LA PROSSIMA CRISI SARA' QUELLA LIBANESE. TRA QUINDICI GIORNI ?

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FONTE: CORRIEREDELLACOLLERA.COM

I lettori che ci seguono da qualche tempo, hanno già letto alcune informazioni sul Libano, dove l’Italia ha un contingente di circa 2500 uomini posizionato nella regione di Tiro al confine con Israele a Sud, e con la Siria a est, ai piedi del Monte Hermon di memoria biblica.

Per chi ha visto una pellicola programmata recentemente nelle sale italiane, è il territorio mostrato nel film “La donna che canta”.

Assieme a questo contingente italiano (e spagnolo) c’è un reparto italiano di elicotteri a direzione ONU a Nakkoura (in loco dal 1967) e in mare alcune unità al comando di ”Nave Zefiro” della nostra Marina in funzione di interdizione del traffico di armi.
E’ la zona precedentemente occupata da Israele a seguito dell’invasione del 1982 e poi ” liberata” da Hezbollah (trad. il partito di Dio).

In ossequio all’accordo con gli italiani del 2006, Hezbollah ha fatto sparire le armi dalla zona, pur senza consegnarle, divenendo un partito politico di stampo tradizionale e partecipando 50-50 ad un governo di unità nazionale sotto la guida di Saad Hariri – figlio del più noto Rafik, perito in un attentato terroristico mentre gestiva, da primo ministro, la ricostruzione della città di Beirut dopo la guerra civile durata oltre 17 anni – che ovviamente da allora è alla ricerca degli assassini del padre, aiutato in questo dall’ONU che ha nominato un tribunale speciale con poteri investigativi. Il Parlamento libanese all’unanimità approvò l’iniziativa e si accollò il suo finanziamento. A presiederlo fu chiamato il giurista italiano Cassese.

Da quando si è però saputo – non si sa come, il segreto istruttorio fa acqua anche così – che la commissione mira a incriminare alcuni elementi e indicare quali mandanti sia Hezbollah che la Siria (risalendo nientemeno che ad un cugino del presidente siriano Assad) il presidente della Camera Nabih Berri (sciita di Hezbollah, con moglie americana) si è rifiutato di finanziare ulteriormente il tribunale che è al suo secondo anno di attività.

L’Iran ha inviato una nave equipaggiata per misure e contromisure elettroniche scortata da una fregata in mediterraneo e i ministri di Hezbollah (dieci) si sono dimessi mettendo in crisi il governo libanese. Il presidente, il cristiano Michel Soleiman, ha nominato primo ministro – senza che Saad Hariri si sia dimesso – un altro sunnita che già aveva sostituito Hariri padre dopo la sua morte.

Naguib Mikati è una persona per bene e equilibrata politicamente, ma è anche proprietario di una società di telefonia mobile che ha avuto la licenza di operare in Siria e pertanto è persona di fiducia anche del presidente siriano Assad.

Entro i prossimi quindici giorni dovrebbe esserci il deposito dell’istruttoria alla quale Cassese dovrebbe rispondere sia chiedendo un supplemento di istruttoria, sia dando il benestare all’emissione di mandati di cattura.

Se si emetteranno i mandati di cattura e saranno confermate le indiscrezioni della vigilia, Hezbollah, che controlla metà dell’elettorato, dissotterrerà le armi che non ha mai voluto consegnare e il nostro contingente verrà a trovarsi in difficoltà per il mantenimento della legge e dell’ordine.

In previsione di un attacco aereo di sorpresa, per cui gli israeliani sono ormai famosi, l’Iran ha inviato la nave appoggio KHARG con relativa scorta (la fregata ALVAND, entrambe le navi sono di fabbricazione britannica). Le attrezzature elettroniche di bordo dovrebbero impedire ogni sorpresa sia sul cielo di Hezbollah – il sud Libano – sia un attacco verso la Siria e a fortiori un attacco contro l’Iran.

Se venisse attaccata la nave iraniana, equivarrebbe a una dichiarazione di guerra, trattandosi di un paese neutrale che non ha mai combattuto contro Israele se non a parole. Se poi la nave passasse dal porto di Latakie (Siria) al vicino porto di Alessandretta (Turchia) il quadro delle possibili complicazioni sarebbe completo.

Una operazione simile fece la marina tedesca all’inizio della prima guerra mondiale con i due incrociatori leggeri (da 6.000 tonn) Goeben e Breslau. Tallonate dagli inglesi nella immediata vigilia del conflitto, le due navi si presentarono il giorno dopo la dichiarazione di guerra davanti allo stretto dei Dardanelli e inalberando il vessillo turco dichiararono che si trattava di un regalo del Kaiser Guglielmo alla Sublime porta.

Fonte: http://corrieredellacollera.com
Link: http://corrieredellacollera.com/2011/02/27/la-prossima-crisi-sara-quella-libanese-tra-quindici-giorni/
28.02.2011

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