DI MIKE WHITNEY
Information Clearing House
La vertigine dei Democratici riguardo le loro prospettive per una vittoria a man bassa in entrambe le Camere ha raggiunto un livello di euforia assoluta. Ma cosa stanno esattamente sperando i votanti?
Un veloce ritiro dall’Iraq?
John Walsh ha postato un grande articolo su counterpunch.org, “Election 2006: The Fix is already In”, che sottolinea i lugubri fatti sulla “selezione dei candidati” nel Partito Democratico. La leadership democratica non ha intenzione di portarci fuori dal quel sanguinoso casino a Babilonia, avendo metodicamente estirpato i fastidiosi pacifisti dalla propria lista di potenziali candidati. Come sottolinea Walsh, circa 8 Democratici su 10 (78 %) vogliono un ritiro immediato o parziale delle truppe dall’Iraq. Ciò, ovviamente, non fa differenza per gli intrallazzatori del Democratic Leadership Council, che hanno lanciato i loro dollaroni a candidati del tutto separati dalle convinzioni dei fedeli del partito. Come dice Walsh:
“Il 64 % dei candidati democratici nei 45 seggi in bilico SI OPPONE ad un calendario per il ritiro dall’Iraq. Prestate attenzione: non solo queste personalità democratiche si oppongono alle proposte di legge Murtha o McGovern per il ritiro rapido o il de-finanziamento della guerra; si oppongono persino ad un calendario… La posizione di questi candidati democratici è indistinguibile da quella di George W. Bush”.
Amen.
Previsione: I Democratici non ci tireranno mai fuori dall’Iraq, né aboliranno il Patriot Act o il Military Commissions Act del 2006 (che permette a Bush di imprigionare cittadini statunitensi senza accuse e torturarli a sua discrezione).
Il partito è stato co-optato da una cricca pro-business, guerra-fondaia e devasta-libertà di sostenitori del libero commercio, che sente di poter semplicemente mettere una faccia migliore alle politiche imperiali.
Non ci piove; per per chiunque abbia un briciolo di coscienza, la prospettiva di votare per un partito che potrebbe massacrare un altro mezzo milione o più di Iracheni presenta alcuni problemi etici di base. E’ forse troppo ipocrita suggerire che la guerra in Iraq sia MORALMENTE SBAGLIATA, e che la politica o il partito che sostiene il conflitto debba essere decisamente rifiutato?
Ahhh sì; è ora di mettersi l’elmetto e l’armatura protettiva di cui si ha bisogno quando si biasima il Partito Democratico. Non è mai salutare prendere di mira i fantocci evirati che controllano l’ “altro” partito bellico degli Stati uniti.
Biasimevolmente, il Partito Democratico è solo leggermente diverso da quello Repubblicano. Non è pessimismo; è realismo. Abbiamo bisogno di essere chiari riguardo l’enormità del compito davanti a noi se ci aspettiamo di avere una qualche speranza di ripristinare le nostre libertà personali e di porre fine alla macelleria in Iraq.
Nonostante la drammatica disaffezione dal Partito Repubblicano, Bush e Co. devono tenere qualcosa di riserva per le elezioni di medio termine. Dopotutto, la flotta navale Eisenhower sta navigando verso il Golfo per un possibile confronto con l’Iran; quindi potremmo vederne delle belle da un minuto all’altro.
Sembra improbabile che Bush permetta un cambio di regime alla Camera e al Senato, sapendo che potrebbero velocemente seguire spiacevoli indagini su 11 settembre, crimini di guerra e abusi di potere.
Quindi, cosa farà?
Chi lo sa?
Ma sappiamo che gli attuali occupanti del 1600 di Pennsylvania Avenue sono giocatori d’azzardo che fanno puntate molto alte, essendo legati al lancio dei dadi per tenere le loro castagne fuori dal falò.
Qualcosa è destinato a succedere, e piuttosto presto. Bush e Cheney non hanno assemblato tutte le leve del dominio tirannico (compreso il rifiuto dello habeas corpus, il giusto processo e le leggi che proibiscono punizioni crudeli) solo per trasferire l’autorità ai leader democratici al Congresso. Semplicemente, non avverrà.
I Democratici sono proiettati verso le elezioni piuttosto fiduciosi di poter riottenere un posto al tavolo della politica e di far sentire le proprie voci sulla condotta della guerra. Non hanno intenzione di lasciare l’Iraq. Vogliono semplicemente cambiare direzione e minimizzare i danni agli interessi di lungo termine degli Stati Uniti. La loro strategia è probabilmente simile alle raccomandazioni (prossime a venire) dello “Iraq Study Group” di James Baker. Infatti, sarei sorpreso se i leader di entrambi gli schieramenti non avessero già collaborato nei dettagli del rapporto, per renderlo più appettibile a Bush.
Ma questi tipi sono nella terra del La-la. Il team di Bush non rinuncerà mai al potere, né accetterà i risultati di un sistema di ballottaggio che disprezza totalmente. Hanno passato 6 anni a “trasformare” l’esercito in modo che serva i soli interessi dei mandarini delle aziende. Hanno trasformato la FEMA in un’organizzazione segreta che difende lo status quo politico da potenziali minacce alla sicurezza interna (e si ricordino le disposizioni COG del Governo, che sciolgono il Congresso), oltre ad aver creato un regime di tortura globale ed assassinio per eliminare preventivamente nemici reali o immaginati.
Non c’è nulla di trasferibile nell’attuale sistema-Bush. E’ un “evento unico” fatto su misura di neo-con fanatici che giocano per restare in campo.
Chi vince piglia tutto.
Non ho idea di cosa stia pianificando la troupe di Bush, ma ne avremo un’idea migliore entro il 7 novembre; quindi, allacciate le cinture!
Una piccola nota: l’agenzia stampa Prensa Latina riporta che “Luis D. Elia, sotto-segretario per l’Edilizia Sociale nel Ministero per la Pianificazione Federale Argentina, ha scritto un memo in cui parla dell’acquisto da parte di Bush di 98,842 acri di terra nel Paraguay del Nord, tra il Brasile e la Bolivia” (13 ottobre).
Bush ha comprato un ranch di 100.000 acri in Paraguay?!
Mi prendete in giro? Sta pensando ad un pensionamento anticipato con i suoi amici nazisti a sud del confine?
E’ troppo bizzarro per farsi domande?
Versione originale
Mike Whitney
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article15309.htm
16.10.2006
Versione italiana
Fonte: http://www.radiokcentrale.it/
Link: http://www.radiokcentrale.it/articolinuovaera/itapiece201.htm
Traduzione a cura di Carlo Martini per www.radioforpeace.info