ADESSO LA COLPA E’ DELL’IRAN
A Bassora stiamo semplicemente facendo finta di non vedere quello che sta succedendo, e cioè l’esplosione di abusi, assassinii e anarchia.
DI ROBERT FISK
“L’acqua è la nostra amica”, era il consiglio che regolarmente veniva dato a un mio amico qui in Medio Oriente. Glielo dava un membro della Brigata “Mille litri al giorno tolgono la disidratazione di torno”. Però i miei amici arabi la pensavano diversamente. Dopo essere passati per generazioni attraverso un caldo che brucia la faccia, la mattina prendono solo un te, poi passano tutto il giorno in una calura da forno senza prendere niente altro, e infine, al tramonto, prendono un altro te. Meno si beve, meno si traspira, e meno c’è bisogno di bere. In un paese con pochissime oasi si tratta di un meccanismo che è bene conoscere.Il problema è che oggi l’acqua non è più “nostra amica”. Si abbatte su New Orleans, annega gli anziani rimasti nelle loro case, assale Galveston e Houston, uccide migliaia di persone in Bangladesh, decine in Andhya Pradesh, si riversa a sud dalle verdi baie di freddo glaciale dell’antartico, si porta dietro le case ottocentesche del centro di Praga, e riaffiora gorgogliando nei bar inglesi attraverso le sponde allagate del Kent. L’acqua è diventata la nostra nemica.
Si intravede una bella, delicata inevitabilmente crudele ironia nel modo in cui sia la natura che l’uomo cospirano a far scoprire le menzogne dei ricchi e potenti. Proprio nel momento in cui le disastrose politiche ambientali stanno distruggendo le coste a sud degli Stati Uniti, – si, è il riscaldamento globale che sta provocando questa strage degli innocenti – in America si stanno preparando a ricevere il proprio caduto numero 2.000 proveniente dall’Irak. Niente cadaveri, per piacere. Non bisogna disonorare i morti di New Orleans fotografandoli. E nemmeno i morti che arrivano dall’Irak. La morte, come al solito, è una cosa che riguarda gli altri.
Però le fotografie dei soldati inglesi, coperti di fiamme, che si gettano fuori dai loro mezzi blindati Warrior a Bassora questa settimana, sono le ultime immagini simbolo di quell’unica follia inglese che stiamo rappresentando in Irak. Gli sgherri di Lord Blair di Kut al-Amara hanno preparato una altra bella e mostruosa menzogna per coprire quello che è successo. I poliziotti che protestavano per la distruzione della loro prigione da parte degli Inglesi, e la folla che ha dato fuoco al Warrior, (e al suo equipaggio), erano soltanto poche centinaia di persone. Chi siamo noi per dire che essi rappresentano i milioni di mussulmani Sciiti che a gennaio scorso sono andati solennemente a votare? Oh, oh, oh! Si, e chi eravamo noi per dire che le “poche centinaia” di “seguaci irriducibili” di Saddam, definiti come rompiscatole a metà del 2003, rappresentavano invece l’insurrezione dei Sunniti? E chi eravamo noi, nel lontano 1971, per dire che le poche centinaia di persone che lanciavano pietre a Falls Road e a Short Strand a Belfast, rappresentavano “la grande maggioranza dei cattolici amanti della pace” dell’Irlanda del Nord?
Giorni fa riflettevo su quando tutto il palco cadrà giù. Ci vorrà la cattura (e il massacro) da parte degli insorti di una base USA in Irak? Oppure l’invasione della zona verde di Bagdad? Ogni giorno ci porta le prove della nostra disfatta tipo Vietnam. Gli americani se la prendono con Tal Afar e uccidono, così dicono, “142 insorti”. Avete afferrato? Gli USA sono riusciti a uccidere 142 nemici, neanche un solo innocente fra di loro, uomo donna o bambino!
Ma torniamo agli Inglesi. Vi ricordate quando ci hanno detto che la nostra immensa esperienza di “peace-keeping” (mantenimento della pace) nell’Irlanda del Nord ci aveva permesso di trovarci meglio con gli Iracheni, a sud, rispetto ai nostri cugini americani, a Nord? Veramente non mi ricordo che abbiamo praticato tanto “peace keeping” a Belfast dopo il 1969 – poi, ricordo, si trattava di eliminare l’IRA – ma, in ogni caso, questa settimana il mito è andato in fumo assieme alle divise in fiamme delle nostre truppe.
Veramente la guerra nell’Irlanda del Nord è consistita quasi interamente di operazioni segrete con cui si eliminavano fisicamente gli avversari; le SAS (Squadre di Azioni Speciali), sotto mentite spoglie, tendevano imboscate agli uomini dell’IRA. Questo fa venire in mente una domanda: e cioè che cosa facevano due uomini delle SAS a Bassora armati e travestiti da arabi? Perché nessuno lo ha chiesto? Quanti sono gli uomini SAS in Irak? Perché stanno lì? Con quali compiti? Con quali armi? Hops, non lo ha chiesto nessuno.
Quello che stiamo veramente facendo a Bassora con il nostro “mantenimento della pace” è un “chiudere gli occhi” alla Nelson, su abusi, assassinii e esplosioni di anarchia sin dal 2003 (compresi, a quanto pare, anche un bel po’ di abusi da parte nostra). Quando sono stati uccisi dei cristiani che vendevano alcolici, non abbiamo fiatato. Quando per strada sono stati massacrati, – compresi donne e bambini, come da guerra civile, se mai ve n’è stata mai una – degli ex-bahatisti i nostri ufficiali inglesi in qualche maniera si sono scordati di farlo sapere alla stampa. Tutto per tenere i nostri ragazzi fuori dai guai.
Ma a Bassora succede proprio questo. Quando la polizia reclutata in loco (e pagata dalle autorità di occupazione) ha inglobato nelle sue fila i resti delle milizie locali – come è avvenuto nelle aree Sunnite a Nord – noi abbiamo fatto finta di niente. Anche quando un giornalista americano, che aveva indagato su questo straordinario fenomeno, è stato ucciso, quasi sicuramente dagli stessi poliziotti, gli Inglesi sono rimasti zitti. Noi “stavamo controllando” le strade. Ad Amara, per disgustosa coincidenza, proprio la stessa Kut al-Amara con il cui nome, sono certo, il mio primo ministro favorito verrà fatto nobile, i soldati inglesi conducono una sola pattuglia, armata pesantemente, al giorno. Questo è il nostro “controllo” su Amara. Sicuramente faremo ancora meno pattuglie a Bassora. C’è da scommetterlo.
Ora si comincia a sentire il belato delle pecore fornite di penna. “Potenze esterne” stanno interferendo nell’Irak del sud. Trentacinque anni fa si trattava della Repubblica Irlandese che forniva assistenza e aiuto IRA ai nemici degli inglesi. Adesso è l’Iran che, dicono loro, sta spingendo gli Sciiti di Bassora alla rivolta. In altre parole, non è colpa nostra, ancora una volta, la colpa è di quei maledetti stranieri.
Ahiai, non è così. Gli iracheni non hanno bisogno né delle armi né dell’esperienza degli iraniani. Il loro paese è pieno di armi ed essi hanno imparato come fabbricare le bombe, a milioni, durante la guerra Iran-Irak del 1980 – 1988. Metà del governo iracheno ha collegamenti con l’Iran; gli Inglesi si sono dimenticati che i rappresentanti di governo dell’onorevole partito Dawa a Bagdad hanno lavorato per lo stesso partito Dawa che nel Kuwait ha fatto saltare in aria le ambasciate USA e francesi, e che ha cercato di uccidere l’emiro verso la fine degli anni ’80? Che questi stessi signori appartengono al partito che stava controllando effettivamente gli ostaggi occidentali a Beirut durante quello stesso periodo?
No, tutto questo è dimenticato. Prendiamocela con l’Iran. Dopo, senz’altro, ce la prenderemo con quegli ingrati degli iracheni, per poi dichiarare di avere vinto e fare quello che il segretario alla difesa, John Reid, afferma che non faremo mai: lasciare perdere tutto e andarcene. E ancora una volta c’è il pericolo che dimenticheremo l’origine di tutto quello che è successo. Di fronte ad un imminente disastro della sua nave, il comandante dovrebbe togliere l’ancora o abbassare le vele per consentire alla nave di allontanarsi dalle rocce o di non essere sopraffatta dalle onde. Molto spesso togliere l’ancora e andarsene è stata l’unica cosa ragionevole da farsi. Ma questo non vale per John Reid, noi non ce ne andremo. Ci sfasceremo contro le rocce.
Robert Fisk
Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article10384.htm
24.09.05
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI