DI PAUL CRAIG ROBERTS
Fino ad oggi 8 maggio, le offerte di lavoro sono più o meno le stesse. L’ufficio delle statistiche per il lavoro afferma che sono stati creati 223 mila posti di lavoro ad aprile; accettiamo questa dichiarazione vediamo dove sono stati creati questi lavori.
Agli appaltatori commerciali hanno accreditato 41 mila nuovi posti, equamente distribuiti tra residenti e non residenti e credo che si tratti maggiormente di ristrutturazioni e riparazioni di case ed edifici.
Il resto dei posti (182 mila) sono situati nel settore dei servizi domestici. Nonostante la chiusura di negozi e la debolezza della vendita al dettaglio, 12 mila persone sono state assunte per il commercio al dettaglio.
Malgrado la chiusura del primo quadrimestre con un PIL negativo, 62 mila persone sono state assunte nei servizi professionali e di business, il 67% delle quali sono situate nei servizi amministrativi e dei rifiuti.
Le assistenze sanitarie e sociali hanno visto un aumento di 55600 posti, di cui l’85% sono assistenti in ambulatorio, negli ospedali e nei servizi sociali. I baristi e i camerieri hanno ottenuto 26 mila posti ed il governo ha impiegato 10 mila nuovi lavoratori.
Non c’è dunque lavoro nel settore manifatturiero: i minatori, i falegnami e gli estrattori di gas e petrolio hanno perso il proprio lavoro. I servizi di aiuto temporaneo (16,100 mila posti) offrono un numero 3,7 volte maggiore rispetto ad avvocati, architetti e ingegneri insieme (4,500 mila). Come ho mostrato per diversi anni, d’accordo con i rapporti delle offerte di lavoro, l’aspetto della forza lavoro degli USA è pari a quella di un Paese del Terzo Mondo. Il maggior numero di lavori riguarda servizi domestici poco pagati. L’alta produttività ben pagata, i lavori con un alto valore aggiunto, sono stati portati all’estero e dati a stranieri che lavorano per meno soldi. Questo fatto, più della riduzione del tasso marginale sulle imposte, è la ragione per la crescente ineguaglianza nella distribuzione del reddito e della ricchezza.
I lavori della classe media portati all’estero aumentano i profitti delle multinazionali, e con ciò il reddito dei padroni delle multinazionali (shareholders) e dei dirigenti. Ma questo riduce il reddito della maggior parte della popolazione che è spinta verso lavori sottopagati e part-time o verso la disoccupazione.
Il declino straordinario del tasso partecipativo della forza lavoro indica una contrazione delle possibilità per i lavoratori americani. Nessun economista avrebbe mai accettato la dichiarazione che l’economia era in crescita mentre la partecipazione alla forza lavoro era in declino. Avendo letto i dettagli attuali del rapporto sui posti di lavoro, che sono raramente riportati nei media finanziari, vediamo cosa altro viene omessa dai media.
Le agenzie di statistica economica del Governo sono sotto pressione per non affossare il mercato finanziario; di conseguenza i documenti iniziali, che sono sempre i documenti di riferimento, sono fatti in maniera tale da essere il più vicino possibile alle previsioni preparate dagli economisti del settore finanziario, che hanno il compito di mantenere una buona atmosfera per quanto riguarda gli strumenti finanziari. Questa pratica risulta utilizzata nelle prime e nelle avanzate stime ottimistiche. Il vero rapporto arriva dopo nelle correzioni: per esempio, oggi il titolo era di 223 mila posti, rialzando cosi la borsa. Ciò che non viene detto è che nel mese precedente questi posti furono 85 mila, ovvero meno dell’ incremento demografico. Lo stesso avviene con il rapporto della crescita del PIL: le stime avanzate del primo quadrimestre hanno stimato una crescita dello 0,2%; quando arrivarono le revisioni (con le quali scoprimmo che il PIL sarebbe stato negativo a causa del calcolo sul commercio) queste non ricevettero la stessa attenzione.
Ci sono molti altri problemi addizionali riguardo i documenti economici, alcuni dei quali li ho mostrati in passato nei miei articoli. Qui fornirò un ulteriore esempio: d’accordo con il rapporto dei posti di lavoro, gli estrattori di gas e petrolio hanno perso 3300 posti in aprile. Questo numero è bassissimo in relazione ai licenziamenti nel settore del fracking. Secondo Challenger Gray, un’azienda privata che traccia il numero di licenziamenti annunciati dalle multinazionali, in aprile sono state licenziate 20,675 persone a causa del crollo del prezzo del petrolio. Questo è un numero 6 volte maggiore rispetto a ciò che viene dichiarato nel rapporto dei posti di lavoro.
Challenger Gray riporta che durante i primi 4 mesi di quest’anno, le multinazionali hanno annunciato il licenziamento di 201,796 persone. Ovviamente, dunque, queste aziende non stanno creando nuovi posti, e questo è il motivo per il quale l’ufficio delle statistiche per il lavoro si sofferma su camerieri, baristi, appaltatori commerciali, membri del governo e servizi sociali per affermare l’aumento dei posti di lavoro. Lo spostamento dei lavori all’estero ha avvizzito le opportunità di impiego per gli americani e ciò contribuisce:
– alla stagnazione e all’ impoverimento della famiglia media americana,
– al declino del tasso partecipativo della forza lavoro,
– all’aumento dell’ineguaglianza nella distribuzione del reddito e della ricchezza.
– ai prestiti degli studenti che non possono essere ripagati a causa dei bassi salari che si possono ottenere.
Le multinazionali e Wall Street all’inseguimento di profitti sempre maggiori nel breve termine hanno portato l’economia americana alla disgrazia. Molti degli ex- economisti americani ora appartengono alla Cina e all’India. I dirigenti delle multinazionali e i loro azionisti si sono arricchiti senza dare importanza a questi regali.
Paul Craig Roberts
Fonte: http://dissidentvoice.org/
Link: http://dissidentvoice.org/2015/05/economic-disinformation-keeps-financial-markets-up/
8.05.2015
TRADUZIONE per www.comedonchisciotte.org a cura DI MATTIA BAGHERINI