LA TESTA DI OSAMA SOTTO GHIACCIO

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mighty wurlitzer

La CIA e l’amministrazione Bush infiammano il “Mighty Wurlitzer” (1)

DI LARRY CHIN

I
media di regime, – partecipanti alla campagna “Mighty Wurlitzer” (1) della CIA – stanno spettegolando sulle recenti performance televisive dell’agente CIA Gary Schroen, il quale ha dichiarato che poco dopo l’attentato del 11 settembre, un suo superiore della CIA, J. Cofer Black, ordinò a tutti gli agenti della CIA di decapitare Osama bin Laden e consegnare la sua testa in una scatola piena di ghiaccio secco a George W. Bush.

Black, secondo
quanto si dice, ordinò anche la consegna delle teste di altri luogotenenti di al-Qaeda a Bush, infilate su una “picca.” (Vedi anche le versioni CNN e BBC.)

Lo squallido racconto di Schroen ha in effetti scarsa importanza, se non come chiacchiera morbosa per i salotti di Washington e per aggiungere con tempismo altra disinformazione
sull’argomento. L’impressionante storiella Schroen/Black aggiunge nuovo colore alle fasulle storie di copertina e alle leggende mitiche su 11 Settembre e su “Osama”—il mito cementato dalle convinzioni della Commissione Kean e
dalla infinita propaganda dei media sulla “guerra al terrorismo”:

1. Schroen e Black sono agenti operativi della CIA da molto tempo. Questo fatto da solo è ragione di
profondo scetticismo e sospetto, causa di discredito su ogni cosa che essi possano dire. Il compito della CIA è nascondere la verità o promuovere una versione degli eventi che sia prima stata approvata da Wall Street e Casa Bianca.

2. Qualsiasi cosa venga comunicata
dalla CIA o dall’amministrazione Bush attraverso i media di regime è esattamente quello che CIA o amministrazione Bush vogliono che il pubblico si
beva.

3. Esiste una forte
probabilità che la “testa di Osama sotto ghiaccio” sia un mito
da diffondere, dello stesso filone del Bush versione cowboy del 11 Settembre, che blatera di “terroristi senza palle,” “vivi o morti,” ecc., da conservare nello stesso schedario che contiene tutta la serie dei video confessione di Osama e altri prodotti disgustosi post-11
settembre.

4. Esiste una altrettanto
forte possibilità che la fabbrica della disinformazione
Rove-Bush sia in
overdrive e stia ancora pompando l’immagine di macho di Bush, distratta
dalle crescenti perdite in Iraq e dalla caduta di popolarità interna di Bush. Rove e
Bush devono inoltre preparare le masse per la imminente guerra contro l’ Iran.
La descrizione di un Bush “decapitatore di terroristi” pazzerello e macho serve allo scopo, per assurdo che possa sembrare.

Ancora più importante:

5. La rivelazione di Schroen non cambia nulla a riguardo della ricostruzione dei fatti dell’11 settembre, dei fatti ampliamenti documentati sulla sponsorizzazione e
l’utilizzo da parte degli USA di gruppi terroristici e della
verità su “Osama bin Laden”—la più grande risorsa dell’intelligence degli USA.
Analisi clamorose che hanno chiaramente indicato il collegamento tra il governo
USA e al-Qaeda (come Chi è
Osama bin Laden?
, Le radici storiche di Al-Qaeda, di
Michel Chossudovsky) sono state deliberatamente ignorate. Anche storie basate
su fatti reali e che dimostrano le radici Americane del terrorismo islamico (Taliban
e
Jihad di Ahmed Rashid sono due esempi illustri) non
ottengono grande spazio, mentre i pettegolezzi guerrafondai di Bush riferiti da
due agenti della CIA ottengono la massima esposizione da parte dei mezzi di
comunicazione principali.

In Crossing the Rubicon:
Il declino dell’Impero Americano e la fine dell’età del Petrolio, il libro che è una
pietra miliare nello svelamento dell’apparato criminale che sta dietro l’11
Settembre, Mike Ruppert scrive:

“Io credo che bin
Laden fosse e rimane una risorsa di CIA, governo Usa e Wall Street.

Questo potrebbe
spiegare il perché della sua mancata cattura. Ci sono altre guerre da combattere. Osama non
può essere catturato per una varietà di ragioni, incluse
le enormi e variegate connessioni finanziarie tra la sua famiglia e le elite che controllano il
sistema finanziario degli Stati Uniti, come pure le sue strette
relazioni con la classe dirigente araba, che potrebbe staccare la spina all’economia americana
molto prima che lo faccia il Caro petrolio
. Osama bin Laden conosce troppe
cose e senza di lui l’amministrazione Bush non avrebbe alcuna giustificazione
per tutte le cose che ha fatto negli ultimi 4 anni. Da un punto di vista strategico, Osama è il miglior amico di Dick Cheney.”

Lo stesso vale
per
Zarqawi, Khalid Sheik-Mohammed e altri (reali e immaginari)
“terroristi-del-mese.”

6. Il “ Bush macho e pazzerello” di Schroen inoltre si incastra perfettamente nella propaganda
recentemente galvanizzata dalla cattura (e relativa tortura) del “numero tre”
di al-Qaeda, Abu Farraj al-Libbi:

Vedi:

Pakistan cattura
il numero tre
di Al-Qaeda (CNN)

L’arresto di al-Libbi getta paure
nucleari sugli USA

L’affare al-Libbi

Considerando che
l’organizzazione Pachistana ISI opera come una filiale della CIA,
questo
arresto non può essere accettato come ci viene presentato, al
pari delle
dichiarazioni di Schroen e Black. Il collegamento di Al-Libbi’s
con L’uccisione di
Daniel Pearl
(e dei
sospetti Omar Saeed Shiekh e Amjad Hussain Farooqi) getta
un’ombra sinistra
sui ISI e CIA, come pure sull’amministrazione Bush.

L’imbarazzante
discorso di Bush dopo la cattura, in cui si prodigato senza risultati apprezzabili per pronunciare il nome di questo “alto ufficiale di bin Laden” (che comunque non era nella lista FBI dei terroristi più ricercati),
suggerisce fortemente l’ipotesi di un discorso propagandistico lanciato nel sistema in un
momento critico.

7. Schroen sta promovendo
il suo libro sulla “caccia” ad Osama. Il sensazionalismo è parte
della sua promozione.

8. J.Cofer Black
è stato in
prima linea nella “guerra al terrorismo” già prima del 11
settembre ed è un
esponente leader nelle operazioni di copertura dell’amministrazione
Bush:

Testimonianza al
congresso di J.Cofer Black’ su
terrorismo e 9/11

La visione di
Black sul
“terrorismo” rispecchia ‘la linea ingannevole promossa dalla
Commissione Kean,
James Pavitt, dall’ex agente CIA Robert Baer e molti altri. La menzogna
include
l’idea che 1) Il terrorismo islamico è qualcosa che non ha
collegamenti (o non
è riconoscente) con la CIA, 2) la CIA ha bisogno di più
risorse umane stabili
in Medio Oriente, 3) la CIA ha bisogno di più fondi e maggiori
poteri di
Polizia, e 4) l’amministrazione Bush non aveva informazioni specifiche
per prevenire il disastro dell’11 settembre.

9. L’immenso sistema
politico non è un apparato monolitico. Nei fatti è un
groviglio di feudi e
fazioni contrastanti e in competizione, anche se in definitiva si
riconoscono
tutti sotto un piano criminale più grande e lavorano con
obiettivi comuni
(formulati dalle elite del mondo).

Che fazione rappresenta
Schroen all’interno della CIA? Dove vanno a inserirsi Schroen/Black, rispetto
al nuovo regime Porter Goss/Negroponte?

10. Non sarebbe una sorpresa se si scoprisse che Schroen, e forse (meno probabilmente) Black, credeva sinceramente ai miti di Osama/al-Qaeda, che i loro superiori li abbiano manipolati ad arte mentre svolgevano il loro disgustoso lavoro sul campo.
Come ha scritto Mike Ruppert, “nelle operazioni riservate, gli elementi migliori sono quelli che non hanno idea di chi li stia guidando.”
Questo vale sia per gli agenti Americani che per i “terroristi” stranieri e le cellule
del terrore.

I mezzi di informazione liberali (Air America Radio ospitando Randi Rhoades, etc.) si sono gettati dichiarazioni di Schroen, in modo prevedibilmente ingenuo ed errato.
“Portatemi la testa di Osama” viene visto come la prova della
brutalità dell’amministrazione Bush (che dovrebbe essere ovvia, se si includono crimini di guerra, torture e atrocità), e della “ipocrisia” di Bush (che dovrebbe essere altrettanto ovvia) (“essi perdonano la decapitazione perpetrata dalla nostra gente, ma la condannano quando degli stranieri tagliano le teste americane”). Ancora peggio, molti liberali vedono le dichiarazioni di Schroen come una vendetta per le falsità di John Kerry e Democratici/Neoliberali (“questo prova che Osama era intrappolato a Tora Bora”, “abbiamo bisogno di una vera sicurezza interna”, “abbiamo bisogno di una vera “guerra al terrorismo”, “abbiamo bisogno di più agenti CIA in Afghanistan e Iraq”) e altre pericolose
convinzioni di questo tipo.

La monumentale incapacità o
il rifiuto di comprendere chiaramente e completamente l’impero criminale, la propaganda e la realtà delle operazioni riservate continuerà a potenziare (non
fiaccare) Bush, ad alimentare (non fermare) la guerra, la “guerra al terrorismo” e a rafforzare lo stato di polizia nel mondo intero.

Fatti che contraddicono e
confutano le dichiarazioni di Schroen, Black e altri membri
dell’amministrazione Bush sono stati ampiamente provati, nel corso degli
ultimi 5 anni:

  • Il governo degli Stati Uniti e le sue agenzie di intelligence hanno creato il “terrorismo islamico” ed hanno continuato ad utilizzare e guidare cellule terroristiche, come pure a diffondere propaganda terroristica come
    cuore della strategia globale Anglo-Americana.
  • Il governo degli Stati Uniti e le sue agenzie di intelligence non solo erano assolutamente a conoscenza degli attentati prima dell’11 settembre, ma hanno pianificato, facilitato e portato a compimento l’operazione.
  • Il crimine dell’11
    settembre era (e rimane) un successo storico dell’intelligence, non un suo “fallimento”
  • Il mito del “terrorismo” continua ad essere utilizzato come pretesto propagandistico e copertura
    per l’eterna guerra per il petrolio e per altri imperativi
    geostrategici.

Nei numeri scorsi di Covert
Action Quarterly,
la pubblicazione ha fornito una tabella
riepilogativa su
11 settembre e “terrorismo” che può servire come riassunto
esemplificativo
della realtà che Bush/neocon/funzionari neoliberali tentano
deliberatamente di
oscurare.

Il quadro
è il seguente:

  • Amministrazione Carter
    =CIA=Islamici Afgani
  • Amministrazione
    Carter=CIA=Islamici Iraniani
  • al-Qaeda=Arabia
    Saudita=CIA=Amministrazione Reagan collaborazioni in Afghanistan e Sudan
  • al-Qaeda=Arabia
    Saudita=CIA=Amministrazione Bush collaborazioni in Afghanistan e Sudan
  • al-Qaeda=CIA=Amministrazione
    Clinton collaborazioni in Albania, Algeria, Bosnia, Cecenia, Iraq,
    Libia, Sudan

Analisi complessive nello
stesso ambito e tese a smantellare il mito del “terrorismo” sono state scritte
da Michel
Chossudovsky
presso il Center
for Research on Globalisation
; Mike Ruppert, editore di From The Wilderness e autore
di Crossing the Rubicon: The Decline of the American Empire at the End of the Age of Oil;
come pure altri autori e siti web indipendenti.

Poco dopo aver fondato la CIA, il leggendario Frank Wisner
creò allegramente la potente macchina propagandistica della CIA il “Mighty Wurlitzer.” Oggi il “Wurlitzer” è un’orchestra globale. Il cosiddetto coro
dei media segue la corrente e la sua disinformazione viene sparsa ai quattro venti, risuonando in ogni angolo del mondo. È il rumore di un impero irrimediabilmente criminale, marcio fin nel suo cuore.
Quelli che di buon grado si bevono gli indottrinamenti oscurantisti della CIA, che accettano ogni aspetto
del mito della “guerra al terrorismo” dell’amministrazione Bush, hanno consegnato le loro teste, le loro menti a George W. Bush— nel ghiaccio e infilate su una picca.

13.05.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MILHO

Source: www.onlinejournal.com/Media/051305Chin/051305chin.html

(1)
Mighty Wurlitzer: All’inizio dell’era del cinema muto, i teatri che trasmettevano film ingaggiavano orchestre per accompagnare le immagini con suoni o musiche. Con l’incremento del costo di un’orchestra,
l’industria iniziò a produrre e commercializzare particolari strumenti (in genere a tipo organo) capaci di riprodurre i suoni e i rumori aspettati secondo la trama del film. La Cia cominciò a indicare come “Mighty Wurlitzer” la sua macchina di propaganda, sottolineando con questo la sua capacità di orchestrare e diffondere determinate notizie. Con questo impiego di forze, la CIA istruisce notizie vere o false, le diffonde, fino a farle riecheggiare e riciclare pari pari nei programmi Fox News, negli editoriali del Wall Street Journal, nei seminari dell’Hermitage, nei discorsi dei vari “conoscitori” dell’argomento e di uomini del Congresso.

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