Il Consiglio per le Relazioni Estere medita l’abolizione delle frontiere, includendo Canada e Messico nella Fortezza America
[Trascrizione di un servizio della CNN del 10 giugno 2005]
DOBBS: La sicurezza delle frontiere è probabilmente la questione cruciale, nella lotta contro il terrorismo dell’islamismo radicale. Ma le nostre frontiere rimangono permeabili. Tanto permeabili che l’hanno scorso tre milioni di immigrati clandestini, quasi tutti provenienti dal Messico, sono entrati in questo paese. E’ incredibile, ma adesso una commissione sponsorizzata dal Consiglio per le Relazioni Estere chiede che gli Stati Uniti non si concentrino sulla difesa dei propri confini, ma piuttosto sulla creazione di quella che sarebbe in effetti una frontiera comune che includa Canada e Messico. La linea a Christine Romans.[inizio filmato]
CHRISTINE ROMANS (voce fuori campo): Qui al Campidoglio si sostiene che gli americani dovrebbero cominciare a considerarsi cittadini del Nord America, e guardare a Stati Uniti, Messico e Canada come a un unico, grande paese.
ROBERT PASTOR (della Tak Force per il Nord America): La sicurezza degli Stati Uniti può essere protetta nel modo migliore non ai due confini con Messico e Canada, ma su un’unica frontiera, quella del Nord America.
ROMANS: Questo punto di vista viene esposto in un rapporto intitolato “Costruire una Comunità Nordamericana”. Il rapporto prospetta una frontiera comune per Stati Uniti, Messico e Canada entro appena cinque anni, frontiere aperte per i residenti dei tre paesi, e un più libero flusso di merci e persone.
PASTOR: Quello che speriamo di realizzare entro il 2010 è un sistema doganale in comune, così che le merci possano muoversi più facilmente attraverso la frontiera. Desideriamo un perimetro di sicurezza comune attorno all’intero Nord America, per poter favorire gli spostamenti delle persone al suo interno.
ROMANS: Sepolta tra 49 pagine di raccomandazioni da parte della task force, c’è la breve frase “Dobbiamo conservare il rispetto per la reciproca sovranità”. Ma alcuni esperti di sicurezza affermano che l’assorbimento di Messico e Canada all’interno degli Stati Uniti costituirebbe una lesione fatale di detta sovranità (1).
FRANK GAFFNEY (del Centro per le Politiche di Sicurezza): E’ quello che succederebbe se si applicasse sul serio la strategia di unificare gli Stati Uniti, e la loro sovranità, con sistemi molto diversi come quelli canadese e messicano.
ROMANS: Specialmente considerando i problemi che ha il Messico, tra povertà, traffico di droga e traffico di clandestini. Le voci critiche affermano che questo paese è troppo indietro, rispetto a Stati Uniti e Canada, per essere incluso in questa cosiddetta casa comune. Ma la task force desidera una collaborazione a livello militare e di polizia tra tutte e tre le nazioni.
ANONIMO: In pratica, uno scambio di personale che porti canadesi e messicani all’interno del Dipartimento di Sicurezza Interna [Department of Homeland Security].
ROMANS: E desidera anche un ampiamento dei programmi per i lavoratori immigrati temporanei, per ottenere la piena mobilità dei lavoratori tra le tre nazioni nei prossimi cinque anni.
[fine filmato]
ROMANS: L’idea è quella di fare del Nord America qualcosa di simile all’Unione Europea. Ma proprio questa settimana gli elettori di due importanti paesi dell’Unione Europea hanno votato contro la ratifica della costituzione europea. E’ chiaro quindi che questo non è il momento migliore per proposte del genere.
DOBBS: Gli americani staranno pensando che le nostre elite politiche e accademiche siano completamente impazzite, visto che tre anni e mezzo, quasi quattro, dopo l’11 settembre le nostre frontiere non sono ancora sicure. E queste elite non parlano di difendere i nostri confini, ma addirittura di crearne altri. E’ da non credersi.
ROMANS: La teoria è che insieme saremmo più forti, tre nazioni in una, piuttosto che una da sola.
DOBBS: Be’, è un concetto… sconcertante. Christine Romans, grazie come sempre.
La seguente notizia è l’esempio più eclatante del perché gli Stati Uniti debba continuare a tenere sotto controllo i propri confini col Messico, un controllo il più stretto possibile. Oggi il capo della polizia della violenta città di confine Nuevo Laredo è stato assassinato. Alejandro Dominguez, che qui vediamo durante durante la cerimonia del giuramento, è caduto in un’imboscata da parte di uomini armati solo alcune ore dopo la cerimonia, mentre lasciava il suo ufficio. Gli assassini hanno fatto fuoco contro di lui più di cinquanta volte. Era l’unico a essersi offerto per il posto di capo della polizia di Nuevo Laredo. Il posto era rimasto vacante per settimane, dopo le dimissioni del precedente capo della polizia. La cittadina è al centro di una violenta guerra tra signori della droga messicani. Già due volte, quest’anno, il Dipartimento di Stato ha messo in guardia i viaggiatori americani sulla pericolosità di quest’area. Ma il governo messicano, incredibilmente, ha definito questi avvertimenti “non necessari”.
Inoltre, la crisi del reclutamento di volontari per l’esercitò è sempre più grave. Ancora domande, questa sera, sul futuro di un esercito fatto solo di volontari, col nostro ospite Generale David Grange.
Va riconosciuto il contributo che l’Organizzazione degli Stati Americani ha dato allo sviluppo e al consolidamento della democrazia nelle Americhe, e si ricorda che i capi di stato e di governo delle Americhe, riuniti nel Terzo Summit delle Americhe, tenutosi dal 20 al 22 aprile 2001 nella città di Quebec, hanno sottoscritto una clausola sulla democrazia, che stabilisce che ogni modifica o interruzione incostituzionale dell’ordine democratico in uno stato dell’Emisfero, costituisce un ostacolo insormontabile alla partecipazione di quello stato all’azione di detto Summit;
“Le catastrofi terroristiche di New York e Washington hanno deviato l’attenzione dei commentatori da altri eventi globali verificatisi l’11 settembre 2001. In particolare dallo storico accordo raggiunto a Lima, in Perù, dai ministri degli esteri della Organizzazione degli Stati Americani per quel che riguarda la Carta per la Democrazia Interamericana. Sebbene sia difficile capirlo attraverso gli annoiati commenti della stampa ufficiale, il recente Summit delle Americhe tenutosi a Monterey, in Messico, è stato un evento di portata rivoluzionaria. Il vertice di due giorni (12 e 13 gennaio) a cui ha partecipato il Presidente Bush, ha segnato un altro passo nel progetto a lungo termine di eliminare i confini nazionali e fondere i paesi dell’Emisfero Occidentale in una locale Area di Libero Scambio delle Americhe [Free Trade Area of the Americas – FTAA]. Il punto di vista della maggior parte degli analisti dei media è che la conferenza, col presidente messicano Vincente Fox a fare da padrone di casa, non è servita a granché, essendo terminata con una insipida dichiarazione ma ben poco consenso tra i leader dell’Emisfero.
La verità è un’altra. L’ultimo atto del summit, la Dichiarazione di Nuevo Leon, impegna le 34 nazioni in un percorso che ha poco o nulla a che vedere con l’incremento degli scambi commerciali, il fine ufficiale del FTAA, ma parecchio con lo smantellamento delle nostre frontiere, gravando i contribuenti statunitensi con altri miliardi di dollari di aiuti per paesi esteri, e con la promozione del socialismo per tutto l’Emisfero. La Dichiarazione, ad esempio, include la proposta di triplicare i fondi forniti alla Banca per lo Sviluppo Inter-Americano [Inter-American Dvelopment Bank – IDB] per i finanziamenti d’impresa latinoamericani. La IDB, come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altre agenzie di credito multilaterali, detiene un terribile record di corruzione e di finanziamenti a progetti statali che hanno caricato i latinoamericani del fardello di un debito pesantissimo. Tramite la trasfusione di ulteriori bustarelle della IDB per affaristi e leader politici, gli architetti del FTAA potrano superare molte delle resistenze che i loro piani di fusione incontrano a sud del confine.
MESSICO E STATI UNITI ACCELERANO SUL “PERIMETRO DI SICUREZZA”
di José Carreño
Washington – Corsia preferenziale per le Task force americane e messicane che stanno lavorando insieme per una profonda riforma delle relazioni tra i due paesi in merito alla sicurezza nazionale.
Le due delegazioni lavorano alla creazione di un “Perimetro di Sicurezza Nordamericano”, che tra le altre cose include l’identificazione di possibili obbiettivi del terrorismo lungo la frontiera comune.
Gerònimo Gutiérrez, sottosegretario agli Esteri messicano, ha detto che i negoziati stanno procedendo bene, con una prima sessione di proposte messe in calendario per giugno.
Il piano per la sicurezza della zona di confine viene discusso a livello del Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti e del Centro di Investigazione e Ricerca Messicano per la Sicurezza Nazionale (Cisen).
Ufficiali e analisti della sicurezza nazionale hanno sottolineato che entrambi i paesi hanno indicato la possibilità di attacchi terroristici contro le località turistiche meta di cittadini statunitensi.
Fonte:http://globalresearch.ca/
link:http://globalresearch.ca/articles/CFR506A.html
14.06.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DOMENICO D’AMICO
note del traduttore-
(1) La preoccupazione espressa è per la sovranità degli Stati Uniti, quelle di Messico e Canada non possono certo interessare il telespettatore. Delle mire annessionistiche degli Stati Uniti nei confronti di Canada e America Latina accenna anche Joe Vialls in un articolo pubblicato su : questo sito