MENTRE LE PAURE PER IL DEFAULT MINANO GLI SCAMBI
FONTE: Reuters
La Grecia si sta appoggiando all’Iran
per la gran parte del suo petrolio mentre i venditori staccano la spina
alle forniture e le banche si rifiutano di fornire finanziamenti per
i timori che Atene vada in default sul suo debito.
I trader
hanno detto che la Grecia si sta affidando all’Iran come fornitore
di ultima istanza malgrado le crescenti pressioni da Washington e Bruxelles
per reprimere questi scambi come parte della campagna contro il programma
nucleare di Teheran.
La quasi paralisi degli arrivi del
petrolio in Grecia, che ha quattro raffinerie, mostrano come il commercio
in Europa possa entrare in fase di stallo per lo svanire della fiducia
a causa della crisi del debito dell’eurozona, che sta minacciando
di diffondersi ad altri paesi.
“Le compagnie come la nostra
non possono commerciare con loro. C’è troppo rischio. Forse i fornitori
indipendenti sono più attrezzati”, ha detto un trader
di una grande azienda internazionale petrolifera.
“Il nostro settore finanziario
si rifiuta semplicemente di commerciare con loro. Non è che non
paghino. È solo una precauzione”, ha detto un dipendente di
una grossa compagnia di trading.
“Non troveremmo nessuna banca
disposta a finanziarci. Nessuna banca vuole finanziare uno scambio con
loro. E abbiamo perso buone opportunità“, ha detto un terzo
trader.
Più di venti trader europei
contattati da Reuters presso le maggiori compagnie di commercio col
petrolio hanno riferito che la mancanza di finanziamento bancario ha
costretto la Grecia a interrompere gli acquisti dalla Russia, dall’Azerbaigian
e dal Kazakistan negli ultimi mesi.
La Grecia, che non ha produzione interna,
si basa sulle importazioni di petrolio e nel 2010 ha acquistato il 46
per cento del suo greggio dalla Russia e il 16 per cento dall’Iran.
L’Arabia Saudita e il Kazakistan hanno fornito il 10 per cento ciascuna,
la Libia il 9 e l’Iraq il 7 per cento, secondo i dati dell’Unione
Europea.
“Non fanno misteri
quando parli con loro e dicono che stanno sopravvivendo su quello che
arriva dall’Iran perché gli altri semplicemente non vendono nella
situazione attuale“, ha affermato un trader che tratta nel
Mediterraneo.
Il principale raffinatore greco,
Hellenic Petroleum, ha negato di avere difficoltà nel comprare
il greggio e ha declinato di commentare sul calo delle forniture petrolifere.
Il secondo raffinatore greco, Motor Oil Hellas, si è rifiutato
di commentare.
Le quattro raffinerie della Grecia,
che appartengono a Hellenic e a Motor Oil, possono processare
circa 400.000 barili al giorno. Il dato è calato a circa 330.000 barili
al giorno nei mesi recenti per operazioni di manutenzione e di ammodernamento.
“I nostri tabulati relativi
al petrolio sono sostanzialmente immutati negli ultimi mesi e stiamo
sempre cercando di ottimizzare le nostre operazioni di raffinazione“,
ha detto un portavoce di Hellenic.
“I nostri accordi di forniture
sono basati puramente su considerazioni commerciali, e non ci sono altri
fattori a interferire“, ha detto.
I dati delle spedizioni ottenuti da
Reuters mostravano quattro cargo che hanno trasportato in settembre
il greggio dagli impianti mediorientali di Sidi Kerir nel Mediterraneo
egiziano verso la Grecia. Tre hanno viaggiato in ottobre. I trader
dicono che tutti trasportavano petrolio iraniano e altri arriveranno
in novembre.
“L’Iran
è l’unica nazione che possa lavorare in questo momento su una linea
di ‘credito aperto’, data la sua difficoltà
nella vendita del petrolio“, ha riferito un trader.
Le importazioni di petrolio iraniano
verso gli Stati Uniti sono soggette a sanzioni, ma sono ancora perfettamente
legali in Europa e in Asia. L’Unione Europea ha riferito questa settimana
che potrebbe prendere in considerazione le sanzioni contro l’Iran
nelle prossime settimane, dopo che un’agenzia dell’ONU ha detto
che Teheran ha lavorato per progettare ordigni nucleari.
L’Iran nega di cercare di costruire
bombe atomiche e un funzionario iraniano, che si è rifiutato di fornire
le generalità, ha detto che Teheran non ha difficoltà a vendere il
proprio petrolio.
Comunque, le fonti delle spedizioni
hanno affermato che l’interesse per il greggio iraniano, che è più
economico dell’analogo russo ma politicamente sensibile, ha spinto
il paese a continuare nell’immagazzinamento del petrolio nel Mar Rosso,
per renderlo disponibile per spedizioni celeri.
Il resto dell’industria petrolifera
ha tagliato drasticamente l’accumulo del petrolio dopo che i prezzi
forward per il petrolio si sono rapidamente abbassati, rendendo
queste operazioni una fonte di perdite.
L’Iran sta immagazzinando il petrolio
in quattro enormi petroliere al largo del Mar Rosso.
Fonte: Greece turns to Iranian oil as default fears deter trade
11.11.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE
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