LA LITE TRA CHAVEZ E JUAN CARLOS: L'APPOGGIO DELLA SPAGNA AL GOLPE DEL 2002

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Online Journal

Lo scontro tra la monarchia spagnola e il socialismo

Il 1 agosto 1969 la rivista Time citò la seguente frase del Generalissimo Francisco Franco: “Consapevole della mia responsabilità di fronte a Dio e alla storia e prendendo in considerazione le qualità che si trovano nella persona del principe Juan Carlos di Borbone, che è stato perfettamente istruito per intraprendere l’alta missione a cui potrebbe essere chiamato, ho deciso di proporre egli alla nazione come mio successore”. Con questa affermazione iniziò la relazione formale tra l’attuale re di Spagna e il dittatore fascista del paese.

Nel novembre 2007 al summit Ibero-Americano a Santiago del Cile, il re di Spagna, Juan Carlos, ha puntato il dito contro il presidente venezuelano Hugo Chávez e gli ha chiesto, “perché non ti stai zitto?”, dopo che Chávez aveva definito l’ex primo ministro spagnolo José María Aznar un fascista, e dopo che José Luis Rodríguez Zapatero, l’attuale primo ministro spagnolo, aveva cercato di difendere Aznar. Questa scena del summit Ibero-Americano ha ormai attraversato il globo tramite ogni mezzo di informazione mainstream, ma è stata usata ancora una volta come un’opportunità per attaccare Hugo Chavez per la sua maleducazione e la sua dichiarazione sopra le righe, quando di fatto la sua, non solo è stata un’affermazione piuttosto accurata, ma dovrebbe anche essere usata dagli analisti politici di tutto il mondo come occasione per mostrare quanto le fazioni fasciste siano ancora assai vive nella realtà politica spagnola.

È importante notare che questo incidente al summit Ibero-Americano non è isolato. Già all’inizio di quest’anno Chavez definì Aznar “un fascista che ha appoggiato il colpo di Stato [dell’aprile 2002] e che è dello stesso genere di Adolf Hitler, una persona spregevole e disgustosa di cui ci si rammarica, un autentico servo di George W. Bush”. Questa affermazione fu fatta subito dopo che Aznar fece “un appello agli Stati Uniti, all’Europa e alle democrazie latino americane perché serrino i ranghi e sconfiggano il socialismo del ventunesimo secolo di Hugo Chávez”.

Persino il ministro spagnolo per gli affari esteri e la cooperazione Miguel Ángel Moratinos, nel novembre 2004, durante un’intervista per il programma ’59 Segundos’ della TVE, riconobbe l’appoggio di Aznar al colpo di Stato contro Hugo Chavez nel 2002: “Durante il precedente governo avvenne qualcosa che non ha precedenti nella diplomazia spagnola, l’ambasciatore spagnolo ricevette istruzioni di appoggiare il colpo di Stato, questo è qualcosa che non si ripeterà nel futuro. Ciò non verrà ripetuto perché noi rispettiamo i desideri della gente”.

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[Accanto al titolo e qui sopra: immagini dell’episodio avvenuto al Summit Ibero-Americano]

Il fatto rimane che Chavez durante il summit Ibero-Americano stava attaccando verbalmente un uomo che aveva appoggiato un colpo di stato contro di lui, un fatto che sarebbe dovuto essere esposto chiaramente durante la copertura dell’incidente da parte dei media mainstream. Invece si è chiaramente fatto in modo di ignorare ciò nel riferire dell’incidente tra il re spagnolo e Hugo Chavez, così come si sono ignorati i fatti storici che hanno fatto reagire con tanta rabbia il re di Spagna al sentire la parola ‘fascista’. Per mettere nella giusta prospettiva l’intero incidente è anche importante capire, come prima cosa, il passato di Aznar come sostenitore del fascismo e come seconda cosa il fatto che il re porta la sua corona solo grazie al padre del fascismo spagnolo, Francisco Franco.

Per quanto riguarda Aznar è importante sottolineare la sua appartenenza al Frente de Estudiantes Sindicalistas (FES), in un ramo studentesco della Falange Española Independiente (FEI), e parte del partito ufficialmente incaricato di sviluppare l’ideologia per il regime di Franco una volta finita la guerra civile. E’ anche importante evidenziare il fatto che, in tutta la sua carriera, Aznar non ha mai denunciato il regime di Franco e quando la democrazia è stata reintrodotta in Spagna nel 1978 egli si oppose alla nuova Costituzione. La lealtà di Aznar a Franco è stata resa ancora più chiara dalla sua denuncia del governo municipale di Guernika–nota come la scena di uno dei primi bombardamenti aerei della Luftwaffe della Germania nazista–che voleva cambiare il nome della propria strada principale da “Avenida del General Franco” a “Avenida de la Libertad.”

Per quanto riguarda il re di Spagna è importante notare che suo nonno, il re Alfonso dodicesimo, lasciò la Spagna il 14 aprile 1931 quando la dittatura dell’aristocratico e ufficiale dell’esercito Miguel Primo de Rivera y Orbaneja, che egli aveva appoggiato, ebbe fine, e fu proclamata la Seconda Repubblica Spagnola. Poi nel 1936 scoppiò la guerra civile, e solo molti anni dopo, dopo che milioni di spagnoli avevano sofferto per la guerra e la brutale dittatura, nel 1969 il generale Franco designò ufficialmente un erede e diede il titolo di principe di Spagna a Juan Carlos, l’attuale re di Spagna. Introducendo così la monarchia attraverso un giovane principe che egli aveva personalmente cresciuto e che, durante la sua investitura presso le Cortes, inginocchiato alla sinistra di Franco giurò la sua lealtà a “Sua Eccellenza il Capo dello Stato e la fedeltà ai principi del Movimento Nazionale e alle leggi fondamentali del regno”.

Secondo un articolo della rivista Time, intitolato “Una corona per Juan Carlos?”, datato 23 agosto 1971, era chiaro per Franco che l’unico modo per riportare la monarchia era che fosse lui stesso a riportarla; “Franco, da sempre monarchico, sa che in Spagna non c’è un grande attaccamento alla corona… Se non sarà Franco rimettere un re sul trono non sarà nessun altro farlo”. Così appena prima della sua morte il 30 ottobre 1975, egli diede pieno controllo a Juan Carlos, e il 22 novembre, dopo la morte di Franco, le Cortes Generales proclamarono Juan Carlos re di Spagna. Solo pochi giorni dopo la morte di Franco, Juan Carlos disse del brutale dittatore: “è entrata nella storia una figura eccezionale… Ricordare Franco sarà per me una ingiunzione al buon comportamento e alla lealtà”.

Perciò, sebbene sotto la leadership del re Juan Carlos la Spagna abbia formalmente completato la sua transizione dalla dittatura alla democrazia con la Costituzione Spagnola del 1978, che lascia al suo posto una monarchia costituzionale, sarebbe difficile credere che qualcuno che abbia giurato lealtà a un brutale fascista non abbia a cuore tali ideali. Per questa ragione, come spagnolo, è fastidioso per me vedere come la gente nel mondo riceve quanto detto dai media su un duro scambio tra un re e un presidente, senza che venga garantita la possibilità di capire gli eventi storici che hanno portato ad una tale situazione. Sia Aznar che il re di Spagna hanno abbracciato il fascismo ad un certo punto delle loro vite e hanno costruito il loro potere sulle sue fondamenta, sebbene sia difficile oggi dimostrare apertamente l’affermazione che siano attualmente fascisti, si può comunque dire di loro che lo sono certamente stati in un periodo delle loro vite.

Per questa ragione ho scelto di fare due cose, la prima è di correggere l’affermazione da parte del giornale spagnolo El Mundo, ” il re ha sistemato Chavez in nome di tutti gli spagnoli”, dicendo che non lo ha certamente fatto a mio nome, e come seconda cosa, desidero rivolgermi a tutti quei moralisti che discutono delle maniere di Chavez, chiedendo loro se pensano che sia stata buona educazione da parte di Aznar appoggiare un colpo di Stato contro Hugo Chavez, e se pensano che sia stata buona educazione e dimostrazione di amore verso il popolo spagnolo il giuramento di lealtà da parte del re al brutale dittatore che ha ucciso così tanti dei nostri parenti.

Pablo Ouziel è un attivista e scrittore spagnolo. I suoi lavori sono apparsi in molti media progressisti, tra cui Online Journal, Znet, Palestine Chronicle, Thomas Paine’s Corner e Atlantic Free Press.

Titolo originale: “The Spanish monarchy’s clash with socialism”

Fonte: http://onlinejournal.com
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16.11.2007

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