DI MARCELLO MEGA
Un ex responsabile della polizia scozzese ha consegnato agli avvocati una dichiarazione firmata nella quale sostiene di avere la prova che il processo riguardante la tragedia di Lockerbie è stato manipolato.
Il funzionario in pensione – un ex assistente di rango piuttosto elevato – ha testimoniato che la CIA avrebbe nascosto un piccolo frammento di circuito di bordo, un particolare che incolperebbe un libico dell’uccisione dei 270 passeggeri, avvenuta nel 1989.
Il poliziotto, la cui identità non è stata rivelata, ha consegnato la sua dichiarazione agli avvocati di Abdelbaset Ali Mohmed Al Megrahi, attualmente detenuto a vita nella prigione di Greenock.
Questa prova sarà un punto cruciale del tentativo di Megrahi per far revisionare il processo da parte di una speciale Commissione (SCCRC – Scottish Criminal Cases Review Commission). Il reclamo pone una minaccia potenzialmente devastante alla reputazione dell’intero sistema legale scozzese.
L’ufficiale, che tra l’altro era anche membro di un’importante associazione di ufficiali (Association of Chief Police Officers Scotland), è appoggiato da un ex agente della CIA i cui capi “hanno scritto le istruzioni” per incriminare la Libia.
Qualche sera fa, George Esson, che faceva il Capo della Polizia di Dumfries e di Galloway quando Megrahi venne accusato di strage, ha confermato di essere stato informato dello sviluppo degli eventi.
Ma Esson, ritiratosi nel 1994, ha contestato le motivazioni ufficiali. Ha dichiarato: “Chiunque pensi di avere elementi che possano in qualche modo aiutare a trovare la verità, dovrebbe agire al riguardo. Non agendo, ne verrebbe meno l’integrità della persona stessa, e a quel punto non solo non potrei aiutarli, ma mi chiederei invece per quale motivo si muovono solamente ora.”
L’altra domanda importante rimane senza risposta, e cioè se il funzionario che è venuto a sapere della presunta cospirazione sia stato direttamente o indirettamente coivolto nell’inchiesta. Comunque, alcune fonti vicine ai legali di Megrahi, ritengono che egli potrebbe infine aver scoperto la prova che demolirà le accuse contro di lui.
Un addetto ai lavori ha riferito sul Sunday che l’ex funzionario che li ha contattati dopo l’appello di Megrahi – davanti a cinque giudici scozzesi – si era dimesso nel 2002.
Ha detto costui: “Mi disse che credeva di avere informazioni cruciali. Durante una riunione, ha mostrato una dichiarazione che supportava le voci circa il frammento del circuito di bordo, quelle voci che dicevano che tale prova è stata messa appositamente dagli agenti americani.”
“Gli ho dunque chiesto per quale motivo non l’avesse detto prima, ed egli ammise di essere stato cauto nel fare queste dichiarazioni, per paura di venire diffamato e messo a tacere.”
“Ha anche detto che nel periodo in cui venne a sapere della faccenda, nessuno credeva realmente che ci sarebbe stato un processo. Pensava infatti che tutte le accuse sarebbero state messe a tacere. Quando Magrahi venne inquisito, disse che si sarebbe discolpato nel processo d’appello.”
La fonte ha aggiunto: “Quando anche l’appello fallì, decise di farsi avanti.”
“Ha anche confermato che parti del caso erano state manipolate e che quindi le prove erano false. All’inizio chiese di rimanere anonimo, ma ha poi decise che si sarebbe dichiarato se fosse stato necessario ricorrere in appello”.
La prova che collega l’esplosione del volo Pan Am 103 a Megrahi consiste in un piccolo frammento del circuito di bordo trovato mesi dopo dagli investigatori in un’area boscosa, lontana molte miglia da Lockerbie.
Il frammento, più tardi identificato da Thomas Thuman dell’FBI, era parte di un sofisticato timer utilizzato per far detonare gli esplosivi, fabbricato dalla ditta svizzera Mebo, la quale riforniva solamente la Libia e la Germania dell’Est. In quel periodo, Megrahi, un agente segreto libico, era un frequente visitatore della Mebo ed aveva addirittura un suo ufficio proprio nello stabilimento principale della ditta.
Il frammento del circuito di bordo ha pertanto posto la Libia – e Megrahi – nel cuore dell’indagine. Più tardi, Thruman venne smascherato come truffatore che aveva fornito false prove relative a casi di omicidio in America, ed emerse che in realtà aveva ben poche qualifiche scientifiche rispetto a quelle che aveva dichiarate.
Poi nel 2003, un ufficiale in pensione della CIA consegnò agli avvocati di Megrahi l’evidenza della cospirazione.
La decisione dell’ex poliziotto scozzese di parlare potrebbe aggiungere molto peso a quelle che finora erano state catalogate come rozze teorie cospiratorie. Per lungo tempo si era rumoreggiato che il frammento fosse stato inserito per motivi politici, in modo da coinvolgere la Libia.
I primi ad essere sospettati furono i siriani (il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina), un gruppo terroristico finanziato dall’Iran. Ma la Prima Guerra del Golfo ha poi alterato i rapporti diplomatici con le nazioni del Medio Oriente, e la Libia è divenuta quindi uno stato da non attaccare.
Seguendo le fasi del processo, gli osservatori esterni (inclusi gli ufficiali delle Nazioni Unite), hanno espresso turbamento circa il verdetto e il modo di condurre il processo a Camp Zeist, in Olanda. I dubbi sorsero quando dagli uffici della DIA (Agenzia preposta alla raccolta di informazioni di carattere specificamente militare ndr) emersero i documenti in questione. Nel 1994, ben due anni dopo che i libici erano stati identificati e rivelati al mondo intero come gli attentatori dell’esplosione, essi ancora accusavano come autori il Fronte per la Liberazione della Palestina.
Il caso si è formato strada facendo, perché quando si è iniziato ad istruire la pratica, non ci si aspettava affatto che si sarebbe poi agito veramente. Nessuno si aspettava che il processo vedesse realmente la luce, e quindi nella preparazione della documentazione originale sono state compiute diverse leggerezze.
Il dottor Jim Swire, che si è pubblicamente schierato per l’innocenza di Megrahi, ha detto che era giusto rivelare tutte le informazioni di rilievo e metterle nelle mani dell’SCCRC, la commissione speciale che si occupa del caso.
Swire, la cui figlia Flora è morta nell’esplosione, ha recentemente dichiarato: “Io sono consapevole del fatto che vi sono alcuni dubbi circa il modo in cui le prove sono state presentate in tribunale”.
“E’ nell’interesse di tutti noi che queste zone d’ombra vengano presto dissolte.”
Un portavoce del Crown Office ha detto: “Commentare come questo caso è stato esaminato dall’SCCRC, sarebbe veramente inopportuno.”
Marcello Mega
Fonte:www.thetruthseeker.co.uk
link: http://www.thetruthseeker.co.uk/article.asp?ID=3523
29.08.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUKE