DI ANTONIS VRADIS
Come mai nessuno parla di “Alba Dorata”, che ha ottenuto un sensazionale terzo posto nelle elezioni in Grecia?
Pensate ad un partito che ha perso approssimativamente il 10% dei suoi consensi nel voto delle ultime elezioni – per la maggior parte della gente, questo è un pessimo risultato. Eppure nel caso del greco “Alba Dorata”, è tutto tranne questo.
Dopo aver goduto nell’essere stati catapultati in modo fenomenale nel Parlamento del Paese nel 2012, il partito di estrema destra è divenuto rapidamente protagonista internazionale con i suoi raduni “per soli greci”, nelle strumentalizzazioni degli attacchi razzisti ad Atene e non solo e, alla fine, nel settembre 2013, con l’assassinio del musicista anti-fascista Pavlos Fyssas.
Nel grido di protesta internazionale che ne è scaturito, è al primo momento apparso come se l’assassinio di Pavlos fosse il suono della campana a morto per lo stesso partito di Alba Dorata. Il loro leader, Nikos Michaloliakos, tutti i loro membri in Parlamento e decine di membri chiave del partito ora stanno affrontando la giustizia. L’opinione dei media nel Paese ha velocemente fatto inversione a U rispetto al loro precedente implicito (ma anche esplicito) supporto ad Alba Dorata e alla loro politica. Eppure l’arresto del leader del partito non ha ottenuto molto nella lotta contro il razzismo istituzionale presente nella nazione.
Mesi dopo l’apertura di un caso contro il partito, un esponente top e parlamentare dello stesso, Ilias Kasidiaris, ha reso noti i registri delle sue conversazioni segrete con l’allora conservatore e membro del Parlamento Takis Baltakos, già capo dello staff. Da un lato questo incidente ha rivelato quanto il razzismo e l’ideologia di estrema destra sia fortemente radicato nel sistema dello Stato Greco. Dall’altra parte, ha offuscato l’immagine, auto costruitasi da Alba Dorata, di una apparente forza anti-sistema contro le èlite economiche e politiche greche.
Il capo dello staff in questione ha rassegnato le dimissioni, e Kasidiaris ha seguito i suoi compagni parlamentari in prigione. A questo punto si potrebbe anche essere persuasi dall’idea che l’uscita di Alba Dorata dalle scene politiche potrebbe essere rapida così come lo è stato il suo ingresso, ma il risultato elettorale del 25 gennaio ha rivelato che il voto all’estrema destra ormai è divenuto sistematico nel Paese.
Nell’elezione precedente, circa la metà delle forze di polizia in Grecia ha votato per Alba Dorata; non c’è motivo per cui si debba sospettare che questa volta il disegno potrebbe essere diverso. Una cultura politica dominante in cui prevalgono nazionalismo, xenofobia e omofobia ha formato terreno fertile per la crescita di Alba Dorata, ed ora porta ad un grande paradosso: nonostante essere stato escluso dal mainstream dei media che tanto lo aveva aiutati, catapultandolo sotto ai riflettori, e nonostante avesse condotto l’intera campagna elettorale mentre la sua intera leadership era in prigione, il partito di Alba Dorata conquista ancora il 6.3% dei voti, sorpassando addirittura i social democratici di PASOK e i nazionalisti Indipendenti greci, divenendo così il terzo partito più grande della nazione.
I sostenitori di Alba Dorata, in un primo momento, si sono difesi dicendo di essersi trovati in accordo con le vere politiche e ideologie del partito. Questa opinione è stata poi cambiata con la dichiarazione di esser stati ingannati dall’immagine positiva dipinta appositamente per il partito da certi potenti media nazionali. E’ difficile immaginarsi quale scusa verrà usata questa volta: appena meno di 400.000 greci hanno appoggiato un partito i cui crimini e la cui vile ideologia sono ormai venuti completamente alla luce.
Ecco perché Alba Dorata ha conquistato una vittoria ogni oltre aspettativa: ha trionfantemente dimostrato di essere un partito forte e determinato, abbastanza da insediarsi come terzo partito più grande nel parlamento, nonostante abbia corso da dietro alle sbarre. Ci vorranno anni per affievolire i devastanti effetti dell’austerità, così come la politica culturale che l’ha amministrata e gestita, mentre si prepara il palcoscenico per l’ingresso di Alba Dorata.
Il Governo del Paese non avrà scelta se non quella di combattere incisivamente i suoi naturali nemici politici, ma se questa lotta non sarà incisiva, con una estesa azione di educazione anti-fascista sul territorio, allora potrebbe volerci davvero poco, prima che la vile ideologia di estrema destra di Alba Dorata si consolidi nella società greca, e prima che il razzismo istituzionale diventi realmente e completamente un fenomeno sociale.
Antonis Vradis lavora al dipartimento di Geografia della Durham University. Fa anche parte del progetto “La Città ai Tempi della Crisi”, ed è membro del collettivo “Londra Occupata”, nonché editore anticonformista del giornale “CITY”.
Fonte: www.opendemocracy.net
Link: https://www.opendemocracy.net/can-europe-make-it/antonis-vradis/other-dark-winner-of-greek-elections
29.01.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FRANCESCA SAVINA