FONTE: REDALERT.WND.COM
La Cina abbandona il dollaro e compra oro.
Una banca americana su 10 è nella ‘problem list’ della FDIC (Compagnia Federale d’Assicurazione sui Depositi), il 10% dei proprietari di immobili americani adesso rischia la preclusione del diritto ipotecario.
Un americano su 6 riceve sovvenzioni dal governo, la contrazione dell’economia aumenta la dipendenza.
Rimanete sintonizzati per ascoltare il suono del tonfo più divertente che la terra abbia mai sentito.
Quello dell’America che cade.Insieme ad altri articoli in questo post possiamo ora vedere un quadro più chiaro di come si sta svolgendo la quarta guerra mondiale.
Dico “SI STA SVOLGENDO” perché seppure l’America e Israele stiano lottando per creare la terza guerra mondiale, i Cinesi hanno già vinto la quarta guerra mondiale.
La Cina belligerante verso il dollaro .. le banche sono d’accordo ad accettare pagamenti in valuta cinese nel commercio internazionale.
Benvenuti nella quarta guerra mondiale.
Per i Cinesi gli affari e il denaro sono la guerra.
Quando sarà usata la valuta cinese al posto del dollaro, il 5% (o poco di più) degli utili pagato all’America fin dagli anni ’30 (per l’uso della loro proprietà US$ per poter commerciare) inizierà ad essere pagato alla Cina perché viene usata la sua valuta.
Tale perdita di reddito distruggerà totalmente l’America e porterà la Cina al vertice.
La Cina ha quasi vinto la quarta guerra mondiale e l’America non si accorge nemmeno che sta accadendo.
Le ripercussioni di questa enorme perdita porteranno gli USA agli ultimi spasimi della morte nella terza guerra mondiale, mentre l’America moribonda inizierà ad attaccare gli interessi della Cina in tutto il Pacifico.
Uno di questi interessi saranno le petroliere venezuelane che consegnano petrolio alla Cina, petrolio che 5 anni fa sarebbe andato all’America.
Neal
Una banca americana su 10 nella ‘problem list’ della FDIC (Compagnia Federale d’Assicurazione sui Depositi), il 10% dei proprietari di immobili americani adesso rischia la preclusione del diritto ipotecario.
Almeno una banca su 10 negli Stati Uniti è ora nella “problem list” della FDIC, a rischio di bancarotta.
Al tempo stesso, la Mortgage Bankers Association ha riferito che una proprietà americana su 10 con ipoteca rischia di essere pignorata quest’estate, mentre i programmi per la modifica delle ipoteche dell’amministrazione Obama hanno fallito.
Nessuna relazione dà sicurezza alcuna che le misure prese finora dall’amministrazione Obama stiano funzionando per sostenere le banche o aiutare i proprietari di immobili a rischio di perdere la casa.
Continuano ad aumentare i fallimenti delle banche.
La Compagnia Federale d’Assicurazione sui Depositi ha detto la scorsa settimana che 829 delle circa 7800 banche della nazione erano nella sua “problem list”, un aumento rispetto alle 775 banche in lista alla fine del giugno scorso, secondo il Wall Street Journal.
Al confronto, solo 416 banche erano nella problem list della FDIC l’anno scorso, ha riferito CNNMoney.com.
Nel mese di agosto di quest’anno sono andate in fallimento 118 banche, un andamento che supera quello dello scorso anno quando 140 banche sono state chiuse dai regolatori.
La tendenza dei fallimenti delle banche è aumentata drasticamente a partire dal 2008.
Le banche americane rimangono riluttanti a concedere prestiti.
Il Wall Street Journal ha messo in evidenza che i saldi di tutte le maggiori categorie di prestito sono scesi durante il secondo trimestre del 2010, con una diminuzione dei saldi totali di lease e prestiti pari al 1,3%.
Gli assett totali per il settore bancario sono diminuiti dell’1%, fino a $13,2 trilioni nel secondo trimestre.
I prestiti bancari non vedranno una ripresa finché le corporazioni non inizieranno ad assumere e la spesa dei consumatori non mostrerà una sicurezza sostenuta.
Mentre la FDIC ha riportato il secondo trimestre consecutivo di aumento del proprio fondo di assicurazione sui depositi, con una crescita risultante del fondo di 5 miliardi di dollari, la FDIC continua ad operare in rosso, con un deficit di 15,2 miliardi di dollari.
Il “mortgage aid” di Obama fa fiasco.
Sostenendo che una casa americana su 10 con un’ipoteca è a rischio, la Mortgage Bankers Association ha detto che al 30 giugno scorso il 9,9% dei proprietari di immobili non aveva pagato almeno una rata del mutuo, in diminuzione rispetto al record di oltre il 10% al 30 aprile scorso.
A gennaio 2009 l’amministrazione Obama ha annunciato il suo “Home Affordable Modification Program”, o HAMP, per lo stanziamento di 75 miliardi di dollari per aiutare dai 3 ai 4 milioni di proprietari a rifinanziare le proprie case.
I dati recenti, secondo l’Associated Press suggeriscono che 630 000 proprietari hanno abbandonato il programma, che ammontano al 48% di coloro che si sono iscritti dal marzo 2009.
Il Wall Street Journal ha riportato che a giugno oltre 91 000 proprietari di immobili hanno cancellato le modifiche del proprio prestito governativo, mentre solo in 38 728 hanno ricevuto nuove modifiche.
I funzionari del Ministero del Tesoro riferiscono che solo il 4% dei proprietari in difficoltà ha ricevuto un aiuto a lungo termine secondo il programma di prevenzione degli espropri dell’amministrazione Obama.
Lo sforzo del programma HAMP è stato ostacolato dal disegno del programma stesso.
Il programma HAMP non consente ai giudici nei casi di bancarotta di modificare i prestiti ipotecari, e gli impiegati del governo del programma HAMP non hanno l’autorità per insistere che le banche riducano gli importi del capitale in pendenza dei mutui per le case ad un livello tale da consentire al mutuatario di rimanere nella proprietà.
Al contrario, il programma HAMP è limitato alla riduzione dei tassi di interesse, fino al 2%, nel tentativo di ridurre le rate mensili del mutuo a non oltre il 31% del reddito del mutuatario.
La Associated Press riporta che dei 75 miliardi di dollari stanziati dall’amministrazione Obama per il programma HAMP, solo $450 milioni erano stati spesi alla metà di giugno.
Un milione di Americani potranno perdere la casa quest’anno, in aggiunta ai 900 000 che hanno perso la casa l’anno scorso.
Nel 2011 è previsto che le preclusioni colpiscano 1,5 milioni di case.
In confronto, storicamente i creditori hanno precluso il riscatto di 100 000 ipoteche all’anno.
Una relazione pubblicata dal Center for Responsible Lending stima che tra il 2007 e il 2009 sono stati completati 2,5 milioni di pignoramenti e stima che siano imminenti [altri] 5,7 milioni di pignoramenti.
Red Alert ha fermamente avvisato che i piani di modifica delle ipoteche dell’amministrazione Obama erano fallimentari in partenza, in gran parte perché bisogna lasciare operare le forze di mercato.
L’inevitabile realtà economica è che lo scoppio della bolla delle ipoteche richiede che i prezzi degli immobili debbano svalutarsi per tornare in linea con i veri valori del mercato, con l’inevitabile risultato che le perdite dovute ai prezzi degli immobili gonfiati devono essere assorbite da qualcuno – il mutuatario, la banca o il governo.
Non c’è alternativa, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Obama, se non di lasciare che le forze di mercato operino nel riassestamento del mercato immobiliare che avrà luogo, indipendentemente da quanto denaro dei contribuenti spenderà l’amministrazione Obama per prevenire il danno.
Red Alert continua a prevedere che i prezzi degli immobili dovranno scendere del 50% dei loro valori di picco del 2006 prima che la crisi immobiliare tocchi il fondo. Finora, i mutui per ipoteche in tutta la nazione sono inferiori solo di circa il 30% ai valori massimi del 2006.
Un Americano su 6 riceve sovvenzioni dal governo e la contrazione dell’economia aumenta la dipendenza.
USA Today ha riportato che sorprendentemente un americano su sei riceve ora in varie forme gli aiuti del governo contro la povertà.
Le cifre comprendono:
* 50 milioni di Americani nel Medicaid, il programma sanitario federale destinato principalmente ai poveri, un aumento del 17% dal dicembre 2007, la data che molti associano all’inizio dell’attuale contrazione economica;
* 40 milioni di Americani ricevono attualmente dei buoni alimentari, un aumento del 50% dal dicembre 2007;
* 10 milioni di Americani ricevono un’assicurazione di disoccupazione – un numero quasi quattro volte quello del dicembre 2007;
* 4 milioni di Americani prendono sussidi di assistenza sociale, un aumento del 18% dal dicembre 2007.
Queste cifre si sovrappongono, ad esempio, una persona che riceve un’assicurazione di disoccupazione può inoltre ricevere buoni alimentari.
Con il crescente numero di casi, i costi federali per l’amministrazione dei programmi anti povertà sono saliti vertiginosamente.
In due anni il prezzo federale per il Medicare è aumentato del 36%, fino a $273 miliardi. I benefici di disoccupazione sono saliti a 160 miliardi di dollari. I costi del programma dei buoni alimentari sono aumentati dell’80 per cento, raggiungendo i 70 miliardi di dollari. I costi del Welfare sono in crescita del 24 per cento, pari a 22 miliardi di dollari.
Il quotidiano USA Today ha notato che la crescita costante “della quantità di casi e dei costi dei programmi di assistenza sociale” è attribuibile a due fattori: 1) la contrazione economica ha aumentato il numero di persone aventi diritto [ad assistenza] secondo le regole attuali; e 2) la Casa Bianca di Obama e il Congress controllato dai Democratici hanno ampliato i criteri di eleggibilità e i benefici.
La conclusione inevitabile è che mentre il tasso di disoccupazione rimane nella fascia tra 9,5 e il 10%, la dipendenza dal governo sta aumentando in quella che sta rapidamente diventando la realtà di uno stato di welfare sociale europeo in America.
Tuttavia, il numero dei senzatetto e la povertà sono in aumento, ad indicare propriamente quanto siano fallimentari i programmi di welfare nel fornire una soluzione con l’aiuto da parte del governo ad un problema economico che può essere risolto veramente solo con l’impiego.
L’aumento dei senzatetto
La popolazione dei senzatetto nelle strade di New York è aumentata del 50% durante l’anno scorso, secondo quanto riportato da Fox News.
Stando ai resoconti, oltre 1000 persone vivrebbero ora nel sistema della metropolitana della città di New York, un aumento dell’11% dall’anno scorso.
Brooklyn, con un aumento dei senzatetto del 100% nel 2010, ha avuto l’aumento più alto di qualunque altro quartiere dell’area metropolitana di New York.
Red Alert ha precedentemente riportato che, con ovvio imbarazzo della Casa Bianca, è sorta una tendopoli “Obamaville” proprio alle Hawaii, su 50 acri di città, su un terreno della marina e municipale direttamente dietro la Waipahu High School.
Durante la Grande Depressione degli anni ’30, le tendopoli dove vivevano migliaia di senzatetto disoccupati erano conosciute come “Hoovervilles”, dal nome del presidente Herbert Hoover.
La Waipahu High School “Obamaville” ha attirato senza volerlo l’attenzione della nazione dopo un episodio di “Dog the Bounty Hunter”[1] della rete A&E in cui Duane “Dog” Chapman e la sua famiglia hanno scoperto circa 60 diversi accampamenti di senzatetto nei 50 acri dietro la scuola di Oahu.
Nakaso ha riportato che Doran J. Porter, direttore esecutivo della Affordable Housing and Homeless Alliance, crede che sempre più accampamenti come l’Obamaville dietro la Waipahu High School stiano sorgendo ad Oahu, mentre la polizia e i funzionari della città di Honolulu cacciano i senzatetto dalle spiagge dell’isola e dai parchi cittadini.
Circa 1,6 milioni di uomini, donne e bambini, comprese 170000 famiglie, sono rimasti senza un tetto nell’arco dell’anno scorso, secondo statistiche dell’amministrazione Obama.
Il numero di famiglie in rifugi per i senzatetto è salito al 7%, con quasi 11000 famiglie dal 2008 al 2009, mentre il numero dei senzatetto è aumentato del 30% dal 2007 al 2009, secondo le statistiche pubblicate dal Miami Herald.
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Sebbene non venga in gran parte riportato, le Obamavilles stanno sorgendo in tutta l’America e continueranno quasi certamente ad espandersi, mentre i milioni di persone che non sono attualmente in grado di tenersi in regola con i programmi di mutuo rischieranno lo sfratto e l’esproprio nel 2010.
La povertà in America
Il Census Bureau ha riportato che il tasso di povertà nel 2008 era del 13,2%, in aumento rispetto al 12,5% del 2007, il primo aumento annuale statisticamente significativo del tasso di povertà dal 2004.
Con il perdurare della disoccupazione, vicino al 10% nel 2010, le aspettative sono che il ricalcolo del tasso di povertà risultante dal censimento del 2010 sarà ancora più elevato.
“Le cifre del Census Bureau del 2008 – per quanto fossero brutte – non tengono conto degli effetti della grande recessione”, ha scritto lo scorso mese il giornalista Saul Friedman.
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“Indicherà senza dubbio un’allarmante scivolata nella povertà per milioni di famiglie americane, particolarmente i bambini e i giovani lavoratori e le minoranze che per la prima volta nella loro vita hanno bisogno di buoni alimentari, Medicaid, di una proroga dell’assicurazione di disoccupazione e dei programmi contro la povertà che sono stati decimati”.
La Cina è belligerante verso il dollaro.
Le banche sono d’accordo ad accettare pagamenti in valuta cinese nel commercio internazionale.
La scorsa settimana la Cina ha preso una posizione ancora più aggressiva contro il dollaro, invitando apertamente i partner commerciali internazionali a chiudere le operazioni in renminbi, la valuta cinese, anziché in dollari, rifiutandosi al contempo di lasciare che il yuan aumenti di valore.
Entrambe le mosse sono calcolate per favorire il commercio internazionale cinese: in primo luogo, promuovendo la valuta della Cina in alternativa al dollaro come accettabile standard globale di riserve valutarie; in secondo luogo, mantenendo la valuta cinese a buon mercato, in modo da permettere alle esportazioni cinesi di rimanere competitive in un’economia globale che lotta per emergere da una [fase di] contrazione economica.
Allo stesso tempo, la Cina ha iniziato molto silenziosamente a vendere i dollari accumulati nelle sue riserve valutarie pari al record mondiale di $2,3 trilioni di dollari, mentre inizia ad investire più nell’euro e nell’oro.
Il risultato finale è che la posizione degli Stati Uniti nell’economia mondiale è sminuita, mentre si riduce la posizione della Cina ad essere un acquirente meno affidabile delle centinaia di miliardi di dollari di debito sovrano che l’amministrazione Obama ha dovuto emettere mensilmente per sostenere un deficit di bilancio federale stimato tra gli $1,4 e $1,5 trilioni di dollari per l’anno fiscale 2010.
La Cina attacca il dollaro come standard mondiale del commercio internazionale.
Il Financial Times londinese ha riportato che numerose di banche, compresa la Citigroup e la JPMorgan negli Stati Uniti, hanno fatto delle campagne di road shows in Asia, in Europa e negli Stati Uniti per incoraggiare le aziende a pagare in valuta cinese negli scambi internazionali.
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Come risultato, il commercio internazionale effettuato in renminbi è aumentato di 20 volte nella prima metà del 2010, rispetto alla seconda metà del 2009.
Mentre la proporzione di tutti gli scambi internazionali che la Cina paga in renminbi è ancora relativamente piccola rispetto agli scambi pagati in dollari o in euro, gli osservatori internazionali hanno considerato significativa la mossa della Cina in questa direzione.
“I grandi spostamenti di potere sono solitamente accompagnati dai cambiamenti della valuta della riserva internazionale”, è stato notato in un editoriale del Financial Times. “Quindi è indicativo che la Cina stia facendo dei passi per ampliare l’uso del renminbi tra gli investitori internazionali.
Beijing crede che la dominanza dell’economia globale vada di pari passo con la dominanza del sistema monetario globale”.
La Cina diventerà l’economia più grande nei prossimi decenni, ha scritto il Financial Times.
Quindi è naturale che la moneta della Cina raggiunga eventualmente lo status di valuta di riserva.
La Cina resiste alle pressioni per rivalutare il yuan.
A metà giugno, la Cina ha cambiato la politica finanziaria per liberare il yuan dal suo blocco di due anni contro il dollaro.
Tuttavia, da allora il yuan è aumentato di appena lo 0,3 per cento contro il dollaro, in un allentamento che sembra essere solo a parole, progettato per attenuare le richieste del Tesoro americano che la Cina permetta una rivalutazione della sua moneta a valori più realistici.
La Cina continua ad opporsi, in gran parte perché uno yuan a buon mercato continua a promuovere le esportazioni cinesi.
Hu Xiaolian, vicegovernatore della Banca Centrale Cinese, ha detto al Wall Street Journal la settimana scorsa che la Cina avrebbe continuato ad allentare i controlli sull’uso del yuan.
Eppure, i funzionari del Ministero del Tesoro americano non sono rimasti soddisfatti del progresso della Cina dall’annuncio sul yuan del 19 giugno a Beijing.
Interessantemente, se la Cina vuole che la sua valuta diventi una valuta di riserva, non avrà altra scelta se non di permettere alla moneta di essere valutata più equamente nei cambi mondiali.
Nella misura in cui la Cina permetterà che la sua valuta diventi liberamente fluttuante ed equamente valutata nei cambi del mondo, la Cina perderà l’abilità di manipolare la sua moneta per effettuare una politica macroeconomica, con il risultato che sarà a rischio l’abilità della Cina di sovvenzionare le esportazioni mantenendo un blocco della valuta.
O come è stato detto nell’editoriale del Financial Times, “mantenere un blocco della valuta nonostante enormi afflussi di capitale è estremamente difficile”.
La Cina abbandona il dollaro
Bloomberg ha riportato che a giugno la Cina ha tagliato il suo portafoglio di titoli a lunga scadenza del Tesoro di $21,2 miliardi di dollari, riducendo la partecipazione totale cinese del debito del Tesoro a $839,7 miliardi di dollari.
La Cina ha diversificato le sue riserve valutarie spostandosi dal dollaro in favore dell’euro e dell’oro, dal giugno 2009, quando la partecipazione della Cina del debito del Tesoro USA ha raggiunto il picco di circa $950 trilioni di dollari.
“Le banche centrali asiatiche, che detengono circa il 60 per cento delle riserve valutarie mondiali, stanno abbandonando il dollaro” ha notato Bloomberg. “Preoccupate per l’indebolimento della crescita americana e per il debito record del Tesoro, si sono spostate su asset di euro per salvaguardare le riserve, portando guadagni alla valuta dei 16 paesi”.
Il fatto che la Cina stia incominciando a tirarsi indietro dall’acquisto [di obbligazioni] del Tesoro USA non dovrebbe sorprendere i lettori di Red Alert.
Zhu Min, vicegovernatore della Banca Centrale Cinese, ha detto allo Shanghai Daily a dicembre che per la Banca Centrale Cinese sta diventando più difficile comprare le obbligazioni americane, perché il conto corrente americano che si sta riducendo sta diminuendo la disponibilità di dollari all’estero.
Lo Shanghai Daily ha riportato che Zhu avrebbe detto ad un pubblico di accademici che è inevitabile che il valore del dollaro cada, dato il crescente affidamento fatto sull’amministrazione Obama perché emetta debiti del Tesoro USA per finanziare l’economia deficitaria.
“Gli Stati Uniti non possono costringere i governi esteri ad aumentare la loro partecipazione di obbligazioni”, ha detto Zhu. “Raddoppiare la partecipazione? È decisamente impossibile”.
L’avvertimento di Zhu è stato chiaro.
“Il mondo non ha denaro a sufficienza per poter comprare altre obbligazioni americane”, ha detto.
Gli avvertimenti della Cina fanno presagire che la determinazione dell’amministrazione Obama di ampliare lo stato sociale americano dovrà necessariamente arrivare a un limite, quando le nazioni estere non avranno le riserve valutarie di dollari americani necessarie per acquistare i crescenti importi del debito del Tesoro USA.
Fonte: http://iraqwar.mirror-world.ru
Link: http://iraqwar.mirror-world.ru/article/233398
6.09.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI
[1] Ndt. Un reality show americano su un cacciatore di taglie “Dog” Chapman e la sua famiglia