LA DEMOCRAZIA ISRAELIANA E’ SOLO PER GLI EBREI?

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blankDI SONJA KARKAR
Counterpunch

Verrà il giorno in cui Israele dovrà dichiarare da che parte sta: è “uno Stato per gli ebrei di tutto il mondo” come si definisce, o uno Stato per tutti i suoi cittadini, sia ebrei che non ebrei? Sino a oggi Israele è riuscito a convincere il mondo occidentale che esso è l’unica democrazia della regione, ma si dimentica di aggiungere che questa democrazia funziona solo per i cittadini ebrei. Questo è il dilemma: Israele non è stato capace di riconciliare ciò che dice di essere con ciò che vuole essere, democratico ed esclusivamente ebraico.

Tutto il milione e più di residenti palestinesi in Israele-i sopravvissuti e i discendenti della pulizia etnica sionista del 1948 in Palestina-da molto tempo si sentono discriminati, nonostante le dichiarazioni formali di Israele sui loro diritti democratici. Si sono sentiti anche ai margini di ciò che è stato fatto nei Territori Palestinesi Occupati sino a che Azmi Bishara, il diretto leader politico in Israele della Assemblea Democratica Nazionale (NDA) o Balad, e membro della Knesset, non ha iniziato a fare una campagna per i diritti collettivi dei palestinesi. La sua visione non è solo per un cambiamento all’interno di Israele, ma coinvolge una battaglia a tutto tondo per i diritti civili contro il sionismo politico – le politiche razziste e colonialiste che hanno espropriato, emarginato e oppresso tutti i palestinesi per quasi sessant’anni. Questo è ciò che Israele si sforza di reprimere con ogni mezzo. Non si può permettere di avere qualcuno come Azmi Bishara che incita la gente verso il suo modo di pensare. Ora, dopo molti tentativi di mettergli una museruola, Israele è finalmente riuscito a farlo dimettere dalla Knesset e rimanere al di fuori del paese. Una lista non pubblicata di accuse è stata stilata contro Bishara mentre era all’estero-accuse così serie che lo avrebbero probabilmente portato in prigione al suo ritorno. Mentre le accuse stesse non sono note, non è difficile indovinare cosa riguardano. Bishara è stato precedentemente accusato di minare la “natura ebraica dello Stato”, ma le accuse sono sempre cadute. Questa volta sembra che i servizi di sicurezza di Israele possano aver formulato accuse che non solo definiscono Bishara una minaccia alla sicurezza nazionale, ma lo accusano di tradimento e spionaggio. Ai media non è permesso discutere alcuna di queste accuse e persino lo stesso Bishara è reticente sulla questione, senza dubbio per proteggersi contro ulteriori citazioni in giudizio dal momento che è convinto che alla fine ritornerà in Israele.

In effetti Bishara e la NDA hanno pattinato su del ghiaccio sottile dal punto di vista legale ogni volta che hanno chiesto una piena e completa eguaglianza tra ebrei e palestinesi in uno stato per tutti i suoi cittadini. La Legge di Base sulla Knesset (emendamento N. 9 del 1985) impedisce alla gente di partecipare alle elezioni se una qualunque piattaforma del partito implica la “negazione dell’esistenza dello Stato di Israele come stato del popolo ebraico”. Solo recentemente lo Shin Bet israeliano (la polizia segreta) ha lasciato sapere che avrebbe “distrutto le attività di qualunque gruppo che avesse cercato di cambiare il carattere ebraico o democratico di Israele, pure se questi avessero usato mezzi legali”. Eppure le intenzioni di Bishara non erano di creare una quinta colonna all’interno di Israele. Egli era a favore dell’utilizzo dei diritti civili democratici suoi e del suo movimento nel chiedere che Israele tratti tutti i suoi cittadini equamente e riconosca i suoi cittadini palestinesi come una minoranza nazionale nella loro terra. L’ultima richiesta, naturalmente, è enormemente polemica dal momento che richiederebbe a Israele di riconoscere la falsità della sua stessa narrativa storica di esclusivo diritto ad una terra che esso affermava essere senza gente. Da ciò ne seguirebbe che la popolazione indigena palestinese era, e ancora è, sistematicamente sradicata per fare spazio ad uno Stato democratico esclusivamente ebraico in tutto il territorio.


[Azmi Bishara]

Il discorso è stato raccolto nell’arena pubblica palestinese e ora Israele inizia a percepire le stesse energie che hanno alla fine mostrato il Sudafrica dell’ Apartheid per quello Stato razzista che era. Esso sa che presto o tardi sarà costretto ad impegnarsi a essere uno “Stato unicamente ebraico” oppure a riconoscere i palestinesi come uguali cittadini e minoranza nazionale nella loro terra. Gli intellettuali palestinesi hanno già redatto un documento chiamato “Costituzione Democratica” che prevede che Israele sia una democrazia multiculturale per la gente che è nata e vive lì. Qualunque cosa Azmi Bishara faccia ora in esilio, il seme è stato piantato: egli ha ispirato un popolo sottomesso a cercare nuovamente la sua liberazione. Ciò che sorprende è che Israele abbia impiegato così tanto a comprendere le lezioni della storia-che nessuna persona o stato per quanto potente può opprimere per sempre un popolo. Eppure Israele ha ancora l’occasione di cambiare strada e istituire una democrazia per tutti e, se ciò venisse compiuto davvero, questa potrebbe essere la soluzione per la quale vale la pena lavorino entrambi i popoli.

Sonja Karkar è fondatrice e presidente di “Women for Palestine” a Melbourne, Australia. Visitate www.womenforpalestine

Titolo originale “Israeli Democracy. For Jews Only?”

Fonte: http://www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/karkar04252007.html
25.04.2007

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