DI MAHDI DARIUS NAZEMROAYA
Global Research
Come dice un vecchio proverbio cinese, le crisi possono essere delle opportunità.
Tel Aviv, Washington e la NATO si stanno avvantaggiando delle sollevazioni nel mondo arabo. Non solo stanno combattendo le legittime aspirazioni dei popoli, ma stanno manipolando il panorama geopolitico della zona come parte della loro strategia per il controllo dell’Eurasia.
Conflitti settari in Egitto: come indebolire lo Stato egiziano
L’Egitto è governato da una giunta militare contro-rivoluzionaria. Nonostante la sempre maggiore convinzione del popolo egiziano, il vecchio regime è ancora al suo posto. Ma le sue fondamenta sono diventate più instabili da quando la gente è diventata più radicale nelle proprie richieste.
Come nell’epoca Mubarak, il regime militare del Cairo sta consentendo al settarismo di espandersi in tutto l’Egitto per creare divisioni all’interno della società. All’inizio del 2011, mentre gli egiziani stavano assaltando gli edifici governativi, sono stati rinvenuti documenti segreti che mostravano come il regime fosse dietro agli attacchi della comunità cristiana.
Recentemente, i cosiddetti estremisti salafiti hanno attaccato le minoranze egiziane dei cristiani, ma anche quella dei musulmani sciiti. Gli attivisti e i leader delle comunità copta e sciita stanno puntando il dito contro la giunta militare del Cairo, contro Israele e l’Arabia Saudita.
Tutti e tre fanno parte di un’infausta alleanza. Questo gruppo è la spina dorsale della struttura imperialistica degli Stati Uniti nel mondo arabo. Sono alle dipendenze di Washington. Rimarranno in sella
fino a quando gli USA resteranno in una posizione di dominio nel sud-est asiatico e del Nord Africa.
Gli Al-Saud stanno lavorando con Washington e l’Egitto per fondare un ipotetico governo islamico. Ciò può avvenire grazie ai partiti politici che gli Al-Saud hanno fondato e aiutato ad organizzarsi. I
nuovi movimenti salafiti sono un esempio calzante. Sembra anche che la Fratellanza Musulmana, o almeno alcuni rami di questa, siano stati co-optati.
L’alleanza saudi-israeliana e la politica delle divisioni
I legami tra gli Al-Saud e Tel Aviv negli ultimi anni sono diventati sempre più visibili e pervasivi. Questa segreta alleanza si colloca all’interno di un contesto di una più larga alleanza degli Al Khaliji con Israele. L’alleanza con Israele si è formata grazie alla cooperazione tra le famiglie al potere in Arabia Saudita e gli sceiccati arabi del Golfo Persico.
Assieme, Israele e le famiglie degli Al Khaliji formano una linea avanzata per Washington e la NATO contro l’Iran e i suoi alleati regionali. L’alleanza agisce su mandato di Washington per destabilizzare la regione. Le motivazioni del caso nel sud-est asiatico e nel Nord Africa sono da ricercarsi nell’alleanza tra gli Al Khaliji e Israele.
In linea con le posizioni di USA e UE, è sempre quest’alleanza che ha lavorato per creare le divisioni etniche tra gli arabi e gli iraniani, le divisioni religiose tra musulmani e cristiani, e quelle confessionali
tra sunniti e sciiti. È la “politica delle divisioni” o “fitna” che è anche servita per mantenere le famiglie degli Al Khaliji al potere e Israele al proprio posto. Israele e le famiglie degli Al Khaliji non
sopravviverebbero in mancanza di una fitna regionale.
Gli Al-Saud e Tel Aviv sono gli autori della divisione tra Hamas e Al Fatah e dell’allontanamento di Gaza dai Territori Occupati. Hanno lavorato insieme nel 2006 nella guerra contro il Libano con lo scopo
di abbattere Hezbollah e i suoi alleati politici. L’Arabia Saudita e Israele hanno anche cooperato nel diffondere il settarismo e la violenza settaria in Libano, Iraq, nel Golfo Persico e ora in Egitto.
Israele e le monarchie degli Al Khaliji sono utili a Washington nell’obbiettivo di neutralizzare definitivamente l’Iran e i suoi alleati, così come tutte le forme di resistenza contro gli USA nel sud-est asiatico e nel Nord Africa. Questo è il motivo per cui il Pentagono ha sempre armato pesantemente Tel Aviv e gli sceiccati degli Al Khaliji. Washington sta anche predisponendo uno scudo missilistico diretto all’Iran e la Siria in Israele e negli sceiccati arabi.
Iranofobia
L’alleanza tra gli sceiccati degli Al Khaliji e Israele è stata strumentale per creare un’ondata di iranofobia nel mondo arabo. L’obbiettivo ultimo dell’iranofobia è quello di cambiare l’opinione che la popolazione
araba ha dell’Iran, per trasformarlo in un nemico della gente araba, e contemporaneamente distrarre l’attenzione dai veri nemici, le potenze neo-coloniali che occupano e controllano tutta la zona.
L’iranofobia è una guerra psicologica, uno strumento di propaganda. L’obbiettivo strategico è quello di isolare l’Iran e riconfigurare il panorama geopolitico nel sud-est asiatico e del Nord Africa. Per di più, l’iranofobia è stata usata dalle famiglie al potere degli Al Khaliji, dagli Emirati Arabi all’Arabia Saudita fino al Bahrein, come pretesto per la repressione interna della propria gente, che chiede un minimo di applicazione della libertà e dei diritti democratici negli sceiccati.
L’Alleanza 14 marzo del Libano, che è nient’altro che una raccolta di clienti degli Al Khaliji e degli USA assieme agli alleati israeliani, ha poi usato l’iranofobia e la “politica delle divisioni” per cercare di attaccare Hezbollah e i suoi alleati politici in Libano. L’obbiettivo era quello di indebolire e minare alle fondamenta i legami tra Libano e Iran e quelli da Libano e Siria. L’Alleanza 14 marzo, specificamente il Movimento del Futuro controllato dagli Hariri, ha inflitrato in Libano i cosiddetti combattenti salafiti di Fatah Al-Islam con lo scopo di attaccare Hezbollah. Il Movimento del Futuro ha anche avuto un ruolo nel progetto israelo-saudita per destabilizzare la Siria e rimuoverla dal Blocco della Resistenza.
Fonte: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=24744
28.05.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE