DI MIGUEL MARTINEZ
Lutto nell’affollato mondo dei piccoli poeti di provincia, che pubblicano da soli i loro versi e se li regalano tra di loro, in trepidante attesa del prossimo premio autogestito.
E’ morto l’autore di A Wanda poesie, Il cassetto delle poesie, L’albero delle poesie, il Mulino delle poesie, Le poesie del silenzio, Riccioli d’oro nel vento (e molti, molti altri libretti) e vincitore del premio Voce del Poeta 1993, del premio Città di Corto e del Premio Città di Canegrate (e tanti, tanti altri premi).
Il nostro è stato anche uno dei pilastri dell’Accademia dei Micenei di Reggio Calabria, il cui vivace sito web potete vedere qui e che dispensa il Gagliardetto Miceneo, il premio Porta del Futuro e il premio Porta dei Leoni a vari “esploratori dell’universo” (professoresse di liceo classico in pensione diventate acquerelliste e così via).
Lo ricordiamo come immaginiamo vorrebbe lui, riportando questa poesia.
Ignoriamo in quale sagra paesana sia stata premiata come terza migliore poesia dell’anno.
Una dolce fiaba
Ho provato ed azzardato ad assaporare la vita
proiettando il cuore fin oltre le stelle, ma poi
mi sono accorto che l’impresa era impossibile
e così mi sono impigliato nella mia solitudine.
Mi sono inibito ad ascoltare il vento della sera
che ritaglia disegni ritorti nei pressi del cuore,
sono un uccello chiuso nella gabbia della vita,
là dove un fruscio di vento gioca con le stelle.
Il cuore è turbinante come le ali di un mulino
quando l’amore è come l’acqua che ti disseta,
ma quel tempo è sgattaiolato dalla mia realtà
e restano solo frammenti perduti tra le lacrime.
Noi eravamo due grida intrecciate dal destino
ma un giorno la vita fece cessare le promesse
e ti trasportò lontana con una vigoria inusuale
come una conchiglia sbattuta contro gli scogli.
Allora osservavo fasci di luce dentro i colori
quando pronunciavi il mio nome con soavità,
poi d’improvviso mi trovai da solo con la vita
e così caddi nel buio di un silenzio senza fine.
Poi d’un tratto il futuro si fece un po’ confuso
e un’ombra vagò nel mezzogiorno impaziente,
avrei voluto sfiorare le tue palpebre vacillanti
quando i muri si ruppero e le barriere caddero.
Nel gioco della vita la partita è ancora aperta
e un giorno saremo uniti nelle strade del cielo,
i nostri cuori vivranno dentro una dolce fiab
allora niente e più nulla ci potrà ferire, amore.
Miguel Martinez
Fonte: kelebeklerblog.com
Link: http://kelebeklerblog.com/2015/12/16/in-morte-di-un-premiato-poeta-aretino/
16.12.2015