Lady Aspen Meloni: “La moneta elettronica è privata!”

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di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

A proposito del disturbo dissociativo dell’identità che colpisce in modo pandemico indistintamente tutta la nostra classe politica, di cui parlavo in un mio recente articolo: ennesima testimonianza dello stesso, è un video fantastico che gira in rete con protagonista il nostro premier Giorgia Meloni.

Fantastico per due motivi principali: uno, per il notevole grado di satira esaltato dalla forma grave del disturbo presente purtroppo anche nella Meloni, stante la totale diacronia delle sue dichiarazioni tra il prima ed il dopo essersi seduta sulla poltrona di Palazzo Chigi; e due, perché con una faccia tosta che fa a gara con l’ignoranza in materia, ci sbatte in faccia quello che anche i poteri più profondi tendono a rendere confuso per imbrogliare la gente.

Il tema riguarda le commissioni che i vari istituti – ai quali è demandato il servizio dallo Stato – si prendono sull’uso dei mezzi di pagamento che questi ultimi forniscono alla loro clientela. Sto parlando della cd moneta elettronica o scritturale.

Ma facciamocele due risate guardando questo video (cliccate sull’immagine per la visione):

“Togliere le commissioni su carte e bancomat è incostituzionale, perché la moneta elettronica è una moneta privata” dice Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri in carica

 

La moneta legale elettronica scritturale è una forma di moneta che viene utilizzata per i pagamenti elettroniciSi tratta di una moneta scritturale perché la banca, a fronte di un ordine di pagamento da parte del debitore, si limita ad addebitare il conto del debitore e ad accreditare quello del creditore, o a trasferire la relativa informazione in formato elettronicoLa prestazione dei servizi di pagamento attraverso moneta scritturale è consentita per legge solo ai soggetti abilitati, come banche, istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento.

In sostanza la moneta elettronica è l’equivalente in forma digitale del denaro contante, memorizzato su un dispositivo elettronico o su un server remoto.

Qui dobbiamo introdurre il concetto di moneta (valuta) e mezzo di pagamento. La moneta o valuta sono ad esempio: l’Euro, il dollaro, la sterlina, ecc.; i mezzi di pagamento sono le banconote (contanti), gli assegni, i bonifici, le carte, ecc.. .

I sistemi monetari moderni si basano sul corso forzoso, ovvero la carta moneta non è convertibile in monete d’oro o altre monete composte da altri materiali preziosi. In questo sistema, la carta moneta assume il ruolo di mezzo di pagamento nazionale per tutte le transazioni. Il corso forzoso è imposto dalla legge come mezzo di pagamento.

Nel sistema a corso forzoso, il biglietto di banca cessa di essere un titolo rappresentativo della moneta e diviene esso stesso vera e propria moneta con potere liberatorio illimitato.

In definitiva possiamo definire il corso forzoso come il regime di circolazione monetaria in cui una moneta non convertibile è imposta dalla legge come mezzo di pagamento.

Il corso forzoso non va confuso con il corso legale che, rispetto al primo, non riguarda le valute (euro, dollaro, ecc.), ma concerne i mezzi di pagamento. Ovvero la legge dello Stato definisce quali sono i mezzi di pagamento che hanno corso legale, ovvero che conferiscono potere liberatorio nei pagamenti.

Sotto il profilo giuridico, il circolante (banconote e monete) è l’unica moneta con corso legale utilizzata da famiglie e imprese all’interno del territorio di uno Stato o, come nel caso dell’euro, all’interno del territorio degli stati che si sono impegnati all’utilizzo di una moneta comune sulla base di un trattato.

Il suo obbligo di accettazione deriva direttamente dal nostro codice civile (art. 1277) – il creditore di un’obbligazione pecuniaria non può rifiutare il pagamento eseguito con banconote e monete aventi corso legale.

Quindi, tutto il resto dei mezzi di pagamento (assegni, bonifici, carte, ecc.), per il nostro ordinamento non hanno corso legale.

Di fatto, come sostiene la Meloni nel video, sono una moneta privata, o per meglio dire dei mezzi/servizi di pagamento forniti da enti privati.

E con questo Giorgia Meloni se ne lava le mani! Disconoscendo quello che pochi mesi prima aveva fortemente sostenuto in campagna elettorale.

Fermi tutti!

Giorgia Meloni questa totale ipocrisia la può ostentare al solito mercato rionale del quartiere della Garbatella dove è nata, ma non seduta sulla poltrona di primo rappresentate degli interessi del popolo italiano!

I cd privati citati dal premier, che mettono in atto questa attività di servizio per consentire agli agenti economici di procedere più velocemente nelle loro transazioni, non operano nel campo delle auto, delle costruzioni o della verdura, operano con quella merce che lo Stato stesso attraverso le sue leggi ne demanda la creazione in regime di monopolio alla Banca Centrale.

E quando parlo di merce, intendo i soldi denominati in quella valuta su cui lo Stato basa per legge il suo sistema monetario (corso forzoso).

Non solo, è lo Stato stesso che decide e consente per legge chi sono i soggetti abilitati a prestare servizi di pagamento attraverso la creazione della moneta elettronica e li regola attraverso le normative emanate dalla sua Banca Centrale.

Quindi, moneta privata de ché! direbbe saltando sul banco della verdura l’ortolano della Garbatella….

Stiamo parlando di un vero e proprio monopolio concesso ai privati attraverso il solito metodo. tanto caro a Mario Draghi ed i suoi amici, di privatizzare quanto di più essenziale alla collettività.

Mi viene da sorridere quando molti, nel ricordo della buonanima del defunto giurista e saggista Giacinto Auriti, puntano ancora il dito su quel tanto discusso “tipo” di signoraggio, riguardante i supposti profitti che le banche centrali ricaverebbero in modo indebito sull’emissione della moneta. Guardare il dito, invece che la luna, serve solo a chi ci è nemico: tali profitti, sappiamo bene, vengono poi girati dalle banche centrali agli Stati.

E quindi sarebbe bene volgere il nostro sguardo da tutt’altra parte, verso quelle che, invece, sono realmente le frodi messe in atto da chi ci comanda.

Se al signoraggio vogliamo dare una definizione di più ampio respiro, io ci sto! Parliamo allora dei due, tre, quattro euro che ogni banca si prende ogni volta che ci rechiamo a prelevare al bancomat i nostri soldi!

Queste, ed altre, sono le famose commissioni che Giorgia Meloni prometteva di togliere quando era in eterna campagna elettorale per raggiungere la poltrona dove siede ora!

A tutto questo poi, non possiamo dimenticare di aggiungere, quelli che sono i continui provvedimenti da parte dei vari governi che mirano ad incentivare l’uso delle carte nelle transazioni, con l’obiettivo, ormai planetario, di eliminare totalmente il contante.

E qui arriviamo alla famosa moneta digitale di banca centrale (CDBC), che nell’obiettivo delle menti di Davos, dovrebbe necessariamente condurre tutti noi ad aprire un conto direttamente presso le banche centrali per usufruire di una moneta elettronica, finalmente priva delle odiose commissioni.

Ma che bello! Molti esulterebbero con le braccia al cielo!

Partendo dal presupposto che lastricare le strade di marmo è tipico di chi ti vuol portarti all’inferno, tale obiettivo apertamente dichiarato da chi ci comanda ed all’apparenza un attacco al sistema bancario in essere (ovvero a loro stessi), potrebbe riservarci brutte, forse bruttissime, sorprese… è bene tenerlo a mente!

Detto questo la Giorgia nazionale presidente del Consiglio di tutti gli italiani, senza disturbare la nostra Costituzione, all’interno della funzione di politica fiscale, oggi demandata al governo che lei stessa presiede, potrebbe facilmente togliere o limitare in modo sostanziale queste odiose commissioni, come tutte le altre che contribuiscono ai cospicui profitti che conseguono le nostre banche.

Anzi se lo avesse fatto in modo preventivo, oggi non avrebbe avuto la necessità di proporre una tassazione sugli extra-profitti delle banche, evitandosi le note rimostranze provenienti dalle solite lobby che poi la costringono a fare marcia indietro.

Il compito che un governo esplica attraverso la politica fiscale, non è limitato all’annuale legge di bilancio (cd finanziaria); un governo, attraverso lo strumento dei decreti, più intervenire a piacimento quando lo desidera e soprattutto in conseguenza delle necessità del sistema economico del paese, sul livello dei prezzi (cd inflazione). E lo deve fare, in modo tempestivo, soprattutto in quelli che sono i settori vitali per la tenuta del sistema economico stesso. La funzione del credito ed il relativo costo del denaro (di cui le commissioni ne sono una voce rilevante), non dovrei sbagliare nel dire che insieme al settore dell’energia, sono forse i due compartimenti più rilevanti dentro quelli che si definiscono i sistemi economici moderni.

Intervenire in modo postumo e come poi avviene in misura del tutto inadeguata a livello numerico, dopo che banche e compagnie energetiche si sono messe in tasca colossali profitti – estrapolando sangue finanziario dal sistema economico – è totalmente errato, per non dire compiacente, da parte di chi ha il compito di governare un paese nel rispetto della democrazia e della giustizia sociale.

Sappiamo tutti quali sono i folli limiti di bilancio dentro i quali i governi europei si sono auto-imposti di agire e, per questo, agire in modo tempestivo previene le drammatiche situazioni di mancanza di denaro, quando nella stesura della legge finanziaria si tenta una qualche redistribuzione della refurtiva precedentemente legalizzata dai governi stessi, attraverso la loro immobilità.

Insomma, usando una logica da seconda elementare, se il governo interviene subito evitando il furto da parte di certi settori verso il sistema economico nel suo complesso, i soldi rimangono nel sistema e non volano dove atterrano i desideri di Unicredit ed ENI, tanto per fare i due nomi più importanti all’interno dei settori del credito e dell’energia.

di Megas Alexandros.

Fonte: Lady Aspen Meloni: “la moneta elettronica è privata!” – Megas Alexandros

 

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