DI HERMAN DALY E TOM GREEN
Adbusters
L’innovativo economista Herman Daly si concentra sulla causa fondamentale del nostro crollo finanziario.
Il tumulto che sta affliggendo l’economia mondiale scatenato dalla crisi dei subprime negli Stati Uniti non è esattamente una crisi di “liquidità” come spesso viene chiamata. Una crisi di liquidità indicherebbe che l’economia è nei guai perché le imprese non possono più ottenere crediti e prestiti per finanziare i loro investimenti. In realtà, la crisi è il risultato della crescita eccessiva delle risorse finanziarie rispetto alla crescita della ricchezza reale – praticamente l’opposto di una scarsa liquidità. Dobbiamo fare un passo indietro e analizzare alcune delle regole di base che gli economisti e i commentatori ossessionati dalla crescita tendono a trascurare.
Dopo aver vinto il premio Nobel per la chimica, Frederick Soddy decise che avrebbe potuto fare del bene all’umanità impiegando il suo talento nell’economia, un campo che secondo lui mancava di connessione con la realtà biofisica. Nel suo libro del 1926 Benessere, Benessere Virtuale e Debito: La Soluzione del Paradosso Economico, (un libro che aveva predetto la crisi dei mercati del 1929), Soddy ha fatto notare la fondamentale differenza tra benessere reale – palazzi, macchinari, olio, maiali – e il benessere virtuale, nella forma di soldi e debito.
Soddy ha scritto che il benessere reale era soggetto all’inevitabile legge dell’entropia della termodinamica e che sarebbe marcito, arrugginito o consumato con l’età, mentre i soldi e i debiti – da dispositivi contabili inventati dagli uomini – erano soggetti solo alle leggi della matematica.Invece che decomporsi, il benessere virtuale, nella forma del debito, capitalizzando secondo il tasso di interesse, in realtà cresce senza vincoli.
Soddy ha usato esempi concreti per dimostrare la debolezza nel pensiero economico. Un contadino che alleva maiali si trova di fronte a limiti biofisici su quanti maiali può portare al mercato. Ma se quell’allevatore di maiali fa un debito – una promessa di ripagare in futuro – starebbe in realtà emettendo una dichiarazione o vincolo sulla sua futura produzione di maiali. Se acquistasse l’equivalente del valore di 100 maiali, potrebbe descrivere il prestito nel suo bilancio patrimoniale come “-100 maiali”.
Mentre il debito come la voce della contabilità del contadino è negativo, maiali in negativo non esistono davvero. Se il contadino passasse una serie di annate magre e non fosse in grado di pagare gli interessi, potrebbe ben presto essere in debito di più maiali di quelli che è capace di allevare nella sua fattoria. Dopo un anno, mentre gli interessi si fanno minacciosi, avrebbe “-110 maiali”; dopo 5 anni, “-161”; dopo 40 (assumendo che abbia una banca paziente), “-4526”. Quando la banca alla fine viene a reclamare la restituzione del prestito dall’allevatore di maiali, potrebbe di sicuro trovare che la maggior parte del benessere virtuale che era cresciuto in modo così accattivante nei suoi libri ha dovuto essere estinto come una perdita.
Le intuizioni di Soddy ci mostrano che le istituzioni di una economia di crescita ci conducono al tipo di crisi che ha colpito l’economia degli Stati Uniti nel 2008. Il benessere reale è concreto. I beni finanziari sono astrazioni. Il benessere reale esistente funge da vincolo sul debito futuro. Per esempio, i 100 dollari di benessere virtuale che porto nel mio portafoglio sono un legame con il benessere reale per il fatto che quei dollari mi permettono di comprare carne di maiale al negozio.
Il problema che stiamo vedendo negli Stati Uniti è sorto perché l’ammontare di ricchezza reale non è un pegno sufficiente per garantire lo sbalorditivo debito pendente che è esploso come risultato della capacità delle banche di creare soldi, di prestiti erogati su beni poco stabili e del deficit del governo statunitense, che è stato alimentato dal finanziamento della guerra e dei recenti tagli delle tasse. Tutti questi fattori sono esacerbati dal complesso meccanismo del debito. Il debito sta crescendo e, conseguentemente, è stato svalutato in termini di ricchezza reale.
Secondo la saggezza convenzionale, quando ci troviamo davanti la minaccia di recessione e fallimento delle imprese, la soluzione sta nel far crescere l’economia in modo da poterci tirare fuori dalla crisi. Ma siccome è stata fatta una diagnosi sbagliata, cioè che le imprese sono nei guai perché l’accesso al credito è stato ristretto, è stata proposta una soluzione sbagliata. Anche se riusciamo a tirarci fuori dalla crisi e ritardare l’inevitabile e dolorosa riconciliazione delle ricchezze virtuale e reale, c’è il dubbio se questa sia una cosa saggia da fare. I costi marginali di crescita supplementare nei paesi ricchi, come il surriscaldamento del pianeta, la perdita di biodiversità e corsie soffocate dalle macchine, adesso probabilmente sono maggiori dei benefici marginali di un piccolo extra consumo. Il risultato finale è che promuovere ulteriore crescita economica ci rende più poveri, non più ricchi. Il costo per alimentare e prendersi cura dei maiali in più è maggiore del beneficio nel mangiare la carne di maiale in più.
Per stare al passo con l’illusione che la crescita ci sta rendendo più ricchi, abbiamo rimandato i costi rilasciando beni finanziari quasi senza limiti, comodamente dimenticando che questi cosiddetti beni sono, per la società nella sua interezza, debiti da ripagare sulla futura crescita della ricchezza reale. Lo sviluppo futuro è molto in dubbio, dato il rinvio dei costi reali, mentre il debito continua ad aggravarsi fino a livelli assurdi.
Cosa ha permesso a simbolici beni finanziari di diventare così disconnessi dai beni reali fondamentali?
Primo, la nostra economia è basata sul decreto monetario (cartamoneta emessa dai governi) che ha valore secondo la convenzione ma non è supportata da nessun valore fisico. Secondo, il nostro sistema bancario frazionario permette di piazzare secondo uno schema piramidale la moneta bancaria (richiesta di depositi) al di sopra della moneta emessa per decreto governativo. Terzo, comprare azioni e “derivati” a margine permette di continuare nella piramide mettendo i beni finanziari al di sopra della molteplice offerta di denaro. Inoltre, il settore finanziario era molto inventivo nel trovare nuovi strumenti finanziari che erano progettati per evitare il regolamento governativo sulle banche commerciali volto a proteggere il pubblico interesse.
L’agglomerato di mutui di diversa qualità in mucchi opachi e misti che hanno condotto alla crisi dei mutui subprime dovrebbe essere dichiarato illegale. Il deficit nella bilancia commerciale degli Stati Uniti ci ha permesso di consumare come se la nostra economia stesse producendo ricchezza reale invece di accumulare debiti. Finora, i partner commerciali degli Stati Uniti ci hanno riprestato volentieri i dollari che hanno guadagnato indirizzando verso di noi un commercio in eccesso di esportazioni con l’acquisto di buoni ordinari del Tesoro, ma questi buoni sono vincoli su una ricchezza che ancora non esiste. Naturalmente comprano anche beni reali e la loro futura potenzialità di guadagno. I nostri intelligenti guru dell’economia nel frattempo continuano a predicare in favore di una deregolamentazione sia del settore finanziario che del commercio internazionale (cioè il “libero mercato”).
Come ripuliamo questo pasticcio dunque?
Un massiccio piano di salvataggio – e l’obbligo per i cittadini di accollarsi nelle tasse miliardi in debiti – è semplicemente un modo per impedire ancora per un po’ che la crescita economica fallisca permettendo di continuare a deteriorare il pianeta. Sostenere tale sistema distruttivo non ha nessun senso. Invece dovremmo riorganizzare le nostre leggi e istituzioni per incoraggiare un’economia che rimanga entro i limiti biofisici.
Non sosterrei un ritorno alla moneta merce (come l’oro), ma di sicuro promuoverei il graduale aumento dei requisiti di riserva per le banche. Le banche commerciali dovrebbero operare come intermediari finanziari che prestano i soldi ad altre persone, non come motori per produrre soldi dal nulla e prestare ad un tasso di interesse. Se ogni dollaro investito rappresentasse un dollaro risparmiato in precedenza, potremmo restaurare il classico equilibrio degli economisti tra investimento e astinenza. Molti meno investimenti stupidi e disonesti sarebbero tollerati se l’astinenza dovesse precedere l’investimento.
Naturalmente gli economisti della crescita ululeranno che queste misure rallenteranno la crescita del PIL. Io dico che così sia – la crescita è diventata antieconomica, e abbiamo un tempo limitato per mettere l’economia al passo con la capacità di carico della biosfera.
Se Soddy fosse stato ancora vivo, dubito che sarebbe stato sorpreso dalla distruzione causata da tutti questi maiali a due zampe di Wall Street, dato che sono stati lasciati liberi di fare irruzione in qualsiasi mangiatoia in cui potessero ficcare il loro grugno mentre attingono al pensiero dell’economia convenzionale per travestire il loro pasticcio da innovazioni nella finanza. Ma penso anche che sarebbe deluso che, 80 anni dopo la pubblicazione del suo libro, non abbiamo ancora escogitato un modo per collegare l’economia alla realtà – per assicurarci che il numero di maiali in negativo non possa crescere senza limiti.
Titolo originale: “The Crisis”
Fonte: http://www.adbusters.org
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19.11.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANGELA CORRIAS