Un ampio raggio di operazioni
segrete prese in considerazione dal Congresso USA
DI ISMAIL SALAMI
Global Research
Il programma segreto degli Stati Uniti
per stringere come in una morsa la Repubblica Islamica dell’Iran sembra
aver assunto una nuova forma dopo il presunto attentato contro l’ambasciatore
saudita negli USA, Adel al-Jubeir, che ha fatto storcere il naso agli
esperti e agli analisti di tutto il mondo.
Con la volontà di attuare un’azione
incisiva sull’Iran, l’amministrazione Obama ha già imposto una serie
di sanzioni contro la Repubblica Islamica. Tuttavia, una commissione
del Congresso controllata dai Repubblicani ha di recente sentito una
testimonianza che richiede una grossa mole di operazioni segrete contro
l’Iran.Si pensa che queste operazioni, che
vanno dai cyber-attacchi agli omicidi politici, debbano essere giustificate
dalla debole scusante che l’Iran sia stato il presunto architetto di
un complotto per assassinare l’emissario saudita negli Stati Uniti.
Per omicidio politico, i membri del congresso USA intendono la liquidazione
degli scienziati nucleari iraniani, un’operazione già avviata da
tempo.
John Keane, generale dell’esercito
in pensione, ha detto mercoledì in una seduta delle due sottocommissioni
dell’House Committee sulla Sicurezza Interna, “Ora
dobbiamo stringere le nostre mani sulla loro gola. Perché
non eliminarli? Uccidiamo quelle persone che ne uccidono altre.”
In seguito, la deputata Jackie Speier
(Democratica, California) ha diffuso altre perle di saggezza, chiedendo
“una discussione sobria e ragionata “:
“I dirigenti iraniani devono
essere ritenuti responsabili delle loro azioni,” ha detto,
“ma non possiamo intraprendere iniziative avventate che potrebbero
portare all’apertura di un altro fronte nella ‘guerra al terrore’, che
il popolo americano non vuole e non può
permettersi.”
Naturalmente il governo degli Stati
Uniti, in sostanza, non può permettersi di intraprendere una nuova
guerra alla luce delle difficoltà economiche che si sono riversate
sui cittadini americani, indipendentemente da altri fattori.
La palla è passata nelle mani
del deputato di New York, Peter King, che ha fatto un commento molto
bizzarro. Ha suggerito che gli Stati Uniti debbano cacciare i funzionari
iraniani dalle Nazioni Unite a New York e Washington, accusandoli di
essere delle spie. Ignorando il fatto che le Nazioni Unite sono considerate
un organismo internazionale indipendente e che gli Stati Uniti non hanno
l’autorità di “cacciare” in blocco nessun corpo diplomatico accreditato.
Sopraffatto da un sensazione di falso
entusiasmo, ha reiterato il presunto complotto iraniano e ha detto con
entusiasmo: “Quando si desidera l’omicidio di un ambasciatore,
c’è la volontà di uccidere centinaia di americani: si tratta di
un atto di guerra. Non credo che possiamo continuare sul vecchio percorso
e anche imporre le sanzioni come nel passato. “
La raffica di parole al vetriolo contro
l’Iran pronunciate dal signor King puzza di quella cieca ostilità
che da tempo è sostenuta anche da altri falchi a Washington.
In realtà, le mosse anti-iraniane
sono iniziate nel 2007 quando il Congresso approvò con l’allora
presidente George W. Bush l’aumento dei fondi per le missioni
segrete contro l’Iran. Secondo un funzionario dell’intelligence
che ha parlato al Blotter di ABCNews.com, alla CIA fu data l’approvazione
presidenziale per iniziare le operazioni segrete in Iran. A tal fine,
un decreto presidenziale firmato da George W. Bush concesse oltre 400
milioni di dollari. Il fine ultimo di questa direttiva era quello di
colpire il governo religioso iraniano e le operazioni consistevano nel
dare supporto alle minoranze dell’Ahwaz, a quelle beluche e ad altri
gruppi dell’opposizione, così come per raccogliere informazioni riguardo
i siti nucleari iraniani.
Parlando in veste anonima –data la
natura del soggetto -, il funzionario dell’intelligence
ha confermato che Bush firmò una “nonlethal presidential finding“,
dando carta bianca alla CIA per intraprendere azioni di sabotaggio,
una campagna coordinata di propaganda, di disinformazione e di manipolazione
della valuta iraniana e delle sue transazioni finanziarie per destabilizzare
il governo ed eventualmente ottenere un cambio di regime in Iran.
“Non posso confermare né
smentire l’ esistenza di tale programma, né
se il presidente l’abbia firmato, ma sarebbe coerente con un approccio
globale americano che cerca un modo per mettere pressione al regime“,
ha detto Bruce Riedel, un alto funzionario della CIA in pensione, esperto
di Iran e di Medio Oriente (ABCNEWS.com 22 maggio 2007).
Nel giugno del 2007 la rivista The
New Yorker pubblicò una storia simile di Seymour Hersh, confermando
che la direttiva era stata firmata da Bush e che aveva l’obbiettivo
di destabilizzare la Repubblica Islamica.
“La direttiva era
aveva lo scopo di minare le ambizioni nucleari iraniane e di provare
a indebolire il governo per tentare un cambio di regime“, sono
le parole di una persona a conoscenza dei fatti che stava “lavorando
con gruppi di opposizione, consegnando i fondi“.
Dal punto di vista dell’intelligence,
il fatto che il governo degli Stati Uniti stia ricorrendo a operazioni
segrete contro l’Iran esclude la possibilità di un attacco militare
contro questa nazione.
Stando ai rapporti, gli ambasciatori
statunitensi a Islamabad hanno ripetutamente chiesto l’apertura di un
consolato nella provincia del Belucistan, una richiesta degli Stati
Uniti alquanto sospetta. Nel 2011 tale richiesta è stata rinnovata
a Islamabad dall’ambasciatore Cameron Munter. La persistenza di queste
istanze va presa sul serio. Il Belucistan ha un’importanza strategica
in quanto è un rifugio per il gruppo terroristico anti-iraniano Jundullah,
ed è una regione separatista pakistana.
In realtà, Washington auspica con
favore la creazione di un “Grande Belucistan” che integrerebbe le
aree beluche del Pakistan con quelle dell’Iran. Il colonnello Ralph
Peters, esperto militare, ritiene che il Pakistan vada diviso, portando
alla formazione di uno stato separato: il “Grande Belucistan” o
“Belucistan Libero” (Giugno 2006, The Armed Forces Journal).
Così si riunirebbero le province beluche del Pakistan e dell’Iran
in una singola entità politica plasmabile agli interessi di Washington.
Sembra quindi che gli Stati Uniti abbiano
due motivi per sperare in questa approvazione. Intanto, potrebbero realizzare
il sogno di formare il Grande Belucistan e di consolidare la propria
ferma presenza in questa zona separatista del Pakistan e in secondo
luogo, potrebbero avvalersi della propria influenza per portare a termine
azioni di sabotaggio contro l’Iran.
All’inizio del 2007 Blotter di ABCNEWS.com
ha svelato il ruolo del governo degli Stati Uniti nel supporto di un
gruppo di terroristi iraniani, responsabile di macabri omicidi di civili
iraniani al confine tra Iran, Pakistan e Afghanistan. Il gruppo terroristico
non si è risparmiato per seminare il terrore nella provincia meridionale
iraniana del Sistan-Belucistan e la loro sete di omicidi e di crudeltà
non conosce il perdono. Le vittime rivendicate dal gruppo comprendono
molte donne e bambini, che sono diventati gli obiettivi principali.
Nel luglio del 2010 il gruppo ha realizzato un paio di attacchi suicidi
in un’importante moschea sciita nella città di Zahedan, capitale della
provincia iraniana del Sistan-Belucistan, uccidendo dozzine di fedeli
e ferendone centinaia.
Sebbene i funzionari statunitensi neghino
ogni “finanziamento diretto” ai gruppi terroristici, riconoscono
di tenere contatti regolari con i dirigenti del gruppo. Un attacco terroristico
simile è stato lanciato dallo stesso gruppo a una moschea di Zahedan
nel maggio 2009, portando al martirio di molti fedeli.
È abbastanza triste vedere che l’Inter-Services
Intelligence pakistano (ISI) abbia implicitamente sostenuto il gruppo
e, secondo quanto riferito, abbia trovato rifugio ad alcuni membri di
alto profilo in coordinamento con la CIA.
Non è paradossale che Jundullah,
un gruppo terroristico germogliato da al-Qaeda, sia direttamente
finanziato dal governo degli Stati Uniti, che continua a diffondere
in tutto il mondo la cosiddetta “guerra al terrore”?
Tutto questo dovrebbe far abbassare
la testa agli Stati Uniti, presi dalla vergogna e dall’umiltà.
Fonte: Washington’s Black Ops against Iran
29.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO