Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
Nell’era della globalizzazione, una corretta informazione diventa di vitale importanza in quanto ci permette di conoscere le dinamiche politiche, geopolitiche, sociali e culturali che riguardano la nostra società e che ci interconnettono con il mondo intero, un mondo che sembra però aver annullato le identità, il rispetto e la tutela dei singoli Paesi: ogni Paese è costretto ad adeguarsi ai processi di questa globalizzazione indipendentemente dai propri interessi, necessità e potenzialità. Una realtà amplificata in cui un singolo Paese ha enormi difficoltà ad inserirsi anche e soprattutto perché il suo Popolo è sprovvisto di quelle informazioni che potrebbero garantire la possibilità di valutare le scelte politiche più convenienti per se stesso e per l’intera nazione. Direi che il presupposto fondante della democrazia sta proprio in questo, nella capacità di un popolo non solo di poter scegliere ma di saper scegliere, ovvero di conoscere i fatti con le loro conseguenti implicazioni per la reale comprensione delle proposte che via via ci vengono offerte dalla politica, quella politica che dovrà poi rappresentarci in Parlamento e nel governo del Paese. Una buona informazione di base e il desiderio di partecipazione alla politica attiva possono dare al popolo gli indispensabili strumenti anche di controllo sull’operato del proprio governo attuando così, a pieno titolo, il cosiddetto “potere d’imperio”, prerogativa fondamentale per potersi considerare un popolo libero e autodeterminato. In questa ottica appare fondamentale l’importanza di una corretta informazione, pilastro insostituibile per una sana e responsabile coscienza collettiva.
E’ dal popolo che nascono i politici e da loro si formano i governi; questo rapporto fra i cittadini e i loro rappresentanti è un legame vitale che va alimentato e rafforzato con nuove formule che le permettano una costante e dinamica interazione in termini esclusivi, senza intromissioni di terzi poteri. Purtroppo, a seguito dell’entrata nell’Unione Europea e con l’applicazione di leggi di fatto liberticide, il contatto del cittadino con la politica si sta allontanando sempre di più causando, come primo nefasto effetto, livelli di astensionismo mai visti nel passato. Questo scollegamento sempre maggiore fra popolo e potere politico, questa dipendenza e sudditanza della politica nazionale a poteri sovranazionali a cui è sempre più asservita, con un’informazione manipolata e strumentale agli stessi poteri, rende i popoli incapaci di comprendere la realtà ma, cosa ancora più grave, li rende vittima di condizionamenti attraverso tecniche di comunicazione che fra notizie false e notizie contraffatte, creano un substrato mentale programmato molto difficile da scalfire. Mark Twain diceva: “E’ molto più facile ingannare la gente, che convincerla che è stata ingannata”. Questa alterazione premeditata della realtà ci sta portando alla fine della democrazia.
Diventa decisivo il principio che senza la partecipazione del popolo non possiamo sperare in una ripresa concreta di un processo realmente democratico che riporti libertà, benessere e giustizia, oggi minacciati più che mai da barbari poteri globalisti e da una colpevole complicità delle nostre istituzioni. Per poter contrastare questa deriva liberticida è indispensabile ridare potere allo Stato in modo tale che possa costituire finalmente un baluardo contro queste forze sovranazionali di matrice privatistica. Unico modo per ridare forza al potere pubblico è l’azione coordinata e monolitica del suo popolo che, reso consapevole dei pericoli e delle opportunità, sappia orientarsi in un processo unitario che lo veda superare le divisioni ideologiche e di parte e le permetta di “scaricare” tutta la sua prorompente forza democratica, in modo univoco e coordinato, verso quella politica che null’altro deve fare se non servire il Popolo e tutelarne i diritti come imperativo assoluto. Lev Tolstoj ci ricorda che: “Un popolo unito è più forte di qualsiasi esercito”.
E’ di questo che abbiamo bisogno: un popolo unito che, attraverso i processi democratici e una corretta informazione, possa costituire il baluardo invalicabile per gli interessi privati di finanza e multinazionali. Per questa nuova consapevolezza e per la rinascita di un reale pensiero critico, è necessario superare le attuali fonti di informazione istituzionale, ormai completamente monopolizzate e asservite ai poteri globalisti, e creare nuovi canali e sistemi di informazione alternativa, valorizzando e potenziando quelli esistenti. Ci troviamo in un momento decisivo per salvaguardare la libera informazione in quanto proprio in questi tempi si sta delineando una nuova strategia del potere funzionale a delegittimare come falsa e inaffidabile l’informazione che si sviluppa fuori dai canali istituzionali e sui social. (https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/disinformazione-online-e-costruzione-dellopinione-pubblica-se-in-pericolo-e-la-tenuta-delle-democrazie/)
E’ altresì di fondamentale importanza che nuove forze politiche (“fronte del dissenso”?) si calino nell’agone politico cercando di organizzarsi nel modo più coeso possibile per dare il loro contributo a diffondere le giuste informazioni e contribuire alla formazione di una nuova coscienza collettiva senza la quale rimane impossibile qualsiasi tipo di riscatto; su informazione e istituzioni pubbliche non possiamo più fare affidamento. Abbiamo tutti interessi comuni e siamo parte di un sistema che, se ben gestito, può garantire benessere e giustizia per tutti. Una nuova cultura sociale può essere veicolata solo da una sana politica e una corretta informazione, e questo deve essere il primario impegno di tutti: informarsi, formarsi e partecipare alla gestione della Polis, non possiamo più permetterci di lasciare la nostra vita e quella delle future generazioni in mano ai nuovi barbari planetari cosmopoliti per i quali non esistono più né popoli, né stato, né etica ma solo i loro interessi e le loro deliranti brame di potere. Informazione, unione, programmazione, azione; questo il percorso per ritornare liberi.
Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
NOTE