DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
Il periodo di ripresa
che ha seguito l’insediamento dei tecnocrati in Italia e in Grecia
si è gia afflosciato, rinnovando ancora la questione basilare sulla
disponibilità della Germania di andare oltre la retorica e di impiegare
tutta la propria potenza strategica per fermare la crisi del debito
dell’ Europa.
I rendimenti sui bond
italiani a 10 anni sono di nuovo tornati al 6,7 per cento dopo che il
direttore di Bundesbank Jens Weidmann ha abbattuto le speranze per un intervento deciso della Banca Centrale Europea al fine di stabilizzare il mercato delle obbligazioni e per guadagnare tempo per il nuovo governo di Mario Monti.
“La politica
monetaria non può e non deve risolvere i problemi di solvibilità
degli stati e delle banche”, ha detto a un forum di Francoforte,
chiedendo che si fermi la pressione incessante del resto del mondo per
far sì che la BCE violi il proprio mandato legale con la monetizzazione
del debito.
Ore dopo la Cancelliera
tedesca Angela Merkel ha richiesto l’”avvento di una nuova
Europa e di un’unione politica“, ma ha escluso gli Eurobond,
la condivisione del debito o una qualsiasi forma di trasferimento fiscale
verso gli stati deboli dell’UEM in un discorso a una conferenza del
partito dei Cristiano-Democratici tenuto a Lipsia.
Il linguaggio del corpo
dalla Germania ha fatto svanire gli ipotetici benefici dell’insediamento
dei tecnocrati dell’UE nei governi di Roma e Atene. I rendimenti delle
obbligazioni spagnole hanno di nuovo scavalcato la linea di pericolo
del 6 per cento.
I credit default
swap che misurano il rischio hanno raggiunto un massimo di 203 punti
base per la Francia e 322 per il Belgio, con forti effetti di rimbalzo
sull’Europa dell’Est e sui paesi baltici.
“Quello
che gli investitori vogliono sapere
è se la BCE è pronta a sostenere il mercato dei bond perché
non è chiaro chi andrà a comprare i 350 miliardi di euro di debito
italiano nel prossimo anno“, ha detto Hans Redeker di Morgan
Stanley. “Se avessimo avuto un governo credibile in Italia negli
ultimi sei mesi, il sentimento del mercato poteva anche essere diverso,
ma ora sembra troppo tardi.
“È
davvero pericoloso che il mercato stia perdendo fiducia per la Francia,
anche se Parigi sta introducendo un pacchetto di austerità
di 65 miliardi di euro. Ci stiamo avvicinando al punto in cui i rendimenti
dei bond francesi costringeranno le agenzie di rating a sancire il downgrade
per la Francia“, ha detto.
La banca svizzera Pictet
ha detto che l’Europa sta per subire un crollo catastrofico con il
suo miscuglio di politiche di austerità fiscale, di stretta creditizia
e della mancanza di un prestatore di ultima istanza: “La ricetta
tedesca per risolvere la crisi è diretta a diminuire l’indebitamento
di tutti gli attori economici in modo simultaneo.
È un’utopia. Questa politica deprimerà
brutalmente la domanda aggregata. È
la strada che conduce verso la Depressione degli anni
’30.”
Il signor Weidmann
è comunque incontenibile. Ha affermato che i trattati proibiscono
alla BCE di agire come prestatore di ultima istanza, sia direttamente
che in modo nascosto attraverso il Fondo Monetario Internazionale.
Quello che ha fatto
più rabbrividire i mercati è stato il suo commento sul fatto
che i rendimenti delle obbligazioni italiane “non sono una gran
cosa” e che la nazione deve risolvere i propri problemi. “Il
finanziamento monetario costituirebbe un incentivo errato. Fissare il
tasso di interesse per una nazione non
è compatibile con il nostro mandato“, ha detto.
Molti investitori avevano
dato per certo che la BCE fosse intervenuta per dare un tetto ai rendimenti
italiani una volta che Silvio Berlusconi avesse lasciato la carica,
dando al signor Monti una “dote” di costi più bassi per l’accesso
al credito per aiutarlo a dare una scossa ai mercati del lavoro, come
richiesto dalle autorità dell’UE.
“I mercati
hanno bisogno di strategie subito efficaci e la BCE non ha intenzione
di dargliele“, ha detto Bloom di HSBC. “Per
prima cosa giungeremo sull’orlo dell’abisso. C’è molto della
‘teoria dei giochi’ in tutto questo. Ma potrebbe anche andare a
finire male se il cancro del debito si diffonderà.”
La signora Merkel sta
dando segnali contrastanti. Ha detto che l’Europa sta affrontando
il suo “momento più difficile“, ma non c’è alcun
indizio che la Germania sia pronta a sostenere ancora i rischi del debito.
Giorni addietro, aveva escluso le proposte dei cinque “Saggi” tedeschi
di un fondo temporaneo per mutualizzare 2,3 trilioni di obbligazioni
dell’eurozona.
La versione della signora
Merkel di una “Fiskalunion” non è quella che intende
il resto dell’Europa. È essenzialmente un’”unione di stabilità”
dove Bruxelles acquisisce maggiori poteri per punire i deficit delle
nazioni peccatrici.
Berlino vuole attuare
cambiamenti limitati dell’UE che possono passare nella “clausola
ombrello” del Trattato di Lisbona, evitando così il bisogno della
ratifica per poter più semplicemente imporre una disciplina, ad esempio
con l’istituzione di un “commissario per l’austerity” che
abbia il potere di amministrare le nazioni colpevoli.
La signora Merkel potrebbe
voler andare oltre, e il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schauble
è un’integrazionista irriducibile, ma le sue mani sono legate
dalla Legge
Fondamentale,
l’ancora della democrazia della Germania, e dalla corte costituzionale.
I giudici hanno sancito in settembre che i poteri fiscali del Bundestag
non possono essere trasferiti alle istituzioni dell’UE.
“È rimasto
poco margine di manovra per cedere i poteri essenziali all’UE. Se
si vuole andare oltre questo limite […], allora la Germania deve darsi
una nuova costituzione. Un referendum diventerebbe necessario“,
ha detto il presidente della Corte Costituzionale Andreas Vosskuhle.
L’ala pro-Europa
della CDU sta ipotizzando un progetto per i cambiamenti da apportare
alla Legge Fondamentale per consentire un balzo gigantesco verso un
superstato europeo. Ciò viene contrastato con veemenza dai Cristiano-Sociali
della Baviera e da parte della stessa CDU. Richiederebbe una
maggioranza di due terzi nelle due camere del parlamento. C’è una
forte probabilità che i votanti tedeschi possano rigettare il piano.
Ci vorrebbero comunque due o tre anni per riuscire ad arrivare al voto.
Ma la crisi sta aggravandosi
giorno dopo giorno. Moody ha detto che non è chiaro se la struttura
di salvataggio europea dell’EFSF possa “finanziare sé
stessa sui mercati a basso costo“, sollevando dubbi sulla sua
capacità di contenere la crisi del debito. Le agenzie di rating
hanno affermato che i piani per potenziare l’EFSF
fino a un trilione di euro hanno fatto poca strada, lasciandolo con
soli 266 miliardi di euro dopo aver finanziato Irlanda, Portogallo e
Grecia. “Questo limita il ruolo dell’EFSF che potrebbe essere
un importante pilastro della strategia di gestione della crisi del debito
dell’eurozona“, ha detto.
Non c’è niente che sorregga il sistema,
mentre l’Europa si sta avvicinando sempre più all’occhio del ciclone
Fonte: Utopian Germans risk full-blown EMU depression
14.11.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE