DI MUSTAFA SABRE
Palestine News Network
Kawthar Nofal ha riferito a PNN [Palestine News Network] che l’intelligence israeliana ha iniziato ad arrestare le madri e le mogli dei prigionieri politici palestinesi per estorcere delle confessioni.
Nofal, nota come Umm Said in base a suo figlio maggiore, ha detto che l’idea è di minacciare il prigionieri facendo del male ai loro cari. L’intelligence israeliana vuole informazioni, e otterrà ciò che vuole, vero o inventato, ha detto candidamente domenica la donna proveniente dalla Cisgiordania nordoccidentale.
“Mi hanno arrestato da dentro la mia casa dopo l’arresto di altri della mia famiglia, e mi hanno portato immediatamente alla prigione di Jalama in modo che mio figlio prigioniero, Said, potesse vedere che mi avevano presa”.Umm Said, che ora è fuori di prigione, ha continuato: “Sono stata sottoposta a due ore di interrogatorio legata mani e piedi con delle catene ad una sedia, senza pietà o compassione”.
La donna ha detto: “I funzionari dell’intelligence mi hanno detto che sarei stata tenuta in prigione, così come gli uomini della mia famiglia. Ma io ho risposto con orgoglio e sicurezza. Dissi, ‘ la prigione non è abitata solo da uomini e non ho paura per i miei figli'”.
Ha descritto poi di altre aggressioni contro la sua famiglia. “Mio marito è malato e ha bisogno di cure. E loro portano un malato in prigione.”
Umm Said ha detto che le minacce riguardavano anche il futuro. “Dissero che non avrei potuto fare visita ai miei figli in prigione e poi se lo avessi fatto sarei stata osservata e monitorata e sottoposta ad altre cose.”
Questa madre di Qaliqilia ha descritto le condizioni della prigione di Jalama costruita sulle terre di Jenin nella parte settentrionale della Cisgiordania. “Le celle erano così piccole. Dopo due giorni arrivò uno e mi chiese se ero ancora viva. Gli dissi che io vivo con il Signore e mentre sono in cella prego Dio. ‘Non sono sola come pensi tu,’ gli dissi. Egli si arrabbiò e andò via”
Umm Said ha descritto i momenti precedenti al suo rilascio dalla prigione israeliana. “Ore prima del rilascio svenni, persi completamente conoscenza. E mi risvegliai nell’infermeria della prigione dopo che la mia pressione sanguigna era caduta a causa delle misere condizioni nella cella e durante il periodo dell’ interrogatorio. Dopo che venni rilasciata continuarono a fare pressioni sulla mia famiglia, che aveva vissuto dure settimane nelle celle di Jalama”.
Articoli di Mustafa Sabre su Global Research
Titolo originale: “Israeli administration imprisoning mothers and wives of political prisoners to pressure confessions
“
Mustafe Sabre
Fonte: http://english.pnn.ps/
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22.04.2007
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO