La Cina intende trasformare la Siria in un territorio strategico

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

DI SALMAN RAFI SHEIKH

journal-neo.org

La potenziale fine della guerra in Siria ha già iniziato ad attrarre investitori per la ricostruzione del Paese e per la riabilitazione e occupazione dei suoi milioni di abitanti. Mentre nessun Paese può rimettere da solo in sesto la Siria, non vi sono investimenti economici nazionali in Siria da avere implicazioni tanto importanti quanto quelli della Cina, perché la Cina non avrebbe solo un ruolo nella ricostruzione, ma trasformerà anche quello siriano in un territorio strategico, connettendolo alla sua Belt& Road Initiative (Nuova via della seta). Già la Cina ha espresso profondo interesse per la costruzione di un porto marittimo a Tartus, che servirà gli interessi strategici della Cina, installando direttamente un oleodotto marittimo di comunicazione,passando per Gwadar in Pakistan fino a Tartus in Siria. La Cina, quindi, è pienamente attenta a ciò che può fare in Siria nello scenario postbellico e come può tradurre le esigenze infrastrutturali della Siria in un’opportunità strategica per sé stessa.

Alla sessantesima Fiera Internazionale di Damasco, conclusa di recente, la Cina si è messa in evidenza, sottolineando come la Cina non solo miri a ricostruire la Siria, ma anche a investire in iniziative che darebbero direttamente un contributo alla costruzione dell’economia della Siria. I piani della Cina includono acciaierie e impianti di produzione automobilistica nella provincia di Homs, il che significa che la Cina farà molto di più della semplice ricostruzione postbellica. Circa 200 aziende cinesi erano presenti in questa fiera e alcune di loro hanno stipulato contratti con alcune società siriane come Mallouk& Co., per iniziare a produrre marchi cinesi di automobili in Siria. Il fatto che la maggior parte delle società presenti siano di proprietà statale chiarisce che il governo cinese ha già lanciato il suo progetto Siria e intende estenderlo ulteriormente.

Anche prima che si tenesse questa fiera, la Cina aveva dichiarato le sue intenzioni per mezzo di una lettera che aveva scritto l’Ambasciatore cinese in Siria. La lettera chiarisce in che modo la Cina intende collegare la Siria alla BRI (Belt& Road Initiative), attraverso l’istituzione di una vasta rete ferroviaria e altri progetti finanziari e infrastrutturali. Come esattamente ciò accada è ancora da vedere, ma quello che sappiamo finora è che i piani della Cina includono una più ampia connettività territoriale con altre regioni passando per la Siria. Basterebbe uno tra i progetti in cantiere per illustrare l’approccio della Cina.

In base a questo, mentre la Cina ha interesse nel porto di Tartus, un’opzione alternativa per la Cina, che è anche allo studio, è di costruire un porto marittimo nella città di Tripoli in Libano e utilizzare quel porto attraverso una rete ferroviaria che collega Libano e Siria, per costituire una nuova geografia del commercio e consegnare i suoi beni e materie verso e fuori dalla Siria.

Oltre a ciò, i Cinesi hanno anche manifestato interesse a costruire una rete ferroviaria transnazionale che collega Iran, Turchia e Siria. Con il Pakistan e l’Iran che hanno un confine territoriale diretto e con la Cina che ha già una profonda presenza economica in Pakistan, questa rete ferroviaria permetterebbe alla Cina di costruire un legame territoriale diretto con la Siria.

Un altro aspetto importante della cooperazione, toccato nella lettera dell’Ambasciatore, è la cooperazione per la sicurezza, cioè la cooperazione militare-militare, la fornitura di armi e sistemi di armamento e l’addestramento delle forze militari siriane.

La cooperazione in materia di sicurezza serve gli interessi della Cina in due modi principali. Per primo, la Cina che è pronta a fare enormi investimenti in Siria, idealmente vorrebbe vedere una Siria sufficientemente sicura per questi investimenti; insomma la cooperazione di sicurezza parallela. In secondo luogo, estendendo la cooperazione militare, la Cina vorrebbe assicurarsi di continuare ad avere voce in capitolo nelle questioni di sicurezza del Paese per curare meglio i suoi interessi economici.

E nella lettera che ha scritto l’Ambasciatore cinese, la chiara enfasi posta sull’espansione dell’area dell’antiterrorismo ci dice molto su cosa accadrà in futuro in termini di diretta cooperazione militare-militare, che potrebbe o non potrebbe essere all’altezza del diretto dispiegamento militare cinese in Siria. Questo è un settore specifico in cui i Cinesi hanno un profondo interesse, a causa della presenza segnalata di combattenti cinesi in Siria.

In cima a tutto questo c’è il fatto che la Cina ha la bramosa élite siriana in attesa che dia inizio ai suoi progetti ambiziosi. La Siria sta guardando con impazienza verso la Cina per questi progetti, non solo perché questi progetti servono a ricostruire la Siria e aiutarla a migliorare la sua condizione economica impoverita, ma anche perché un aumento degli investimenti cinesi e della presenza cinese si aggiungeranno alla legittimità internazionale del regime siriano.

Come tale, mentre la presenza cinese complicherà ulteriormente le cose per gli Stati Uniti e i suoi alleati, aiuterà direttamente il regime siriano a evitare un collasso economico subito dopo la guerra e la conseguente pressione da dentro e fuori dalla Siria.

Ma gli interessi cinesi sembrano superare quelli della Siria in termini sia di grandezza che di potenziale geopolitico.  Una forte presenza in Siria e il diretto collegamento territoriale della Siria con la Cina continentale attraverso Turchia, Iran e Pakistan consentirebbero alla Cina di diventare un attore geopolitico di grande rilievo in Medio Oriente, dandole così un vantaggio rispetto ad altri attori ben piazzati e quindi scalzarne molti di vecchi.

 

Salman Rafi Sheikh

Salman Rafi Sheikh è analista di ricerca in Relazioni Internazionali e affari esteri e interni del Pakistan, esclusivamente per la rivista online “New Eastern Outlook“.

 

Fonte: https://journal-neo.org/

Link: https://journal-neo.org/2018/10/10/china-aims-to-convert-syria-into-a-strategic-territory/

10.10.2018

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

 

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
3 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
3
0
È il momento di condividere le tue opinionix