Una carità ingannevole.
DI JOE ALLEN
Negli ultimi anni, l’immagine della Croce Rossa è stata macchiata. Il peggior scandalo avvenne dopo gli attacchi dell’11 settembre, quando fu rivelato che gran parte delle centinaia di milioni di dollari donati all’organizzazione non andarono ai sopravvissuti o ai famigliari delle vittime, ma ad altre operazioni della Croce Rossa , che vennero poi descritte come operazioni ingannevoli.
Recentemente, i riferimenti alle disastrose operazioni di assistenza raccontati da Richard Walden, del gruppo umanitario Operation USA, sul Los Angeles Times – hanno provocato una reazione al vetriolo.
Ma questi scandali recenti non sono niente di nuovo per la Croce Rossa. Infatti, l’intera storia dell’organizzazione è un gigantesco scandalo – a partire dalle sue politiche razziste verso gli Afro Americani, alla sua mentalità corporativa diretta verso gli esseri umani. E’ un omaggio alla debolezza dei mass-media statunitensi – e dei Repubblicani potenti alleati della Croce Rossa – che un’istituzione con una storia così dubbiosa, continui come leader delle iniziative umanitarie, mentre avrebbe dovuto essere rimpiazzata da decenni da agenzie molto più efficienti.
La Croce Rossa fu fondata nel 1881 da Clara Barton, che diventò famosa durante la Guerra Civile per aver organizzato la distribuzione di cibo e forniture di medicinali ai soldati della UNION ARMY.
La Croce Rossa è specificamente sotto mandato, conforme al suo statuto adottato nel 1905, “per portare avanti un sistema di rilievo nazionale e internazionale in tempo di pace, e applicare questo sistema nel mitigare le sofferenze causate da pestilenze, carestie, alluvioni e altre grandi calamità nazionali, concepire ed eseguire misure per prevenire queste calamità.” L’organizzazione doveva inoltre portare avanti il suo lavoro in accordo con le Convenzioni di Ginevra per quanto riguardava il trattamento dei prigionieri di guerra. Successivamente la Croce Rossa fu anche incaricata del controllo di una grossa parte della fornitura di sangue nazionale. Ma chi ha ricevuto aiuti dopo i disastri è sempre stato colpito dal razzismo che è sempre stato parte della lunga storia della Croce Rossa.
Per esempio, durante la grande inondazione del 1927, che distrusse gran parte del delta del Mississipi e la Luisiana, gli operai neri e i mezzadri furono senza dubbio quelli che soffrirono di più.
Come documenta John Barry nella sua storia epica dell’inondazione, Rising Tide, i proprietari di piantagioni del delta si rifiutarono di evacuarli dalla regione per paura, giustamente, che molti di loro non sarebbero ritornati alla loro miserabile condizione, simile alla schiavitù.
La Croce Rossa arrivò per fornire alloggi provvisori e aiuti alimentari. Ciò che gli afro americani ottennero furono campi simili a prigioni dove venivano regolarmente picchiati da bianchi razzisti, uomini della Guardia Nazionale. Il cibo distribuito dalla Croce Rossa era dato prima ai bianchi, e se qualcosa avanzava, andava ai sopravvissuti neri.
Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, la Croce Rossa accumulò grandi quantità di riserve di sangue grazie alle tecniche sviluppate dal brillante scienziato afro americano Dr. Charles Drew. Drew stesso, divenne il direttore della banca del sangue della Croce Rossa nel 1941, ma si dimise dalla sua posizione dopo che il dipartimento di guerra ordinò che il sangue di donatori neri e bianchi doveva essere separato.
Drew definì l’ordine “uno stupido errore”, ma la Croce Rossa vi si attenne e impose Jim Crow alla fornitura del sangue. La Croce Rossa, perfino inizialmente, rifiutò di accettare donazioni di sangue da parte degli afro americani all’inizio della guerra – nonostante le donazioni in denaro da loro effettuate fossero ben accette. Durante la guerra, l’NAACP indagò sulle lamentele di soldati di colore, che denunciavano trattamenti razzisti da parte della Croce Rossa.
La Croce Rossa smise di separare le scorte di sangue dopo la seconda Guerra Mondiale a livello nazionale, ma fu autorizzata nei settori più a sud a continuare nella distinzione del sangue negli anni 60.
Le persone che pensano alla Croce Rossa come ad una “carità privata” rimarrebbero scioccati nello scoprire il suo stato legale attuale.
L’assemblea ha incorporato la Croce Rossa ad agire sotto la “supervisione del governo”. 8 dei 50 membri del suo consiglio dei governatori sono nominati dal Presidente degli Stati Uniti, che ha anche funzione di presidente onorario. Attualmente, il Segretario di Stato e il Ministro della Difesa sono membri del consiglio dei governatori.
Questa condizione unica e di ruolo quasi governativo permette alla Croce Rossa di acquistare rifornimenti dall’esercito e di utilizzare agevolazioni del governo statunitense – il personale militare può addirittura essere assegnato con doveri verso la Croce Rossa. Lo scorso anno, l’organizzazione ricevette 60 milioni di dollari in cessioni da governatori federali e di stato. Tuttavia, come notò una corte federale, “ la percezione che l’organizzazione sia indipendente e neutrale è ancora viva”.
Gli amministratori a capo e gli ufficiali della Croce Rossa sono quasi sempre tratti dai consigli societari o dagli alti comandi militari. Tra vecchie cariche e presidenti della Croce Rossa troviamo 7 ex-generali o ammiragli e un ex-presidente.
Il presidente in carica Marty Evans è un contrammiraglio in pensione e un direttore dell’azienda di investimenti Lehman Brothers Holdings. Bonnie McElveen-Hunter, la direttrice della croce rossa, è anche CEO della Pace Communication, tra i cui clienti incontriamo l’United Airlines, Delta Air Lines e AY&T – un gruppo di compagnie conosciute per l’immorale trattamento dei loro lavoratori.
La Croce Rossa è diventata particolarmente legata al partito repubblicano negli ultimi decenni. Sia McElveen che Evans sono incaricati di Bush – per quanto le riguarda, McElveen-Hunter ha donato più di 130,000$ al partito repubblicano a partire dal 2000.
Nonostante sia tecnicamente un’associazione non-profit, la Croce Rossa è gestita più come una multinazionale affamata di profitto che come la maggior parte delle persone pensano dovesse essere un atto di carità. L’esempio più estremo fu la reazione criminalmente negligente ai primi stadi dell’epidemia di AIDS negli anni 80.
La Croce Rossa è stata per molti decenni, e rimane tutt’ora, la più grande banca del sangue del Paese. Nel 1982 e specialmente nel 1983, quando sarebbe stato possibile contenere l’epidemia – o almeno fermare la diffusione della malattia attraverso trasfusioni di sangue infetto – le maggiori banche del sangue, guidate dalla Croce Rossa, si opposero ai test nazionali del sangue per l’HIV.
L’opposizione della Croce Rossa si basava sui costi finanziari. Come il giornalista investigativo Judith Reitman afferma nel suo libro, Bad Blood: “Appariva più economico pagare i destinatari del sangue infetto. Avrebbero dovuto procedere con azioni legali invece di aumentare le scorte di sangue della Croce Rossa.”
All’inizio di quest’anno, la Croce Rossa canadese si è dichiarata colpevole per aver distribuito scorte di sangue contaminato che infettò migliaia di canadesi con il virus dell’HIV e dell’epatite C negli anni 80. Questo scandalo è una delle motivazioni per cui la Croce Rossa canadese è stata rimossa dalla gestione delle risorse di sangue del Paese verso la fine degli anni 90 – ma ciò non è successo alla Croce Rossa americana.
La contabilità sullo stile di Enron, pubblicità ingannevole e furti di fondi alla luce del sole sono stati anch’essi una grossa parte della storia più recente della Croce Rossa.
Per anni, l’organizzazione è stata criticata per aver raccolto soldi per un disastro, e poi trattenendo una bella porzione di questi per altre operazioni e per la raccolta di fondi. Per esempio, la Croce Rossa raccolse circa 50 milioni di dollari per le vittime del terremoto di San Francisco del 1989, ma è stimato che solo 10 milioni di dollari sono stati destinati alle vittime.
Accuse simili erano state alzate contro la Croce Rossa per le operazioni di raccolta fondi successive alle esplosioni di Oklahoma City nel 1995 e al fuoco di San Diego del 2001. Ci fu anche un immenso scandalo che incluse anche l’appropriazione indebita di milioni di dollari in donazioni nel New Jersey nei tardi anni 90.
Questi scandali e la potenzialmente imbarazzante controversia politica vennero attenuati dai media e dagli alleati politici della Croce Rossa. Ma la verità non è potuta rimanere nascosta dopo l’11 settembre. Appena dopo gli attacchi, Dr. Bernardine Healy, che era il presidente in carica della Croce Rossa nel 1999,stimolò le donazioni per aiutare i sopravvissuti e le famiglie delle vittime. In tempi da record,l’organizzazione raccolse quasi 543 milioni di dollari.
Poi iniziò la controversia. Un’investigazione congressuale rivelò che – nonostante avesse promesso che tutte le donazioni per l’11 settembre sarebbero andate alle famiglie delle vittime – la Croce Rossa trattenne più della metà dei 543 milioni di dollari. Durante l’udienza congressuale, Rep. Billy Tauzin (R-La.) – che divenne presto un lobbista per Big Pharma – dichiarò “La conclusione è che un fondo speciale era stato stabilito per queste famiglie. Era stato aperto esclusivamente per questo evento, l’11 settembre. E è stato chiuso ora perché ci è stato detto che è stato raccolto abbastanza danaro, ma ci è anche stato detto, a proposito, che stiamo per destinare due terzi di questi soldi per altri bisogni della Croce Rossa.
Healy fu costretto a dare le dimissioni, e i suoi successori promisero di destinare tutti i soldi dell’11 settembre a sopravvissuti e alle loro famiglie.
La catastrofe provocata dall’uragano Katrina sulla costa del golfo ha rivelato gli stessi vecchi problemi della Croce Rossa. Alla fine di settembre, l’organizzazione fu espulsa dal centro periferico di assistenza di Atlanta perché, secondo il New York Times, il gruppo aveva fatto false promesse di pagamenti finanziari.
In un altro incidente ancora più bizzarro a Chicago, gli studenti furono allontanati dal volontariato in un centro di assistenza succursale perché si rifiutarono di firmare un giuramento di fedeltà al governo americano. Altre indagini accurate stanno iniziando nei confronti della Croce Rossa. Come Richard Walden, di Operation USA, scrisse nel Los Angeles Times, “La sua raccolta di fondi supera di gran lunga il suo programma perché fa molto poco o addirittura nulla per salvare i sopravvissuti, procurare una diretta assistenza medica o ricostruire case”.
Walden notò (e anche la Croce Rossa adesso conferma) che l’organizzazione aveva raccolto 1 bilione in depositi e regali per aiuti per l’uragano. Ha inoltre rivelato che “FEMA e gli Stati colpiti stanno rimborsando la Croce Rossa sotto contratti preesistenti per rifugi di emergenza e altri servizi per il disastro. L’esistenza di questi contratti non è nascosta a nessuno tranne che al pubblico americano”.
Quante persone donerebbero ancora alla Croce Rossa se sapessero tutto questo?
Nel più ricco Paese della storia del mondo, è una parodia che una tale organizzazione sia responsabile per i salvataggi della vita. Noi ci meritiamo molto di più.
Joe Allen scrive per il Socialist Worker
Fonte: www.counterpunch.com
Link:http://www.counterpunch.com/allen10202005.html
20.10.05
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FEDY
VEDI ANCHE NON FATE DONAZIONI PER L’ URAGANO ALLA CROCE ROSSA