DI DAHR JAMAIL
Alla fine di maggio, io e alcuni miei amici abbiamo deciso di scalare un paio di vulcani tra i più grandi nello Stato di Washington. Abbiamo iniziato col Monte Adams, picco di 3743 m. nella parte meridionale dello Stato.
Siamo stati in grado di raggiungere coi mezzi l’accampamento di Cold Springs a 1707 m., da dove sarebbe iniziata la salita. Già questa era un’anomalia per fine maggio, periodo in cui la strada sterrata tendeva ad essere ancora coperta di neve. Ma non in un anno come questo, dove il governatore dello Stato di Washington Jay Inslee ha già dichiarato lo stato di emergenza nazionale per la siccità, dato il record negativo di altezza del manto nevoso.
Qualche giorno dopo e molto più a nord, sul Monte Baker, un vulcano di 3313 m. ricoperto dai ghiacci non lontano dal confine con il Canada, abbiamo trovato la stessa situazione. Ci siamo accampati sulla terra nuda a circa 1676 m., in una zona che ci avrebbe visto di norma piantare le tende sopra qualche metro di neve. Quando ci siamo diretti verso il picco, la strada era già nelle stesse condizioni che a fine stagione (agosto). Ci siamo trovati a destreggiarci attorno ad alcuni grandi crepacci aperti dove i ponti di neve che avevano offerto l’accesso erano già crollati a causa dell’aumento delle temperature e dello scioglimento della neve.
Nel corso della discesa dopo aver visitato la cima, due dei miei compagni di ascensione finirono nei crepacci perforando i ponti di neve, e la parte inferiore del percorso era più simile ad una granita che a un ghiacciaio. Non avrei voluto essere sulla montagna il giorno successivo.
I segni della crescente rapidità e dell’intensificarsi del riscaldamento del nostro pianeta sono tutti intorno a noi. E si moltiplicano giorno dopo giorno le ricerche ad ampio spettro, gli studi e gli avvertimenti.
La NASA ha recentemente rilasciato i suoi dati sulla temperatura globale per il mese di maggio, e risultano 1,3 gradi Fahrenheit sopra la norma. I dati dell’agenzia hanno inoltre rivelato che il 2015 ha avuto i cinque mesi più caldi dell’anno mai registrati. Allo stato attuale, il 2015 è già più caldo rispetto all’anno scorso, secondo la NASA; di fatto, se si rimane sulla stessa traiettoria, sarà l’anno più caldo mai registrato sul pianeta.
Le cose sono gravi abbastanza da spingere i consulenti scientifici del Presidente Obama a emettere un allarme per avvertire che un dissesto climatico di origine antropica (DCA) incombe con una tale rapidità che l’intero stato della California potrebbe essere “sopraffatto”: gli sforzi di adeguamento da parte dello Stato non saranno in grado di tenere il passo con la rapida intensificazione degli sviluppi sul campo. Essenzialmente, questo significa che lo Stato non ha le risorse fisiche e finanziarie per tenere il passo con l’innalzamento del livello dei mari, la siccità e gli incendi che stanno tutti diventando la norma qua.
Scienziati come Bill Nye (“the Science Guy”) ci avvisano di aspettarci sempre maggiori eventi meteorologici estremi man mano che il DCA progredisce. Ad esempio, prevedono che la recente ondata di pioggia e di inondazioni in Texas diventerà la norma per tale Stato in prospettiva.
Un recente studio pubblicato su Nature Climate Change ha dimostrato che se le emissioni di biossido di carbonio e di metano non saranno drasticamente ridotte molto rapidamente, il DCA si sta preparando a portare la più drammatica e vasta opera di ristrutturazione delle specie oceaniche degli ultimi 3 milioni di anni. Per esempio, lo studio dimostra che, nel 2100, le regioni polari, che attualmente ospitano alcuni tra i più multiformi e vasti ecosistemi marini sul pianeta, saranno probabilmente private di gran parte delle loro forme di vita marine.
Non è una novità che il ghiaccio del mare Artico si stia sciogliendo ad un ritmo da primato e che le probabilità di periodi senza ghiaccio d’estate entro il prossimo anno siano elevate. Ma un interessante effetto collaterale derivante da questo sviluppo è che tale assottigliamento del ghiaccio artico, unito alla mancanza di supporto aereo, ha ufficialmente costretto a bloccare le spedizioni di trekking al Polo Nord quest’anno… e, facilmente, per sempre.
Tutti questi cambiamenti sono portentosi.
Tuttavia, lo sviluppo più importante del mese è chiaramente uno studio pubblicato di recente nella rivista Science che afferma, senza mezzi termini, che il pianeta è entrato ufficialmente nella fase della sesta estinzione di massa. Lo studio ha dimostrato che le specie stanno già scomparendo a tassi molto più rapidi di quanto non lo facessero durante le altre cinque fasi, e ha avvertito minacciosamente che gli esseri umani potrebbero molto probabilmente essere inclusi nella prima ondata di specie avviate all’estinzione.
L’autore principale dello studio, Gerardo Ceballos della Universidad Autónoma de México, ha detto ai giornalisti che, se si consentisse di mantenere l’attuale tasso di DCA, deforestazione e inquinamento: “La vita impiegherebbe molti milioni di anni a recuperare, e la nostra stessa specie potrebbe facilmente scomparire presto.”
Un altro dato allarmante dello studio è che esso è dichiaratamente prudente. A pagina tre si afferma: “Ci preme sottolineare che i nostri calcoli molto probabilmente sottovalutano la gravità della crisi estintiva.”
Il co-autore dello studio Paul Ehrlich, un professore di studi sulla popolazione in biologia finanziato dai Bing e membro anziano presso la Stanford Woods Institute per l’Ambiente, ha detto sullo Stanford News che “[lo studio] mostra senza dubbio significativo che siamo ora entrati nella fase della sesta grande estinzione di massa. Ci sono esempi di specie in tutto il mondo che sono essenzialmente tra la vita e la morte.”
Man mano che si esplora l’impatto del DCA sui quattro quadranti del pianeta questo mese, assistiamo a dei fenomeni che certamente confermano i risultati della relazione citata.
Terra
Poiché il riscaldamento da DCA continua ad alimentare malattie e parassiti, gli alci in Nord America stanno morendo a migliaia e migliaia, secondo un recente rapporto scientifico.
Un altro rapporto ha rivelato recentemente che il riscaldamento delle acque di Long Island Sound sta drammaticamente alterando le popolazioni ittiche, in quanto la platessa estiva e la spigola che preferiscono di solito acque più tiepide sono ora presenti nella parte nord.
A causa del pesante avanzamento dell’enorme siccità in California, sequoie e altri alberi rappresentativi dello Stato stanno ormai morendo con numeri da record. Come esempio, i pini di Monterey – in un’area che copre una superficie di 6 ettari – sono già per il 90% morti.
Ancora più preoccupante è un recente rapporto dove si sono osservati orsi polari uccidere e mangiare delfini. Questo di per sé non è una novità, ma il fatto che sia accaduto nella primavera di quest’anno, invece che durante i mesi estivi più caldi, non si è mai visto prima.
Acqua
Recenti dati della NASA ci hanno dato qualche notevole grafica che mostra come le falde acquifere mondiali stiano perdendo la loro acqua a ritmi “allarmanti”, secondo gli scienziati. I dati mostrano che più della metà delle 37 più grandi falde acquifere del pianeta si stanno esaurendo. Visto che le riserve idriche sotterranee ci mettono migliaia di anni ad accumularsi, uno degli scienziati ha descritto la situazione come “critica”.
São Paulo, in Brasile, una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, è stata spinta sull’orlo di un drastico razionamento dell’acqua, in quanto il suo più grande serbatoio d’acqua sarà essiccato completamente entro il mese di agosto.
In Cile, la maggior parte dei comprensori sciistici sono completamente privi di neve. Santiago, che si trova sotto tutte le località sciistiche, ha visto appena 1,2 centimetri di pioggia quest’anno, che è uno stupefacente 86% in meno rispetto al normale.
La Corea del Nord sta affrontando la peggiore siccità della sua storia, che ha suscitato i timori di un peggioramento della già grave penuria di cibo.
La peggiore siccità regionale degli ultimi 10 anni sta martellando l’Africa meridionale, costringendo i cittadini dello Zimbabwe a patire la fame in quanto la scarsità di raccolto è diventata una piaga dilagante. La siccità minaccia di perdurare.
Nel frattempo il Nicaragua, il paese con le più abbondanti sorgenti d’acqua nella sua regione (ha persino la parola “agua” come parte del suo stesso nome), sta vivendo una delle sue peggiori carenze idriche in cinquant’anni.
Negli Stati Uniti, una siccità da record in Oklahoma ha dato ai coltivatori di grano un assaggio di ciò che sta per succedere, sebbene recentemente un periodo umido ha posto fine momentaneamente alla siccità. Gli scienziati mettono in guardia contro il fatto che la regione dovrà far fronte a un crescente numero di giorni più caldi e asciutti in futuro.
Le fattorie in Utah sono nella morsa della mancanza d’acqua, da quando i funzionari di Stato hanno cominciato il suo razionamento, instillando negli agricoltori timori di tagli ancora maggiori man mano che l’estate avanza.
In California, il Salton Sea – il più grande lago dello Stato – sta scomparendo per l’essiccamento, dandoci un altro indicatore di come la siccità faccia ormai parte integrante del clima dello Stato.
In termini monetari, un recente rapporto mostra come la California abbia pagato un tributo alla siccità di almeno 2,7 miliardi di dollari con l’agricoltura dello Stato. Ovviamente, questo numero è sicuramente destinato a crescere.
Come sta succedendo un po’ dappertutto, i residenti di alcune città della California centrale stanno patendo una crisi sanitaria che deriva dalla carenza di acqua corrente e dal fatto di respirare aria sempre più polverosa, a causa della siccità. I problemi respiratori stanno imperversando in tutto lo stato.
In Canada, John Pomeroy, il direttore del Centro di Idrologia dell’Università di Saskatchewan, ha recentemente trascorso del tempo in alto sulle Montagne Rocciose, lungo il confine British Columbia-Alberta. Egli ha visto coi suoi occhi i segni evidenti della dannosissima siccità che affligge il suo Paese. A causa di eccezionali periodi di siccità, drastici cali delle portate dei fiumi e carenza di acque di scorrimento, Pomeroy ha detto che il Canada Occidentale è probabilmente nel mezzo di una siccità di lunga durata.
Il rovescio della moneta del problema climatico dell’acqua sono le inondazioni. Negli Stati Uniti, quantità di pioggia mai viste cadute in Texas e Oklahoma recentemente sono prove di ciò che succede quando un’atmosfera calda si satura di vapore acqueo in misura superiore a quanto è in grado di tenere: ancora un altro messaggero del nostro futuro.
Non sorprende, pertanto, che l’ultima relazione della National Oceanic and Atmospheric Administration ha mostrato che questo maggio è stato il mese più piovoso mai registrato negli Stati Uniti, nonostante la mega-siccità in California e nella parte occidentale. Ovviamente, gli scienziati hanno collegato questi fenomeni al DCA.
Cambiamenti radicali stanno accadendo nella maggior parte dei luoghi più alti del pianeta, data la rapida accelerazione nello scioglimento dei ghiacciai. Persino l’Everest, il punto più alto sulla terra, sta vivendo enormi cambiamenti. Una recente relazione della rivista “The Cryosphere” afferma che ci si aspetta che migliaia di ghiacciai lungo la catena montuosa dell’Himalaya si ritireranno dal 70 al 99 percento entro il 2100.
Così, per la fine del secolo, potrebbe accadere che il Monte Everest resti interamente senza ghiacciai.
Un altro recente studio collega l’intensificazione dei fenomeni meteorologici – come il freddo estremo che imperversava negli Stati Uniti orientali lo scorso inverno e a primavera, e l’inondazione eccezionale che ha colpito Gran Bretagna – alla rapida perdita di ghiaccio nell’Artico. Questo non fa presagire nulla di buono, tenuto conto che il ghiaccio estivo del mare Artico inizierà a sparire interamente per brevi periodi, a partire già dalla prossima estate.
Un progetto fotografico unico nel suo genere in Alaska ha immortalato l’impatto del DCA nel corso del tempo in modo strabiliante. Le foto sono pesanti da vedere, ma tutti dovrebbero farlo. Esse rappresentano una sorta di visione prima e dopo di cosa il DCA sta facendo in una delle zone più belle del pianeta. Il progetto mostra una drammatica riduzione della copertura glaciale in molteplici aree dell’Alaska, incluse aree che solevano essere fortemente ricoperte di ghiaccio, che ora ne sono completamente prive.
Il progetto è diventato ancora più significativo da quando una recente pubblicazione mostra come i ghiacciai in Alaska abbiano perso 75 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno, dal 1994 fino al 2013.
In confronto, questo numero è circa la metà della perdita di ghiaccio di tutto l’Antartide (159 miliardi di tonnellate). I nuovi dati indicano anche che la sola regione dell’Alaska probabilmente ha contribuito per alcuni millimetri all’aumento del livello dei mari negli ultimi decenni.
Aria
La modifica chimica dell’atmosfera del pianeta sta provocando nuovi circoli viziosi. Per esempio, a Città del Messico, le temperature più calde stanno rendendo insopportabile il già orribile smog di quella megalopoli, in quanto temperature più elevate portano gli inquinanti industriali ad essere rilasciati più velocemente nell’aria.
Un altro recente rapporto della NASA inizia con questa preoccupante constatazione: “Nella terza settimana di maggio, faceva più caldo a Fairbanks, Alaska, che a Washington, DC. La piccola città di Eagle, Alaska, era più calda il 23 maggio di quanto lo siano state in un giorno qualsiasi di quest’anno Houston o Dallas . In quello che è diventato un evento frequente negli ultimi anni, i diagrammi delle temperature in Nord America sembravano essere invertiti.”
La relazione, intitolata “Alaska al forno” contiene una mappa affascinante dell’anomalia nella temperatura, e fa notare:
Il 23 maggio, la temperatura dell’aria dell’Aeroporto Internazionale di Fairbanks raggiunse 86 gradi Fahrenheit (30 gradi Celsius), battendo il record di 80 °F (26,7 °C) del 2002. Lo stesso giorno, i termometri arrivarono a 91 °F (32,8 °C) a Eagle, segnando il primo giorno con 90 gradi nella storia dello Stato. La città ha avuto nove giorni consecutivi sopra 80 °F. A Barrow, Alaska, sulle rive del Mar Glaciale Artico, le temperature sono salite a 47 °F il 21 maggio, quasi 18 °F superiori al normale. Le temperature normalmente non raggiungono questo picco fino a metà giugno.
Così, non sorprendentemente, l’Alaska ha avuto il maggio più caldo della sua storia.
L’India, classificata come il terzo più grande produttore di gas serra, ha dovuto affrontare una delle singole ondate di caldo più letali mai calate sul Paese, che ha ucciso oltre 2.500 persone. L’ondata di caldo è stato almeno la quarta più micidiale nella storia del mondo.
“Non illudiamoci che non vi sia alcun collegamento tra il numero anomalo dei decessi per l’ondata di caldo e la certezza di un altro monsone mancato,” ha affermato Harsh Vardhan, ministro indiano delle scienze della terra, all’Agenzia Reuters. “Non è solo un’estate insolitamente calda; è cambiamento climatico.”
Mentre il caldo e il tributo di morte hanno continuato a crescere in India, gli scienziati si chiedono se questo è stato veramente un assaggio del futuro della Terra: un pianeta flagellato da temperature in vertiginoso aumento e dagli impatti sulle attività umane a cui far fronte.
Infine in questa sezione, un recente studio pubblicato sul Geophysical Research Letters mostra che il riscaldamento climatico generato dall’anidride carbonica prodotta dalla combustione di carbone supera il calore generato dalla combustione anzidetta in soli 34 giorni. In altre parole, il DCA non necessita di anni o decenni perché se ne noti l’impatto, come si pensava in precedenza: I cambiamenti possono verificarsi con una rapidità allarmante.
Fuoco
Dal momento che gli incendi divampano senza controllo dal sud della California lungo tutto il litorale ad ovest degli Stati Uniti e l’Alaska, vale la pena di sottolineare una relazione della Union-of Concerned Scientists. Il gruppo ha messo in guardia sulla relazione diretta tra DCA e il suolo più secco, la riduzione dell’umidità, i cambiamenti nei livelli delle precipitazioni e nella sua distribuzione, i periodi di siccità e l’aumento della frequenza e della gravità degli incendi. Gli scienziati sottolineano che il collegamento tra gli incendi e DCA deve essere riconosciuto e affrontato.
Smentite e Realtà
Questo mese, le voci di smentita sul clima non hanno mancato di deludere.
Senza sorpresa, gli azionisti delle due più grandi compagnie petrolifere statunitensi, la Exxon e la Chevron, hanno recentemente respinto proposte per aggiungere nei Consigli di amministrazione persone con esperienza nello studio del DCA. Non avrebbe giovato ai profitti, naturalmente.
I giganti del petrolio hanno ricevuto un po’ di aiuto dal Congresso, che questo mese ha approvato una legge che taglia i fondi per la ricerca climatica alla National Oceanic and Atmospheric Administration.
D’altro canto, Papa Francesco ha tagliato corto sui detrattori del DCA nella sua recente enciclica, nella quale afferma inequivocabilmente che “la maggior parte del riscaldamento globale” sia di origine antropica, e invita tutti a prendere le misure necessarie per limitare i danni riducendo il consumo e la dipendenza dai combustibili fossili.
Nel frattempo, un altro rapporto recentemente pubblicato ha dimostrato che man mano che i livelli di anidride carbonica continuano ad aumentare nel corso del tempo, il pianeta diventerà sempre meno in grado di sequestrare anidride carbonica nel terreno o nel profondo degli oceani, in quanto entrambi i bacini di assorbimento del carbonio supereranno il livello di saturazione.
Una ricercatrice climatica della Woods Hole Research Center, Susan Natali, ha recentemente dichiarato a un reporter che grazie al continuo aumento delle temperature globali, lo scioglimento del permafrost sta rilasciando sempre maggiori quantità di anidride carbonica e di metano, che naturalmente provocano un ulteriore aumento delle temperature. Così, il circolo vizioso si alimenta da sé, un fenomeno che rischia di portare il DCA fuori controllo.
“Se tutto il carbonio del permafrost fosse rilasciato, a questo punto, questo non sarebbe più un pianeta abitabile per l’uomo,” ha avvertito la Natali.
Tutte queste informazioni, nel loro insieme, dipingono un quadro sempre più cupo per il pianeta e le sue specie, tra cui, ovviamente, gli esseri umani.
Ciò potrebbe spiegare perché James Lovelock, il famoso scienziato e ambientalista creatore dell’ipotesi Gaia, ha recentemente dichiarato che “salvare il pianeta è una stupida e romantica illusione.”
Egli ha aggiunto che, portando il dissesto climatico ulteriormente fuori controllo, “Le civiltà dell’emisfero settentrionale sarebbero completamente distrutte, senza alcun dubbio. Ma darebbe alla vita una possibilità di recupero da qualche altra parte. Credo effettivamente che Gaia potrebbe tirare un sospiro di sollievo.”
Dahr Jamail, staff reporter di Truthout, è l’autore di The Will to Resist: Soldiers Who Refuse to Fight in Iraq and Afghanistan, (Haymarket Books, 2009), e Beyond the Green Zone: Dispatches From an Unembedded Journalist in Occupied Iraq, (Haymarket Books, 2007). Jamail ha inviato reportage dall’Iraq per più di un anno, così come da Libano, Siria, Giordania e Turchia nel corso degli ultimi dieci anni, e ha vinto il Premio Martha Gellhorn per il giornalismo investigativo, tra gli altri premi.
Fonte: www.truth-out.org
29.07.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di DELIO GUIDATO