata, e nell’ultimo semestre dell’anno finalmente ci avviamo verso dati positivi con un pil almeno al +0,8%”. Due ore più tardi, a borse chiuse, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, commentava: “La situazione finanziaria del sistema bancario italiano è in grave sofferenza. E’ necessario mantenere i conti a posto e quindi bisogna attuare una stretta politica di rigore e di tagli perchè i dati sull’economia nazionale sono tutti negativi”.
Come si fa a decidere chi dei quattro ha ragione?
Come fa un cittadino comune a comprendere, orientarsi, sapere che cosa sta accadendo?
Non solo.
Può addirittura accadere che, in una stessa famiglia italiana, se un membro ascolta il telegiornale delle ore 13.30 viene a sapere che va tutto male ma se per caso un altro ascolta le parole di un importante ministro alle ore 14.30 gli arriva la comunicazione che va tutto bene. Come è possibile che ciò accada?
E’ possibile. Anzi, è norma.
E’ la caratteristica dei nostri tempi: il crollo dell’oggettività, la cancellazione del Senso.
Le informazioni sono ormai prive di alcun valore di riferimento perchè è possibile essere governati e amministrati da persone che dicono -contemporaneamente- che fa freddo e che fa caldo, che va tutto bene e che va tutto male. Se i destinatari di tali informazioni, invece di essere noi cittadini della specie umana, fossero dei cervelli elettronici, andrebbero in tilt; perchè un computer non contempla la possibilità di ricevere nello stesso tempo un “apri” e un “chiudi”, oppure un “salva” e un “cancella”.
L’introduzione della virtualità e la diffusione di quella che il grande Zygmunt Bauman ha definito “la comunicazione liquida” comporta la presa d’atto che la realtà da lineare semplice è diventata intricata e soprattutto complessa.
Basta vedere ciò che sta accadendo in questi giorni convulsi in cui la classe politica italiana si azzuffa discutendo su ciò che hanno definito “le pregiudiziali della giunta del Senato” e nessuno neppure per caso o di passaggio ricorda che ci si sta occupando del fatto che un importante senatore e capo di un’organizzazione politica al governo è un condannato in via definitiva, quindi ogni punto di vista ha una sua nobiltà, ogni interpretazione può avere un suo valore, e la soggettività individuale prevale sul dato oggettivo. Alla fine non vincerà la Verità, il Diritto, la Giustizia, vincerà soltanto il più forte e il più brutale. Ma si è ottenuto che non si parla del “dato oggettivo” (un’ importante personalità politica legalmente definita delinquente) bensì di quello soggettivo.
Come per l’economia. Non contano le cifre, valgono di più le profezie del Mago Attel.
Come per la Syria. Che cosa sta accadendo in Syria.
Chi ha buttato il gas? C’è chi sostiene sia stato Assad. Chi sostiene siano stati i ribelli. Chi sostiene siano stati alcuni ribelli contrari e antagonisti ad altri ribelli, i quali -secondo alcuni siti- sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai sionisti israeliani; secondo altri siti, invece, sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai mussulmani jihaddisti qatarioti anti-sionisti; altri siti forniscono prove che sono stati i russi a farlo. Altri ancora che sono stati gli americani. E così via dicendo.
Frastornati da tutte queste prove, controprove, film, documenti, noi cittadini non possiamo che rimanere testimoni passivi in attesa che gli sceneggiatori decidano che tipo di film vogliono farci vedere.
Il fine di tutto ciò consiste nel riuscire a far applicare un principio elementare della comunicazione mediatica.
Abolire e abbattere prima il Senso. Dopodichè sostenere una qualunque ipotesi di distrazione alimentando la paura, l’insicurezza, il disagio. Quando tutti sono spaventati, tirare fuori dal cappello magico la soluzione, che viene presentata come lenimento e toccasana per far passare la paura. Tutto qui.
Personalmente ritengo che (quantomeno per ciò che riguarda la guerra in genere, ogni guerra, tutte le guerre, e quindi anche l’attuale conflitto in Syria) sia facile posizionarsi. Basta essere veri pacifisti e quindi essere, per principio, contro chiunque usi le armi come strumento di risoluzione di un conflitto. Anche se ci sta simpatico, se è dei nostri, se ci è affine, se ci è amico. Il pacifista ha un solo vero nemico: chi impugna le armi.
Per ciò che riguarda, invece, la nostra vita di cittadini spaesati e spaventati, penso che sia necessario riappropriarsi del Senso delle cose ritrovando la capacità di una insurrezione interiore soggettiva che finisce per coincidere con un dato oggettivo. E lì, pretendere che la selezione venga applicata discriminando tra chi accetta il dato oggettivo e chi, invece, non lo accetta. Attivarsi perchè vengano rispettati parametri condivisibili da una maggioranza e pretendere che vengano rispettati. Il semaforo all’incrocio è utile perchè aiuta la viabilità dei veicoli e soprattutto salvaguarda l’incolumità collettiva. Chi non si ferma davanti al rosso diventa oggettivamente un nemico della società. Se poi vuol far prevalere la sua interpretazione soggettiva “perchè aveva fretta”, dovrà pagare in maniera molto salata la sua scelta narcisista.
Poichè siamo nelle mani di chi ci vuole annebbiare, bisogna attivarsi da soli.
Quindi: hanno ragione Saccomanni e Letta oppure, invece, è come sostengono Visco e l’Istat?
I dati possono essere verificati con facilità da chiunque per conto proprio. E’ il bello della rete. Ma una volta acquisiti i dati, è necessario mettere in campo energia, passione, vigore, protesta, divulgare i fatti eliminando ogni discussione, polemica e alterco perchè esiste l’oggettività e va rispettata.
Il nuovo modello di quella che chiamo “la vita post-Maya” consiste nella pretesa da parte della cittadinanza di essere “soggetto perennemente vigile e attivo” imponendo a forza (ma non con la forza) il Valore del Dato Oggettivo. E lì inchiodare chiunque alle proprie responsabilità senza tentennamenti, mediazioni, patteggiamenti, perchè non esistono opzioni individuali e soggettive e le interpretazioni sono tutte equi-valenti. Ciò che conta sono i fatti.
E’ necessario attenersi ai fatti tornando al valore degli eventi, dei dati, delle cifre.
Altrimenti non se ne esce.
Se la stampa o la televisione dà una notizia, non è detto che quella notizia corrisponda a un fatto vero.
Vale anche per la rete, si intende.
Anche per i siti, anche per i bloggers.
Se ne esce con un risveglio collettivo, nessuno escluso.
La Nuova Italia che vogliamo non abbisogna di dormienti.
Di drogati, ne abbiamo fin troppi.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/09/leconomia-si-sta-riprendendo-o-sta.html
11.09.2013