DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info
La parte tecnica, e agghiacciante, più sotto. Fra l’altro, io l’avevo già tutta anticipata in precedenti articoli avvisandovi, ora è legge europea ed italiana. Ma prima un
commento.
Questo non è più un Colpo di Stato Finanziario. Questa è la
‘Coventry-zzazione’ dell’Italia a firma Mario Monti, e con un esecutore
materiale: il medesimo Paese che nella notte del 14 novembre 1940 rase al suolo
la cittadina inglese con una violenza mai impiegata prima nella storia bellica.
Una violenza da cui nacque il temine ‘Coventry-zzazione’.
Nella foto: Ausiliari del corpo dei pompieri, Coventry 1939
Leggendo le pagine del Treaty
on Stability, Coordination and Governance in the Economic and Monetary Union,
comunemente conosciuto come Fiscal
Compact firmato il 31 gennaio dai capi di Stato e di governo della zona
Euro, ho compreso che qui non stiamo più parlando di un golpe per controllare
gli Stati sovrani d’Europa, ma proprio di un bombardamento a tappeto che non
lascerà che cenere di tutto ciò che conoscevamo come democrazia, redditi e
Stato di diritto in Italia. Ed è per me sbalorditivo che un Santoro, o un Ferruccio
De Bortoli, o una Camusso possano aver letto quelle righe senza inorridire
(perché le hanno lette, vero? è il loro mestiere, no?). Che il parlamento
italiano le possa aver lette senza esplodere in una ribellione addirittura
violenta, barricandosi alla Camera e al Senato (perché le hanno lette, vero? è il loro mestiere, no?). Ma tant’è. Offro qui un tributo
al genio dell’accademico americano Edward Herman, che ha coniato quella che è
forse la più cruciale definizione mai data della nostra epoca, un’epoca “dove hanno reso plausibile l’inimmaginabile”,
e dove la gente lo ha accettato.
Sono 11 pagine, questo Fiscal Compact. Entrerà in vigore il
1 Gennaio del 2013. Negli 11 mesi che rimangono non nascerà alcuna rivolta. Gli
italiani, e soprattutto gli italiani di Gad Lerner, di Fazio (sia Fabio che Lorenzo),
di Saviano, di Travaglio, di Grillo, di Bersani, di Vendola, della CGIL-Fiom,
del popolo viola ecc. sono troppo stupidi, incorreggibili e meschini per
capire. E sono una massa enorme che potrebbe invece agire. Ergo, siamo finiti,
perché gli altri italiani, quelli di Sky e degli Outlet, non contano come forza
civica, mai sono contati, si lamentano ma se ne fregano. Questa è la realtà. Il
24-25- 26 Febbraio a Rimini un gruppo microscopico di italiani si informerà su
cosa si può fare per salvare i redditi, i diritti e l’Italia da questa catastrofe,
e, fra questi, un gruppo ancor più microscopico forse porterà avanti una
battaglia in futuro (http://www.democraziammt.info/). Come
dire: ci sarà il Diluvio Universale e quattro gatti in Italia sapranno
costruire una barca. Dai, fa ridere. Ok, ecco Coventry:
COSA DICE IL FISCAL COMPACT (tradotto e semplificato da
Paolo Barnard).
– uno Stato che dà ai propri cittadini e alle proprie aziende
più denaro di quanto gliene tolga in tasse, cioè che spenda a deficit di
bilancio, sarà illegale e anti costituzionale. Dovrà come minimo fare il pareggio di bilancio (cioè darci 100 e
toglierci subito dopo 100), ma meglio ancora se farà il surplus di bilancio (ci darà 100 e ci toglierà 150), cioè dovrà impoverirci, matematicamente.
Questa regola dovrà essere inserita nella Costituzioni degli Stati firmatari, o
in leggi egualmente vincolanti. Sancito
dal Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 a) – 3/2.
– Se uno Stato non iscrive nella Costituzione o in leggi
egualmente vincolanti l’obbligo di impoverire i propri cittadini e aziende
attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, verrà giudicato
dalla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze sovranazionali,
cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti. Sancito dal Fiscal Compact nella premessa a pag. 2.
– uno Stato che volesse ignorare questo scempio verrà messo
sotto accusa automaticamente (excessive deficit procedure), e automaticamente
dovrà correggersi presentando un piano dettagliato di correzioni, che sono le
famigerate austerità che ben conosciamo. Le correzioni saranno dettate dalla
Commissione Europea di tecnocrati non eletti (che, come ampiamente dimostrato,
rispondono alle lobby finanziarie di Bruxelles, nda). Sancito dal Fiscal Compact nel TITOLO III art. 3/1 e) – 3/2.
– se lo Stato sotto accusa non si corregge, e cioè se si rifiuta di impoverire i propri
cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di
bilancio, la Commissione Europea lo denuncerà agli altri Stati, che lo
denunceranno alla Corte Europea di Giustizia, che ha potere di sentenze
sovranazionali, cioè vincolanti per tutti gli Stati aderenti. Se questa Corte condannerà lo Stato recalcitrante, e se quest’ultimo comunque si rifiuterà di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di
bilancio, la Corte potrà condannare lo Stato disubbidiente a una multa che per l’Italia sarebbe di 2 miliardi di Euro. Sancito dal Fiscal Compact nel
TITOLO III art. 5/1 a) – art. 8/1 – 8/2.
– il potere di denunciare alla Corte Europea di Giustizia uno
Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il
pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, e quindi di sottoporlo al
processo ulteriore della Corte per le punizioni monetarie finali, è riservato
anche a un solo singolo Stato della zona Euro, e anche se la Commissione Europea non ha dato alcun parere negativo conto lo Stato sotto accusa.
(diritto quindi del tutto arbitrario che sarà esercitato senza pietà dalla Germania, nda). Sancito dal Fiscal Compact nel TITOLO III
art. 8/1 – 8/2.
– il risultato della condanna da parte della Corte Europea
di Giustizia di uno Stato che si rifiuta di impoverire i propri cittadini e
aziende attraverso il pareggio di bilancio o il surplus di bilancio, non sarà solo una pesantissima multa di miliardi di Euro, ma si traduce
anche in una “costrizione” assoluta per questo Stato di correggere il bilancio verso il pareggio o il surplus. Sancito
dal Fiscal Compact nella premessa a pag. 3.
– quando scatta la procedura di denuncia di uno Stato che si
rifiuta di impoverire i propri cittadini e aziende attraverso il pareggio di
bilancio o il surplus di bilancio, gli altri Stati della zona Euro si prendono
l’impegno di sostenere quella denuncia. Potranno rifiutarsi solo se troveranno
un sostegno da parte di una maggioranza qualificata dei medesimi Stati. Cioè, per
contrastare l’azione punitiva e arbitraria anche di un solo Stato (es. la
Germania, nda) tutti gli altri dovranno trovare una maggioranza (impossibile,
nda). Sancito dal Fiscal Compact nel
TITOLO III art. 7.
– dalla firma di questo Fiscal Compact in poi, uno Stato
della zona Euro dovrà chiedere approvazione
alla Commissione Europea e al Consiglio Europeo prima di emettere i propri
titoli di Stato. Anche qui la funzione primaria di autonomia di spesa dello
Stato sovrano è cancellata. Sancito dal
Fiscal Compact nel TITOLO III art. 6.
– all’unico
organo europeo legittimamente eletto dai cittadini, cioè il Parlamento Europeo,
è riservato questo: il suo presidente “potrebbe”
essere invitato ad ascoltare le decisioni dei tecnocrati della Commissione e del
Consiglio. Basta. Ai parlamenti nazionali (ex sovrani, nda) e al Parlamento
Europeo è concesso di formare una conferenza di rappresentanti che potranno “discutere” (non bocciare, nda) le
decisioni prese dai tecnocrati. Sancito
dal Fiscal Compact nel TITOLO V art. 12/5 – art. 13.
– il Fiscal Compact richiede a tutti gli Stati della zona
Euro di promettere sostegno e fedeltà alla Moneta Euro e all’unione economica,
al fine di promuovere “crescita, impiego
e competitività” (cioè come dire: sostenere un’alluvione per promuovere
l’agricoltura, nda). Sancito dal Fiscal
Compact nel TITOLO I art. 1/1.
– se uno Stato dovesse aver bisogno si sostegno finanziario
europeo attraverso un salvataggio da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità,
non avrà un singolo Euro se prima non avrà firmato il Fiscal Compact e non lo
avrà obbedito in toto. (la Grecia dovrà quindi farlo e comunque morirà sotto tortura, i prossimi siamo noi, nda) Sancito dal
Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.
– in ultimo, il Fiscal Compact impone il rispetto a tutti gli Stati firmatari dell’Europact.
Adottato dai capi di governo
dell’Eurozona il 24 marzo 2011, stabilisce che la competitività sia giudicata solo in rapporto al
contenimento degli stipendi e all’aumento della produttività; che gli
stipendi pubblici debbano essere tenuti sotto controllo per non danneggiare la
competitività; che la
sostenibilità del debito nazionale sia giudicata a seconda della presunta
generosità di spesa nella Sanità, Stato Sociale, e ammortizzatori sociali; che le
pensioni e gli esborsi sociali devono essere riformati “allineando il sistema pensionistico alla situazione demografica
nazionale, per esempio allineando l’età pensionistica con l’aspettativa di vita”. Sancito dal
Fiscal Compact nella premessa a pag. 4.
Conclusione.
p.s. piange il cuore per quei pochissimi che non se lo meritano, http://www.democraziammt.info/